“FIVE EPIC MOMENTS” è una rubrica che scatta le cinque istantanee che legano a filo diretto un calciatore dal trascorso interista e il cuore malato di noi ranocchi dello stagno. Ogni giocatore, nel bene o nel male, lascia qualcosa ai suoi ex tifosi: che siano gioie o dolori poco importa, tanto finirà sempre tutto in una valle di lacrime. È solo questione di tempo. Per farvi un esempio, Gabigol è stato presentato con la stessa posa di Ronaldo.
EP.1: FRANCESCO TOLDO
Toldone, al secolo Francesco Toldo, nato a Padova il 2 Dicembre 1971, è sicuramente uno dei portieri più forti della sua generazione, italiani e non. Parte dai classici campetti di periferia in fango, si fa la sua gavetta nelle serie minori per approdare e poi esplodere a Firenze. Il periodo in Viola gli vale la chiamata in nerazzurro nel 2001, trasferimento che lo rende il portiere più pagato nella storia dell’Inter. A Milano, dopo non poche sofferenze, vince TUTTO. Rifiuterà anche una chiamata dai Blancos del Real Madrid nel 2007 pur di restare, anche da vice-Julio Cesar, ruolo che gli spetterà fino alla stagione del Triplete Mourinhano. Ma se mettessimo una figurina di Toldo davanti ai vostri occhi, la macchina del tempo nel vostro cervello dove vi porterebbe? Con ogni probabilità, esattamente qui:
1)VALENCIA-INTER(0-1), 21/03/2002
Prima gioia in un Mestalla che a Toldone porta bene(?). Quarto di ritorno di Coppa UEFA, partita tiratissima contro il Valencia di Pablo Aymar e Morientes dopo l’1-1 dell’andata. San Francesco è nettamente già l’uomo della serata per via di una prestazione maiuscola tra i pali. Potrà mai bastargli? Certo che no, lui va all-in per la storia. Nel finale, sullo 0-1, decide di prendere in mano la situazione e trasformarla in un perfetto romanzo a tinte nerazzurre: si ricorda di giocare in una squadra i cui tifosi non sono altro che disagiati mentali e per non farli uscire dalla loro comfort zone si fa espellere per doppia ammonizione dovuta a perdita di tempo. MITT A MAZZARRI. Héctor Cúper ha finito i cambi. Mancano i 5 minuti del recupero e poco più alla semifinale. In porta ci finiscono 173 centimetri di inutilità: Francisco Javier FARINÓS, grande ex di giornata che, protetto dai due santi di cui porta il nome, mantiene la rete inviolata nonostante i guanti del compagno espulso gli arrivassero ai gomiti. Se anni dopo, ai tempi di Handanovic, Castellazzi e Rodrigo Palacio abbiamo potuto esclamare: “ecco la sensazione di déjà vu che avevo…” è anche e soprattutto grazie alle palpitazioni regalateci quella volta da un geniale Toldone.
2)INTER-JUVENTUS(1-1), 19/10/2002
L’EPICITA’ DI UN MOMENTO. L’IMMAGINE DI TOLDO CHE OGNUNO DI NOI HA NEGLI OCCHI, ANCHE CHI NON ERA NATO. L’IMMAGINE PIU’ BELLA DI UN DERBY D’ITALIA. Siamo sotto di uno, ultima azione, angolo per noi. A saltare ci vanno tutti. “C’E’ ANCHE TOLDO, C’E’ ANCHE TOLDONE. C’E’ ANCHE TOLDONE!” dice Scarpini anticipando di 4 anni le parole profetiche di Caressa su Materazzi lasciato solo nell’aerea di Cech ai mondiali in Germania. A battere il corner ci va EMRE, che nell’occasione si trasforma nel miglior Candreva e centra la schiena del dif…la mette corta sul primo pa…ah no scusate, pennella in area: CAOS TOTALE. Buffon, uscendo prende qualcosa ma non la palla, che a quel punto assume le sembianze del Divino Jonathan contro la Samp e inizia a carambolare addosso a chiunque. E per ultimo c’è proprio TOLDONE; anche in questo caso precursore di un orgasmo che qualche tempo più avanti prenderà il nome di Alberto Brignoli. 1-1, minuto 90. Tuttora non si ha la certezza di chi l’abbia buttata dentro: Bobo Vieri reclama il gol come suo, Toldo anche; ma sempre citando il nostro Roberto dopo una ventina di E’GOLE’GOLE’GOL: “non si capisce, MA CHISSENE FREGA”.
3) ARSENAL-INTER(0-3), 17/09/2003
Prima uscita della campagna europea interista di quell’anno. Il campo è quello di Highbury, casa dell’Arsenal degli INVICIBILI. L’Inter compie l’impresa mai riuscita ad un’italiana fino ad allora: battere i Gunners fra le mura amiche. “El Jardinero” Cruz, ANDY VAN DER MEYDE (andate pure a piangere litri di lacrime) e Oba ObaMartins firmano il tabellino. Arsenal distrutto. Pace se poi ci abbiano distrutto loro al ritorno, rifilandoci 5 sberle in casa, con Titì Henry (2 gol e 2 assist) mattatore di serata e incomprensibilmente mancato Pallone d’oro. Poco importa, la vanagloria fa parte dell’essere interisti. Ciò che conta è vivere il momento, e quella sera ad Highbury poteva essere ben diverso se proprio Toldone non avesse messo le mani sulla saracinesca nerazzura per abbassarla davanti al giocatore più forte del pianeta in quella stagione. Sul 2-0, infatti, Thierry ha la possibilità di riaprirla dal dischetto, ma il pararigori di Padova sa come si fa: si allunga sulla sinistra e spegne la luce. Giù le serrande, sempre doppio vantaggio e risultato storico ipotecato. Partenza in Champions League stratosferica per i ragazzi di Cúper (e poi Zaccheroni) che dopo 2 vittorie in 2 partite (2-1 sulla Dinamo Kiev a San Siro) si ritrovano con la qualificazione in tasca. E INVECE NO: Lokomotiv Mosca-Inter, 3-0. Inter-Lokomotiv Mosca, 1-1. Inter-Arsenal, 1-5. Dinamo Kiev-Inter, 1-1. Girone chiuso da terzi. L’ultima me la ricordo ancora, avevo 9 anni e piangevo sul letto dei miei.
4) VALENCIA-INTER(0-0), 06/03/2007
Ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Si torna al Mestalla. E sapete tutti come finirà: male, a botte, nel Far West e con le anime pie di gente come Cambiasso, JAVIER e appunto Toldo a far caciara e far volare ceffoni sugli spagnoli. Uno su tutti: David Navarro, che pensa bene di fracassare il setto nasale a Nicolas Burdisso dopo il triplice fischio alimentando le fiamme di un finale di partita che Roma-Inter, prima tappa del Triplete, in confronto sembra un aperitivo in amicizia. Tutto parte dal capitano valenciano Marchena, che ha la mirabolante idea di sfottere Nicolino perché ha perso. L’argentino reagisce pacatamente cercando di menarlo o quanto meno mangiargli la faccia ma viene prontamente bloccato da un po’ tutti i nerazzurri, in particolare proprio da Francesco, che dalla panchina raggiunge il centrocampo per sedare la rissa. E adesso spunta l’eroe di giornata, lo Zorro della situazione: Navarro, appunto, che per festeggiare il passaggio del turno esce dal nulla della sua serata da panchinaro, molla un destro a Burdisso e inizia la fuga. Lo inseguono TUTTI: provano letteralmente a linciarlo Mariano Gonzalez, Cruz, Cordoba, Maicon e Ibra…ma David corre come Alvaro Pereira sulla fascia e riesce a rintanarsi negli spogliatoi. Ovviamente un naso non si vendica da solo e la gazzarra prosegue anche nel tunnel e soprattutto nella pancia dello stadio. Qui, le telecamere riprendono una delle scene più poetiche mai passate su uno schermo: Toldo che parte da lontano, sfonda il capannello creatosi davanti alla porta dello spogliatoio del Valencia dove si nasconde Navarro ed entra in modalità Rambo per tentare di ucciderlo. Purtroppo le riprese finiscono qui, con un incamiciato Cuchu Cambiasso, classico elemento che se in una rissa vola uno schiaffo ne prende due, che fa finta di avere qualcuno che lo tenga per non andare, presumibilmente, a prendere anche tutti gli altri ceffoni che volavano in quelle quattro mura e mister Mancini che allontana le camere. Pioveranno squalifiche con il peso specifico di Amantino Mancini stagione 2009/10 sia per i nostri che per i valenciani; Toldone, gigante buono che aveva cercato di calmare gli animi, non si prenderà nemmeno un turno di squalifica. Navarro, invece, 7 mesi.
5) BAYERN MONACO-INTER(0-2), 22/05/2010
Il capitolo finale, in tutti i sensi. L’ultima in nerazzuro di Toldone. La chiosa su una carriera fatta di sacrifici e anche scelte di cuore, come quella di rifiutare il Real per restare in nerazzurro, in panchina, per aiutare a vincere tutto. Non ha mai avuto male a un scinochio, così per dire. Di quella notte si è sempre detto che per tanti, in quella squadra, fosse l’ultima occasione buona per rendere gigantesca una grande carriera. Lo si è detto in particolare di chi c’è stato fin dall’inizio degli anni 2000: gente come Cordoba, Cambiasso, Materazzi, Stankovic, ovviamente Zanetti, gente che le ha viste e vissute tutte, e in quel periodo ce ne furono di cose da vedere e vivere… tra questi, però, il nome di Toldo passa sempre inosservato; forse perché di partite, dall’arrivo di Julio Cesar, ne gioca davvero poche, nonostante solo un paio d’anni prima fosse considerato uno dei migliori nel suo ruolo. Accetta la concorrenza, la decisione della panchina e la superiorità di chi gli sta davanti. Alla fine si è dato quasi per scontato che ci fosse, come il ritorno di Joao il Bello ad ogni sessione estiva di mercato. Mai fuori posto, sempre all’interno del gruppo a far capire cosa significhi giocare in nerazzurro, nonostante le difficoltà, i furti, le turbe mentali e tutto ciò che rappresenta il “Mondo Inter”.
“FIVE EPIC MOMENTS” è una rubrica che scatta le cinque istantanee che legano a filo diretto un calciatore dal trascorso interista e il cuore malato di noi ranocchi dello stagno. Ogni giocatore, nel bene o nel male, lascia qualcosa ai suoi ex tifosi: che siano gioie o dolori poco importa, tanto finirà sempre tutto in una valle di lacrime. È solo questione di tempo. Per farvi un esempio, Gabigol è stato presentato con la stessa posa di Ronaldo.
EP.1: FRANCESCO TOLDO
Toldone, al secolo Francesco Toldo, nato a Padova il 2 Dicembre 1971, è sicuramente uno dei portieri più forti della sua generazione, italiani e non. Parte dai classici campetti di periferia in fango, si fa la sua gavetta nelle serie minori per approdare e poi esplodere a Firenze. Il periodo in Viola gli vale la chiamata in nerazzurro nel 2001, trasferimento che lo rende il portiere più pagato nella storia dell’Inter. A Milano, dopo non poche sofferenze, vince TUTTO. Rifiuterà anche una chiamata dai Blancos del Real Madrid nel 2007 pur di restare, anche da vice-Julio Cesar, ruolo che gli spetterà fino alla stagione del Triplete Mourinhano. Ma se mettessimo una figurina di Toldo davanti ai vostri occhi, la macchina del tempo nel vostro cervello dove vi porterebbe? Con ogni probabilità, esattamente qui:
1)VALENCIA-INTER(0-1), 21/03/2002
Prima gioia in un Mestalla che a Toldone porta bene(?). Quarto di ritorno di Coppa UEFA, partita tiratissima contro il Valencia di Pablo Aymar e Morientes dopo l’1-1 dell’andata. San Francesco è nettamente già l’uomo della serata per via di una prestazione maiuscola tra i pali. Potrà mai bastargli? Certo che no, lui va all-in per la storia. Nel finale, sullo 0-1, decide di prendere in mano la situazione e trasformarla in un perfetto romanzo a tinte nerazzurre: si ricorda di giocare in una squadra i cui tifosi non sono altro che disagiati mentali e per non farli uscire dalla loro comfort zone si fa espellere per doppia ammonizione dovuta a perdita di tempo. MITT A MAZZARRI. Héctor Cúper ha finito i cambi. Mancano i 5 minuti del recupero e poco più alla semifinale. In porta ci finiscono 173 centimetri di inutilità: Francisco Javier FARINÓS, grande ex di giornata che, protetto dai due santi di cui porta il nome, mantiene la rete inviolata nonostante i guanti del compagno espulso gli arrivassero ai gomiti. Se anni dopo, ai tempi di Handanovic, Castellazzi e Rodrigo Palacio abbiamo potuto esclamare: “ecco la sensazione di déjà vu che avevo…” è anche e soprattutto grazie alle palpitazioni regalateci quella volta da un geniale Toldone.
2)INTER-JUVENTUS(1-1), 19/10/2002
L’EPICITA’ DI UN MOMENTO. L’IMMAGINE DI TOLDO CHE OGNUNO DI NOI HA NEGLI OCCHI, ANCHE CHI NON ERA NATO. L’IMMAGINE PIU’ BELLA DI UN DERBY D’ITALIA. Siamo sotto di uno, ultima azione, angolo per noi. A saltare ci vanno tutti. “C’E’ ANCHE TOLDO, C’E’ ANCHE TOLDONE. C’E’ ANCHE TOLDONE!” dice Scarpini anticipando di 4 anni le parole profetiche di Caressa su Materazzi lasciato solo nell’aerea di Cech ai mondiali in Germania. A battere il corner ci va EMRE, che nell’occasione si trasforma nel miglior Candreva e centra la schiena del dif…la mette corta sul primo pa…ah no scusate, pennella in area: CAOS TOTALE. Buffon, uscendo prende qualcosa ma non la palla, che a quel punto assume le sembianze del Divino Jonathan contro la Samp e inizia a carambolare addosso a chiunque. E per ultimo c’è proprio TOLDONE; anche in questo caso precursore di un orgasmo che qualche tempo più avanti prenderà il nome di Alberto Brignoli. 1-1, minuto 90. Tuttora non si ha la certezza di chi l’abbia buttata dentro: Bobo Vieri reclama il gol come suo, Toldo anche; ma sempre citando il nostro Roberto dopo una ventina di E’GOLE’GOLE’GOL: “non si capisce, MA CHISSENE FREGA”.
3) ARSENAL-INTER(0-3), 17/09/2003
Prima uscita della campagna europea interista di quell’anno. Il campo è quello di Highbury, casa dell’Arsenal degli INVICIBILI. L’Inter compie l’impresa mai riuscita ad un’italiana fino ad allora: battere i Gunners fra le mura amiche. “El Jardinero” Cruz, ANDY VAN DER MEYDE (andate pure a piangere litri di lacrime) e Oba ObaMartins firmano il tabellino. Arsenal distrutto. Pace se poi ci abbiano distrutto loro al ritorno, rifilandoci 5 sberle in casa, con Titì Henry (2 gol e 2 assist) mattatore di serata e incomprensibilmente mancato Pallone d’oro. Poco importa, la vanagloria fa parte dell’essere interisti. Ciò che conta è vivere il momento, e quella sera ad Highbury poteva essere ben diverso se proprio Toldone non avesse messo le mani sulla saracinesca nerazzura per abbassarla davanti al giocatore più forte del pianeta in quella stagione. Sul 2-0, infatti, Thierry ha la possibilità di riaprirla dal dischetto, ma il pararigori di Padova sa come si fa: si allunga sulla sinistra e spegne la luce. Giù le serrande, sempre doppio vantaggio e risultato storico ipotecato. Partenza in Champions League stratosferica per i ragazzi di Cúper (e poi Zaccheroni) che dopo 2 vittorie in 2 partite (2-1 sulla Dinamo Kiev a San Siro) si ritrovano con la qualificazione in tasca. E INVECE NO: Lokomotiv Mosca-Inter, 3-0. Inter-Lokomotiv Mosca, 1-1. Inter-Arsenal, 1-5. Dinamo Kiev-Inter, 1-1. Girone chiuso da terzi. L’ultima me la ricordo ancora, avevo 9 anni e piangevo sul letto dei miei.
4) VALENCIA-INTER(0-0), 06/03/2007
Ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Si torna al Mestalla. E sapete tutti come finirà: male, a botte, nel Far West e con le anime pie di gente come Cambiasso, JAVIER e appunto Toldo a far caciara e far volare ceffoni sugli spagnoli. Uno su tutti: David Navarro, che pensa bene di fracassare il setto nasale a Nicolas Burdisso dopo il triplice fischio alimentando le fiamme di un finale di partita che Roma-Inter, prima tappa del Triplete, in confronto sembra un aperitivo in amicizia. Tutto parte dal capitano valenciano Marchena, che ha la mirabolante idea di sfottere Nicolino perché ha perso. L’argentino reagisce pacatamente cercando di menarlo o quanto meno mangiargli la faccia ma viene prontamente bloccato da un po’ tutti i nerazzurri, in particolare proprio da Francesco, che dalla panchina raggiunge il centrocampo per sedare la rissa. E adesso spunta l’eroe di giornata, lo Zorro della situazione: Navarro, appunto, che per festeggiare il passaggio del turno esce dal nulla della sua serata da panchinaro, molla un destro a Burdisso e inizia la fuga. Lo inseguono TUTTI: provano letteralmente a linciarlo Mariano Gonzalez, Cruz, Cordoba, Maicon e Ibra…ma David corre come Alvaro Pereira sulla fascia e riesce a rintanarsi negli spogliatoi. Ovviamente un naso non si vendica da solo e la gazzarra prosegue anche nel tunnel e soprattutto nella pancia dello stadio. Qui, le telecamere riprendono una delle scene più poetiche mai passate su uno schermo: Toldo che parte da lontano, sfonda il capannello creatosi davanti alla porta dello spogliatoio del Valencia dove si nasconde Navarro ed entra in modalità Rambo per tentare di ucciderlo. Purtroppo le riprese finiscono qui, con un incamiciato Cuchu Cambiasso, classico elemento che se in una rissa vola uno schiaffo ne prende due, che fa finta di avere qualcuno che lo tenga per non andare, presumibilmente, a prendere anche tutti gli altri ceffoni che volavano in quelle quattro mura e mister Mancini che allontana le camere. Pioveranno squalifiche con il peso specifico di Amantino Mancini stagione 2009/10 sia per i nostri che per i valenciani; Toldone, gigante buono che aveva cercato di calmare gli animi, non si prenderà nemmeno un turno di squalifica. Navarro, invece, 7 mesi.
5) BAYERN MONACO-INTER(0-2), 22/05/2010
Il capitolo finale, in tutti i sensi. L’ultima in nerazzuro di Toldone. La chiosa su una carriera fatta di sacrifici e anche scelte di cuore, come quella di rifiutare il Real per restare in nerazzurro, in panchina, per aiutare a vincere tutto. Non ha mai avuto male a un scinochio, così per dire. Di quella notte si è sempre detto che per tanti, in quella squadra, fosse l’ultima occasione buona per rendere gigantesca una grande carriera. Lo si è detto in particolare di chi c’è stato fin dall’inizio degli anni 2000: gente come Cordoba, Cambiasso, Materazzi, Stankovic, ovviamente Zanetti, gente che le ha viste e vissute tutte, e in quel periodo ce ne furono di cose da vedere e vivere… tra questi, però, il nome di Toldo passa sempre inosservato; forse perché di partite, dall’arrivo di Julio Cesar, ne gioca davvero poche, nonostante solo un paio d’anni prima fosse considerato uno dei migliori nel suo ruolo. Accetta la concorrenza, la decisione della panchina e la superiorità di chi gli sta davanti. Alla fine si è dato quasi per scontato che ci fosse, come il ritorno di Joao il Bello ad ogni sessione estiva di mercato. Mai fuori posto, sempre all’interno del gruppo a far capire cosa significhi giocare in nerazzurro, nonostante le difficoltà, i furti, le turbe mentali e tutto ciò che rappresenta il “Mondo Inter”.
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SOMMER 9.5 – Ok, siamo d’accordo sui due assist di Dimarco, sulla garra di Fratma e pure sulla prestazione di Arna Letale. Però, se ieri abbiamo portato i tre punti in saccoccia e mantenuto il +3 sul MisDer, lo dobbiamo soprattutto a quest’omino qui, che si allunga come un chewing gum sulla capocciata di Lucca, […]