Un po’ di contesto: da un paio di mesi a questa parte sono in Erasmus a Madrid. Sì, se ve lo state chiedendo, con Xavi che rode da qui si gode il doppio.
Pure il triplo, ad essere sinceri, visto che qualche tifoso del Barça che piagnucola, testa china, con un santino di Piqué in tasca e l’occhio lucido come Busquets per strada si vede, ogni tanto. I passanti, com’è giusto che sia, gli tirano occhiatacce, qualche volta vola uno schiaffo sul cozzetto. E ad ogni lacrima, ad ogni mugolìo, io là che osservo e godo sadicamente, che manco Brozo quando vede L-gante allungare la mano sulla chiappa di Wanda.
Una roba fuori dal mondo, vi giuro.
Almeno due volte la settimana, di ritorno dall’università, trovo la metro intasata di gente con una camiseta blanca e un sopracciglio che sfiora il soffitto à la Carletto, o con una camiseta colchonera e due pelotas che arrivano al pavimento come il Cholo, diretti al Bernabeu o al Wanda Metropolitano. A pelle mi stanno più simpatici i secondi, anche perché all’Atletico ora gioca Kondogbia, uno dei miei (e dei vostri, ammettetelo) amori/odi calcistici più intensi, ma quando viaggio con i primi almeno posso appoggiare lo zaino per terra senza rischiare il… fallo in area, per così dire.
Tifoso medio dell'Atletico essere tipo:
Pro e contro, insomma. Sapete cos’altro è un po’ pro e un po’ contro? La notizia vi lascerà spiazzati. Ebbene sì: ho un solo coinquilino. Sorprendendo anche me stesso, sono riuscito a rimediarmi un appartamento in affitto di tutto rispetto, piccolo ma funzionale e, soprattutto, non affollato. Pro. Il contro?
Il mio unico coinquilino è JUVENTINO.
Il che non è proprio sempre un contro, intendiamoci. Ad esempio, quando abbiamo raggiunto l’«obiettivo stagionale» ( = Juve eliminata dalla Champions, per gli interisti inesperti) è stato fantastico. Non mi sono proprio gustato il momento appieno, perché Quevedo (nome fittizio per privacy, ndr) non era in casa, ma già solo via Whatsapp l’umore si percepiva. Color violaceo tendente al nero, che comunque d’inverno sarà di tendenza, segnatevelo (Quevedo è molto stiloso).
In certi momenti convivere è fastidioso, però. Esempio: la settimana scorsa, dopo quel gol a ciel sereno di Fagioli e lo 0-1 col Lecce (squadrone con cui noi, ad essere onesti, abbiamo rischiato di pareggiare qualche mese fa, per la gioia delle mie coronarie che quella sera estiva hanno retto non si sa come), per qualche ora in casa si è avvertita una punta di entusiasmo che mi urtava un pochino. Per fortuna, poco tempo dopo abbiamo vinto in ciabatte e con la sigaretta in bocca contro la Samp in casa, a ristabilire gli equilibri, e soprattutto SENZA GOLEADE, fermandoci sul tetto dei tre gol di scarto (sappiamo tutti cosa succede dal quarto in poi. Se non lo sai, giovane Padelli-wan, hai ancora tanto da apprendere).
Sinceramente ancora non mi capacito di come guarderemo la partita, oggi. Gli scenari che mi vengono in mente sono tre:
La gara di gufate. Ci accomoderemo sul divano con un simpatico “avete già vinto” di accompagnamento, seguito da un modesto “ma no, la vittoria è già vostra” di circostanza. Tutta la partita sarà un susseguirsi di frecciatine al malocchio tipo “ora segnate, è nell’aria”, oppure “ormai avete i tre punti in banca”, ricambiati alternativamente con una contro-gufata o un vaffa carpiato con grattata di contorno.
Fossi quest'uomo vincerei a mani basse
Lo scandalo arbitrale. A un certo punto della partita, l’arbitro commetterà un errore a favore dell’una o dell’altra squadra, scaldando gli animi nell’appartamentino dei nostri eroi in Erasmus. Per questo caso, grazie a Ranocchiate.com™, sono preparato (per avere risposte pronte in situazioni simili, consultare la Guida allo Sfottò anti-juventino).
Il gioco del silenzio. Costretti dalla pressione sociale a non cantare vittoria e a non insultare pesantemente gli avversari, io e Quevedo ci limiteremo a un grugnito sommesso al posto di esultare ed a un più elegante colpo di tosse misto “Ladri!” al posto di protestare. Alla fine, chi sarà stato zitto più a lungo vincerà il premio Faccia-da-Poker (che consiste in un gratta e vinci perdente e per giunta già grattato, trovato per sbaglio sotto al divano tempo fa).
Non so quale spero si avveri. Comunque, ci tengo a spezzare una lancia in favore di Quevedo. Al di là del calcio, è un coinquilino fantastico. Secondo me è obbligato ad essere bianconero per contratto. Sarà il cuggino juventino di qualcuno, come Costituzione comanda (secondo l’art. 69/420, chi non lo ha è così fuori legge che organizza un rave party ogni settimana). O magari mette solo troppe lavatrici e le magliette gli si scoloriscono. Con un po' meno candeggina, a quest’ora sarebbe interista di sicuro.
“Ma figurati!”
Era Quevedo, da dietro la mia spalla. È ora di andare. Buona partita!
Un po’ di contesto: da un paio di mesi a questa parte sono in Erasmus a Madrid. Sì, se ve lo state chiedendo, con Xavi che rode da qui si gode il doppio.
Pure il triplo, ad essere sinceri, visto che qualche tifoso del Barça che piagnucola, testa china, con un santino di Piqué in tasca e l’occhio lucido come Busquets per strada si vede, ogni tanto. I passanti, com’è giusto che sia, gli tirano occhiatacce, qualche volta vola uno schiaffo sul cozzetto. E ad ogni lacrima, ad ogni mugolìo, io là che osservo e godo sadicamente, che manco Brozo quando vede L-gante allungare la mano sulla chiappa di Wanda.
Una roba fuori dal mondo, vi giuro.
Almeno due volte la settimana, di ritorno dall’università, trovo la metro intasata di gente con una camiseta blanca e un sopracciglio che sfiora il soffitto à la Carletto, o con una camiseta colchonera e due pelotas che arrivano al pavimento come il Cholo, diretti al Bernabeu o al Wanda Metropolitano. A pelle mi stanno più simpatici i secondi, anche perché all’Atletico ora gioca Kondogbia, uno dei miei (e dei vostri, ammettetelo) amori/odi calcistici più intensi, ma quando viaggio con i primi almeno posso appoggiare lo zaino per terra senza rischiare il… fallo in area, per così dire.
Tifoso medio dell'Atletico essere tipo:
Pro e contro, insomma. Sapete cos’altro è un po’ pro e un po’ contro? La notizia vi lascerà spiazzati. Ebbene sì: ho un solo coinquilino. Sorprendendo anche me stesso, sono riuscito a rimediarmi un appartamento in affitto di tutto rispetto, piccolo ma funzionale e, soprattutto, non affollato. Pro. Il contro?
Il mio unico coinquilino è JUVENTINO.
Il che non è proprio sempre un contro, intendiamoci. Ad esempio, quando abbiamo raggiunto l’«obiettivo stagionale» ( = Juve eliminata dalla Champions, per gli interisti inesperti) è stato fantastico. Non mi sono proprio gustato il momento appieno, perché Quevedo (nome fittizio per privacy, ndr) non era in casa, ma già solo via Whatsapp l’umore si percepiva. Color violaceo tendente al nero, che comunque d’inverno sarà di tendenza, segnatevelo (Quevedo è molto stiloso).
In certi momenti convivere è fastidioso, però. Esempio: la settimana scorsa, dopo quel gol a ciel sereno di Fagioli e lo 0-1 col Lecce (squadrone con cui noi, ad essere onesti, abbiamo rischiato di pareggiare qualche mese fa, per la gioia delle mie coronarie che quella sera estiva hanno retto non si sa come), per qualche ora in casa si è avvertita una punta di entusiasmo che mi urtava un pochino. Per fortuna, poco tempo dopo abbiamo vinto in ciabatte e con la sigaretta in bocca contro la Samp in casa, a ristabilire gli equilibri, e soprattutto SENZA GOLEADE, fermandoci sul tetto dei tre gol di scarto (sappiamo tutti cosa succede dal quarto in poi. Se non lo sai, giovane Padelli-wan, hai ancora tanto da apprendere).
Sinceramente ancora non mi capacito di come guarderemo la partita, oggi. Gli scenari che mi vengono in mente sono tre:
La gara di gufate. Ci accomoderemo sul divano con un simpatico “avete già vinto” di accompagnamento, seguito da un modesto “ma no, la vittoria è già vostra” di circostanza. Tutta la partita sarà un susseguirsi di frecciatine al malocchio tipo “ora segnate, è nell’aria”, oppure “ormai avete i tre punti in banca”, ricambiati alternativamente con una contro-gufata o un vaffa carpiato con grattata di contorno.
Fossi quest'uomo vincerei a mani basse
Lo scandalo arbitrale. A un certo punto della partita, l’arbitro commetterà un errore a favore dell’una o dell’altra squadra, scaldando gli animi nell’appartamentino dei nostri eroi in Erasmus. Per questo caso, grazie a Ranocchiate.com™, sono preparato (per avere risposte pronte in situazioni simili, consultare la Guida allo Sfottò anti-juventino).
Il gioco del silenzio. Costretti dalla pressione sociale a non cantare vittoria e a non insultare pesantemente gli avversari, io e Quevedo ci limiteremo a un grugnito sommesso al posto di esultare ed a un più elegante colpo di tosse misto “Ladri!” al posto di protestare. Alla fine, chi sarà stato zitto più a lungo vincerà il premio Faccia-da-Poker (che consiste in un gratta e vinci perdente e per giunta già grattato, trovato per sbaglio sotto al divano tempo fa).
Non so quale spero si avveri. Comunque, ci tengo a spezzare una lancia in favore di Quevedo. Al di là del calcio, è un coinquilino fantastico. Secondo me è obbligato ad essere bianconero per contratto. Sarà il cuggino juventino di qualcuno, come Costituzione comanda (secondo l’art. 69/420, chi non lo ha è così fuori legge che organizza un rave party ogni settimana). O magari mette solo troppe lavatrici e le magliette gli si scoloriscono. Con un po' meno candeggina, a quest’ora sarebbe interista di sicuro.
“Ma figurati!”
Era Quevedo, da dietro la mia spalla. È ora di andare. Buona partita!
😶 Ma questa regola di giocare pure il ritorno dobbiamo applicarla anche oggi? 😶 Ziello infortunato per noi navigati significa che non sbaglierà l'eventuale rigore che ci assegneranno. 😶 "Trebol! Trebol!" 😶 Andò ma la cosa dell'Inter costruita per vincere dopo il fugotto di qualche anno fa perché non eravamo più competitivi l'hai detto con […]
GIUSEPPI 6 – Giuseppi è un portiere intelligente, e che ieri fosse una partita anomala se ne era accorto già dopo aver visto un paio di miracoli del suo collega Turati, più un gol annullato a Lauti per quel maledetto vizio argentino di lasciarsi crescere le unghie, manco fosse un chitarrista di flamenco. Quindi, da […]
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