A cura di Federico Viafora
Natale è ormai arrivato, e tu, tifoso interista, preso da una squadra oramai irriconoscibile, hai dimenticato il regalo per quel rompiscatole del tuo migliore amico (per giunta juventino)? Noi di Ranocchiate abbiamo la soluzione per te.
Qual è il regalo che non passa mai di moda? No, non una scheda telefonica svizzera, quella non si usa più..
La risposta giusta è un buon libro!
L’Inter, infatti, non sarà una squadra bella da guardare, non sarà un’inarrestabile schiacciasassi, non sarà ben vista da preti e suore, visto l’alto tasso di brutte parole che mette in bocca ai suoi tifosi, ma, se si osservano per bene quegli 11 ragazzi in maglia nerazzurra, è facile riconoscere in ognuno un’identità letteraria, sconosciuta a tutte le altre squadre..
Ecco tutti i libri-regalo last minute che il 2016 nerazzurro ci ha, velatamente, suggerito:
- Handanovic – La solitudine dei numeri primi (P.Giordano)
In questo caso è la solitudine del numero uno, lasciato solo nel respingere attacchi da ogni dove, compito sempre svolto nel migliore dei modi.. Sorridi, Samir, è Natale!
- D’Ambrosio – Il segno della croce (G.Cooper)
Ciò che fa ogni tifoso nerazzurro quando l’ala di turno lo punta.
- Miranda – Io prima di te (Jojo Moyes, non collegata al nostro ex numero 10)
Il povero Joao, contagiato da Murillo, non è più quello di prima, appunto.. la risalita nerazzurra passa anche dal suo ritorno.
- Murillo – Caos (P.Cornwell)
Quello che ha in testa il nostro centrale. Lo scorso anno se lo portò via la Befana, che ce lo riporti quest’anno?
- Ansaldi – A cosa servono i desideri (F.Volo)
.. A sperare di rivedere, prima o poi, l’esterno da 6 fisso in pagella e assist in canna di Genova.
- Melo – Una stanza piena di gente (D.Keyes)
“Un uomo, 24 personalità: la storia vera che ha sconvolto l’America” recita la copertina del libro: parole addirittura riduttive, se si pensa alle oltre 50 che albergano nel corpo di Melo (per info, vedasi profilo Instagram del suddetto Felipe).
- Brozovic – Non chiedermi quando (C. De Gregorio)
Non si può chiedere a Brozo quand’è che attaccherà la spina in partita, né tantomeno quando la staccherà.
- Joao Mario – Dopo di te (Jojo Moyes, ancora lei)
Per il portoghese Joao vale, più o meno, quanto detto per l’omonimo brasiliano: dopo l’incontro con Kondogbia, si è imbrocchito. Pioli li ha allontanati, come la maestra delle elementari quando disturbavi il tuo compagno di banco.
- Perisic – Guerra e pace (L.Tolstoj)
I due animi che convivono nel corpo di Ivan il Terribile: capace di spaccare la partite ma allo stesso tempo in grado di black-out imbarazzanti.
A volte, è capace di dimostrare queste due facce di sé anche nella stessa azione!
- Candreva – Born to run (B.Springsteen)
Potrebbe aggiungere questa frase sulla sua carta d’identità. Una gioia per gli occhi di noi tifosi, grazie di esistere Antonio.
- Icardi – Io uccido (G.Faletti)
Richiamo, metaforicamente parlando, a quello che Maurito sa far meglio: essere letale per gli avversari. Con buona pace di difensori e critici d’arte che chiedono bel gioco.
- L’insostenibile leggerezza dell’essere (M.Kundera) .. Banega
Due piedi meravigliosi, una repulsione per l’arte difensiva, una visione del calcio che noi mortali potremmo solo sognare. What else?
- Gabigol – La felicità delle piccole cose (C.Vermalle)
.. I primi 4 minuti che ti concede Pioli, ad esempio. O quando San Siro si infiamma per una tua rabona.
- Santon – Harry Potter e la maledizione dell’erede (J.K. Rowling)
Sembrava destinato ad anni meravigliosi in nerazzurro, ed invece non è riuscito a mantenere le attese. Anche il Santon 2.0 è anni luce lontano da quello in grado di fermare Cristiano Ronaldo a 18 anni. La maledizione (dell’erede) della fascia nerazzurra colpisce ancora.
- Pinamonti – Miss Peregrine: la casa dei ragazzi speciali (R.Riggs)
Sperando vivamente di non portargli sfiga, il classe ’99 nerazzurro ha tutte le carte in regola per diventare un fuoriclasse. Già fuori portata per la Primavera, convincente all’esordio in Europa League, il ragazzo speciale di casa Inter deve solo continuare così.
- Nagatomo – Diario di una schiappa (J.Kinney)
.. Davvero devo spiegare anche questo?
- Kondogbia – Lo stupore di una notte di luce (C.Sanchez)
Fino a tre giorni fa, avrebbe meritato quanto scritto per il buon Yuto, ma la partita con Lazio non può passare inosservata (specialmente dopo un anno e mezzo di nulla): un giocatore completamente nuovo che, speriamo, possa continuare cosi.
- Jovetic – Grandi Speranze (C.Dickens)
Mal riposte, sicuramente, da parte dei tifosi e della società, e alimentate da una partenza col botto. Mi duole dirlo, ma il fenomeno montenegrino visto a Firenze non c’è più.
- Palacio – La fine della storia (L.Sepúlveda)
El Trenza sembra davvero al capolinea della sua avventura in nerazzurro: giocatore meraviglioso, intelligente e spesso decisivo, è arrivato forse tardi alla ribalta. Che sia a gennaio, o a giugno, siamo ai saluti: infinitamente grazie, Rodrigo.
- Eder – La metamorfosi (F.Kafka)
Giocatore paranormale in quel di Marassi, giocatore fin troppo normale (se non al di sotto di tale soglia) all’Inter. Non è sicuramente l’impegno a mancargli e questo gli va riconosciuto con merito, ma dov’è il giocatore da 12 gol in mezza stagione con la Samp?
- Medel – L’arte della guerra (Sun Tzu)
Un nome, una garanzia: giocatore dalla garra straordinaria, alle volte sottovalutato per i limiti tecnici, ma è sempre il primo a scendere in battaglia, e l’ultimo a venirne fuori. Con uno così si vincono le partite ed i campionati. Ma anche in guerra non mi dispiacerebbe averlo di fianco.
- Ranocchia – La Bibbia
Raccolta di libri che racconta l’attesa prima, e la vita poi, del nostro Messia. Perché, diciamocelo, nella vita siamo tutti un po’ Ranocchi (senza la principessa pronta a baciarci, chiaramente) . Ti vogliamo un mondo di bene, Andrea.
- Interisti – Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore (S.Casciani)
Dedicato a tutti noi, innamorati di questa meravigliosa squadra, per la quale soffriamo tanto, alcuni dicono troppo, anche oltre i soli 90’ di partita.. Non capiranno mai cosa significa per noi essere legati a questi colori, che quando si perde è anche più bello poter dimostrare di essere interista. “Ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore” come mantra di vita.Buon Natale nerazzurro!