Sempre avanti. Rubo il titolo della discussa autobiografia di Mauro Icardi perché è ciò di cui ha bisogno ora la nostra squadra: guardare avanti, distogliere il pensiero da una settimana di odio, rancore, frasi stupide e comunicati signorili. Guardare avanti rispetto ad una partita che ci ha visti sconfitti, sì, ma non ridimensionati, rispetto a due squalifiche che fanno tanta rabbia e tanto senso d’ingiustizia. Su la testa.
INVERTIRE IL TREND – Ai nostri tocca il compito non semplicissimo di non perdere un’occasione, e invertire quindi il trend che in questa settimana ha circondato l’asse Milano-Torino. In tanti, infatti, hanno perso un’occasione: chi di scusarsi per errori grossolani (Rizzoli), chi di star zitto (Elkann), chi di cambiare sport (Chiellini).. Evitiamo di aggiungere anche Inter-Empoli a questa lista, e andiamo a prendere i tre punti per ricominciare a sognare la Champions.
ALTRO GIRO, ALTRA CORSA – Archiviato ormai il sogno di alzare un trofeo per quest’anno, è tempo di rimettere nel mirino il terzo posto: il Napoli ha già fatto il suo, liquidando nell’anticipo del venerdi il Genoa, la Roma non dovrebbe avere problemi in quel di Crotone, la Lazio accoglie un Milan decimato all’Olimpico; con queste premesse, vincere contro i toscani non è una scelta, è un obbligo, con la Roma potenzialmente a più 8 e fra due settimane attesa a San Siro per un crocevia fondamentale.
COSI IN CAMPO – Mai come in questa giornata le scelte di Pioli sembrano assolutamente già decise: davanti ad Handanovic linea a 4 con D’Ambrosio, Miranda, Medel e Ansaldi; in mezzo, complice gli infortuni di Brozovic e Banega, Kondo e Gagliardini formeranno il triangolo con Joao Mario; davanti, orfani di Perisic e Icardi, si rivedranno Eder e Palacio, con Candreva confermato.
OFF TOPIC – Prima di chiudere, spezzo una lancia a favore di Nainggolan: ci si lamenta spesso di come frasi e dichiarazioni siano, nell’universo-calcio, sempre le solite, trite e ritrite, senza mai una voce fuori dal coro; Radja ha solo detto ciò che pensa, ciò che sente, e soprattutto ciò che per troppi anni è stata la realtà: c’è chi della sua storia può essere orgoglioso, e chi invece sembra averla dimenticata troppo in fretta.
Federico Viafora