10/01/2017

In(ter)conscio, Udinese-Inter: A tutti serve un amico come Perisic!

Cari amici di Ranocchiate, chi vi scrive (da buon calabrese) è ancora appesantito dai vari pranzi e cene tipici di questo periodo: molti di voi,probabilmente, sanno che chiamare i pasti con i nomi convenzionalmente assegnati in questo periodo è un eufemismo, considerato che ad un certo punto essi tendono a fondersi come Maicon e Biabiany, per dare vita al divino Jonathan.

Alzi la mano chi pensava che ieri sarebbe stata una partita tranquilla...

Nessuno?

Comprensibile, mica a caso siamo la Pazza Inter.

Mi domandavo: quale sarà l’approccio della beneamata a questa partita? Cavalcheranno l’onda dell’autostima creatasi dopo la vittoria con la Lazio o ricalcheranno le orme delle partite dopo la sosta degli scorsi anni?
I pensieri si accalcavano come le parole che fuoriescono dalla bocca del buon Del Neri, per cui ho deciso di sedermi ed osservare.
Come il mio collega Federico aveva già pronosticato tra i possibili sviluppi di questa partita, l’Udinese si trasforma nell’Udibarça, con Samir e Jankto nei panni di Messi e Suarez: l’impressione, però, è che non siano loro ad essere diventati improvvisamente campioni, ma che l’ombra dell’insicurezza continui ad aleggiare sui nerazzurri come la celeberrima nuvola di Fantozzi.

E’ già finito l’effetto della convinzione nei propri mezzi costruiti fino ad ora, partita dopo partita?

Certamente la fiducia è la più capricciosa fra le emozioni umane: si può instillare in un attimo e, altrettanto fugacemente, può scappare via senza nemmeno darci il tempo di realizzare cosa sia successo (per maggiori informazioni, chiedere a Brozovic).

Poi, come un fulmine a ciel sereno, Icardi (uno che di fiducia nei propri mezzi sembra averne molta) lavora un pallone sporco, lo serve a Perisic ed è 1-1: quel gol sembra voler dire “ce la possiamo fare”.
Ovvio, ci dà speranza, ma da qui a vincere la partita ne passa, soprattutto se continua a mancare quel salto di qualità da quei giocatori importanti come Banega o Murillo: la parte difficile è quella che ci ritroviamo davanti in questo punto della partita.
Continuiamo a provarci, dando l’impressione del “vorrei ma non posso”, ma non molliamo e alla lunga questi fattori di solito ripagano: proprio quando meno ce lo si potrebbe aspettare, Joao Mario inventa un lancio incredibile per Perisic che, galvanizzato dalla precedente rete, si trasforma in Iron Man e ci consegna questa insperata vittoria.

Il problema di questa squadra è sempre stato,a mio avviso, la squadra stessa, poiché capace di divenire il proprio peggior nemico nei momenti che contano e sprecare tutto il buon lavoro fatto fino a quel momento: oggi però, abbiamo dato un segnale da grande squadra, abbiamo dimostrato che possiamo avere la mentalità delle occasioni importanti, in cui si può vincere anche senza convincere.

Non è un problema di giocatori, ma di testa.
Il nome di questa rubrica nasce dalla fusione fra “Inter” ed “inconscio”, parola tanto cara alla psicologia: il problema dell’Inter è che pochi giocatori, fino ad ora, sono sembrati essere “consci” di essere all’Inter.

Questa partita mi ha ricordato un genere di chiamate che mi capita di ricevere ogni tanto da qualche amico, con il suddetto amico che mi chiama raccontandomi di aver sfiorato la catastrofe in un momento di poca lucidità, vuoi con la ragazza o vuoi con la conquista del sabato sera: di solito questi racconti sono contornati dalle mie risate di scherno, ma credo che nessun interista abbia riso guardando la partita di ieri; la maggior parte delle volte, per fortuna, questi racconti si concludono con un lieto fine reso possibile dall’intervento di un amico più saggio e lucido, che è riuscito a salvare la situazione in extremis.
Meno male per noi, l’amico di tutti gli interisti ieri è stato Ivan Perisic che, freddamente, ha risolto tutto.
Il match di ieri dovrà essere un monito a non abbassare la guardia per le partite a venire: la zona Champions League è sicuramente distante ma, come affermava un’eroe della boxe recentemente scomparso, “se la mia mente può immaginarlo ed il mio cuore sognarlo, allora posso raggiungerlo”.
Con buona pace delle statistiche.

A cura di Patrick Pecora

In(ter)conscio, Udinese-Inter: A tutti serve un amico come Perisic!

Cari amici di Ranocchiate, chi vi scrive (da buon calabrese) è ancora appesantito dai vari pranzi e cene tipici di questo periodo: molti di voi,probabilmente, sanno che chiamare i pasti con i nomi convenzionalmente assegnati in questo periodo è un eufemismo, considerato che ad un certo punto essi tendono a fondersi come Maicon e Biabiany, per dare vita al divino Jonathan.

Alzi la mano chi pensava che ieri sarebbe stata una partita tranquilla...

Nessuno?

Comprensibile, mica a caso siamo la Pazza Inter.

Mi domandavo: quale sarà l’approccio della beneamata a questa partita? Cavalcheranno l’onda dell’autostima creatasi dopo la vittoria con la Lazio o ricalcheranno le orme delle partite dopo la sosta degli scorsi anni?
I pensieri si accalcavano come le parole che fuoriescono dalla bocca del buon Del Neri, per cui ho deciso di sedermi ed osservare.
Come il mio collega Federico aveva già pronosticato tra i possibili sviluppi di questa partita, l’Udinese si trasforma nell’Udibarça, con Samir e Jankto nei panni di Messi e Suarez: l’impressione, però, è che non siano loro ad essere diventati improvvisamente campioni, ma che l’ombra dell’insicurezza continui ad aleggiare sui nerazzurri come la celeberrima nuvola di Fantozzi.

E’ già finito l’effetto della convinzione nei propri mezzi costruiti fino ad ora, partita dopo partita?

Certamente la fiducia è la più capricciosa fra le emozioni umane: si può instillare in un attimo e, altrettanto fugacemente, può scappare via senza nemmeno darci il tempo di realizzare cosa sia successo (per maggiori informazioni, chiedere a Brozovic).

Poi, come un fulmine a ciel sereno, Icardi (uno che di fiducia nei propri mezzi sembra averne molta) lavora un pallone sporco, lo serve a Perisic ed è 1-1: quel gol sembra voler dire “ce la possiamo fare”.
Ovvio, ci dà speranza, ma da qui a vincere la partita ne passa, soprattutto se continua a mancare quel salto di qualità da quei giocatori importanti come Banega o Murillo: la parte difficile è quella che ci ritroviamo davanti in questo punto della partita.
Continuiamo a provarci, dando l’impressione del “vorrei ma non posso”, ma non molliamo e alla lunga questi fattori di solito ripagano: proprio quando meno ce lo si potrebbe aspettare, Joao Mario inventa un lancio incredibile per Perisic che, galvanizzato dalla precedente rete, si trasforma in Iron Man e ci consegna questa insperata vittoria.

Il problema di questa squadra è sempre stato,a mio avviso, la squadra stessa, poiché capace di divenire il proprio peggior nemico nei momenti che contano e sprecare tutto il buon lavoro fatto fino a quel momento: oggi però, abbiamo dato un segnale da grande squadra, abbiamo dimostrato che possiamo avere la mentalità delle occasioni importanti, in cui si può vincere anche senza convincere.

Non è un problema di giocatori, ma di testa.
Il nome di questa rubrica nasce dalla fusione fra “Inter” ed “inconscio”, parola tanto cara alla psicologia: il problema dell’Inter è che pochi giocatori, fino ad ora, sono sembrati essere “consci” di essere all’Inter.

Questa partita mi ha ricordato un genere di chiamate che mi capita di ricevere ogni tanto da qualche amico, con il suddetto amico che mi chiama raccontandomi di aver sfiorato la catastrofe in un momento di poca lucidità, vuoi con la ragazza o vuoi con la conquista del sabato sera: di solito questi racconti sono contornati dalle mie risate di scherno, ma credo che nessun interista abbia riso guardando la partita di ieri; la maggior parte delle volte, per fortuna, questi racconti si concludono con un lieto fine reso possibile dall’intervento di un amico più saggio e lucido, che è riuscito a salvare la situazione in extremis.
Meno male per noi, l’amico di tutti gli interisti ieri è stato Ivan Perisic che, freddamente, ha risolto tutto.
Il match di ieri dovrà essere un monito a non abbassare la guardia per le partite a venire: la zona Champions League è sicuramente distante ma, come affermava un’eroe della boxe recentemente scomparso, “se la mia mente può immaginarlo ed il mio cuore sognarlo, allora posso raggiungerlo”.
Con buona pace delle statistiche.

A cura di Patrick Pecora

Notizie flash

Ultimi articoli

31/05/2025
Paris Saint Germain - Inter, 7 tipi di interista in finale di Champions prepartita

Ed eccoci. Alla fine ci siamo. Siamo arrivati alla resa dei conti. La partita che tutti sognano di giocare ma AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA La domanda è come ci siamo arrivati? Con che tipo di equilibrio mentale? Con quale emozione dominante? Lo scopriremo nelle prossime righe. Io intanto vi dico che ho scavato una buca in giardino per […]

29/05/2025
Siam pronti alla morte, la finale chiamò

Cari amici di Ranocchiate, come state?Io insommina. Insommina. Ultimamente c’é una cosa che mi sta mettendo in difficoltà: il tempo.Pare che col passare di questo tempo ci si avvicini sempre più alla finale e questa cosa sta iniziando a mettere a dura prova i miei nervi. Già di per sé non é facile alzarsi e […]

24/05/2025
Como – Inter, il pagellone di un finale già scritto

YANN 6.5 – Ieri aveva quello sguardo disincantato che avevamo tutti noi, la consapevolezza di esserci giocati tutte le opportunità e la fatica di capire la necessità di questa partita, tra fuochi d’artificio e premiazioni già allestite da un’altra parte.Però non ha fatto passare nemmeno uno spillo, nemmeno nel recupero, quando forse una gioia al […]

23/05/2025
Como - Inter nel tempo di un caffè prevedibile

0' - Ritardo perchè a Fuorigrotta stanno sparando pure le bombe a idrogeno. PRIMO TEMPO: 2' - Le nuove regole prevedono niente punizioni per noi 14' - Al terzo minuto c'era stato un salvataggio sulla linea, poi più nulla 17' - Strefezza e quella somiglianza con Politano 20’ - forza Stefanino, facciamo il nostro. Senza […]

23/05/2025
Como - Inter, 10 delusioni prepartita

😞 Ultimo giorno da campioni d'Italia. E la notizia buona è che l'anno prossimo non avremo coccardine sulla maglia a rovinare lo stiling. 😞 Ci portiamo avanti. Nessuna illusione. Il Napoli vincerà una partita bella che segnata e noi soffriremo come cani randagi nella location VIP del lago di Como. Però vorrei sapere chi sarà […]

19/05/2025
Inter – Lazio, il pagellone delle occasioni sprecate

YANN 6.5 -  Nel primo tempo ci illude che gli dei del calcio siano dalla nostra parte, con l’intervento salvifico sul biondino islandese, ma poi noi decidiamo di ribellarci alle divinità e soprattutto Baroni decide di fare entrare Pedropedropedropedropè, che credo ci segni contro ininterrottamente dal 2009 e continuerà a farlo fino al 2033, giusto […]

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram