AlexisCaverna, 28 luglio 34,7 d.A.S.7 (dopo Alexis Sanchez 7, corrispondente al 28 luglio 2023)
Ore 15.34
In un tipico afoso pomeriggio cileno, Alexis Sanchez é assorto in un lungo silenzio mentre ammira la sua statua con una corona mentre guida una Lamborghini.
D’un tratto la stasi si rompe e il Niño Maravilla dice “Ehi Niña, chiama FernandoMaravilla”
(Forse ai lettori meno informati potrà sembrare strano che Sanchez parli ad una certa “Niña”, ma altro non é che una impostazione di Siri fornita dalla Apple stessa, stanchi di ricevere chiamate giornaliere da parte di Sanchez.)
“Oi, Fernando! Mio Salvador!”
“El Niño Maravilla! Il mio cliente preferito che bello sentirtiii EHEHHEHEH” (aiuto mo che vuole questo)
“Senti Fernando, ho finalmente capito ciò che voglio fare”
“É una bellissima notizia, Alexis! Chiamo gli arabi?”
“No Fernando, che arabi…quello é un calcio senza passione, senza sentimento…El Niño Maravilla non gioca semplicemente a calcio, regala emozioni amigo”
(Quando parla di lui in terza persona non lo sopporto) “Certo certo, scusami tanto ho parlato senza pensare…”
“Amigo, te lo dico senza mezzi termini. Devo tornare all’Inter”
“All’Inter?”
“All’Inter”
“Ma come all’Inter…ma non eri stanco di essere lasciato in panchina troppo spesso, di non essere valorizzato come meritavi…?”
“Fernando, tu sei un uomo saggio. Ecco perché ti tengo come mio agente. Però Yo soi un leone selvaggio: vado dove il mio istinto mi dice di andare. E l’Inter é quello che voglio”
“Ma Alexis, ragiona: imbastire anche solo la trattativa sarebbe complicatissimo, all’Inter in questo momento stanno abbassando le offerte per gli stipendi”
“Mira amigo, i campioni sono così. Imprevedibili. Puoi essere il mio campione Fernando?”
*silenzio rassegnato al gusto di rimorso*
“…Si dai. Vedo che posso fare, ma non so se riuscirai a convincere Marotta, Ausilio e Zhang a realizzare questa cosa”
“A quello ci penso, Fernando. Lascia fare a me”
Sede dell’Inter, 17 agosto 2023
Ore 9.04
Un palesemente provato Marotta si dirige verso il suo ufficio, quando incontra Piero da Cinisello, suo collega di lavoro:
“Giorno Piero”
“Giorno Beppe”
“Sei riuscito a dormire stanotte?”
“Macché, Alexis mi ha mandato tutti i suoi gol all’Inter un link alla volta. Ho provato a spegnere il telefono, ma in qualche modo é riuscito ad avere anche il mio numero personale. Ho spento pure quello. É venuto a casa. Si é portato dietro un chitarrista per farmi una serenata che avrebbe dovuto conquistarmi, ma che in realtà era solo un gran pippotto su quanto sia bello, forte, insostituibile e decisivo. Mezz’ora così. E poi smetteva e andava via. Ma tornava sempre. Sempre.”
“…andava via da te perché veniva da me...”
“Ah”
“Eh”
“…senti accontentiamolo”
“Ma no ma come facciamo”
“SENTI PIERO IO NON CE LA FACCIO PIÙ. E QUELLO CHE STACCA IL TELEFONO, QUELLO CHE CI PACCA PER BERGAMO, QUELLO CHE PRIMA SI ACCORDA SU DELLE CIFRE E POI NO SAI COSA?! NON MI VA PIÙ BENE. E SIMONE CHE GIUSTAMENTEEE GIUSTAMENTEEE CI CHIEDE DI FARGLI AVERE QUALCHE RICAMBIO. ED HA RAGIONE!”
“Certo che ha ragione, infatti adesso stringiamo per Pavard e via, siamo a posto”
“NO IO QUELLO NON LO REGGO PIÙ”
“Eh ma lo sai qual é il problema”
“Si che lo so qual é il problema”
“E come facciamo?”
“Non lo so Piero, non lo so. Ho solo voglia di UNA GIORNATA UNA in cui non debba ritrovarmi in mezzo a questo turbine”
“Lo vorrei anche io però…”
*squilla un telefono*
“É il mio Piero, scusami…ah é il presidente caspita…”
“Rispondi pure, strano che chiami a quest’ora”
“PRESIDENTE! Come sta, tutto bene?”
“BENE UN CORNO. NON RIESCO AD APRIRE LE EMAIL PERCHÉ SANCHEZ MI STA RIEMPIENDO LA CASELLA CON VIDEO DI SUE GIOCATE E ROBE SIMILI! VA AVANTI COSÌ DA 3 GIORNI, NON CE LA FACCIO PIÙ! VENDETE CORREA PRENDETE SANCHEZ! BASTA!”
“Ha attaccato…”
“Che voleva?”
“Eh Sanchez sta stressando pure lui, vuole che vendiamo Correa e riprendiamo lui”
“Eh la fa facile lui…ogni volta che gli parliamo di mercato lui sparisce e poi STRANAMENTE compare Simone che ogni volta mi ripete quanto é bravo tecnicamente, quanto é bravo potenzialmente…io non ce la faccio ad affrontare tutto di nuovo…”
“Lo so, ma preferisci andare avanti così?”
“No, amigo.”