A cura di Patrick Pecora
Cari amici di Ranocchiate, mi sento un po' a disagio quest’oggi.
Non fraintendetemi, sono felice come tutti della vittoria contro l’Empoli, il risultato non è mai stato in discussione…ed è proprio questo il motivo del mio disagio; non so bene come comportarmi quando tutto va semplicemente come dovrebbe andare.
Mi aspettavo quantomeno che Skorupski ricalcasse le orme di Neuer (be’, ci ha provato) e che Maccarone si trasformasse in Drogba, invece tutto è filato liscio.
Sarà che noi interisti siamo abituati a non annoiarci mai…
Detto ciò, la partita con l’Empoli ci ha comunque riconsegnato qualche certezza dopo il doppio stop con Lazio e Juventus: si poteva provare ad ottenere qualcosa in più (soprattutto con la Lazio), ma fa piacere anche vedere che la retta via non sia stata smarrita; si cade e ci si rialza, provandoci con ancora più determinazione, e questo è quanto hanno compiuto oggi i nostri ragazzi.
Questa partita, avvincente sulla carta almeno quanto quella descritta egregiamente dal grande Fantocci (il suo nome non lo dice mai bene nessuno nei film, perché dovrei incominciare io?, ndr) fra “scapoli” ed “ammogliati”, ci porta in dote alcune elementi degni di nota:
Eder: così bello da volerlo vedere in vendita dallo Chef Tony come imperdibile omaggio dei superlativi coltelli Miracle Blade; la sua partita credo sia la dimostrazione del perché Pioli continua a considerarlo il 12° “titolare” di questa squadra.
Lotta, corre, inventa e riporta alle nostre menti il “trivela” Quaresma, realizzando un assist che probabilmente fosse stato compiuto da Neymar avrebbe fatto il giro dei pianeti.
Il tutto, solo perché il brasiliano è più social.
Beh si, magari sarà un attimino più forte (ma parliamo di una differenza minima).
Palacio: quando lo vedi tornare dietro al centrocampo per recuperare palla, viene voglia di abbracciarlo e di sognare il rendimento dei bei tempi con questa Inter; esce al 73 per far posto a Gabigol e in maniera incomprensibile iniziare a lamentarsi come avesse giocato una brutta partita o stessimo perdendo 3-0.
Alcuni di noi sostengono che si sia infastidito perché il pubblico era pronto alla standing ovation per il “saluta Andonio” della nostra squadra, altri che la rabbia sia dovuta al fatto che Maccarone abbia 3 anni più di lui ma non venga sostituito.
Come direbbe Enrico Ruggeri, “mistero”.
Nel mulino che vorrei…: lascio ai più arguti la birichina conclusione della frase, certo è che sia molto incoraggiante veder giocare Gabriel Barbosa e Pinamonti, seppur per una breve frazione di gara; ovviamente è presto per “incensarli” come fossero i nuovi Ronaldo e Milito, ma il fatto stesso che siano in questa squadra dimostra che vale la pena continuare a seguire lo sviluppo di questi due ragazzi.
Se son rose…
Aspettiamo le vostre interpretazioni sulle possibili ragioni della rabbia di Palacio e, fino a nuovo aggiornamento, meglio non dimenticare mai la cosa più importante:
FOZZA INDA!
P.S: Ricordate del progetto cinese “Inter a scuola”? Non vorrei essere nei panni del cinese che sarà interrogato su Maniche