Capisci di essere caduto veramente in basso quando ospiti il Crotone, neopromosso e ultimo in classifica, e nonostante tutto rischi seriamente di non vincere.
I rossoblu arrivano curando esclusivamente la fase difensiva, facendo solo qualche timido capolino in avanti.
Nonostante ciò, il divario tecnico tra le due squadre sulla carta è troppo ampio, non si può giustificare la pochezza a cui si assiste per ben 84 minuti.
Se il gioco Deboeriano era ritenuto troppo offensivo, in questa fase di “autogestione” la squadra propone un calcio sterile, lento e banale.
L’impressione è che nessuno dei giocatori voglia esporsi troppo, vuoi per paura di sbagliare, vuoi per poco attaccamento alla causa.
Si segue più o meno il principio dell’ “ognuno per sé”: si fa il minimo indispensabile quando si hanno gli occhi di tutti puntati addosso, cioè quando si ha il pallone tra i piedi. Però una volta passata la sfera, insieme a essa si scaricano tutte le responsabilità sul compagno. Ragionando così è difficile non soffrire.
In fase di impostazione, Joao Mario e Brozovic cercano solo il passaggino o la conclusione personale. Non c’è mai voglia di accelerare il ritmo, di tentare un passaggio filtrante o una giocata originale.
In avanti sono tutti fermi: o si cerca un'azione individuale o si buttano in mezzo palloni senza troppa convinzione. (Quando va bene: perché Candreva ha giocato al tiro al bersaglio sul terzino)
Anche per Icardi, per buona parte della gara, il massimo dello sforzo è stato pressare Cordaz, quando temporeggiava col pallone tra i piedi.
L’unico giustificato è Handanovic (a parte che lui con lo scazzo ci gioca da 4 anni e il suo lo fa ugualmente) perché come abbiamo detto il Crotone ha praticamente rinunciato a giocarsela.
Si capisce che la squadra non è compatta e non ci crede. Se non hanno voglia di correre ok, ma almeno si potrebbe far correre il pallone, magari cambiando gioco da una parte all’altra del campo. Contro una squadra schierata dovrebbe essere l’ABC dell’attacco.
Il momento della svolta arriva all’83’, quando una strampalata conclusione di un giocatore del Crotone finisce, anziché oltre la linea di fondo, addirittura in fallo laterale, vicino alla bandierina.
È la prima volta in cui il Crotone è sbilanciato. È abbastanza inspiegabile riuscire a farsi trovare scoperti sullo 0-0 quando sei praticamente alla fine, ma loro quest'anno hanno sempre subito gol nei minuti finali.
Probabilmente se quel tiro fosse andato semplicemente fuori, sarebbero passati altri 15-20 minuti per essere rimesso in gioco da Handanovic, che avrebbe passato corto o lanciato in una zona disabitata del campo.
Invece, per fortuna la palla arriva rapidamente in avanti a Icardi, che finalmente trova un bell’assist per Perisic (spostato sulla fascia destra pochi istanti prima) che controlla e trafigge con precisione l’ex portiere della primavera nerazzurra.
Nei minuti finali, da una parte la compagine calabrese si demoralizza, dall’altra i nostri non hanno più paura, e arrivano in scioltezza altri due gol.
Come per far capire, qualora qualcuno avesse dei dubbi a riguardo, che i giocatori hanno un valore degno (più o meno) del conto in banca che hanno, ed è solo questione di testa e di crederci un po’.
Anche perché avere paura contro il Crotone è grave, con tutto il rispetto.
Il risultato diventa rotondo, Icardi va già in doppia cifra, si vede qualche sorriso in più, tra cui quello di mister Vecchi, ma soprattutto quelli della delegazione cinese. Potrebbe essere solo una coincidenza, ma con loro in tribuna, su 4 partite sono arrivate 3 vittorie e un pareggio.
Se è questo l’Effetto Suning, forse vale la pena di riproporlo più spesso.
A Vecchi va il merito, in queste due partite, di aver gestito una situazione difficile nel migliore dei modi. Ha detto di avere un po’ di rammarico per la trasferta di Southampton, ma la nostra eliminazione europea non poteva che essere sancita da un autogol di Nagatomo. Una sorta di legge di Murphy in tinta nerazzurra.
L’allenatore bergamasco ha la grande intuizione (sono ironico, noi era da mesi che aspettavamo) di “rischiare” finalmente le due punte. L’ingresso di Eder consente di impensierire finalmente la difesa crotonese, che fino a quel momento aveva subito tanto ma a dire il vero non era mai stata in affanno, e di dare più libertà a Icardi.
Così facendo, è riuscito a scardinare alla vecchia maniera il catenaccio pitagorico. Niente di eccezionale, ma intanto si gode una media punti in Serie A del 100%, prima di riabbracciare la sua Primavera.
Per noi, invece, continua l’autunno, più duro che mai. Al nuovo mister Pioli potrebbe essere utile, tra le altre cose, farsi una chiacchierata con Vecchi, per capire che cosa sta ricevendo in eredità. Avrà tempo di farsi un’idea durante la sosta, per quanto possibile.
E poi testa al Milan, che non è il Crotone.
Però, come dimostrato con la Juve, di fronte a un big match si spera che la voglia torni a fare capolino. Almeno quella.
Capisci di essere caduto veramente in basso quando ospiti il Crotone, neopromosso e ultimo in classifica, e nonostante tutto rischi seriamente di non vincere.
I rossoblu arrivano curando esclusivamente la fase difensiva, facendo solo qualche timido capolino in avanti.
Nonostante ciò, il divario tecnico tra le due squadre sulla carta è troppo ampio, non si può giustificare la pochezza a cui si assiste per ben 84 minuti.
Se il gioco Deboeriano era ritenuto troppo offensivo, in questa fase di “autogestione” la squadra propone un calcio sterile, lento e banale.
L’impressione è che nessuno dei giocatori voglia esporsi troppo, vuoi per paura di sbagliare, vuoi per poco attaccamento alla causa.
Si segue più o meno il principio dell’ “ognuno per sé”: si fa il minimo indispensabile quando si hanno gli occhi di tutti puntati addosso, cioè quando si ha il pallone tra i piedi. Però una volta passata la sfera, insieme a essa si scaricano tutte le responsabilità sul compagno. Ragionando così è difficile non soffrire.
In fase di impostazione, Joao Mario e Brozovic cercano solo il passaggino o la conclusione personale. Non c’è mai voglia di accelerare il ritmo, di tentare un passaggio filtrante o una giocata originale.
In avanti sono tutti fermi: o si cerca un'azione individuale o si buttano in mezzo palloni senza troppa convinzione. (Quando va bene: perché Candreva ha giocato al tiro al bersaglio sul terzino)
Anche per Icardi, per buona parte della gara, il massimo dello sforzo è stato pressare Cordaz, quando temporeggiava col pallone tra i piedi.
L’unico giustificato è Handanovic (a parte che lui con lo scazzo ci gioca da 4 anni e il suo lo fa ugualmente) perché come abbiamo detto il Crotone ha praticamente rinunciato a giocarsela.
Si capisce che la squadra non è compatta e non ci crede. Se non hanno voglia di correre ok, ma almeno si potrebbe far correre il pallone, magari cambiando gioco da una parte all’altra del campo. Contro una squadra schierata dovrebbe essere l’ABC dell’attacco.
Il momento della svolta arriva all’83’, quando una strampalata conclusione di un giocatore del Crotone finisce, anziché oltre la linea di fondo, addirittura in fallo laterale, vicino alla bandierina.
È la prima volta in cui il Crotone è sbilanciato. È abbastanza inspiegabile riuscire a farsi trovare scoperti sullo 0-0 quando sei praticamente alla fine, ma loro quest'anno hanno sempre subito gol nei minuti finali.
Probabilmente se quel tiro fosse andato semplicemente fuori, sarebbero passati altri 15-20 minuti per essere rimesso in gioco da Handanovic, che avrebbe passato corto o lanciato in una zona disabitata del campo.
Invece, per fortuna la palla arriva rapidamente in avanti a Icardi, che finalmente trova un bell’assist per Perisic (spostato sulla fascia destra pochi istanti prima) che controlla e trafigge con precisione l’ex portiere della primavera nerazzurra.
Nei minuti finali, da una parte la compagine calabrese si demoralizza, dall’altra i nostri non hanno più paura, e arrivano in scioltezza altri due gol.
Come per far capire, qualora qualcuno avesse dei dubbi a riguardo, che i giocatori hanno un valore degno (più o meno) del conto in banca che hanno, ed è solo questione di testa e di crederci un po’.
Anche perché avere paura contro il Crotone è grave, con tutto il rispetto.
Il risultato diventa rotondo, Icardi va già in doppia cifra, si vede qualche sorriso in più, tra cui quello di mister Vecchi, ma soprattutto quelli della delegazione cinese. Potrebbe essere solo una coincidenza, ma con loro in tribuna, su 4 partite sono arrivate 3 vittorie e un pareggio.
Se è questo l’Effetto Suning, forse vale la pena di riproporlo più spesso.
A Vecchi va il merito, in queste due partite, di aver gestito una situazione difficile nel migliore dei modi. Ha detto di avere un po’ di rammarico per la trasferta di Southampton, ma la nostra eliminazione europea non poteva che essere sancita da un autogol di Nagatomo. Una sorta di legge di Murphy in tinta nerazzurra.
L’allenatore bergamasco ha la grande intuizione (sono ironico, noi era da mesi che aspettavamo) di “rischiare” finalmente le due punte. L’ingresso di Eder consente di impensierire finalmente la difesa crotonese, che fino a quel momento aveva subito tanto ma a dire il vero non era mai stata in affanno, e di dare più libertà a Icardi.
Così facendo, è riuscito a scardinare alla vecchia maniera il catenaccio pitagorico. Niente di eccezionale, ma intanto si gode una media punti in Serie A del 100%, prima di riabbracciare la sua Primavera.
Per noi, invece, continua l’autunno, più duro che mai. Al nuovo mister Pioli potrebbe essere utile, tra le altre cose, farsi una chiacchierata con Vecchi, per capire che cosa sta ricevendo in eredità. Avrà tempo di farsi un’idea durante la sosta, per quanto possibile.
E poi testa al Milan, che non è il Crotone.
Però, come dimostrato con la Juve, di fronte a un big match si spera che la voglia torni a fare capolino. Almeno quella.
0’ - FIIII FIIII FIIIII FIIII FIIII PRIMO TEMPO: 6' - Mi sento l'Arsenal mercoledì 10’ - Eto’o in incognito visto 15' - Lo vogliamo marcare Kvara, per favore? 16’ - cazzocene, noi il pallone lo accompagniamo DENTRO la porta 22’ - guarda mamma, proprio come l’ArsenalSiamo sotto.Ha segnato il McDonald della Scozia 35’ - […]
Oggi ci sentiamo molto influencers e faremo un bellissimo unboxing con voi! Questa startup emergente con sede a Riga (esiste davvero, non solo al Monopoly) ci ha mandato, dietro lautissimo compenso, un macchinario rivoluzionario: il misuratore di simpatia, e oggi lo testeremo sui nostri avversari. Il funzionamento è semplice: noi inseriamo il nome, lui restituisce […]
SOMMER 6 - Noi abbiamo un problema.Cioè no abbiamo 1 triliardo di problemi, ma ne abbiamo uno di più recente manifestazione rispetto agli altri: Mikel Merino.Questo lestofante sta cambiando squadra ogni anno per venirci puntualmente a giocar contro nella prima fase della Champions.Fortunatamente, quest’anno ci ha pensato Sommer: ha spacciato la sua esecuzione per un […]
0' - Siamo tutti qui per assicurarci che sia veramente finita la partita col Venezia vero? PRIMO TEMPO: 1’ - Velo di Lautie e traversa di Fifino. MA CHE OOOOOOOH! 4' - Intanto grazie all'impareggiabile qualità della mia connessione a tratti vedo Dumfries a tratti vedo Desailly di Fifa 98 6' - Che apertura Calha! […]
Eeeecccoooociiiii direttamente dal recupero interminabile di Inter - Venezia, con la squadra che ancora deve fare la doccia e i tifosi allo stadio che hanno fatto il giro dei tornelli e sono rientrati. Tutto bellissimo. Se non sapete come è andata la partita. Altrimenti un attimo di ansietta l'avrete. Come sempre. Ormai abbiamo i calli […]
SOMMER 7 – Credo gli stia venendo il sospetto che questa stagione sia leggermente diversa da quella passata. Per esempio, quest’anno le neopromosse si presentano a San Siro e tirano in porta senza prima compilare l’apposito modulo.Dove andremo a finire?La prossima volta magari pretenderanno pure di segnare all’ultimo minuto disponibile dopo un recupero insensato.Ah, ma […]