Carissimi followers di Ranocchiate, oggi, in occasione di una partita cruciale della stagione, abbiamo l'onore di intervistare uno dei fai storici della pagina, custode degli antichi segreti ancestrali dei ranocchi e candidato mentore delle nuove generazioni.
Per motivi di privacy non diremo il suo nome, ma ci limiteremo a farvi sapere che si chiama Andrea, ha 29 anni, viene da Montefalcone Appennino ed è in scadenza di contratto con la falegnameria di Omar.
A proposito, ringraziamo Omar per aver concesso ad Andrea ben 4 minuti per rispondere alle nostre domande: Omar, ti promettiamo che non lo manderemo a Parigi, almeno lui. Forse.
Dunque, caro Andrea, cominciamo con la prima domanda:
Quando e come è diventato fan di Ranocchiate?
Appena hanno cominciato a pubblicare articoli relativi all'Inter; credo fosse la quindicesima partita che finivo con agli occhi lacrime di acqua salata mista a sangue, ma in loro c'era un amore talmente grande verso i giocatori che mi andava bene anche lacrimare sangue.
Un periodo molto simile a quello attuale.
No, molto peggio, non mischiamo le cose. Facevamo pena e forse la facciamo anche oggi, ma la differenza è che oggi giochiamo un quarto di Champions. In quegli anni l'unico degno di essere chiamato giocatore (non di pallone, ma giocatore), era Ricky Alvarez. Oggi sembra Fabrizio Moro.
Da come risponde, mi sembra una persona molto cinica.
La vita da interista mi ha reso quello che sono. Sono sopravvissuto a rose imbarazzanti, campionati buttati nel cesso, allenatori juventini, presidenti evanescenti e TEMPERINI NELL'UOVO DI PASQUA. Continuo ad andare allo stadio quando posso, seguire le partite via TV o alla radio se non sono a casa. Cosa pensate possa farmi la vita?
La differenza tra me e un tifoso qualsiasi è nell'amore. Non so chi mi ancora mi concede la forza di voler bene a quei disgraziati.
Sono parole bellissime. Secondo lei come possiamo uscire dalla situazione in cui siamo caduti?
In rosa manca un giocatore che sappia saltare l'uomo. Non ci sono più gli Alvarez o i Sanchez di una volta.
Mi sembra di sentire ironia nella sua voce.
Certo. Con 63 tiri nelle ultime partite e 2 gol il problema è proprio il giocatore che salta l'uomo.
Si spieghi meglio.
Voglio dire, se in quattro partite hai tirato in porta tutte quelle volte e non l'hai mai messa dentro, il problema non è di chi salta l'uomo, il problema è che sei scarso. Serve una rivoluzione, nessuno si innamora più dell'Inter, è rimasto D'ambrosio tirare il carro dei bellocci. Provate a mettergli accanto un Joao Mario e vedrete la differenza. Da qui a giocare bene in campo è un attimo.
Mi scusi, ma non mi sembra il caso di nominare Joao Mario oggi che viene a Milano da avversario. Sembra anche piuttosto avvelenato con noi. Mi nomini piuttosto qualche altro giocatore, più fattibile da portare all'Inter.
Rispondo con un'immagine.
No ok passiamo oltre. Credo abbia voglia di scherzare. Non è in ansia? Stasera ci giochiamo un pezzo di stagione.
Asllani è titolare? Bellanova sarà titolare? No. Giocheranno uno spezzone? Manco morti. Allora per me oggi in palio poteva esserci pure la coppa del mondo.
Abbiamo una strada molto facile per la finale di Champions però, perdere quest'occasione sarebbe da sciocchi.
Le ricordo che abbiamo perso uno scudetto contro Tonali e Kalulu.
Le strade sono facili fino a che hai un Eriksen in squadra che fa innamorare tutte le mogli degli avversario un Lucianone Spalletti in panchina che ti riporta in Champions. Il resto è sudore e lacrime di sangue.
*Omar urla in sottofondo*
Devo andare.
Va bene, solo l'ultima domanda. Lei è favorevole o contrario ad un esonero di Inzaghi?
Ma voi poi con cosa le fate le copertine dei caffè delle partite che perdiamo? Sciocchi.
*ANDREAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA*
Vado. Un saluto a tutti i fan di Ranocchiate, alla prossima, vogliatevi bene.
Ringraziamo Andrea per questa intensa intervista. Cari amici, sedetevi e gustatevi la partita di stasera, ma con un pensiero sempre rivolto ad Andrea. E a Ricky Alvarez. E a Joao Mario, che forse è meglio.
Carissimi followers di Ranocchiate, oggi, in occasione di una partita cruciale della stagione, abbiamo l'onore di intervistare uno dei fai storici della pagina, custode degli antichi segreti ancestrali dei ranocchi e candidato mentore delle nuove generazioni.
Per motivi di privacy non diremo il suo nome, ma ci limiteremo a farvi sapere che si chiama Andrea, ha 29 anni, viene da Montefalcone Appennino ed è in scadenza di contratto con la falegnameria di Omar.
A proposito, ringraziamo Omar per aver concesso ad Andrea ben 4 minuti per rispondere alle nostre domande: Omar, ti promettiamo che non lo manderemo a Parigi, almeno lui. Forse.
Dunque, caro Andrea, cominciamo con la prima domanda:
Quando e come è diventato fan di Ranocchiate?
Appena hanno cominciato a pubblicare articoli relativi all'Inter; credo fosse la quindicesima partita che finivo con agli occhi lacrime di acqua salata mista a sangue, ma in loro c'era un amore talmente grande verso i giocatori che mi andava bene anche lacrimare sangue.
Un periodo molto simile a quello attuale.
No, molto peggio, non mischiamo le cose. Facevamo pena e forse la facciamo anche oggi, ma la differenza è che oggi giochiamo un quarto di Champions. In quegli anni l'unico degno di essere chiamato giocatore (non di pallone, ma giocatore), era Ricky Alvarez. Oggi sembra Fabrizio Moro.
Da come risponde, mi sembra una persona molto cinica.
La vita da interista mi ha reso quello che sono. Sono sopravvissuto a rose imbarazzanti, campionati buttati nel cesso, allenatori juventini, presidenti evanescenti e TEMPERINI NELL'UOVO DI PASQUA. Continuo ad andare allo stadio quando posso, seguire le partite via TV o alla radio se non sono a casa. Cosa pensate possa farmi la vita?
La differenza tra me e un tifoso qualsiasi è nell'amore. Non so chi mi ancora mi concede la forza di voler bene a quei disgraziati.
Sono parole bellissime. Secondo lei come possiamo uscire dalla situazione in cui siamo caduti?
In rosa manca un giocatore che sappia saltare l'uomo. Non ci sono più gli Alvarez o i Sanchez di una volta.
Mi sembra di sentire ironia nella sua voce.
Certo. Con 63 tiri nelle ultime partite e 2 gol il problema è proprio il giocatore che salta l'uomo.
Si spieghi meglio.
Voglio dire, se in quattro partite hai tirato in porta tutte quelle volte e non l'hai mai messa dentro, il problema non è di chi salta l'uomo, il problema è che sei scarso. Serve una rivoluzione, nessuno si innamora più dell'Inter, è rimasto D'ambrosio tirare il carro dei bellocci. Provate a mettergli accanto un Joao Mario e vedrete la differenza. Da qui a giocare bene in campo è un attimo.
Mi scusi, ma non mi sembra il caso di nominare Joao Mario oggi che viene a Milano da avversario. Sembra anche piuttosto avvelenato con noi. Mi nomini piuttosto qualche altro giocatore, più fattibile da portare all'Inter.
Rispondo con un'immagine.
No ok passiamo oltre. Credo abbia voglia di scherzare. Non è in ansia? Stasera ci giochiamo un pezzo di stagione.
Asllani è titolare? Bellanova sarà titolare? No. Giocheranno uno spezzone? Manco morti. Allora per me oggi in palio poteva esserci pure la coppa del mondo.
Abbiamo una strada molto facile per la finale di Champions però, perdere quest'occasione sarebbe da sciocchi.
Le ricordo che abbiamo perso uno scudetto contro Tonali e Kalulu.
Le strade sono facili fino a che hai un Eriksen in squadra che fa innamorare tutte le mogli degli avversario un Lucianone Spalletti in panchina che ti riporta in Champions. Il resto è sudore e lacrime di sangue.
*Omar urla in sottofondo*
Devo andare.
Va bene, solo l'ultima domanda. Lei è favorevole o contrario ad un esonero di Inzaghi?
Ma voi poi con cosa le fate le copertine dei caffè delle partite che perdiamo? Sciocchi.
*ANDREAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA*
Vado. Un saluto a tutti i fan di Ranocchiate, alla prossima, vogliatevi bene.
Ringraziamo Andrea per questa intensa intervista. Cari amici, sedetevi e gustatevi la partita di stasera, ma con un pensiero sempre rivolto ad Andrea. E a Ricky Alvarez. E a Joao Mario, che forse è meglio.
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