Gentili lettori e lettrici un cordiale benvenuto nel prepartita di Inter – Roma. Partiamo precisando che questa non è mai una partita come le altre. Soprattutto non lo è adesso, con noi a rincorrere il Milan virtualmente capolista a poche giornate dalla fine dei giochi. Ci giochiamo tutto in questo mese. Tuttavia a San Siro stasera torna una personcina che noi interisti non possiamo proprio ignorare. Dopo la visita in Coppa Italia, Josè Mourinho varca i cancelli del Meazza contro la “sua” Inter. Per quanto dato in quei due anni, dal 2008 al 2010, non possiamo non tributare a Josè un caloroso abbraccio. Non tanto per gli scudetti, nemmeno per la Champions o per il Triplete. Josè, ogni vero interista sa che ti è debitore per aver portato Ricky “il Trivela” Quaresma a San Siro. Madre de Dios… che bel giocatoooore.
Si racconta che Josè volesse proprio lui, Quaresma, per l’inizio del suo ciclo nerazzurro. Il problema era l’ingaggio del portoghese e soprattutto la richiesta economica del Porto. Il dottor Paolillo, chiamò Moratti chiedendogli di intercedere per fare in modo che Josè puntasse sul giovane Biabiany per quel ruolo. Una soluzione meno spettacolare ma finanziariamente più sostenibile. Moratti assicurò che ci avrebbe pensato lui e che non avrebbero preso Quaresma. La sera stessa il buon Massimo, dopo la telefonata con Mourinho, ordinò l’acquisto a qualsiasi cifra del Trivela.
Ecco dunque alcune perle (meno famose) che fanno capire che Josè non è un personaggio solo in alcune note interviste. Il suo umorismo, la sua sottile abilità oratoria è una costante che lo accompagna 365 giorni all'anno. Insomma uno in grado di far arrabbiare anche Babbo Natale. Dunque pronti via sul sottile filo tra le prese in giro e le imprese eroiche.
Lasciamoli esultare…
Aprile 2009. All’Olimpico di Torino si gioca Juve - Inter. Il derby d’Italia era infuocato, visto anche il fresco passato di Calciopoli. La Juve è guidata da Ranieri (con cui Josè si pizzicherà tutta la stagione “è stato 5 anni in Premier per dire solo Good morning o Good afternoon”), i nerazzurri si presentano col tandem Balotelli – Ibrahimovic. Proprio SuperMario farà un partitone con gol ma alla fine il tabellino dirà 1-1. I bianconeri pareggiano in extremis. Tutta la Juve festeggia, i giocatori si abbracciano, mentre il pubblico di casa fischia Balotelli. Josè a fine partita commenterà così:
“Mi piace vedere i giocatori e i tifosi della Juventus nel proprio stadio, uno stadio di una squadra storica e importante, gioire per il pareggio e vedere tutto il gruppo felice anche se ha 10 punti di distacco in classifica”
Molinaro, Balotelli e Tiago nella stessa foto eh, non so se rendo bene l'idea
Tu hai paura…
Nel gennaio del 2009 a San Siro va in onda un Inter – Samp senza i due protagonisti di quella stagione Ibra e Cassano (Chapeau Lellè). Tra l’altro col senno di poi, Inter – Samp non è mai stata una partita simpatica a Josè viste le manette dell’anno dopo. Ma restiamo a questo match. La partita è maschia, qualche fallaccio di troppo e 6 ammonizioni solo nel primo tempo. Mourinho poco prima dell’intervallo salta dalla panchina, il perché non si sa nemmeno bene, e urla a muso duro all’arbitro “Tu hai paura! Tu hai paura!” con tanto di gesti inequivocabili. Il povero direttore di gara (mi metto anche nei suoi panni povero figliolo) lo manda negli spogliatoi e nel post partita, un sereno Josè, grazie anche alla vittoria targata Adriano dirà con un sorrisetto sornione:
“È stato comunque il primo arbitro ad espellermi in Italia. Non me lo dimenticherò mai! Com’è che si chiama?”
Cuore d’oro
Nel derby delle discussioni per il gol di Adrianone col colpo di mano che ha fregato Abbiati, Mourinho sa sempre come calmare gli animi. Il campo aveva consegnato il dominio di Milano ai nerazzurri con i gol dell’Imperatore appunto, e Stankovic. I rossoneri di Ancelotti tornano tardi in partita e grazie ad una difesa perfetta i 3 punti sono portati a casa. Nel tunnel degli spogliatoi però pare che sia volata qualche parolina di troppo riguardo proprio l’episodio del primo gol. Josè che già nel prepartita aveva detto: “Mi piace molto il Milan e i suoi giocatori, però in classifica hanno 8 punti in meno rispetto all’Inter” replica a modo suo:
“Il Milan esce dallo stadio a testa alta e con il morale giusto per affrontare il Werder Brema. Spero di cuore che i rossoneri, come tutte le squadre italiane, possano raggiungere grandi risultati in Coppa Uefa”
Ah ovviamente, ma che ve lo dico a fare, il Milan sarà eliminato qualche giorno dopo proprio dal Werder Brema.
Adesso capite perché Galliani ad ottobre diceva: “Mourinho mi è sempre simpatico. Capisco che cerchiate di provocarmi, perché un bel sabato con i fuochi d’artificio tra Inter e Milan sarebbe bello per i giornali, ma non ci casco!” mentre sempre Galliani 5 mesi dopo a marzo commentava: “Mourinho simpatico? Mah così così”
Se pareggiamo la coppa viene a Milano
Per avviarci alla conclusione scegliamo proprio un Inter – Roma. Finale di Coppa Italia Tim Cup 2010. 5 maggio proprio all’Olimpico di Roma. Una partita destinata a cancellare in parte le lacrime ancora presenti su quel campo di Ronaldo. Ci riusciremo come ricordate tutti bene, perché Milito segnerà subito e la partita sarà caratterizzata da una caccia all’uomo conclusa con il calcione alla Chuck Norris di Totti a Balotelli.
Siamo all’Olimpico perché così vuole la regola, ma di fatto la Roma gioca in casa. Mi permetto di usare le parole di Javier Zanetti usate nel suo libro “Giocare da uomo”.
“Non facciamo in tempo ad entrare che dagli altoparlanti parte l’inno della Roma, anziché le formazioni o l’Inno di Mameli. Mourinho sbotta: “Ma siamo in un campo neutro o giochiamo in trasferta contro la Roma? Bè allora se finisce 1-1 la coppa viene con noi a Milano, perché il nostro gol vale doppio!” Provarono invano a calmarlo."
E Zanetti sottolinea proprio questo aspetto, Mou sarà indemoniato quella sera tanto che andrà a rivedere fuorigioco sulle televisioni dei cronisti a bordo campo polemizzando con tutto e tutti. Ma lui è sempre stato così ed è per questo che lo amiamo così tanto.
Uno contro tutti
Potrei stare qui per ore ma chiudo con una citazione sempre di Pupi che descrive appieno quello che è stato Mou nel biennio nerazzurro:
Camp Nou – Barcellona. Semifinale di ritorno di Champions League. Nella pancia dello stadio, José parla alla squadra:
“Ragazzi il nostro sogno è là fuori, andiamo a prenderlo. Uscirete tutti in fila dietro di me, i tifosi del Barcellona mi odiano, io entrerò in campo da solo, loro mi fischieranno, mi urleranno addosso di tutto, e quando toccherà a voi andare sul prato si saranno già sfogati”
"E così Josè Màrio dos Santos Mourinho Felix, detto Mou, The Special One, Cavaliere dell’Ordine dell’Infante don Enrico Il Navigatore per meriti sportivi, entra, solo contro decine di migliaia del Camp Nou, sicuro di ammansirli come un domatore di tigri. Il nostro sogno contro la loro ossessione. Chi è davvero il Mister? Un attore? Un eroe? Tutti e due? Niente di tutto questo, è solo Josè Mourinho e quella notte gli diede ragione." (Javier Zanetti)
Josè da solo sul terreno del Camp Non nel pre partita
Gentili lettori e lettrici un cordiale benvenuto nel prepartita di Inter – Roma. Partiamo precisando che questa non è mai una partita come le altre. Soprattutto non lo è adesso, con noi a rincorrere il Milan virtualmente capolista a poche giornate dalla fine dei giochi. Ci giochiamo tutto in questo mese. Tuttavia a San Siro stasera torna una personcina che noi interisti non possiamo proprio ignorare. Dopo la visita in Coppa Italia, Josè Mourinho varca i cancelli del Meazza contro la “sua” Inter. Per quanto dato in quei due anni, dal 2008 al 2010, non possiamo non tributare a Josè un caloroso abbraccio. Non tanto per gli scudetti, nemmeno per la Champions o per il Triplete. Josè, ogni vero interista sa che ti è debitore per aver portato Ricky “il Trivela” Quaresma a San Siro. Madre de Dios… che bel giocatoooore.
Si racconta che Josè volesse proprio lui, Quaresma, per l’inizio del suo ciclo nerazzurro. Il problema era l’ingaggio del portoghese e soprattutto la richiesta economica del Porto. Il dottor Paolillo, chiamò Moratti chiedendogli di intercedere per fare in modo che Josè puntasse sul giovane Biabiany per quel ruolo. Una soluzione meno spettacolare ma finanziariamente più sostenibile. Moratti assicurò che ci avrebbe pensato lui e che non avrebbero preso Quaresma. La sera stessa il buon Massimo, dopo la telefonata con Mourinho, ordinò l’acquisto a qualsiasi cifra del Trivela.
Ecco dunque alcune perle (meno famose) che fanno capire che Josè non è un personaggio solo in alcune note interviste. Il suo umorismo, la sua sottile abilità oratoria è una costante che lo accompagna 365 giorni all'anno. Insomma uno in grado di far arrabbiare anche Babbo Natale. Dunque pronti via sul sottile filo tra le prese in giro e le imprese eroiche.
Lasciamoli esultare…
Aprile 2009. All’Olimpico di Torino si gioca Juve - Inter. Il derby d’Italia era infuocato, visto anche il fresco passato di Calciopoli. La Juve è guidata da Ranieri (con cui Josè si pizzicherà tutta la stagione “è stato 5 anni in Premier per dire solo Good morning o Good afternoon”), i nerazzurri si presentano col tandem Balotelli – Ibrahimovic. Proprio SuperMario farà un partitone con gol ma alla fine il tabellino dirà 1-1. I bianconeri pareggiano in extremis. Tutta la Juve festeggia, i giocatori si abbracciano, mentre il pubblico di casa fischia Balotelli. Josè a fine partita commenterà così:
“Mi piace vedere i giocatori e i tifosi della Juventus nel proprio stadio, uno stadio di una squadra storica e importante, gioire per il pareggio e vedere tutto il gruppo felice anche se ha 10 punti di distacco in classifica”
Molinaro, Balotelli e Tiago nella stessa foto eh, non so se rendo bene l'idea
Tu hai paura…
Nel gennaio del 2009 a San Siro va in onda un Inter – Samp senza i due protagonisti di quella stagione Ibra e Cassano (Chapeau Lellè). Tra l’altro col senno di poi, Inter – Samp non è mai stata una partita simpatica a Josè viste le manette dell’anno dopo. Ma restiamo a questo match. La partita è maschia, qualche fallaccio di troppo e 6 ammonizioni solo nel primo tempo. Mourinho poco prima dell’intervallo salta dalla panchina, il perché non si sa nemmeno bene, e urla a muso duro all’arbitro “Tu hai paura! Tu hai paura!” con tanto di gesti inequivocabili. Il povero direttore di gara (mi metto anche nei suoi panni povero figliolo) lo manda negli spogliatoi e nel post partita, un sereno Josè, grazie anche alla vittoria targata Adriano dirà con un sorrisetto sornione:
“È stato comunque il primo arbitro ad espellermi in Italia. Non me lo dimenticherò mai! Com’è che si chiama?”
Cuore d’oro
Nel derby delle discussioni per il gol di Adrianone col colpo di mano che ha fregato Abbiati, Mourinho sa sempre come calmare gli animi. Il campo aveva consegnato il dominio di Milano ai nerazzurri con i gol dell’Imperatore appunto, e Stankovic. I rossoneri di Ancelotti tornano tardi in partita e grazie ad una difesa perfetta i 3 punti sono portati a casa. Nel tunnel degli spogliatoi però pare che sia volata qualche parolina di troppo riguardo proprio l’episodio del primo gol. Josè che già nel prepartita aveva detto: “Mi piace molto il Milan e i suoi giocatori, però in classifica hanno 8 punti in meno rispetto all’Inter” replica a modo suo:
“Il Milan esce dallo stadio a testa alta e con il morale giusto per affrontare il Werder Brema. Spero di cuore che i rossoneri, come tutte le squadre italiane, possano raggiungere grandi risultati in Coppa Uefa”
Ah ovviamente, ma che ve lo dico a fare, il Milan sarà eliminato qualche giorno dopo proprio dal Werder Brema.
Adesso capite perché Galliani ad ottobre diceva: “Mourinho mi è sempre simpatico. Capisco che cerchiate di provocarmi, perché un bel sabato con i fuochi d’artificio tra Inter e Milan sarebbe bello per i giornali, ma non ci casco!” mentre sempre Galliani 5 mesi dopo a marzo commentava: “Mourinho simpatico? Mah così così”
Se pareggiamo la coppa viene a Milano
Per avviarci alla conclusione scegliamo proprio un Inter – Roma. Finale di Coppa Italia Tim Cup 2010. 5 maggio proprio all’Olimpico di Roma. Una partita destinata a cancellare in parte le lacrime ancora presenti su quel campo di Ronaldo. Ci riusciremo come ricordate tutti bene, perché Milito segnerà subito e la partita sarà caratterizzata da una caccia all’uomo conclusa con il calcione alla Chuck Norris di Totti a Balotelli.
Siamo all’Olimpico perché così vuole la regola, ma di fatto la Roma gioca in casa. Mi permetto di usare le parole di Javier Zanetti usate nel suo libro “Giocare da uomo”.
“Non facciamo in tempo ad entrare che dagli altoparlanti parte l’inno della Roma, anziché le formazioni o l’Inno di Mameli. Mourinho sbotta: “Ma siamo in un campo neutro o giochiamo in trasferta contro la Roma? Bè allora se finisce 1-1 la coppa viene con noi a Milano, perché il nostro gol vale doppio!” Provarono invano a calmarlo."
E Zanetti sottolinea proprio questo aspetto, Mou sarà indemoniato quella sera tanto che andrà a rivedere fuorigioco sulle televisioni dei cronisti a bordo campo polemizzando con tutto e tutti. Ma lui è sempre stato così ed è per questo che lo amiamo così tanto.
Uno contro tutti
Potrei stare qui per ore ma chiudo con una citazione sempre di Pupi che descrive appieno quello che è stato Mou nel biennio nerazzurro:
Camp Nou – Barcellona. Semifinale di ritorno di Champions League. Nella pancia dello stadio, José parla alla squadra:
“Ragazzi il nostro sogno è là fuori, andiamo a prenderlo. Uscirete tutti in fila dietro di me, i tifosi del Barcellona mi odiano, io entrerò in campo da solo, loro mi fischieranno, mi urleranno addosso di tutto, e quando toccherà a voi andare sul prato si saranno già sfogati”
"E così Josè Màrio dos Santos Mourinho Felix, detto Mou, The Special One, Cavaliere dell’Ordine dell’Infante don Enrico Il Navigatore per meriti sportivi, entra, solo contro decine di migliaia del Camp Nou, sicuro di ammansirli come un domatore di tigri. Il nostro sogno contro la loro ossessione. Chi è davvero il Mister? Un attore? Un eroe? Tutti e due? Niente di tutto questo, è solo Josè Mourinho e quella notte gli diede ragione." (Javier Zanetti)
Josè da solo sul terreno del Camp Non nel pre partita
SOMMER 4 –Inter – Torino: Clean sheet.Inter – Udinese: 2 gol subiti, di cui uno da Atta al primo gol in A.Juve – Inter: 4 gol presi di cui 2 da Kelly ed Adzic al loro primo gol in A.Da quanto ci risulta, quello di Lelly Kelly è anche il primo gol segnato in A […]
PRIMO TEMPO: 2’ - la Ref Cam è brutta, ma mai quanto questo corner corto di Hakan Dai Svegliati Chalanoglu 4' - Quanto vorrei essere un Thuram 14’ - statistica “curiosa”: Lelly Kelly non aveva mai segnato in A. Indovinate con chi ha trovato il primo gol?! 17' - Quanti punti mancano alla salvezza? 20' […]
😶🌫️ Ritorna il prepartita in formato articolo dopo i primi due in formato post; e non sappiamo quale sarà il formato del prossimo. Davvero. Perché non siamo ancora entrati nel mood "ansia per nuova stagione" e non ci stiamo capendo niente. Così non ci capite niente neanche voi. Praticamente noi siamo il mercato dell'Inter ma […]
SOMMER: Ricominciamo con le solite comiche, rigore subito (ovviamente per fallo di mano in area) e a seguire primo gol in Serie A del baby fenomeno di turno. Il menù è completo. Adesso sinceramente non so cosa dire, speriamo che il nuovo amichetto svizzero Akanji possa portare un po' di solidità in più la dietro. […]
PRE-PARTITA: Potrei dilungarmi con una accurata disamina tattica della partita ma per fare prima vi dico solo: ARRIVIAMO DA UNA GOLEADA, serve altro? 5' Non credo sia normale che l'udinese mi spaventi più del Liverpool, ma non è colpa mia se quando giocano contro di noi a volte le due squadre coincidono 3' E infatti […]
SOMMER 6.5 – Entra in campo con l’aria di chi preferirebbe essere al Sestriere a cogliere stelle alpine, bere latte appena munto e tirare fino a tardi in compagnia della Hunziker. Invece gli tocca difendere i pali dal tridente Simeone/Ngonge/Vlasic, zero tiri in tre, o forse un paio ma di quelli che avrebbe parato anche […]