A tu per tu con il capitano dell’Inter, al centro di numerose critiche per aver perso lo smalto di un tempo. Qualcuno dice che non è più reattivo come in passato, altri gli rimproverano di non essere decisivo come i portieri delle altre big europee e invocano un ricambio generazionale.
Ma cosa ne pensa il numero 1 nerazzurro?
Handanovic: “Gente parla e dice cose che non sa. Io lascio parlare perché so cosa posso dare ancora per la maglia di Inter. Chi c’è ad Appiano vede come sto e cosa faccio, i palloni li guardo solo in partita”.
-Hai sempre retto molto bene la pressione, la gestisci da solo o hai qualche esperto che ti aiuta?
Handanovic: “Società mi ha consigliato un mental coach, dove va anche preparatore di portieri dopo aver visto il derby di Daniele lo scorso anno, quindi mi aiuta lui. Mi dice sempre di trovare altri campioni per ispirazione e guardo un sacco di motori. Senna, Rossi, Hamilton…”
-Passione recente o di lunga data, quella motoristica?
Handanovic: “Sempre piaciute le macchine. In Slovenia abbiamo un sacco di curve e mio cugino Vladislav le faceva con freno a mano già quando avevamo sette anni: ecco perché non parlo tanto. A Professore dico sempre che se avessi guidato macchine al posto di giocare a calcio sarei campione di rally e lui mi dice: “Se mia nonna avesse ruote sarebbe carriola”, allora io rispondo: “Se avessi ruote sarei Daniele Padelli”, ma Daniele non ride mai”.