“A mali estremi, estremi rimedi” - dici tra te e te.
La situazione è drammatica. A distanza di pochi mesi, ti trovi ad affrontare la versione potenziata di Guardiola, già di per se uno degli allenatori più forti della storia, che ti ha sconfitto.
“Non c’è altro modo” - bisbìgli tra i denti.
Il mago-stregone Pioli è potente, uno stratega senza eguali. Poco importa che nel recente passato tu sia stato in grado di arginare la sua grandiosità. Lui e i suoi, per 7 lunghi minuti, hanno resistito. Ora il suo potere è al culmine. È riuscito a curare tutti i suoi reduci feriti dalla guerra delle Nazionali. Da Milanello giungono voci di ossa ricomposte in pochi minuti, di fibre muscolari strappate guarite con la sola imposizione delle mani e di affaticamenti passati con il solo sguardo.
Il tuo potere è diverso. La protezione che hai imposto ai tuoi prima di partire ha funzionato per tutti, più o meno.
Sai che sarà dura.
Prendi gli ingredienti di cui hai bisogno per officiare il tuo rituale più oscuro, quello che ti trasfigurerà definitivamente nel DEMONE che sei sempre destinato ad essere.
Peli di criniera di Leone Cileno. Appena strappati, anche con una certa soddisfazione, dalla collottola di quel vecchio rompipalle che ti sei fatto ricomprare solo per avere il tuo ingrediente, sempre fresco. Ripensi a ciò che hai rinunciato per averlo. Ti scende una lacrima. Basta ora. Basta sentimentalismi. A Luglio del prossimo anno tornerà tutto come prima. Il tuo pupillo sarà di nuovo con te. Tutti possono sopravvivere per un anno senza grigliate. Li posi a terra.
Corno di Toro Argentino. Gli dai subito un bacio. In questo caso prendere l’ingrediente ti è dispiaciuto. Lui era d’accordo, ma non per questo ne sei stato felice. Ingrediente potente, ti dici, sai di averlo cresciuto bene. Migliorerà ancora. Gli dai un secondo bacio prima di posarlo sul terreno, in posizione diametralmente opposta ai peli di quel vecchio leone.
“Monsieur, tu è secure?”
Senti l’accento raffinato provenire dal cappuccio del cultista alla tua destra. È un bravo ragazzo, ha subito sposato la causa, ma ancora non sa come funzionano certe cose.
“Benji l’Interista, hai scelto un nome in codice molto promettente, devi solo continuare a fidarti di me. Stai tranquillo.”
“Oui Monsieur”
Bravo ragazzo, ma ora taci.
Il terzo e il quarto ingrediente arrivano dal passato, recente. Ma pur sempre passato.
Piume di cigno bianco Bosniaco, elegante, pericoloso. Un passato che rimpiangi, ma sai già di avere in casa l’erede. Strappare a lui le piume sarebbe stato prematuro. Queste vecchie piume faranno risvegliare qualcosa anche in lui, magari. Se tutto va come hai pianificato, non dovrebbe averne bisogno, ma tu sei un uomo, ancora, che non lascia nulla al caso. Procedi posando le piume con un velo di nostalgia alla sinistra della linea che congiunge corna e peli.
L’ ultimo ingrediente. Lo tocchi con un certo disgusto. È un osso di capra, italiana. Si faceva chiamare "il GOAT". Alcuni azzardavano in nome "DIO5". Fortunatamente non è più un tuo problema. Questa sarà l’ultima volta che avrai a che fare con qualcosa che lo riguarda. L’ultima, o forse la prima, che quell’impiastro sarà utile alla causa. Lo posi dalla parte opposta delle piume. Ci sei quasi.
“Signol Inzaghi, è siculo che questo non ci costelà nulla?” Non riesci a trattenere un ringhio prima di rispondere. “Steven. Ti ho già detto che non dovrai tirare fuori un centesimo per tutto questo. Ma sul serio ti interessa più del tuo portafogli che della mia incolumità?” “Si”
La risposta è secca, diretta, non ha esitato nemmeno per una frazione secondo. Scopri che non ti fa poi così male. Sei tu che hai deciso di prendere questa strada. Non importa cosa pensa il tipetto incappucciato alla tua sinistra, basta che smetta di proiettare sul Duomo ombre di Messi. Un ghigno ti deforma la bocca. Bravino quel ragazzo argentino, ma cosa sarebbe potuto diventare se lo avessi avuto tra le mani? Scacci il pensiero, peggio per lui.
È arrivato il momento. A grandi passi raggiungi il centro. Benji l’Interista intona la litania che gli hai insegnato. Bravo ragazzo. Farebbe di tutto per la causa, vorrebbe addirittura giocare, ma c'è a Matteo, solo che lui ancora non ha compreso chi ha di fronte. Imparerà.
Il cerchio che congiunge i quattro ingredienti si illumina di azzurro. Sta andando tutto come dovrebbe. Alla litania di Benji si aggiunge quella di Steven. Ora sono più veloci, il ritmo più serrato. La luce raggiunge il suo massimo, forma una colonna intorno a te. Un istante di silenzio assordante. Poi il mondo esplode, il caos intorno a te. Le tue ginocchia si piegano, sei a terra, la testa spaccata in due. Non percepisci più il sopra e il sotto, non sai più se Arrigone ha ragione o torto, se i titoli dei quotidiani italiani sono imparziali o no. Altro istante di silenzio assordante. La fine del rituale. È andato tutto bene, almeno credi. Torna la luce naturale, anche i rumori sono quelli di prima. Dai un’occhiata a Benji ed una a Steven. Hanno gli occhi sgranati. Si, il rituale deve essere andato bene, a giudicare dal terrore nei loro volti. “Putain” dice Benji, in una tipica espressione di genuino stupore oltralpe. “他妈的” dice Steven. Questa non la capisci. Non fa niente.
Muovi un primo passo. Senti un rumore secco. Guardi in basso, verso i tuoi piedi. Dove sarebbero dovuti esserci i piedi. Ora le tue gambe terminano con due zoccoli. Gambe? Quali gambe? Non hai più gambe, ora hai zampe. Zampe caprine. Ti porti una mano alla testa per sistemarti la ciocca che ti è scivolata sugli occhi, ma la tua mano sbatte su qualcosa che prima non c’era. Alzi l’altra mano. Ora ti ritrovi con due corna maestose, levigate, appuntite. Ti volti verso lo specchio. Noti gli occhi, rossi, pericolosi, inumani. Ti sfugge una risata raccapricciante. Senti Benji piangere. Ti calmi. Non è ancora pronto per questo, Matteo si.
“Bene” - mormori - “PadrePioli, Mago, Stregone, NeoGuardiolaMaMeglio, in qualsiasi modo tu ti faccia chiamare. A noi due”.
“A mali estremi, estremi rimedi” - dici tra te e te.
La situazione è drammatica. A distanza di pochi mesi, ti trovi ad affrontare la versione potenziata di Guardiola, già di per se uno degli allenatori più forti della storia, che ti ha sconfitto.
“Non c’è altro modo” - bisbìgli tra i denti.
Il mago-stregone Pioli è potente, uno stratega senza eguali. Poco importa che nel recente passato tu sia stato in grado di arginare la sua grandiosità. Lui e i suoi, per 7 lunghi minuti, hanno resistito. Ora il suo potere è al culmine. È riuscito a curare tutti i suoi reduci feriti dalla guerra delle Nazionali. Da Milanello giungono voci di ossa ricomposte in pochi minuti, di fibre muscolari strappate guarite con la sola imposizione delle mani e di affaticamenti passati con il solo sguardo.
Il tuo potere è diverso. La protezione che hai imposto ai tuoi prima di partire ha funzionato per tutti, più o meno.
Sai che sarà dura.
Prendi gli ingredienti di cui hai bisogno per officiare il tuo rituale più oscuro, quello che ti trasfigurerà definitivamente nel DEMONE che sei sempre destinato ad essere.
Peli di criniera di Leone Cileno. Appena strappati, anche con una certa soddisfazione, dalla collottola di quel vecchio rompipalle che ti sei fatto ricomprare solo per avere il tuo ingrediente, sempre fresco. Ripensi a ciò che hai rinunciato per averlo. Ti scende una lacrima. Basta ora. Basta sentimentalismi. A Luglio del prossimo anno tornerà tutto come prima. Il tuo pupillo sarà di nuovo con te. Tutti possono sopravvivere per un anno senza grigliate. Li posi a terra.
Corno di Toro Argentino. Gli dai subito un bacio. In questo caso prendere l’ingrediente ti è dispiaciuto. Lui era d’accordo, ma non per questo ne sei stato felice. Ingrediente potente, ti dici, sai di averlo cresciuto bene. Migliorerà ancora. Gli dai un secondo bacio prima di posarlo sul terreno, in posizione diametralmente opposta ai peli di quel vecchio leone.
“Monsieur, tu è secure?”
Senti l’accento raffinato provenire dal cappuccio del cultista alla tua destra. È un bravo ragazzo, ha subito sposato la causa, ma ancora non sa come funzionano certe cose.
“Benji l’Interista, hai scelto un nome in codice molto promettente, devi solo continuare a fidarti di me. Stai tranquillo.”
“Oui Monsieur”
Bravo ragazzo, ma ora taci.
Il terzo e il quarto ingrediente arrivano dal passato, recente. Ma pur sempre passato.
Piume di cigno bianco Bosniaco, elegante, pericoloso. Un passato che rimpiangi, ma sai già di avere in casa l’erede. Strappare a lui le piume sarebbe stato prematuro. Queste vecchie piume faranno risvegliare qualcosa anche in lui, magari. Se tutto va come hai pianificato, non dovrebbe averne bisogno, ma tu sei un uomo, ancora, che non lascia nulla al caso. Procedi posando le piume con un velo di nostalgia alla sinistra della linea che congiunge corna e peli.
L’ ultimo ingrediente. Lo tocchi con un certo disgusto. È un osso di capra, italiana. Si faceva chiamare "il GOAT". Alcuni azzardavano in nome "DIO5". Fortunatamente non è più un tuo problema. Questa sarà l’ultima volta che avrai a che fare con qualcosa che lo riguarda. L’ultima, o forse la prima, che quell’impiastro sarà utile alla causa. Lo posi dalla parte opposta delle piume. Ci sei quasi.
“Signol Inzaghi, è siculo che questo non ci costelà nulla?” Non riesci a trattenere un ringhio prima di rispondere. “Steven. Ti ho già detto che non dovrai tirare fuori un centesimo per tutto questo. Ma sul serio ti interessa più del tuo portafogli che della mia incolumità?” “Si”
La risposta è secca, diretta, non ha esitato nemmeno per una frazione secondo. Scopri che non ti fa poi così male. Sei tu che hai deciso di prendere questa strada. Non importa cosa pensa il tipetto incappucciato alla tua sinistra, basta che smetta di proiettare sul Duomo ombre di Messi. Un ghigno ti deforma la bocca. Bravino quel ragazzo argentino, ma cosa sarebbe potuto diventare se lo avessi avuto tra le mani? Scacci il pensiero, peggio per lui.
È arrivato il momento. A grandi passi raggiungi il centro. Benji l’Interista intona la litania che gli hai insegnato. Bravo ragazzo. Farebbe di tutto per la causa, vorrebbe addirittura giocare, ma c'è a Matteo, solo che lui ancora non ha compreso chi ha di fronte. Imparerà.
Il cerchio che congiunge i quattro ingredienti si illumina di azzurro. Sta andando tutto come dovrebbe. Alla litania di Benji si aggiunge quella di Steven. Ora sono più veloci, il ritmo più serrato. La luce raggiunge il suo massimo, forma una colonna intorno a te. Un istante di silenzio assordante. Poi il mondo esplode, il caos intorno a te. Le tue ginocchia si piegano, sei a terra, la testa spaccata in due. Non percepisci più il sopra e il sotto, non sai più se Arrigone ha ragione o torto, se i titoli dei quotidiani italiani sono imparziali o no. Altro istante di silenzio assordante. La fine del rituale. È andato tutto bene, almeno credi. Torna la luce naturale, anche i rumori sono quelli di prima. Dai un’occhiata a Benji ed una a Steven. Hanno gli occhi sgranati. Si, il rituale deve essere andato bene, a giudicare dal terrore nei loro volti. “Putain” dice Benji, in una tipica espressione di genuino stupore oltralpe. “他妈的” dice Steven. Questa non la capisci. Non fa niente.
Muovi un primo passo. Senti un rumore secco. Guardi in basso, verso i tuoi piedi. Dove sarebbero dovuti esserci i piedi. Ora le tue gambe terminano con due zoccoli. Gambe? Quali gambe? Non hai più gambe, ora hai zampe. Zampe caprine. Ti porti una mano alla testa per sistemarti la ciocca che ti è scivolata sugli occhi, ma la tua mano sbatte su qualcosa che prima non c’era. Alzi l’altra mano. Ora ti ritrovi con due corna maestose, levigate, appuntite. Ti volti verso lo specchio. Noti gli occhi, rossi, pericolosi, inumani. Ti sfugge una risata raccapricciante. Senti Benji piangere. Ti calmi. Non è ancora pronto per questo, Matteo si.
“Bene” - mormori - “PadrePioli, Mago, Stregone, NeoGuardiolaMaMeglio, in qualsiasi modo tu ti faccia chiamare. A noi due”.
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