Inter – Liverpool torna, 14 anni dopo, ad essere gara valida per un ottavo di finale di Champions League. L’ultima volta, nel 2008, non ci è andata bene. Eravamo nel pieno delle serate europee sfortunate, ossia quando anche un gatto nero se avesse visto il pullman dell’Inter si sarebbe toccato proprio lì. Il 19 febbraio 2008, nella contea metropolitana inglese del Merseyside, nella tana di Anfield Road, va in scena la partita di andata: tutto esaurito con più di 3000 interisti al seguito. Il motivo era semplicemente che quell’Inter era forte. Non fatevi ingannare dal ricordo di un campionato vinto all’ultimo sotto il diluvio di Parma e della Coppa Italia persa in finale, quella squadra era veramente forte, con giocatori esperti e di talento (Ibra versione gold su tutti). Mancini schiera, contro il Liverpool di Benitez e Torres, un 4-4-2 ordinato e navigato. Con Materazzi dietro, Cambiasso, Stankovic e Pupi Zanetti a centrocampo ed il tandem dei sogni Ibra – Cruz (lasciando un certo Crespo e Suazo in panchina).
La partenza fa subito capire tutte le macumbe che subivamo in quella stagione: dopo 30 minuti Cordoba esce per infortunio e Materazzi si fa cacciare con una doppia ammonizione per due trattenute (A DIR LA VERITA’ HO RIVISTO BENE QUEGLI EPISODI e sono MOOOOOOOOLTO generosi quei cartellini soprattutto per una gara così, ma sappiamo che Materazzi pagava molto la sua nomea): insomma dopo mezz’ora sei in 10 con la coppia difensiva saltata. Dentro BUM BUM Burdisso, fresco di rissa dell’anno prima a Valencia con ancora Navarro negli occhi e via a parcheggiare il pullman sotto la Kop. Gli inglesi tirano da ogni parte ma senza far davvero mai paura: solo El Nino Torres impegna Julio Cesar nella ripresa. Ma proprio quando sembra che lo 0-0 regga, a 5 minuti dalla fine eccola la sfiga che PEM S’IMPENNA. Tiro di Kuyt (forte solo a PES ma neanche) deviato male da Maicon che scavalca Julio Cesar. A tempo scaduto poi Gerrard trova davvero la buca d’angolo con una rasoiata che bacia il palo ed entra.
Il giorno dopo io, giovane fanciullo al primo anno di liceo, salgo mesto sul pullman dell’autista juventino che mi aspetta gongolando con il suo dannato Tuttosport in mano: ho ancora davanti agli occhi quel risultato con la citazione sotto: “Possiamo ribaltarla”. Ah quanta beata innocenza. Quale fede calcistica.
11 marzo 2008, a San Siro tutti vogliono crederci. Ma quando vedi la coppia centrale con Burdisso e Tayson Rivas ti chiedi se è la Champions oppure un incontro di WWE con Rey Mysterio.
Il buon Burdisso in effetti ci prende pure in parola, finendo sotto la doccia con largo anticipo al 5’ del secondo tempo. Mancini si gira verso la panchina e vede solo un Toldo mica troppo sorridente, Maniche che ha meno voglia di me quando mi devo alzare dal letto al lunedì mattina e Figo che lo guarda col caffè in mano. Visto la mancanza di difensori nella mischia ci va il giovane innocente Pelè, che tanto che hai da perdere: ma il Mancio è incazzato nero e dopo la partita esploderà male stile AdL “E IO ME NE VADO, TI LASCIO LE CHIAVI DELL’ARMADIETTO, SIETE TUTTI DELLE M….”
E si che quella sera ci abbiamo pure messo il cuore. Siamo andati vicino al gol con Cruz prima ed Ibra poi, entrambi ad un niente dal palo. Ma dopo l’entrata come un treno di Burdisso a metà campo che ci lascia ancora in dieci, Torres si inventa un altro gran bel gol e chiude ogni speranza. Mancini a fine partita sfuria davvero. Si parla di tensioni negli spogliatoi: Roberto arriva davanti alle telecamere e come una Lucia Mondella dopo la “Notte degli imbrogli e dei sotterfugi”, anche lui dà il suo “Addio ai Monti”, annunciando chiaro e tondo: “A fine stagione me ne vado”. Con qualcuno di Setubàl che cominciava così ad immaginarsi la sua nuova Inter e a prendere appunti sul suo bel taccuino.
Insomma quelle notti europee erano davvero sfigate. E non abbiamo perso il vizio poi anzi (2010 a parte). Finendo fuori con Schalke 04 (con 5 sberle a San Siro), con il Marsiglia di BRANDAO: si, BRANDAO. Che me lo sogno ancora dal secondo anello dove ero, prima di partire la mattina dopo per la gita scolastica col direttore milanista pronto a sfottermi. Anche ultimamente col nostro ritorno in Champions la sfiga ci ha aspettato come una vecchia amica, regalandoci sempre eliminazioni ai gironi negli scorsi anni e poi un sorteggio beffa con prima l’Ajax, poi no aspetta scusa ammiocuggino ha mischiato male le palline, andate a Liverpool dai per favore non siate arrabbiati.
Ma in fondo noi interisti lo sappiamo, ed è per questo che, quando poi vinciamo, è ancora più bello. E allora coraggio signori, scaldate i divani, tirate fuori i vessilli della Beneamata e prepariamoci a vivere assieme due serate che, comunque vadano, saranno scolpite nei nostri ricordi per molti anni ancora. Magari stavolta senza un nuovo BUM BUM Burdisso.
Inter – Liverpool torna, 14 anni dopo, ad essere gara valida per un ottavo di finale di Champions League. L’ultima volta, nel 2008, non ci è andata bene. Eravamo nel pieno delle serate europee sfortunate, ossia quando anche un gatto nero se avesse visto il pullman dell’Inter si sarebbe toccato proprio lì. Il 19 febbraio 2008, nella contea metropolitana inglese del Merseyside, nella tana di Anfield Road, va in scena la partita di andata: tutto esaurito con più di 3000 interisti al seguito. Il motivo era semplicemente che quell’Inter era forte. Non fatevi ingannare dal ricordo di un campionato vinto all’ultimo sotto il diluvio di Parma e della Coppa Italia persa in finale, quella squadra era veramente forte, con giocatori esperti e di talento (Ibra versione gold su tutti). Mancini schiera, contro il Liverpool di Benitez e Torres, un 4-4-2 ordinato e navigato. Con Materazzi dietro, Cambiasso, Stankovic e Pupi Zanetti a centrocampo ed il tandem dei sogni Ibra – Cruz (lasciando un certo Crespo e Suazo in panchina).
La partenza fa subito capire tutte le macumbe che subivamo in quella stagione: dopo 30 minuti Cordoba esce per infortunio e Materazzi si fa cacciare con una doppia ammonizione per due trattenute (A DIR LA VERITA’ HO RIVISTO BENE QUEGLI EPISODI e sono MOOOOOOOOLTO generosi quei cartellini soprattutto per una gara così, ma sappiamo che Materazzi pagava molto la sua nomea): insomma dopo mezz’ora sei in 10 con la coppia difensiva saltata. Dentro BUM BUM Burdisso, fresco di rissa dell’anno prima a Valencia con ancora Navarro negli occhi e via a parcheggiare il pullman sotto la Kop. Gli inglesi tirano da ogni parte ma senza far davvero mai paura: solo El Nino Torres impegna Julio Cesar nella ripresa. Ma proprio quando sembra che lo 0-0 regga, a 5 minuti dalla fine eccola la sfiga che PEM S’IMPENNA. Tiro di Kuyt (forte solo a PES ma neanche) deviato male da Maicon che scavalca Julio Cesar. A tempo scaduto poi Gerrard trova davvero la buca d’angolo con una rasoiata che bacia il palo ed entra.
Il giorno dopo io, giovane fanciullo al primo anno di liceo, salgo mesto sul pullman dell’autista juventino che mi aspetta gongolando con il suo dannato Tuttosport in mano: ho ancora davanti agli occhi quel risultato con la citazione sotto: “Possiamo ribaltarla”. Ah quanta beata innocenza. Quale fede calcistica.
11 marzo 2008, a San Siro tutti vogliono crederci. Ma quando vedi la coppia centrale con Burdisso e Tayson Rivas ti chiedi se è la Champions oppure un incontro di WWE con Rey Mysterio.
Il buon Burdisso in effetti ci prende pure in parola, finendo sotto la doccia con largo anticipo al 5’ del secondo tempo. Mancini si gira verso la panchina e vede solo un Toldo mica troppo sorridente, Maniche che ha meno voglia di me quando mi devo alzare dal letto al lunedì mattina e Figo che lo guarda col caffè in mano. Visto la mancanza di difensori nella mischia ci va il giovane innocente Pelè, che tanto che hai da perdere: ma il Mancio è incazzato nero e dopo la partita esploderà male stile AdL “E IO ME NE VADO, TI LASCIO LE CHIAVI DELL’ARMADIETTO, SIETE TUTTI DELLE M….”
E si che quella sera ci abbiamo pure messo il cuore. Siamo andati vicino al gol con Cruz prima ed Ibra poi, entrambi ad un niente dal palo. Ma dopo l’entrata come un treno di Burdisso a metà campo che ci lascia ancora in dieci, Torres si inventa un altro gran bel gol e chiude ogni speranza. Mancini a fine partita sfuria davvero. Si parla di tensioni negli spogliatoi: Roberto arriva davanti alle telecamere e come una Lucia Mondella dopo la “Notte degli imbrogli e dei sotterfugi”, anche lui dà il suo “Addio ai Monti”, annunciando chiaro e tondo: “A fine stagione me ne vado”. Con qualcuno di Setubàl che cominciava così ad immaginarsi la sua nuova Inter e a prendere appunti sul suo bel taccuino.
Insomma quelle notti europee erano davvero sfigate. E non abbiamo perso il vizio poi anzi (2010 a parte). Finendo fuori con Schalke 04 (con 5 sberle a San Siro), con il Marsiglia di BRANDAO: si, BRANDAO. Che me lo sogno ancora dal secondo anello dove ero, prima di partire la mattina dopo per la gita scolastica col direttore milanista pronto a sfottermi. Anche ultimamente col nostro ritorno in Champions la sfiga ci ha aspettato come una vecchia amica, regalandoci sempre eliminazioni ai gironi negli scorsi anni e poi un sorteggio beffa con prima l’Ajax, poi no aspetta scusa ammiocuggino ha mischiato male le palline, andate a Liverpool dai per favore non siate arrabbiati.
Ma in fondo noi interisti lo sappiamo, ed è per questo che, quando poi vinciamo, è ancora più bello. E allora coraggio signori, scaldate i divani, tirate fuori i vessilli della Beneamata e prepariamoci a vivere assieme due serate che, comunque vadano, saranno scolpite nei nostri ricordi per molti anni ancora. Magari stavolta senza un nuovo BUM BUM Burdisso.
0’ - Dopo le parole del Presidente Giuseppe Marotta nel prepartita sono pronto ad andare anche all’Inferno PRIMO TEMPO: 3’ - attacchiamo dal lato sbagliato e ho pure visto belotti, cominciamo male 4’ - Ciao Nico Paz, ti andrebbe di rimanere qui per sempre? 6' - Fallo fischiato con un minuto di ritardo. Nel frattempo […]
Ⓜ️ Ma sì dai, quasi quasi ci stiamo prendendo gusto a giocare di lunedì. Poi è pure quasi Natale. Ⓜ️ Cari proprietari straricchi del Como, Nico Paz come regalo sotto l'albero lo gradiremmo piu delle 50€ di nonna. Tanto a voi che vi cambia? Ⓜ️ Tikus con Bare come me con il cuginetto piccolo la […]
MARTINEZ SECONDO 6.5 - Non segna, ma nel suo caso essendo un portiere è anche normale.Tocca pochissimi palloni, ma essendo il nostro portiere è anche normale.Poi però la "legge Sommer" tocca anche a lui e quindi eccoci qui a parlare di una bellissima parata fatta al novantesimo su Tourè, fratello segreto di Hagrid. DARMY 6 […]
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Weo neanche il tempo di goderci la super goleada distruggi-stagione e la caterva di complimenti da parte di tutti meno dei milanisti che ancora sostengono che abbiamo culo che già scendiamo in campo. E cosa c'è di meglio di un turno di Coppa Italia per rovinare il mood? L'anno scorso di quest tempi segnava il […]
SOMMER 6 – Un paio di interventi per scaldarsi nei primi venti minuti, poi la paura sull’occasione di Noslin. Sembra l’inizio di una serata impegnativa, poi Farris lo manda a comprare un quintale di bitume ed un rullo compressore. Quando Yann torna, l’Olimpico si è trasformato in un circuito di Formula 1, con Fifino che […]