C’è stato un periodo (all’apparenza cent’anni fa ma, di fatto, meno di due) in cui Milano, nelle settimane di Champions, diventava la casa di ben tre squadre: Inter, Primavera dell’Inter e Atalanta. Tutte a tinte nerazzurre, sì: perché i cuginetti rossoneri si trovavano temporaneamente (ma nemmeno troppo) in gita nelle periferie del calcio europeo tra rancore, memorie di Champions andate e Bodø/Glimt a cui scippare i giocatori. A tenere in alto il Tricolore in Europa, un po’ a sorpresa, erano proprio i giocatori bergamaschi che, a suon di prestazioni, hanno convinto anche i più scettici. Mentre i nostri ragazzi ci riempivano gli occhi di false speranze e scomode verità, partite su palcoscenici importanti come Liverpool, Amsterdam, Valencia e Madrid hanno fatto sì che si mettessero in mostra tutti i pregi della Gasp****i Gang e della Dea stessa.
Intesità, ritmo, difesa a 3, l’1vs1 in non possesso, insomma: il gioco all’europea atalantino ha incantato, appunto, l’Europa ma in Italia si è rivelato letale solo fino ad un certo punto. Il Brontolo di Grugliasco continua a lamentarsi, facendo un confronto con le big, del fatturato inferiore, degli investimenti inferiori, dei posti nello stadio inferiori, della densità della popolazione cittadina inferiore, di questo inferiore e di quello inferiore..tutte cose che non gli consentono di ambire al titolo nazionale ma solo, ogni anno“alla salvezza tranquilla, poi vedremo”, anche se, quando si tirano le somme per lo Scudetto, loro sono sempre QUASI lì.
QUASI
Così come le maglie sono QUASI uguali, i moduli sono QUASI uguali, i risultati sono QUASI uguali, ecc ecc.
Ecco 5 COSE QUASI IN COMUNE TRA NERAZZURRI E "NERAZZURRI":
L’ALLENATORE DISPIACIUTO
Tra l'uno e l'altro c'è una fondamentale differenza di empatia: se il nostro Simone è perlopiù uno che si dispiace per il mancato raggiungimento dell'obiettivo nonostante l'apporto fornito dai suoi ragassi, a Zingonia, invece, Gasp****i ha iniziano ad affrangersi per motivi esterni: arrivato dopo una difficile(come dargli torto) convivenza con personalità del calibro di Preziosi e Zamparini, ha riversato ogni lacrima trattenuta in precedenza nelle vallate bergamasche, neanche fosse un fanta-allenatore qualsiasi. PS. Ultimo dispiacere di Gian Pierino: 14 settembre 2021. Prossimo dispiacere di Simone Inzaghi:
SEI SEMPRE TU MARESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
2. I COLORI SOCIALI
“Nerazzurri noi, nerazzurri loro” direte voi. Vero, ineccepibile. O QUASI. Perché i cari bergamaschi non sono sempre stati nerazzurri e noi non abbiamo intenzione di metterci alla pari di chi ha iniziato la propria storia in BIANCO E NERO, VERO? VEROOOOOO???????? E non intendo quando la TV non era ancora a colori, intendo proprio una divisa BIANCONERA.
Ed è subito ATALJUVE
3. LA MAGIA
Come noi, a nostro tempo, abbiamo avuto un Mago al nostro servizio che ci ha portato ad ottenere risultati straordinari (mi spiace deludervi ma non mi riferisco al Maghetto Jimenez, bensì ad Helenio Herrera), pare che anche a Bergamo si affidino, ora come ora, ad una figura simile anche se più oscura: un druido, Gasperinix. È probabile che la ricetta dell'intruglio contenuto nel suo calderone magico venga tramandata di generazione in generazione nelle valli sin dai tempi delle occupazioni galliche, quando le pozioni erano il nutrimento quotidiano per chi combatteva l’invasore romano, proprio come succedeva oltralpe con Asterix, Obelix e soci. I risultati sono gli stessi, strabilianti, ottenuti dai galli francesi del fumetto di Goscinny ma non esattamente quelli di Herrera nei primi anni '60. QUASI, dai. Mancano giusto un paio di coppe. Gli effetti, dal punto di vista sportivo, sono comunque degni di nota e la potenza delle arti oscure di Gasperinix non va assolutamente sottovalutata; chissà che lo stregone non si serva anche del pendolino di Maurizio Mosca per i colpi di mercato, costantemente azzeccati, estratti direttamente dal suo pentolone magico.
4. IL MERCATO
Il parallelo alla pari regge solo per questa stagione, probabilmente. Se la politica atalantina è sempre stata vendere per far cassa e reinvestire, quest’estate è toccata la stessa sorte, o QUASI, a noi. Ma non è su questo che vorrei soffermarmi, bensì sui risultati ottenuti dai giocatori che hanno lasciato le due società. Fondamentalmente la differenza è una: chi va via dall’Inter, da Signor Nessuno diventa un fenomeno e se arrivano dei fenomeni si trasformano in campioni del calibro di Caner Erkin (quindi fenomeni al cubo, esatto) Chi va via dall’Atalanta, dopo lauto pagamento bonificato alla famiglia Percassi, smette di funzionare. Cioè crasha proprio, va in tilt.
La carriera di chi lascia Zingonia l’80% delle volte naufraga senza nemmeno avere un Wilson con cui parlare: esempi lampanti sono i trasferimenti di Andrea Conti per 25mln al Milan, Mattia Caldara per 35mln sempre al Milan, Giacomo Bonaventura per 6mln ancora una volta al Milan, Dejan Kulusevski per 35mln alla Juve. A noi, per fortuna, è andata invece BENISSIMO:
C'è chi ama Gagliardini e chi mente a sé stesso
5. LA CURA GASP!GULP!SKATACLUNCH!
Da loro la Cura Gasp****i ha funzionato, da noi...beh, QUASI.
C’è stato un periodo (all’apparenza cent’anni fa ma, di fatto, meno di due) in cui Milano, nelle settimane di Champions, diventava la casa di ben tre squadre: Inter, Primavera dell’Inter e Atalanta. Tutte a tinte nerazzurre, sì: perché i cuginetti rossoneri si trovavano temporaneamente (ma nemmeno troppo) in gita nelle periferie del calcio europeo tra rancore, memorie di Champions andate e Bodø/Glimt a cui scippare i giocatori. A tenere in alto il Tricolore in Europa, un po’ a sorpresa, erano proprio i giocatori bergamaschi che, a suon di prestazioni, hanno convinto anche i più scettici. Mentre i nostri ragazzi ci riempivano gli occhi di false speranze e scomode verità, partite su palcoscenici importanti come Liverpool, Amsterdam, Valencia e Madrid hanno fatto sì che si mettessero in mostra tutti i pregi della Gasp****i Gang e della Dea stessa.
Intesità, ritmo, difesa a 3, l’1vs1 in non possesso, insomma: il gioco all’europea atalantino ha incantato, appunto, l’Europa ma in Italia si è rivelato letale solo fino ad un certo punto. Il Brontolo di Grugliasco continua a lamentarsi, facendo un confronto con le big, del fatturato inferiore, degli investimenti inferiori, dei posti nello stadio inferiori, della densità della popolazione cittadina inferiore, di questo inferiore e di quello inferiore..tutte cose che non gli consentono di ambire al titolo nazionale ma solo, ogni anno“alla salvezza tranquilla, poi vedremo”, anche se, quando si tirano le somme per lo Scudetto, loro sono sempre QUASI lì.
QUASI
Così come le maglie sono QUASI uguali, i moduli sono QUASI uguali, i risultati sono QUASI uguali, ecc ecc.
Ecco 5 COSE QUASI IN COMUNE TRA NERAZZURRI E "NERAZZURRI":
L’ALLENATORE DISPIACIUTO
Tra l'uno e l'altro c'è una fondamentale differenza di empatia: se il nostro Simone è perlopiù uno che si dispiace per il mancato raggiungimento dell'obiettivo nonostante l'apporto fornito dai suoi ragassi, a Zingonia, invece, Gasp****i ha iniziano ad affrangersi per motivi esterni: arrivato dopo una difficile(come dargli torto) convivenza con personalità del calibro di Preziosi e Zamparini, ha riversato ogni lacrima trattenuta in precedenza nelle vallate bergamasche, neanche fosse un fanta-allenatore qualsiasi. PS. Ultimo dispiacere di Gian Pierino: 14 settembre 2021. Prossimo dispiacere di Simone Inzaghi:
SEI SEMPRE TU MARESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
2. I COLORI SOCIALI
“Nerazzurri noi, nerazzurri loro” direte voi. Vero, ineccepibile. O QUASI. Perché i cari bergamaschi non sono sempre stati nerazzurri e noi non abbiamo intenzione di metterci alla pari di chi ha iniziato la propria storia in BIANCO E NERO, VERO? VEROOOOOO???????? E non intendo quando la TV non era ancora a colori, intendo proprio una divisa BIANCONERA.
Ed è subito ATALJUVE
3. LA MAGIA
Come noi, a nostro tempo, abbiamo avuto un Mago al nostro servizio che ci ha portato ad ottenere risultati straordinari (mi spiace deludervi ma non mi riferisco al Maghetto Jimenez, bensì ad Helenio Herrera), pare che anche a Bergamo si affidino, ora come ora, ad una figura simile anche se più oscura: un druido, Gasperinix. È probabile che la ricetta dell'intruglio contenuto nel suo calderone magico venga tramandata di generazione in generazione nelle valli sin dai tempi delle occupazioni galliche, quando le pozioni erano il nutrimento quotidiano per chi combatteva l’invasore romano, proprio come succedeva oltralpe con Asterix, Obelix e soci. I risultati sono gli stessi, strabilianti, ottenuti dai galli francesi del fumetto di Goscinny ma non esattamente quelli di Herrera nei primi anni '60. QUASI, dai. Mancano giusto un paio di coppe. Gli effetti, dal punto di vista sportivo, sono comunque degni di nota e la potenza delle arti oscure di Gasperinix non va assolutamente sottovalutata; chissà che lo stregone non si serva anche del pendolino di Maurizio Mosca per i colpi di mercato, costantemente azzeccati, estratti direttamente dal suo pentolone magico.
4. IL MERCATO
Il parallelo alla pari regge solo per questa stagione, probabilmente. Se la politica atalantina è sempre stata vendere per far cassa e reinvestire, quest’estate è toccata la stessa sorte, o QUASI, a noi. Ma non è su questo che vorrei soffermarmi, bensì sui risultati ottenuti dai giocatori che hanno lasciato le due società. Fondamentalmente la differenza è una: chi va via dall’Inter, da Signor Nessuno diventa un fenomeno e se arrivano dei fenomeni si trasformano in campioni del calibro di Caner Erkin (quindi fenomeni al cubo, esatto) Chi va via dall’Atalanta, dopo lauto pagamento bonificato alla famiglia Percassi, smette di funzionare. Cioè crasha proprio, va in tilt.
La carriera di chi lascia Zingonia l’80% delle volte naufraga senza nemmeno avere un Wilson con cui parlare: esempi lampanti sono i trasferimenti di Andrea Conti per 25mln al Milan, Mattia Caldara per 35mln sempre al Milan, Giacomo Bonaventura per 6mln ancora una volta al Milan, Dejan Kulusevski per 35mln alla Juve. A noi, per fortuna, è andata invece BENISSIMO:
C'è chi ama Gagliardini e chi mente a sé stesso
5. LA CURA GASP!GULP!SKATACLUNCH!
Da loro la Cura Gasp****i ha funzionato, da noi...beh, QUASI.
SOMMER 4 –Inter – Torino: Clean sheet.Inter – Udinese: 2 gol subiti, di cui uno da Atta al primo gol in A.Juve – Inter: 4 gol presi di cui 2 da Kelly ed Adzic al loro primo gol in A.Da quanto ci risulta, quello di Lelly Kelly è anche il primo gol segnato in A […]
PRIMO TEMPO: 2’ - la Ref Cam è brutta, ma mai quanto questo corner corto di Hakan Dai Svegliati Chalanoglu 4' - Quanto vorrei essere un Thuram 14’ - statistica “curiosa”: Lelly Kelly non aveva mai segnato in A. Indovinate con chi ha trovato il primo gol?! 17' - Quanti punti mancano alla salvezza? 20' […]
😶🌫️ Ritorna il prepartita in formato articolo dopo i primi due in formato post; e non sappiamo quale sarà il formato del prossimo. Davvero. Perché non siamo ancora entrati nel mood "ansia per nuova stagione" e non ci stiamo capendo niente. Così non ci capite niente neanche voi. Praticamente noi siamo il mercato dell'Inter ma […]
SOMMER: Ricominciamo con le solite comiche, rigore subito (ovviamente per fallo di mano in area) e a seguire primo gol in Serie A del baby fenomeno di turno. Il menù è completo. Adesso sinceramente non so cosa dire, speriamo che il nuovo amichetto svizzero Akanji possa portare un po' di solidità in più la dietro. […]
PRE-PARTITA: Potrei dilungarmi con una accurata disamina tattica della partita ma per fare prima vi dico solo: ARRIVIAMO DA UNA GOLEADA, serve altro? 5' Non credo sia normale che l'udinese mi spaventi più del Liverpool, ma non è colpa mia se quando giocano contro di noi a volte le due squadre coincidono 3' E infatti […]
SOMMER 6.5 – Entra in campo con l’aria di chi preferirebbe essere al Sestriere a cogliere stelle alpine, bere latte appena munto e tirare fino a tardi in compagnia della Hunziker. Invece gli tocca difendere i pali dal tridente Simeone/Ngonge/Vlasic, zero tiri in tre, o forse un paio ma di quelli che avrebbe parato anche […]