Gagliardini e i suoi fratelli: la nuova primavera nerazzurra
A cura di Federico Viafora
Da quando ha messo piede in campo con la sua nuova maglia nerazzurra in Inter-Chievo, Roberto Gagliardini non ha ancora smesso di stupire. La naturalezza con la quale si è calato nel centrocampo nerazzurro è stata disarmante: personalità da vendere, certo, ma anche il bello della sua età, la sfrontatezza di chi ha tutto da dimostrare, di chi vuole tutto e subito, di chi in un anno è passato dal non essere titolare a Vicenza a guidare la mediana della prima Squadra di Milano. Dall’alto dei suoi 188cm ha iniziato a smistare, dirigere, dominare, con la grazia di Vieira e la garra di Cambiasso. E non cito a vuoto due dei più grandi centrocampisti dell’era moderna interista, in quanto Roberto da Bergamo, fresco nei suoi ancora 22 anni (23 in Aprile) ha tutte le carte in regola per prenderne il posto, ed essere simbolo dell’Inter del futuro, non tutta da costruire, ma da crescere in casa. Una primavera nerazzurra, pronta a sbocciare: Murillo e Brozovic (’92), Joao Mario, Kondogbia ed Icardi (’93), il già citato Gagliardini (’94), Gabigol (’96), Radu (’97), Pinamonti (’99).
Giovane vuol dire inesperienza? Se per troppo tempo, in Italia, era la seconda uguaglianza a farla da padrone, con i grandi club in grado di sborsare cifre alte per pseudo-campioni e soprattutto dotati di poca pazienza nell’aspettare un ragazzo (Coutinho docet, ma è solo l’ultimo di tanti casi), ad oggi il trend si sta capovolgendo: la forza economica dei club europei e mondiali sta obbligando le grandi del nostro calcio alla programmazione, al guardare al futuro, senza perdere d’occhio il presente. E allora torna il dilemma, capovolto: giovane vuol dire qualità? Anche qui, andare per luoghi comuni è sbagliato: l’essere giovani non deve essere tradotto immediatamente in titolarità, qualità e prezzi alti: si rischia di gonfiare, fino a farlo esplodere nuovamente, un sistema che si è rimesso a fabbricare talenti. Gioca chi merita. Se giovane, meglio.
Facciamo le veci di Ausilio per un po’: partendo dai citati (si spera) protagonisti del futuro nerazzurro, lo scacchiere potrebbe essere completato, con l’aiuto del buon Zhang Senior ovviamente, in questo modo:
Gagliardini e i suoi fratelli: la nuova primavera nerazzurra
A cura di Federico Viafora
Da quando ha messo piede in campo con la sua nuova maglia nerazzurra in Inter-Chievo, Roberto Gagliardini non ha ancora smesso di stupire. La naturalezza con la quale si è calato nel centrocampo nerazzurro è stata disarmante: personalità da vendere, certo, ma anche il bello della sua età, la sfrontatezza di chi ha tutto da dimostrare, di chi vuole tutto e subito, di chi in un anno è passato dal non essere titolare a Vicenza a guidare la mediana della prima Squadra di Milano. Dall’alto dei suoi 188cm ha iniziato a smistare, dirigere, dominare, con la grazia di Vieira e la garra di Cambiasso. E non cito a vuoto due dei più grandi centrocampisti dell’era moderna interista, in quanto Roberto da Bergamo, fresco nei suoi ancora 22 anni (23 in Aprile) ha tutte le carte in regola per prenderne il posto, ed essere simbolo dell’Inter del futuro, non tutta da costruire, ma da crescere in casa. Una primavera nerazzurra, pronta a sbocciare: Murillo e Brozovic (’92), Joao Mario, Kondogbia ed Icardi (’93), il già citato Gagliardini (’94), Gabigol (’96), Radu (’97), Pinamonti (’99).
Giovane vuol dire inesperienza? Se per troppo tempo, in Italia, era la seconda uguaglianza a farla da padrone, con i grandi club in grado di sborsare cifre alte per pseudo-campioni e soprattutto dotati di poca pazienza nell’aspettare un ragazzo (Coutinho docet, ma è solo l’ultimo di tanti casi), ad oggi il trend si sta capovolgendo: la forza economica dei club europei e mondiali sta obbligando le grandi del nostro calcio alla programmazione, al guardare al futuro, senza perdere d’occhio il presente. E allora torna il dilemma, capovolto: giovane vuol dire qualità? Anche qui, andare per luoghi comuni è sbagliato: l’essere giovani non deve essere tradotto immediatamente in titolarità, qualità e prezzi alti: si rischia di gonfiare, fino a farlo esplodere nuovamente, un sistema che si è rimesso a fabbricare talenti. Gioca chi merita. Se giovane, meglio.
Facciamo le veci di Ausilio per un po’: partendo dai citati (si spera) protagonisti del futuro nerazzurro, lo scacchiere potrebbe essere completato, con l’aiuto del buon Zhang Senior ovviamente, in questo modo:
Ah, che bello.Aria di Champions, di Black Friday....di Natale......però mi sembra di sentire un odore familiare...Sembra quasi quello della #crisinter?Non saprei PRIMO TEMPO: 1' - Ah, c'è superMusso in portaBene. Benissimo. 2’ - 2 minuti, 2 grandi occasioni, 0 gol. Possiamo cambiare copione, amici dell’Inter? 5' - Spiegatemi questa cosa che Perisic segna ancora in […]
SOMMER 4.5 – Il processo di handanovicizzazione procede a gonfie vele. E se Samir si era immedesimato in una sedia, dopo ieri appare chiaro che Yann si sia identificato in un palo. Del resto due pali presi nel primo tempo dai suoi compagni, ed uno rimasto nella nostra porta per tutta la partita; mi pare […]
0' - Lauti col sorriso sulle labbra, Ace col binocolo per vedere Leao e Pulisic PRIMO TEMPO: 1' - In che senso "mercenario" quarto uomo?Le cose sono due: ho capito male o ibra è il quarto uomo per la partitaNon so in quale sperare 2' - ecco cosa vuol dire avere qualcuno che paraNo Yann, […]
SOMMER 6.5 – Mezzo voto in più perchè ormai ha dimostrato di padroneggiare le parate laser: indirizza il colpo di testa di Gila sul palo, poi sulla linea, ed infine fra le sue braccia senza che debba muoversi dalla sua posizione iniziale. Masterclass. AKANJI 6.5 –“Mister, mi dispiace per il giallo, se vuole fare entrare […]
0' - La terna arbitrale veste una casacca con un numero di telefono, chiamandolo si possono fare donazioni alla Marotta League PRIMO TEMPO: 2' - LAUTIIIIIIIIIAnvedi sto scarsone di Lautaro che gol ha fattoAvevo iniziato a mangiare ed ho rischiato di strozzarmi, ma VA BENE LO STESSOOOOO 3’ - se c’è uno che non ha […]
SOMMER 10: I kazaki arrivano a Milano dopo un interminabile viaggio e con tantissimi tifosi al seguito, tutti carinissimi e sorridenti (P.S. grazie per le foto ricordo)Sarebbe un peccato farli tornare a casa delusi....- Yann: Regaliamogli una vittoria!!!- Marotta: ehm... no, mi sembra un po' esagerato- Yann: Regaliamogli almeno un gol!- Marotta: mmm, buona idea, […]