MR. HUNZIKER 10 – Yann è uno che prende molto seriamente le partite, e quando ha sentito le dichiarazioni di Samardzic che “avrebbe dato il 200%” si è decisamente preoccupato. Al punto che ha organizzato a bordo campo un torneo di scopone scientifico con Handa, Julio Cesar e Zenga con carte speciali disegnate da Ausilio (ovviamente il Settebello non poteva che avere il volto di Joao Mario). Lazar ha servito degli ottimi drink, anche se Yann si sarebbe aspettato di vederlo più frequentemente.
“Tutto sommato non mi pare uno che mantiene tanto la parola, questo Lazar”
“Ho avuto anche io la stessa impressione questa estate, Yann”, gli ha risposto Pierino da Cinisello, agitando un nodoso bastone.
BISTECK 9 – Bisteccone al sangue, cioè il sangue ce l’ha proprio negli occhi mentre si butta in avanti contro gli Ajeje Brazorf in maglia scolorita che cercano invano di sbarrargli la strada. Tra tunnel, corse e assist sfiorati, avrebbe meritato sicuramente di entrare anche lui nel tabellino, ma in fondo ha conquistato definitivamente il nostro cuore, e non è forse questa la vittoria più grande, Bisteccò?
ACE 8 – Si presenta con un nuovo taglio di capelli, un poco improbabile, ma capiamo che con lo stipendio che gli passa Steven non è che ci si possa permettere più di tanto. Sospetto che abbia chiesto a Farris di dargli una mano, e il mister ha cercato probabilmente di ispirarsi al Transformer della maglia.
Si vabbè, direte voi, ma la partita? Ecchenesò, ieri Ace aspettava il signor Lucca ma in area non si è visto nessuno, sarà mica in ritardo il treno da Udine?
BASTONI 8.5 – Dopo un settimana che ha messo fuori gioco i nostri due olandesoni (il terzo, Biaseen, ci ha pensato da solo ormai da qualche mese), ci ha dato sollievo vedere il ritorno in campo di Sandrino.
“Buongiorno signor Pereyra, Farris mi ha detto che oggi posso tornare a giocare ma solo per un’ora, e di non sudare troppo”.
E chi sono io per contraddire il signor Farris e deludere un ragazzino, sostiene Pereyra.
DARMY 9 – Nelle deMoniache strategie tattiche a volte i giocatori e gli schemi si muovono così vorticosamente che a un certo punto c’è sempre una casella fuori posto. O meglio pare fuori posto, ma quello è il posto che deve occupare Darmy. E lui si fa trovare sempre pronto, “sempre lì, lì nel mezzo”, ma pure a destra, o a anche a sinistra. E il capello sempre a posto, pure quando prende pallonate nello stomaco.
Sia lodato Padre Darmy.
MKHITRAIN 9 – E’ in arrivo da Erevan il Mkhitrenarmeno, passa nelle fermate di difesa, centrocampo, trequarti, attacco, fascia destra, fascia sinistra, mezzala. Passa, ma non si ferma.
“Eh ma noi lo dobbiamo prendere”. Mi spiace, signor Cioffi, limitatevi ad ammirarlo.
CALHA 10 – Ormai ci ha fatto l’occhio, la nostra Cialda. Già quando ha visto il cross di Dimarco ha pensato “Qui mi tocca tra poco tornare dagli undici metri”. Lo ha pensato quasi con indifferenza, perchè diciamocelo, ci stiamo facendo l’abitudine a tutti questi rigorini. A anche a tutti quei POP, POP, POP, tutti quei fegati che scoppiano non per deficit di transaminasi ma per eccesso di bile. E anche un po’ perchè a -9 comincia a fare fresco.
BARE 8.5 – Pare che in famiglia Mbare stia per arrivare il quarto, o la quarta, ancora non sappiamo. Allora ci tenevano tutti in squadra a festeggiare con un 4 a 0. Che alla fine è arrivato, ma un po’ ci ha fatto penare. Poi li guardi tutti insieme, i gol, e non sai mai quale scegliere. Ma è proprio necessario sceglierne uno? Sono tutti così belli.
Proprio come i figli.
Daje, Barellone!
DIMA 8 – Ad ogni partita è come se Fede dovesse aggiustare la mira un po’ alla volta, come i cannoni dei tempi di Capitan Sparrow. I primi lanci ed i primi tiri sono sempre fuori misura. Noi ci caschiamo ogni volta ed io penso sempre: “Oggi Fede non è in giornata”.
Poi però arriva sempre il momento in cui Dima carbura, sempre dopo il quarantesimo: 43’ contro il Frosinone, 42’ ieri. E allora basta solo aspettare. Non è l’attesa di Dimarco essa stessa Dimarco? No, aspè, mi sa che era diversa...
TIKUS 10 –
“Quel Thuram lì, Direttùr, mi pare abbia grande potenzialità come partner d’attacco di Lauti”
“Vero, Pierino, manda Baccin in avanscoperta, vediamo se è bravo a liberarsi non solo degli avversari, ma pure dai contratti”
Quando Baccin tornò dall’appuntamento con Lilian, Beppe lo guardò con il terzo occhio, quello che consente di fare domande senza bisogno di aprire bocca. Baccin unì indice e pollice a fare uno zero. Beppe capì che era il momento di accendere il sigaro.
LAUTI 10 – Nella telecronaca di DAZN di ieri si intuiva una certa narrazione del cronista, soprattutto quando ha detto che Lauti non segnava a San Siro da due mesi, ma omettendo di dire che le ultime tre sono state in trasferta e prima c’era stata la pausa delle Nazionali.
Così, quando il Capitano ha colpito il palo all’11’, siamo diventati tutti Farris:
“Ecallà, je l’hanno tirata, mortacci loro! La pirateria uccide il calcio, ma DAZN rompe li cojoni!”. Dopo i tre gol nel finale del primo tempo, il secondo si è giocato al solo scopo di vedere se Lauti fosse riuscito a segnare. E alla fine c’è riuscito, grazie alla determinazione, alla caparbietà, al carattere ed al kill instinct che ora ha imparato a sviluppare mentre gli anni scorsi gli mancava.
“Ma volemo parlà de quanto m’è costato di fatture cor mago Joao Mario do Nascimiento?”
CARLOS AUGUSTO 7.5 – Al Monza era quasi un attaccante, segnava e faceva assist. Ora si è trasformato in braccetto difensivo, a ringhiare contro i Pereyra e i Samardzic di turno.
“E fattela annà bene, Augusto. Perchè si a Mone je girano, basta cambià solo na lettera e passi da braccetto a brachetto, e te fa passà er resto daa vita tua a fa Snoopy”
MR. Q. & ARNA 8 – Cercano tutti e due la redenzione, da un passato non troppo raccomandabile, anche se per motivi diversi. Mr. Q. di nuovo contro una sua ex squadra, di nuovo scoloriti. Arna contro il suo passato scapestrato, ricorda una rissa in ognuno dei Paesi di provenienza dei giocatori dell’Udinese (sì, pure nello Zimbabwe di Zamura).
Alla fine restano ognuno a fare i conti con i propri ricordi, ma sulla via della redenzione. In fondo sono bravi ragazzi.
“Qualcuno a detto fondo?” , dice Arna con un coktail in mano.
KRIS & SENSI 9 – Giocano insieme come due bimbi al parco giochi. Che poi pensi che Kris sia piccolino, paciocchino, Mittino, ma lo metti vicino a Sensi e Stefanino gli entrerebbe in tasca. Ma l’importante è che i ragazzi si divertano.
MR. DEMONE 10 – Era una gara delicata. C’erano tutte le premesse per fare male: gara prenatalizia, Inter Bells in the air, squadra avversaria senza niente da chiedere al campionato, allenatore avversario giovane di belle speranze allievo di mr. Gotti, 11 avversari di 8 nazionalità diverse, compreso l’irlandese Ebosele. Mone però quest’anno ha deciso di affrontare tutti i fantasmi suoi e della Benemata: “Non voglio solo vincere, voglio farlo di goleada”.
What’s next, mister? Vincere il girone di Champions? O meglio, arrivare secondi e vendicarsi contro Pep agli ottavi? Il DeMone non è mai sazio. LET HIM COOK.