A cura di Luigi Cardella
Caro diario,
ti scrivo, così mi distraggo un po', l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.
Eccoti le 5 W e le relative risposte:
Chi? Le squadre di club.
Di cosa? Del gioco calcio.
Quando? Ormai da 7/8 anni.
Dove? Nel mondo malato.
Perché? Perché, come faceva Marx per studiare la nostra civiltà, la prospettiva economica ha preso il sopravvento su tutto.
Era l'11 giugno 2009 e i Red Devils accettavano la proposta che apriva le porte a una svolta epocale - quasi quanto la rivoluzione del Telstar Adidas (primo pallone con 32 pannelli tra forme esagonali e pentagonali di cuoio che davano finalmente circolarità ai palloni) - 80 milioni di sterline, ovvero 94 milioni di euro, per Cristiano Ronaldo ai Blancos.
È l'inizio di un calciomercato che fa della parola "eccesso" la regola, la norma.
Il problema è proprio questo: far diventare l'irrazionale razionale (come il vedere guerre nel quotidiano ed esserne indifferenti, fortuna che trattiamo solo di calcio) perché Figo a 62 milioni di euro era l'irrazionalità madrilena (di fatto giustificata dai trofei fatti vincere) ma rappresentava l'eccezione.
Adesso invece? Kessié base d'asta 20 milioni, Caldara 18, Gagliardini 20, Conti 10, stiamo parlando di giocatori di una sola piccola/media squadra.
Niente contro gli "amici" dal colore simile alla Beneamata ma ogni volta che sento simili prezzi accostati a tali giocatori mi viene da ridere. Son tutti giocatori di prospettiva ma oggi chi può fare una scommessa così gravosa?
Solo le squadre con un grande portafoglio che tra una scommessa persa e una vinta rimarranno comunque in carreggiata. Le squadre più povere soccombevano ma si salvavano perché senza campioni, adesso soccombono perché non possono permettersi né campioni né giovani di prospettiva. La Juventus, giustamente, sta facendo piazza pulita potendosi permettere di scommettere sulle nuove generazioni; le altre arrancano e cercano altre vie:
1 - della prima caso emblematico è quello del buon Kondogbia, ibrido prospettiva-giocatore che ha già mostrato qualcosa di importante (sì, giocava in Champions league; sì, giocava pure bene); questa via è caratterizzata dallo spendere il doppio rispetto a un giovane puramente di prospettiva per avere quasi la stessa percentuale di rischio; chi può permetterselo sono le mezze squadre, economicamente valide ma non così tanto da lottare per veri campioni giovani;
2 - della seconda caso emblematico è quello del piccolo Donnarumma, puramente giovane di prospettiva a spesa zero e con altissima percentuale di fallimento o di probabile “bruciatura” (quello che si vuole evitare con Gabigol, che rientra nella prima categoria). Qui ci sono due tipi di squadre: quelle così economicamente disastrate che sperano (*cof* Mi... *cof* lan) e quelle così forti che possono comprare quando vogliono i campionissimi e cercano anche il diletto nei giovani (Barcellona docet).
Inevitabile scrivere che nulla può più cambiare perché troppi potenti sono entrati in questo magico sport e perché alcune situazioni europee e internazionali non si sono mai conformate (la sapete la storia di Real Madrid e Barcellona squadre no-profit = esenzioni economiche vastissime?). Adesso l'unica soluzione è la celeberrima “in medio stat virtus” che, non perché stiamo su Ranocchiate, Inter e Juve stanno perseguendo in modo diverso ma con buoni risultati la prima, con ottimi la seconda.
I fiori all'occhiello di questa Inter sono frutto di milioni moderatamente ma ben spesi e molti complimenti vanno a un grande uomo, il mio pupillo, Piero Ausilio. Un uomo che ha preso a parametro zero Banega e che con mille giochetti ha acquistato gente come Miranda con i paletti del FPF. Di errori ce ne sono stati ma immaginate questo grande uomo con un grande budget? Io sono pronto a una petizione per farlo rimanere e tu “caro diario”?
Buonanotte e speriamo...
...possa vedere per tanto tempo quella pelata
(foto: Getty Images)