1° giorno del 1° mese del 1° anno d.A.
Arrivare a questa domenica è stato difficile non soltanto per via dei miei impegni personali (di cui non vi frega una ceppa, lo capisco), ma soprattutto perché questa giornata non era una giornata qualunque: il tabellone potrà recitare un quasi banale Inter-Chievo, ma per noi fedeli questa partita vuol dire molto di più.
Non mi riferisco a stronzate come la possibilità di essere primi in solitaria, almeno per una giornata.
Quelle sono quisquilie.
Cari amici di Ranocchiate, è per me un piacere presentarvi il post-partita di Inter-Chievo.
O come mi piace chiamarlo, il post-Ranocchia(te).
Le cose non sono partite benissimo in settimana: perdere Miranda per diffida - per una piccola insignificante giornata, mi vien da dire - è qualcosa su cui possiamo anche sorvolare, considerato che il suo sostituto è IL sostituto, non un Bonucci qualsiasi ecco; ma è anche vero che non avere anche Gagliardini e ritrovarci con un Vecino acciaccato non è esattamente il massimo della vita.
Big Luciano però non si scoraggia e capisce di dover azzardare il tutto per tutto per portare a casa la posta in palio e schiera in contemporanea i 5 dell’Incostanza: D’Ambrosio (ormai soldato affidabilissimo), Ranocchia, Santon, Brozovic e Joao Mario.
I nostri 5 eroi nella vita quotidiana sono giocatori di calcio qualsiasi, ma quando scendono in campo, ognuno di loro ha il potere di cambiare la partita con una semplicità incredibile. In peggio di solito, però.
Ma oggi è diverso.
Lo si capisce già dall’ora di pranzo: Brignoli, il portiere del Benevento, sigla l’insperato gol del 2-2 all’ultimo istante, mettendolo proprio nelle chapette di quei nostri rossoneri cugini che forse troppo alle cose formali si sono dedicati, alla fine dei conti.
Succede una volta su 6584739374438.
Quello forte dei due era forse Bonucci, ma quello divino resterà sempre un altro e si capisce da cose come queste.
Perché oggi l’attenzione è tutta su Andrea: parlano tutti di lui, sono tutti curiosi di rivederlo alla prova, è il protagonista indiscusso di questa domenica pomeriggio.
E Andrea? Beh, non ha nessuna intenzione di deluderci.
Nei primi 20 minuti ha 2 nitide occasioni per segnare, ma la fortuna non è dalla sua: a siglare la prima rete dei nostri al 23° è quell’iradiddio che noi comuni mortali chiamiamo Ivan Perisic su gentile concessione di Sorrentino, a cui quest’oggi è sfuggita la solita trasformazione in Yashin.
Di lì in poi, succede una cosa inusuale: non solo controlliamo alla perfezione la partita, ma cominciamo a segnare a raffica manco fossimo una squadra da primo posto.
Al 39° segna Mauro. E che ve lo dico a fare.
Poi segna ancora Perisic al 57°: era in arretrato di qualche gol e farne solo uno oggi gli sarebbe dispiaciuto.
Al 60° è Skriniar a segnare, avanzando su contropiede e segnando in tuffo di testa e tu stai lì, intontito manco fossi sotto effetto di allucinogeni.
Non ci si crede, ma Ivan mette a segno la tripletta personale: 5-0 SENZA APPELLO.
Andrea ha sfiorato il gol più e più volte, in una giornata in cui forse era troppo facile mettersi in mostra solo per le proprie doti difensive, ma Sorrentino e la sfortuna oggi non ne vogliono proprio sapere.
Sono persino entrati Dalbert e Karamoh ed anche loro hanno sfiorato la combo assist-gol per ben due volte.
Insomma, raggiungere la vetta così è veramente una goduria.
Non credo valga la pena far chiudere questo racconto con una vera e propria conclusione: dopo aver raccontato una partita del genere, non c’è davvero nient’altro da dire.