24/10/2016

3 problemi enormi che Atalanta-Inter ha evidenziato e considerazione sul futuro allenatore

Uno di noi due è di Bergamo, sapete? E vive, peraltro anche abbastanza vicino allo stadio. Abbastanza da sentire un boato enorme ogni volta che l’Atalanta segna. Eppure questa volta i boati non si sono sentiti, forse perché sovrastate dalle mie bestemmie.

La settimana scorsa, dopo Inter-Cagliari, avevamo già poca voglia di parlare. Dopo la trasferta di Bergamo, la voglia di scrivere e parlare di Inter è veramente al minimo.

Eppure, nello schifo di partita che è stata, la sfida con l’Atalanta potrebbe essere stata d’aiuto, se non altro, a evidenziare 3 enormi problemi che caratterizzano la nostra squadra. Il primo è di squadra, gli altri due forse riguardano l’allenatore.

  1. Mentalità: non si capisce come mai ogni partita i nostri giocatori entrino in campo molli. Prima che tutti i detrattori di De Boer si facciano avanti armati di forconi, vorrei far notare che questo è un problema che caratterizza la squadra da qualche anno a questa parte, non è una novità. Assumere un mental coach proprio no?
  2. Calci piazzati: qui casca davvero l’asino, ragazzi. Perché se De Boer è esente da una serie di colpe che gli vengono ingiustamente additate, qui le responsabilità sono tutte sue. Com’è possibile, mi chiedo, che una squadra – che peraltro elenca tra i suoi una serie di colpitori di testa eccellenti come Mirando, Murillo, Icardi – subisca un tiro in porta a ogni calcio piazzato avversario? È inquietante.
  3. Identità: ennesimo problema annoso. Non è per niente la prima volta che assistiamo a una squadra che sale in campo senza un’identità o una qualsivoglia idea di gioco.

La cosa preoccupante, in questo caso, è l’involuzione assunta dal gioco della squadra di De Boer. Infatti, se prima, pur non vincendo, entravamo in campo con un’idea di calcio ultraoffensiva volta a dominare la partita ora pare che De Boer sia passato, probabilmente mosso dalle critiche, a un pastiche contropiedista che, come visto anche con il Southampton, non ci fa altro che subire le squadre avversarie che corrono.

Il futuro allenatore

Riguardo al futuro di Frank, pare che sia già scritto. Se non verrà cacciato oggi o domani non credo comunque che arriverà a fine settimana.

Personalmente sarei contrario a un esonero, ma a preoccuparmi è l’idea che De Boer abbia veramente “mollato”, così almeno è apparso dalle sue parole in conferenza stampa.

Sui suoi successori si elencano diversi nomi tra cui due che trovo particolarmente orribili: Capello e Villas Boas. Mi chiedo come un tifoso sano di mente possa volerli: il primo non serve sentirlo parlare durante le telecronache per capire quanto ormai si sia rattrappito mentalmente mentre il secondo condivide lo stesso problema di De Boer: non conoscere il calcio italiano.

Se proprio bisogna cambiare allenatore – e noi saremmo d’accordo solo se la squadra si pronunciasse contro De Boer in maniera definitiva – allora bisogna prendere qualcuno che conosca bene il calcio italiano.

3 problemi enormi che Atalanta-Inter ha evidenziato e considerazione sul futuro allenatore

Uno di noi due è di Bergamo, sapete? E vive, peraltro anche abbastanza vicino allo stadio. Abbastanza da sentire un boato enorme ogni volta che l’Atalanta segna. Eppure questa volta i boati non si sono sentiti, forse perché sovrastate dalle mie bestemmie.

La settimana scorsa, dopo Inter-Cagliari, avevamo già poca voglia di parlare. Dopo la trasferta di Bergamo, la voglia di scrivere e parlare di Inter è veramente al minimo.

Eppure, nello schifo di partita che è stata, la sfida con l’Atalanta potrebbe essere stata d’aiuto, se non altro, a evidenziare 3 enormi problemi che caratterizzano la nostra squadra. Il primo è di squadra, gli altri due forse riguardano l’allenatore.

  1. Mentalità: non si capisce come mai ogni partita i nostri giocatori entrino in campo molli. Prima che tutti i detrattori di De Boer si facciano avanti armati di forconi, vorrei far notare che questo è un problema che caratterizza la squadra da qualche anno a questa parte, non è una novità. Assumere un mental coach proprio no?
  2. Calci piazzati: qui casca davvero l’asino, ragazzi. Perché se De Boer è esente da una serie di colpe che gli vengono ingiustamente additate, qui le responsabilità sono tutte sue. Com’è possibile, mi chiedo, che una squadra – che peraltro elenca tra i suoi una serie di colpitori di testa eccellenti come Mirando, Murillo, Icardi – subisca un tiro in porta a ogni calcio piazzato avversario? È inquietante.
  3. Identità: ennesimo problema annoso. Non è per niente la prima volta che assistiamo a una squadra che sale in campo senza un’identità o una qualsivoglia idea di gioco.

La cosa preoccupante, in questo caso, è l’involuzione assunta dal gioco della squadra di De Boer. Infatti, se prima, pur non vincendo, entravamo in campo con un’idea di calcio ultraoffensiva volta a dominare la partita ora pare che De Boer sia passato, probabilmente mosso dalle critiche, a un pastiche contropiedista che, come visto anche con il Southampton, non ci fa altro che subire le squadre avversarie che corrono.

Il futuro allenatore

Riguardo al futuro di Frank, pare che sia già scritto. Se non verrà cacciato oggi o domani non credo comunque che arriverà a fine settimana.

Personalmente sarei contrario a un esonero, ma a preoccuparmi è l’idea che De Boer abbia veramente “mollato”, così almeno è apparso dalle sue parole in conferenza stampa.

Sui suoi successori si elencano diversi nomi tra cui due che trovo particolarmente orribili: Capello e Villas Boas. Mi chiedo come un tifoso sano di mente possa volerli: il primo non serve sentirlo parlare durante le telecronache per capire quanto ormai si sia rattrappito mentalmente mentre il secondo condivide lo stesso problema di De Boer: non conoscere il calcio italiano.

Se proprio bisogna cambiare allenatore – e noi saremmo d’accordo solo se la squadra si pronunciasse contro De Boer in maniera definitiva – allora bisogna prendere qualcuno che conosca bene il calcio italiano.

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