Da colpaccio estivo a oggetto misterioso: strana involuzione di Achraf Hakimi dopo un inizio scoppiettante. Reduce da prestazioni non esaltanti e alcune addirittura drammatiche, anche l’esterno marocchino è sotto processo nonostante la giovane età.
Siamo andati a sentire le sue impressioni su questo inizio in nerazzurro.
-Achraf, inizio super con un gol e due assist in due presenze…poi, che succede?
Hakimi: “Ho avuto un calo, è vero. Ma credo che ci voglia tempo per abituarsi ad un metodo di allenamento e di gioco diverso. Il calcio italiano è molto tattico e qui devo vedermela con giocatori forti. Per fortuna mi alleno con il miglior terzino italiano degli ultimi dieci anni e posso prendere spunto. Grazie Dani”.
-A proposito, senti il peso di dover sostituire anche un elemento amato per anni dal pubblico interista come Candreva?
Hakimi: “Mi danno fastidio i confronti, io sono Hakimi e basta. Gli errori che faccio non sono dati dalla pressione di Candreva quanto dai binari di metallo che ci sono sulla fascia destra di San Siro, dove correva lui. Hai presente lo stop sbagliato col Torino? Ecco, ho messo lì il piede e “Fuuummm, via come un’anguilla”. Sembra quando vai in bici sui binari del tram, spero risolvano in fretta!
-Niente peso per il nome, ma quel numero sulla maglia è stato di alcuni tra i più grandi difensori della storia dell’Inter…
Hakimi: “Mi hanno avvisato anche di questo, la società ha insistito perché avessi questo numero nonostante non fosse la mia prima scelta. Mi hanno detto che non avrei fatto rimpiangere nessuno, ma non mi sentivo di prende la stessa casacca indossata dal Divino. Jonathan per quelli della mia generazione è un faro che illumina la notte. A volte mi sveglio nel sonno e mi chiedo se sia tutto vero o solo un sogno…”