ARTICOLO LIBERAMENTE TRATTO DA "CROSSO ERGO SUM", LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DI ANTONIO CANDREVA.
"Ok, lo confesso. Ne sono consapevole, sforno cento cross a partita e la maggior parte di essi sono completamente inutili. Cosa posso farci? È più forte di me, è una dipendenza.
Lo vedo anch'io Mauro che si sbraccia in area di rigore per avere un mio assist. Potrei mettergli un pallone preciso, proprio lì sulla testa. E invece no. Lo sparo alle stelle. Così. A caso. Perché io posso.
La sera dopo le partite torno a casa e leggo i commenti sui miei cross. Mi spacco dal ridere, mi diverte.
Spalletti mi ha fatto fare anche un paio di sedute dal mental coach della squadra. Non c'è niente da fare. È più forte di me. So che molti giudicheranno ma ognuno ha il suo punto debole. Di sicuro ne avete uno anche voi.
Il mio sono i cross. Io crosso. Crosso sempre, ovunque, senza motivo. Il pallone che si infrange sulla schiena dell'avversario mi regala una sensazione quasi orgasmica, come un Raffaello, o un Picasso.
L'altra sera ho crossato le chiavi della macchina. SBAM, cross lungo sul secondo palo della luce.
Sono tornato a casa a piedi. Mia moglie mi guardava stranissimo.
Sono consapevole delle critiche, ma chi non prova non può capire. Guardate che io i cross li so fare, e anche bene. Quello di sinistro per Brozovic? Quello a Icardi nel derby? Non è mica culo. Semplicemente mi soddisfa di più un cross in curva di un assist.
La Nazionale con Ventura era uno spettacolo. Lui non diceva un cazzo a nessuno, dava solo i numeri. 4-2-4, 3-5-2, poi si piazzava lì in panchina e aspettava. E io crossavo.
Mi diceva "Antonio stai sulla fascia e crossa". Un paradiso, mi mancherà il mister.
Un altro che adoro è D'Ambrosio. Con lui in ritiro stiamo sempre in stanza assieme. Lui a differenza mia è uno che non sa crossare per davvero. Si intestardisce e si allena per ore: risultato? Vetri rotti, palloni smarriti, ha due zappe al posto dei piedi. Poi io ogni tanto gliene faccio vedere uno buono e impazzisce. "Wow frate' ma come hai fatto? Sei troppo bravo". Potrei andare avanti per ore...
"L’ho fatto per me. Mi piaceva farlo, ed ero molto bravo, e mi sono sentito... mi sono sentito vivo."
Antonio Candreva