È vero, ci sono cose più importanti. Anche se molti dicono che il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti. Eppure è un fenomeno in grado di muovere migliaia di persone, di far battere i cuori della gente allo stesso ritmo, da ogni parte del mondo. Quando quel pallone comincia a rotolare sul prato di San Siro, sai che un filo invisibile ti lega a milioni di persone. Tutti col fiato sospeso, tutti ad incitare, tutti a soffrire insieme. A gioire insieme. Da ogni parte del mondo. Specie se ti chiami Internazionale.
Oggi 9 marzo, la nostra Beneamata compie 113 anni. Sapete la cosa che mi è piaciuta tanto di Ranocchiate, oltre a Ranocchia, è che rende bene l’idea di questa storia. Siamo gente che non ci conosciamo, che per colpa del Covid nemmeno ci vediamo, ma siamo uniti da un legame forte, nerazzurro.
Per ognuno di noi l’Inter rappresenta la famiglia. Rappresenta la fede del nonno, della sua Inter di Herrera e delle due Coppe dei Campioni consecutive; rappresenta la fede dei genitori, della loro Inter dei record dei tedeschi e di Trapattoni. Rappresenta la nostra fede di Mourinho e del Principe che diventa Re nella notte di Madrid. Rappresenta la fede dei nostri fratellini, della loro Inter che arriva in finale a Colonia trascinata da Lukaku e Lautaro.
Ricordo quando visitavo mio zio nel suo studio a Milano. Alpino e Interista. Sulle mensole foto storiche in bianco e nero di un amore che continua ancora oggi. Mazzola, Suarez, Corso. Ti guardavano da un quadretto gelosamente custodito. E allora diventava ovvio non stupirsi del fatto che lui cancellasse i suoi impegni dall’agenda con una striscia di pennarello blu e una nera, alternate, in modo da rendere ogni pagina a fine giornata un foglio nerazzurro dalla cima al fondo.
Da lui arrivava sempre un regalo, quasi un passaggio di consegne. Il gagliardetto delle partite, le spille per la giacca nelle occasioni di gala, libri e libri sulla storia nerazzurra che accompagnava anche la storia meneghina dell’evoluzione di Milano. E poi Prisco, i Moratti, Ronaldo il Fenomeno che si prende il palcoscenico europeo nella notte di Parigi.
Oggi l’Inter conta milioni di tifosi in tutto il mondo, Inter Campus assicura progetti umanitari a bimbi e giovani nelle zone più difficili del globo. Tutto nato lì il 9 marzo 1908, al Ristorante l’Orologio di Milano, ritrovo di artisti. Quella notte splendida ha dato i colori al nostro stemma. Il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.