Alla Scuola di Prostituzione Intellettuale c’erano trecentocinquantadue scalinate, armature e quadri che si muovevano, fantasmi che attraversano muri e porte, ed arrivare nei vari posti era davvero complicato ma, inaspettatamente, la strada per arrivare all’aula di Pozioni del professor Pidon si rivelò molto semplice: bastava addentrarsi nelle profondità del castello. L’aula era lugubre, senza finestre, e piena di odori strani.
Affiancato dal sempre più fidato Marcelo, Harryk prese posto né troppo distante né troppo vicino alla cattedra del professore, che ancora non era arrivato. Harryk ebbe dunque il tempo di guardarsi intorno: c’erano ampolle piene delle più strane creature, come ad esempio dei Jakkerinhi sotto alchool, dei Pellè imbalsamati, dei De Ceglie sotto sale.. e tante altre strane ampolle e contenitori di cui non riusciva a individuare il contenuto: erano sicuramente creature assurde e decisamente brutte, le cui caratteristiche, sicuramente, si sposavano alla perfezione con particolari alchimie.
La curiosità portò Harryk a commettere un errore: non si accorse che il professor Pidon, ormai entrato e preso il suo posto alla cattedra, lo stava guardando fisso, furente, ma allo stesso tempo felice di averlo colto disattento. Quando Harryk vide il professore, dunque, fu troppo tardi.
Il professore posò sulla cattedra il caffè che stava sorseggiando e prese la parola: “EHEHEHEHE! Harrygsen Podder, la nosdra nuova.. Gelebridà!” lo apostrofò subito. Harryk capì che per quel giorno le umiliazioni erano appena cominciate. Gli altri membri di Grifondinter erano immobili, quelli di Serpeventus invece, fiutato il divertimento, già ridacchiavano tra loro.
“Siete gui ber imbarare la deligata scienza e l’arde esatta della difesa a 3, poighé qui la cosdruzione del gioco non sarà affidata ai centrocampisti, ma ai difensori e al pbortiere. Non mi asbetto che comprendiate a fondo la bellezza della costruzione del gioco dal basso, il delicato potere del lancio lungo per la punta boa o la bellezza di un pressing asfissiante.”
La classe ammutolì tutta. Harryk e Marcelo si scambiarono una risatina. Imperdonabile, quanto meno per Harryk, visto che Marcelo venne totalmente ignorato da lì in poi.
“Harryg, cosa ottengo se verso la radice di inserimento in un infuso di mezzala?”
Harryk rimase pietrificato, come più o meno il resto della classe. Solo Nicola Grangerella smaniava, con la mano alzata.
“Non lo so, signore.”
Un sorriso apparve sulla bocca di Andonius: “Bene, è chiaro che la fama… non è tutto.”- ma l'evidente inesperienza del ragazzo non lo fermò: “Riproviamo allora: si buò andare a mangiare in un risdorande da 100 galeoni con solo 10 zellini?”
Di nuovo Harryk fece scena muta, di nuovo la mano di Nicola scattò in alto.
“Non lo so, signore.” ripeté mestamente il ragazzo.
“Immagino ghe du non abbia aberdo un libro di taddica brima di venire gui, vero signor Bodder? E dimmi” - Andonius era implacabile- “Gonosci la differenza dra 3-5-2 e 3-4-1-2?”
Per la terza volta, un umiliato Harryk ammise di non saper rispondere. Per la terza volta Nicola Grangerella era li pronta, con la risposta sulla punta della lingua. Con un impeto di orgoglio e un pizzico di sfacciataggine, Harryk chiese al professore: “Sembra che Nicola sia preparato, perché non gli permette di rispondere?” Ma non appena finì la domanda, Harryk seppe di aver passato il limite.
Lo sguardo del professore si indurì: ”Duddo guello ghe ho abbena ghiesdo è fondamendale ber la viddoria. Prendede abbundi! E ber guando riguarda la sfacciadaggine del signor Bodder, meno 10 pundi a Grifindinder, magari la brossima volda derrà la bogga ghiusa e non medderà in disgussione i dettami del brofessore.”
Dal lato Grifondinter si alzò un brevissimo coro di disappunto, sedato istantaneamente da un’occhiata gelida del perfido insegnante. Per tutto il resto della lezione, Harryk non fece altro che prendere appunti. Non alzò la testa dal foglio, non staccò la mano dalla penna.
Non appena finì la lezione, Harryk, seguito da Marcelo, filò via dalla classe il più in fretta possibile. Lui non aveva più dato possibilità al professore di punzecchiarlo, mentre il professore l’aveva tendenzialmente ignorato, preoccupandosi solo del bene della classe.
Per fortuna lo attendeva un pomeriggio rilassante: Romelus Hagrid l’aveva invitato a prendere un tè. Harryk portò anche Marcelo, oramai i due erano inseparabili!
Romelus aveva squdrato Marcelo e, come il giorno prima aveva fatto il Cappello, esclamò: Ah, un altro Weasleyvic, eh? Ho passato metà dello scorso anno a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli!”
“Io sa che Ivan e Zdravko fa casini, ma loro brati fa così sempre, sia in Madre Hrvatska sia a scuola. Madre no sa più che fare con loro.”
Passarono il resto della giornata in tranquillità, masticando biscotti intinti nel latte annacquato, che i due ragazzi finsero di apprezzare, per cortesia. Il cibo non era granchè, mentre invece la compagnia di Romelus era assai gradita. Il gigante rispondeva a tutte le domande di Harryk sul mondo magico in cui era appena entrato.
Su uno dei tavoli della capanna di Romelus, c’era il quotidiano che pochi giorni prima Harryk aveva visto nella locanda insieme al gigante. Il titolone, questa volta, parlava di qualcosa di più sinistro:
Ultimissime sulla rapina ar Clab della Gringott
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta ar Clab la scorsa notte. Il goblin Caressunci continua a ribadire che nonostante la cassetta di sicurezza trecentocinquantadue sia stata aperta da qualche malintenzionato, nulla è stato sottratto alla banca, poichè quella cassetta di sicurezza era stata svuotata, legalmente, il giorno stesso.
Il goblin Caressunci si è rifiutato categoricamente di parlare del contenuto della cassetta di sicurezza.
Harryk, da ragazzo sveglio quale era, si rivolse immediatamente al gigante: “Romelus, ma non era la cassetta di sicurezza dalla quale hai prelevato te il giorno in cui mi hai accompagnato a Malpens Alley?”
Romelus trasalì, e con evidente difficoltà negò il tutto: “Ma no Harryk, ti stai sbagliando, non abbiamo mica prelevato dalla camera trecentocinquantadue!”
Il disagio del gigante era palpabile, ma per sua fortuna, si era fatto tardi, e così liquidò i due studenti: “Beh, credo sia ora che voi rientriate, non vorrei vi pizzicassero fuori da Scuola a quest’ora, e mi raccomando specialmente a te Marcelo: non si beve, ci si ferma se qualcuno o qualcosa fa segno di fermarsi, e non ci si arrabbia se non vi fanno entrare subito nelle vostre camere! A presto ragazzi!”
I due amici, più sospettosi che mai, salutarono il GuardiaMITT, ma con un’occhiata soltanto si dissero che avrebbero indagato su quella stranezza.