Cari amici di Ranocchiate, quanto è bello è essere interisti?
Per noi, che ancora speriamo che la nostra squadra ci possa ancora regalare uno scatto d’orgoglio, certamente poco: ma per gli altri, quelli che giocano contro di noi, è certamente un momento di rinascita.
Mai, in vita mia, ho letto tanta soddisfazione negli occhi degli avversari nel sottolineare il nostro andamento piuttosto che fare caso al proprio: che si tratti di avere un “triplete” in ballo o un andamento decisamente paragonabile al nostro, si trova sempre spazio per ridere della nostra situazione attuale.
Noi, da bravi cabarettisti, facciamo in modo che ci sia sempre del materiale di cui discutere, giusto per fare in modo che non ci si annoi: questa settimana, ad esempio, abbiamo esonerato Pioli a tre giornate dal termine per richiamare alla guida Vecchi (che però, c’è da dire, col Crotone ha pure vinto), abbiamo forse chiuso per Pepe, assunto Sabatini nel team Jiangsu e ci stiamo preparando per un veramente gradito ritorno, quello di Lele Oriali.
Però ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa…
Perdindirindina, dovevamo giocare in campionato contro il Sassuolo!
Che se ne siano dimenticati anche i nostri eroi?
Me lo domando perché, anche ieri, siamo riusciti nella nostra miglior caratteristica, rendere delle star calciatori che fino al giorno prima non conosceva pressocchè nessuno: ad esempio, chi di voi ricorda l’anno in cui siamo riusciti nella fantastica impresa di perdere 2-0 contro il Parma, quasi fallito, con doppietta di PAOLO DE CEGLIE?!
Ecco, ieri abbiamo innalzato una nuova stella nell’olimpo: Pietro Iemmello.
Perché sarebbe stato banale prendere gol da Politano, Berardi, Defrel, Matri, giocatori fin troppo conosciuti…
Voglio essere chiaro, penso che Iemmello sia un buon giocatore, capace di impegnarsi probabilmente più di qualunque altro giocatore attualmente nella nostra rosa, ma essere l’Inter e prendere due gol da squadre oggettivamente inferiori alla nostra, è diventata una cosa su cui non so più nemmeno come poterci ridere su.
Mi rendo conto che ultimamente questi post-partita raccontino veramente poco della partita in sé, ma l’unica cosa che mi sento di sottolineare sono le parole e l’impegno di un giocatore come Eder, sempre pronto a stare dietro le quinte, ma capace di farsi trovare sempre pronto, quando viene chiamato a scendere in campo.
Ad maiora, per quello che vale