Cari brati, oggi voglio raccontarvi una storia: ho deciso di fare le prove per il momento in cui dovrò raccontare a mio nipote di quando dodici top club europei capitanati dalla J**e si erano accordati per mettere in piedi un nuovo super torneo che è finito dopo neanche 48 ore; sì, quando ci sono di mezzo loro i tornei europei lo finiscono sempre molto presto e di solito se non vincono (cioè sempre) si inventano complotti orditi con l’unico scopo di farli fuori. Già me li immagino i futuri nonni j*****ini impazzire per inventare riunioni segrete e pizzini nelle giacche che in confronto la trama dell’Odissea sarà poco meno di Cappuccetto Rosso.
Ci divertiremo.
Torniamo però alla storia che volevo raccontarvi, la mia ultima volta a San Siro. Era il 9 novembre 2019, per l’ultimo Inter – Hellas con il pubblico; primo anello arancione, prima fila. Praticamente volevo passare una partita intera attaccato all’esterno di centrocampo per capire quale caspita di divinità egizia avessimo infamato per meritarci Biraghi, non mi importava di quanto avrei dovuto soffrire. Annuncio delle formazioni, Lazaro e Biraghi titolari, con LVI, IL PRODE CONQVISTATORE DEL LATO SINISTRO DELLE ATTIVE RETROGVARDIE DEL FEROCE NEMICO SCALIGERO subito sulla mia fascia.
Secondo minuto.
IL FURORE GINNICO
Saltelli e passi di danza a palla pericolosamente vicina, primi palloni persi; comincio a imprecare. La mia ragazza cerca di calmarmi, a fatica mi tiene a bada.
Minuto 19, gol di Verre su rigore. L’unico tifoso veronese allo stadio è seduto qualche fila dietro di me, inizia a ballare e a esultare in faccia a tutto il settore.
È andata più o meno così
Vi risparmio le ansie dei restanti 25 minuti del primo tempo e dei nostri millemila tiri verso la porta di Ter Steg… Silvestri. Scusate, piccola défaillance, ero lontano, non ho visto bene (ride, n.d.r.).
Secondo tempo, cambio campo, treccine a me.
Pensavo di recuperare qualche mese di vita, mi sarei accontentato persino di pochi giorni, invece mentre i compagni si sbattono per pareggiare, lui passa il tempo a sorseggiare uno Spritz saggiamente camuffato dalla borraccia. Verso il 65° è costretto ad avanzare e mettere l’unica palla buona della sua carriera all’Inter per Vecino, come se nulla fosse: 1-1. LAZARO GRANDE UOMO GUARDAMI NEGLI OCCHI E DIMMI IL MOTIVO PER CUI HAI DECISO DI ABBANDONARCI, AVREMMO FATTO GRANDI COSE INSIEME.
Verso il minuto 75, il mister decide di invertire le ali e si realizza l’incontro con il vate degli esterni, pochi minuti intensissimi.
Ravanate, passi sculettanti e finte corsette. What else?
I miei neuroni già labili iniziano a vacillare seriamente, giungo alla conclusione che abbiamo offeso Sobek, la divinità egizia che aveva le fattezze di un coccodrillo, particolarmente temuto perché considerato estremamente vendicativo. Sì, non c’è altra spiegazione, non l’abbiamo celebrato abbastanza.
Meno male che la bomba di Barellino all’incrocio scaccia parecchi pensieri sinistri. Vi lascio immaginare la velocità con cui ho fatto la decina di scalette che mi separavano dalla fila del veronese e il colore delle guance della mia ragazza quando ha realizzato dove stessi andando.
Qui potete notare l’ardore erotico verso Mbare di Brozo, placcato dal #mitt Dimarco.
Ah, che bei ricordi: quella è stata l’unica volta che ho visto l’Inter vincere a San Siro, perché di solito quando parto io da casa se non è catastrofe poco ci manca: un esempio su tutti, Inter – Juve dell’aprile 2018, 2-3. E non vado oltre.
Vi ricordate come erano belli i tempi in cui si soffriva? In cui non potevi vincere due partite di fila che avevi la bestia nera di turno pronta ad infilarti il didietro con il quattordicenne all’esordio? In cui Lukaku era un panterone moscione e Gagliardini era meglio averlo in panchina che in campo?
Vi sblocco un ricordo
Adesso è tutto diverso, si vincono UNDICI partite di fila, il Sassuolo si batte senza soffrire, squadre imbottite di quattordicenni all’esordio vengono sconfitte facilmente (INCREDIBILE VOI DIRETE), Lukaku è il miglior attaccante del campionato e Gagliardini… no Gagliardini sta sempre bene in panchina, questo non cambia. Anche perché adesso in campo abbiamo di melio melio gioca gioca cosa volete di melio melio?
Per inciso, non so se avete notato ANDIAMO CAZZO! sulle sue labbra divine dopo il gol al Napoli; ora ditemi che non spiccica una parola di italiano.
melio melio gioca gioca baci baci
Meno male che ogni tanto arriva lo Spezia di turno che ci rinfresca la memoria e fa riaffacciare la #crisiinter, perché tu puoi essere settimo in campionato oppure primo a debita distanza dai secondi, ma che sia per causa degli stipendi non pagati, della Super League o delle parate laser, se scrivi #crisiinter acchiappi più di quando metti le frasi dell’Etica Nicomachea di Aristotele sotto le foto del culo.
Cari brati, oggi voglio raccontarvi una storia: ho deciso di fare le prove per il momento in cui dovrò raccontare a mio nipote di quando dodici top club europei capitanati dalla J**e si erano accordati per mettere in piedi un nuovo super torneo che è finito dopo neanche 48 ore; sì, quando ci sono di mezzo loro i tornei europei lo finiscono sempre molto presto e di solito se non vincono (cioè sempre) si inventano complotti orditi con l’unico scopo di farli fuori. Già me li immagino i futuri nonni j*****ini impazzire per inventare riunioni segrete e pizzini nelle giacche che in confronto la trama dell’Odissea sarà poco meno di Cappuccetto Rosso.
Ci divertiremo.
Torniamo però alla storia che volevo raccontarvi, la mia ultima volta a San Siro. Era il 9 novembre 2019, per l’ultimo Inter – Hellas con il pubblico; primo anello arancione, prima fila. Praticamente volevo passare una partita intera attaccato all’esterno di centrocampo per capire quale caspita di divinità egizia avessimo infamato per meritarci Biraghi, non mi importava di quanto avrei dovuto soffrire. Annuncio delle formazioni, Lazaro e Biraghi titolari, con LVI, IL PRODE CONQVISTATORE DEL LATO SINISTRO DELLE ATTIVE RETROGVARDIE DEL FEROCE NEMICO SCALIGERO subito sulla mia fascia.
Secondo minuto.
IL FURORE GINNICO
Saltelli e passi di danza a palla pericolosamente vicina, primi palloni persi; comincio a imprecare. La mia ragazza cerca di calmarmi, a fatica mi tiene a bada.
Minuto 19, gol di Verre su rigore. L’unico tifoso veronese allo stadio è seduto qualche fila dietro di me, inizia a ballare e a esultare in faccia a tutto il settore.
È andata più o meno così
Vi risparmio le ansie dei restanti 25 minuti del primo tempo e dei nostri millemila tiri verso la porta di Ter Steg… Silvestri. Scusate, piccola défaillance, ero lontano, non ho visto bene (ride, n.d.r.).
Secondo tempo, cambio campo, treccine a me.
Pensavo di recuperare qualche mese di vita, mi sarei accontentato persino di pochi giorni, invece mentre i compagni si sbattono per pareggiare, lui passa il tempo a sorseggiare uno Spritz saggiamente camuffato dalla borraccia. Verso il 65° è costretto ad avanzare e mettere l’unica palla buona della sua carriera all’Inter per Vecino, come se nulla fosse: 1-1. LAZARO GRANDE UOMO GUARDAMI NEGLI OCCHI E DIMMI IL MOTIVO PER CUI HAI DECISO DI ABBANDONARCI, AVREMMO FATTO GRANDI COSE INSIEME.
Verso il minuto 75, il mister decide di invertire le ali e si realizza l’incontro con il vate degli esterni, pochi minuti intensissimi.
Ravanate, passi sculettanti e finte corsette. What else?
I miei neuroni già labili iniziano a vacillare seriamente, giungo alla conclusione che abbiamo offeso Sobek, la divinità egizia che aveva le fattezze di un coccodrillo, particolarmente temuto perché considerato estremamente vendicativo. Sì, non c’è altra spiegazione, non l’abbiamo celebrato abbastanza.
Meno male che la bomba di Barellino all’incrocio scaccia parecchi pensieri sinistri. Vi lascio immaginare la velocità con cui ho fatto la decina di scalette che mi separavano dalla fila del veronese e il colore delle guance della mia ragazza quando ha realizzato dove stessi andando.
Qui potete notare l’ardore erotico verso Mbare di Brozo, placcato dal #mitt Dimarco.
Ah, che bei ricordi: quella è stata l’unica volta che ho visto l’Inter vincere a San Siro, perché di solito quando parto io da casa se non è catastrofe poco ci manca: un esempio su tutti, Inter – Juve dell’aprile 2018, 2-3. E non vado oltre.
Vi ricordate come erano belli i tempi in cui si soffriva? In cui non potevi vincere due partite di fila che avevi la bestia nera di turno pronta ad infilarti il didietro con il quattordicenne all’esordio? In cui Lukaku era un panterone moscione e Gagliardini era meglio averlo in panchina che in campo?
Vi sblocco un ricordo
Adesso è tutto diverso, si vincono UNDICI partite di fila, il Sassuolo si batte senza soffrire, squadre imbottite di quattordicenni all’esordio vengono sconfitte facilmente (INCREDIBILE VOI DIRETE), Lukaku è il miglior attaccante del campionato e Gagliardini… no Gagliardini sta sempre bene in panchina, questo non cambia. Anche perché adesso in campo abbiamo di melio melio gioca gioca cosa volete di melio melio?
Per inciso, non so se avete notato ANDIAMO CAZZO! sulle sue labbra divine dopo il gol al Napoli; ora ditemi che non spiccica una parola di italiano.
melio melio gioca gioca baci baci
Meno male che ogni tanto arriva lo Spezia di turno che ci rinfresca la memoria e fa riaffacciare la #crisiinter, perché tu puoi essere settimo in campionato oppure primo a debita distanza dai secondi, ma che sia per causa degli stipendi non pagati, della Super League o delle parate laser, se scrivi #crisiinter acchiappi più di quando metti le frasi dell’Etica Nicomachea di Aristotele sotto le foto del culo.
PRE-PARTITA: Potrei dilungarmi con una accurata disamina tattica della partita ma per fare prima vi dico solo: ARRIVIAMO DA UNA GOLEADA, serve altro? 5' Non credo sia normale che l'udinese mi spaventi più del Liverpool, ma non è colpa mia se quando giocano contro di noi a volte le due squadre coincidono 3' E infatti […]
SOMMER 6.5 – Entra in campo con l’aria di chi preferirebbe essere al Sestriere a cogliere stelle alpine, bere latte appena munto e tirare fino a tardi in compagnia della Hunziker. Invece gli tocca difendere i pali dal tridente Simeone/Ngonge/Vlasic, zero tiri in tre, o forse un paio ma di quelli che avrebbe parato anche […]
0’ - Primo piano su Lazaro nel tunnel come non stessi soffrendo già abbastanza grazie mille PRIMO TEMPO: 6' - chiusura difensiva del Camerata Biraghi e mi sale subito il QVANDO C'ERA LVI 8’ - Bravo Tikus due falli in due minuti picchia tutti 10' - già imparato a memoria tutti i cori del Torino […]
0’ - BUT IN THE END IT DOESNT REALLY MATTERSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAA ho l’ansia nonostante i linkin park, il me di 15 anni sarebbe sorpresissimo PRIMO TEMPO: 1' - 112 battiti per minuto e non è nemmeno cominciata.Non so se sono pronto, ma è cominciataEhi google, come si fa a non avere un attacco di nostalgia ogni […]
Ed eccoci. Alla fine ci siamo. Siamo arrivati alla resa dei conti. La partita che tutti sognano di giocare ma AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA La domanda è come ci siamo arrivati? Con che tipo di equilibrio mentale? Con quale emozione dominante? Lo scopriremo nelle prossime righe. Io intanto vi dico che ho scavato una buca in giardino per […]
Cari amici di Ranocchiate, come state?Io insommina. Insommina. Ultimamente c’é una cosa che mi sta mettendo in difficoltà: il tempo.Pare che col passare di questo tempo ci si avvicini sempre più alla finale e questa cosa sta iniziando a mettere a dura prova i miei nervi. Già di per sé non é facile alzarsi e […]