"Era una notte buia e tempestosa..." No vabbè non c'ha senso, non c'era manco brutto tempo.
"Nel mezzo del cammin di nostra Champion's..." No, nemmeno, poi Dante mi cita per i diritti d'autore.
"C'era una volta in una terra lontana lontana..." Cappuccetto rosso che faceva un tressette coi 3 porcellini. No. Uhm... Ce l'ho!
Cari amici di Ranocchiate, benvenuti ad una nuova puntata di #CrisiInter! Diciamocelo, queste sono le cose che ci mancano: altro che mare, socializzazione o baggianate varie. A noi manca quell'odore frizzantino di #CrisiInter d'annata. E qui, signori, ne abbiamo una d'eccezione, una di quelle capaci di farvi venire il magone anche a 10 anni di distanza: c'è però qualcosa che fino ad oggi non avete saputo perché #noncielodicono ma noi, sprezzanti del pericolo, abbiamo deciso di raccontarvi la verità. Anche quella su Barcelona-Inter del 2009.
Milano, 22 Novembre 2009. Lele Oriali, dopo essere stato convocato da Josè Mourinho, lo raggiunge nel suo ufficio. O: "Eccomi Josè, è successo qualcosa?" M: "Siediti Lele. Dobbiamo parlare." *Oriali si siede* M: "Come sai, tra due giorni dovremo andare a Barcelona per la partita più difficile del girone" O: "Beh, certo che lo so. Però dai, i ragazzi mi sembrano in forma, possiamo farcela" M: "Possiamo farcela? Noi quelli li battiamo quando vogliamo. E' proprio questo il punto." O: "Non ti seguo" M: "Le pressioni Lele, le pressioni. Ti immagini cosa succederebbe se battessimo il Barça in casa loro?" O: "...faremmo 3 punti qualificandoci matematicamente?" M: "Si, ma a che prezzo?!" * Josè sbatte il pugno sulla scrivania e si alza, dando le spalle allo spaesato Oriali. O: "Josè...avrai mica esagerato con la Ginjinha?" *nota la bottiglia vuota sulla scrivania* M: "Non è rilevante" O: "Beh un po' si, sembra quasi che tu voglia perderla questa partita..." M: "...ESATTO! Se perdiamo nessuno ci prenderà veramente sul serio. E li fregheremo proprio per questo" O: "Ho capito, ma che vuoi fare? Vuoi dire ai ragazzi di perderla volontariamente?" M: "Non posso. Non me la perdonerebbero mai." O: "Senti Josè, non è che puoi mandare i loro parenti a giocare questa partita solo perché hai paura delle pressioni." Lo sguardo di Mourinho si illumina alla parola parenti. Atterrito quello di Oriali.
Barcelona, 24 Novembre 2009 O: "Josè, devo ammetterlo: hai fatto un gran lavoro. Giuro che se non sapessi che sono fratelli e cugini dei nostri non lo sospetterei nemmeno." M: "Lo so, sono fantastico. Ma non è una novità. Peccato solo per Julio. Suo fratello Rogerio ha avuto un imprevisto all'ultimo secondo, quindi toccherà far giocare lui." O: "E Javier?" M: "Prova tu a convincerlo a rinunciare a 90 minuti di corsa. Mi ha promesso di non impegnarsi troppo però." O: "Tutta questa storia continua comunque a sembrarmi una follia" M: "Lele, fidati di me. Arriverà il momento in cui farò capire a tutti quanto siamo superiori, ma non deve essere questo. L'ho già detti ai giornalisti italiani e lo ripeto anche a te. Non sono pirla" O: "Sarà..."
Scendono in campo i 22. Ecco le formazioni.
Barcelona-Inter 2009: la partita
Tutto procede secondo il piano segreto di Josè Mourinho. Calcio d'angolo all'8° minuto per i catalani, torre di Henry per Pique completamente dimenticato da Adalberto Motta. 17 minuti più tardi, Dani Alves buca la fascia destra e serve un assist al bacio per Pedro, lasciato colpevolmente solo da Diogo Maicon. I nostri hanno persino una buona occasione per segnare su errore clamoroso di Victor Valdes al 35°, ma Branko Stankovic non è bravo come il cugino sui tiri dalla distanza. Julio Cesar compie parate su parate utili ad evitare il tracollo. Al minuto 81°, ormai sicuro della sconfitta, Mourinho palesa la sua strategia: fuori Milito, dentro Quaresma (quello vero, chiamare il suo equivalente farlocco sarebbe stato esagerare)
Finisce 2-0, è #crisiInter. Tutti tristi, tutti sconfitti. Tranne un uomo, che legge sorridendo la prima pagina della Gazzetta dello Sport del giorno dopo.
Il nome, il cognome ed il soprannome di quell'uomo, non c'è bisogno che ve li dica.
"Era una notte buia e tempestosa..." No vabbè non c'ha senso, non c'era manco brutto tempo.
"Nel mezzo del cammin di nostra Champion's..." No, nemmeno, poi Dante mi cita per i diritti d'autore.
"C'era una volta in una terra lontana lontana..." Cappuccetto rosso che faceva un tressette coi 3 porcellini. No. Uhm... Ce l'ho!
Cari amici di Ranocchiate, benvenuti ad una nuova puntata di #CrisiInter! Diciamocelo, queste sono le cose che ci mancano: altro che mare, socializzazione o baggianate varie. A noi manca quell'odore frizzantino di #CrisiInter d'annata. E qui, signori, ne abbiamo una d'eccezione, una di quelle capaci di farvi venire il magone anche a 10 anni di distanza: c'è però qualcosa che fino ad oggi non avete saputo perché #noncielodicono ma noi, sprezzanti del pericolo, abbiamo deciso di raccontarvi la verità. Anche quella su Barcelona-Inter del 2009.
Milano, 22 Novembre 2009. Lele Oriali, dopo essere stato convocato da Josè Mourinho, lo raggiunge nel suo ufficio. O: "Eccomi Josè, è successo qualcosa?" M: "Siediti Lele. Dobbiamo parlare." *Oriali si siede* M: "Come sai, tra due giorni dovremo andare a Barcelona per la partita più difficile del girone" O: "Beh, certo che lo so. Però dai, i ragazzi mi sembrano in forma, possiamo farcela" M: "Possiamo farcela? Noi quelli li battiamo quando vogliamo. E' proprio questo il punto." O: "Non ti seguo" M: "Le pressioni Lele, le pressioni. Ti immagini cosa succederebbe se battessimo il Barça in casa loro?" O: "...faremmo 3 punti qualificandoci matematicamente?" M: "Si, ma a che prezzo?!" * Josè sbatte il pugno sulla scrivania e si alza, dando le spalle allo spaesato Oriali. O: "Josè...avrai mica esagerato con la Ginjinha?" *nota la bottiglia vuota sulla scrivania* M: "Non è rilevante" O: "Beh un po' si, sembra quasi che tu voglia perderla questa partita..." M: "...ESATTO! Se perdiamo nessuno ci prenderà veramente sul serio. E li fregheremo proprio per questo" O: "Ho capito, ma che vuoi fare? Vuoi dire ai ragazzi di perderla volontariamente?" M: "Non posso. Non me la perdonerebbero mai." O: "Senti Josè, non è che puoi mandare i loro parenti a giocare questa partita solo perché hai paura delle pressioni." Lo sguardo di Mourinho si illumina alla parola parenti. Atterrito quello di Oriali.
Barcelona, 24 Novembre 2009 O: "Josè, devo ammetterlo: hai fatto un gran lavoro. Giuro che se non sapessi che sono fratelli e cugini dei nostri non lo sospetterei nemmeno." M: "Lo so, sono fantastico. Ma non è una novità. Peccato solo per Julio. Suo fratello Rogerio ha avuto un imprevisto all'ultimo secondo, quindi toccherà far giocare lui." O: "E Javier?" M: "Prova tu a convincerlo a rinunciare a 90 minuti di corsa. Mi ha promesso di non impegnarsi troppo però." O: "Tutta questa storia continua comunque a sembrarmi una follia" M: "Lele, fidati di me. Arriverà il momento in cui farò capire a tutti quanto siamo superiori, ma non deve essere questo. L'ho già detti ai giornalisti italiani e lo ripeto anche a te. Non sono pirla" O: "Sarà..."
Scendono in campo i 22. Ecco le formazioni.
Barcelona-Inter 2009: la partita
Tutto procede secondo il piano segreto di Josè Mourinho. Calcio d'angolo all'8° minuto per i catalani, torre di Henry per Pique completamente dimenticato da Adalberto Motta. 17 minuti più tardi, Dani Alves buca la fascia destra e serve un assist al bacio per Pedro, lasciato colpevolmente solo da Diogo Maicon. I nostri hanno persino una buona occasione per segnare su errore clamoroso di Victor Valdes al 35°, ma Branko Stankovic non è bravo come il cugino sui tiri dalla distanza. Julio Cesar compie parate su parate utili ad evitare il tracollo. Al minuto 81°, ormai sicuro della sconfitta, Mourinho palesa la sua strategia: fuori Milito, dentro Quaresma (quello vero, chiamare il suo equivalente farlocco sarebbe stato esagerare)
Finisce 2-0, è #crisiInter. Tutti tristi, tutti sconfitti. Tranne un uomo, che legge sorridendo la prima pagina della Gazzetta dello Sport del giorno dopo.
Il nome, il cognome ed il soprannome di quell'uomo, non c'è bisogno che ve li dica.
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