Caro Joao Mario.
Anzi, caro Joao Il Bello (spacchiamo subito il ghiaccio chiarendo subito cosa sei per noi),
Ti parla qualcuno che in te, sotto sotto ma molto sotto, non ha mai smesso di credere.
Sei arrivato da noi incoronato Campione d’Europa e già in partenza eravamo tutti innamorati di te, sia per le tue giocate fatte vedere con il Portogallo, sia perché sei uno dei più bei giocatori che hanno giocato con la nostra maglia.
La nostra cotta estiva ha resistito per i primi mesi ai primi segnali di supponenza che hai dato, poca corsa, sbuffi, occhi al cielo e freddezza.
‘Si dovrà ambientare’
‘Magari si sente a disagio a giocare con giocatori del calibro di Kondogbia o Biabiany’
‘Diamogli del tempo’
Abbiamo tenuto duro anche quando hai voluto la 10, dopo una stagione opaca e deludente.
Abbiamo fatto finta di non vedere il tuo disaccordo quando venivi tolto dopo 80 minuti di insofferenza.
Noi interisti, si sa, ci innamoriamo sempre delle persone sbagliate.
L’insofferenza peró abbiamo iniziato a provarla quel 28 dicembre 2017, quando hai fatto passare Donnarumma per fenomeno con quella scarpata sotto porta che avrebbe probabilmente cambiato il corso della Coppa Italia.
Poi il prestito al West Ham, senza nemmeno un ringraziamento o un saluto, e dopo 6 mesi il tuo (non) ritorno.
Oggi hai rilasciato queste dichiarazioni;
“Voglio trasformare i fischi in applausi”.
Ti svelerò un segreto.
Siamo anche disposti a far finta che tu non abbia mai detto che “Nel calcio, come nella vita, bisogna essere onesti nel capire quando le cose finiscono. E con l’Inter è finita.”
Possiamo anche ignorare il “Troppa pressione per i 40 milioni più 5 di bonus spesi per acquistarmi dallo Sporting Lisbona? Macché, io valgo questa cifra. La Premier League è un altro mondo".
Noi interisti non siamo gente rancorosa e tantomeno siamo una tifoseria che chiede l’inverosimile ai suoi giocatori.
A noi interisti interessa la rabbia, la passione, la volontà, il sacrificio e l’attaccamento alla maglia.
Per questo motivo, caro Joao Mario, ecco la tua seconda occasione.
Finché indosserai la nostra maglia, sarai uno di noi. E l’unica cosa che ti chiediamo è di portarla come merita.
Fuori le palle e inizia a lottare, vedrai che i fischi diventeranno applausi prima di quello che credi.