03/05/2018

Salvate il soldato Cancelo

Inter - Juventus non porta con sé soltanto insonnia, incubi, polemiche ma anche l'inevitabile timore di una smobilitazione a fine stagione.

L'ormai praticamente definitiva assenza dalla Champions League, se la memoria non inganna dovrebbe essere la settima consecutiva, e i derivanti mancati introiti, fanno sì che anche quest'anno ci troveremo davanti al famoso AUTOFINANZIAMENTO.

Il fatto che ci siano squadre che fanno quello che vogliono, mentre proprio l'Inter deve contare ogni centesimo, resta ancora difficile da mandar giù, ma sembra proprio che quest'anno Suning dovrà avere moltissima fantasia per illudere e scaldare gli animi di una piazza ormai in vistoso declino.

Non tanto per i tifosi (Proprio oggi si apre la campagna abbonamenti e nonostante tutto la tifoseria continua a regalare record di presenze e di incassi) quanto per un progetto sportivo che nonostante i proclami stenta a decollare.
La trasformazione in una di quelle squadre che ogni anno devono cedere 1-2 pezzi pregiati per tirare a campare è l'ultima delle aspettative di un popolo che meno di una settimana fa ha portato 80.000 persone a San Siro, per assistere a quello a cui ha dovuto assistere.

In 90 minuti un condensato di tutta la situazione attuale: La partenza timorosa e fragile, il gol subito,  l'ingenuità (bisogna dirlo) di Vecino e l'Orsato Show. Poi l'intervallo, l'orgoglio e una reazione quasi rabbiosa, furiosa, fino a un centimetro dall'impresa.

In 5 minuti tutta la storia dell'Inter contemporanea, le sue due facce, la differenza tra quello che vorrebbe essere e quello che è.

Perché dobbiamo scegliere tra Colui Che Non Deve Essere Nominato e il bidone Dalbert, mentre Allegri butta in campo con nonchalance prima Dybala e poi Bernardeschi?

Ci troviamo con una squadra non abbastanza forte per competere ai livelli a cui dovrebbe, ma che non si può rinforzare finché non raggiunge proprio quegli obiettivi.
Servono giocatori forti per qualificarci, ma non qualificandoci non possiamo prenderli, anzi dobbiamo vendere gli unici buoni che abbiamo.
E poi chi convinci a venire, senza Champions, senza un vero progetto?
Rischia di diventare un circolo infinito, nauseabondo e ripetitivo. Anche quando ci arrivi vicino, come quest'anno, bisogna ripartire da zero.

Come colmare un gap con le altre, se si è costretti a navigare a vista? Se nemmeno a gennaio, in piena corsa, ricevi quella boccata di ossigeno necessaria? In tutti questi anni non ci sono mai state due stagioni consecutive in crescita. Si è sempre andati avanti a casaccio, mentre le altre programmavano.

A inizio anno si parlava di una "stagione fortunata" della Lazio, ma con il 4° posto loro a differenza nostra sarebbero in grado di tenere qualche pezzo pregiato, di rinforzarsi, di diventare una piccola grande realtà. Un po' come è successo alla Roma, che anno dopo anno, tra mosse giuste e sbagliate, si è ritrovata a contendersi un posto in finale di Champions.
Il modello virtuoso delle romane, in confronto al nostro così altisonante e alla lunga anche un po' ridicolo.
Insomma in tutti questi anni con la missione di "colmare il gap" è successo ciò che era più prevedibile, cioè che le altre non se ne sono state con le mani in mano, ma ovviamente hanno lavorato a testa bassa migliorando sempre di più.

Ecco dunque che il tempo stringe, e le risorse vanno impiegate al meglio per cercare di realizzare qualcosa di importante e per non subire un ridimensionamento drammatico.

La "notizia" del giorno? Il probabile addio di Cancelo. 

10 milioni di differenza tra i 25 di Kondogbia e i 35 del portoghese. 10 milioni che ormai nel mondo del calcio sono una banalità, a disposizione di praticamente chiunque, potrebbero farci perdere il miglior terzino passato da queste parti negli ultimi anni.

Il Valencia che si ritrova con offerte milionarie per Kondo, e offerte milionarie per lo stesso Cancelo (Non si è capito perché non possiamo almeno riscattarlo noi e rivenderlo).
Significa per gli spagnoli possibili cessioni da 100 milioni, senza aver speso praticamente nulla, mentre noi ce ne stiamo a guardare per 10 milioni.

Non siamo sulla strada giusta.

Salvate il soldato Cancelo

Inter - Juventus non porta con sé soltanto insonnia, incubi, polemiche ma anche l'inevitabile timore di una smobilitazione a fine stagione.

L'ormai praticamente definitiva assenza dalla Champions League, se la memoria non inganna dovrebbe essere la settima consecutiva, e i derivanti mancati introiti, fanno sì che anche quest'anno ci troveremo davanti al famoso AUTOFINANZIAMENTO.

Il fatto che ci siano squadre che fanno quello che vogliono, mentre proprio l'Inter deve contare ogni centesimo, resta ancora difficile da mandar giù, ma sembra proprio che quest'anno Suning dovrà avere moltissima fantasia per illudere e scaldare gli animi di una piazza ormai in vistoso declino.

Non tanto per i tifosi (Proprio oggi si apre la campagna abbonamenti e nonostante tutto la tifoseria continua a regalare record di presenze e di incassi) quanto per un progetto sportivo che nonostante i proclami stenta a decollare.
La trasformazione in una di quelle squadre che ogni anno devono cedere 1-2 pezzi pregiati per tirare a campare è l'ultima delle aspettative di un popolo che meno di una settimana fa ha portato 80.000 persone a San Siro, per assistere a quello a cui ha dovuto assistere.

In 90 minuti un condensato di tutta la situazione attuale: La partenza timorosa e fragile, il gol subito,  l'ingenuità (bisogna dirlo) di Vecino e l'Orsato Show. Poi l'intervallo, l'orgoglio e una reazione quasi rabbiosa, furiosa, fino a un centimetro dall'impresa.

In 5 minuti tutta la storia dell'Inter contemporanea, le sue due facce, la differenza tra quello che vorrebbe essere e quello che è.

Perché dobbiamo scegliere tra Colui Che Non Deve Essere Nominato e il bidone Dalbert, mentre Allegri butta in campo con nonchalance prima Dybala e poi Bernardeschi?

Ci troviamo con una squadra non abbastanza forte per competere ai livelli a cui dovrebbe, ma che non si può rinforzare finché non raggiunge proprio quegli obiettivi.
Servono giocatori forti per qualificarci, ma non qualificandoci non possiamo prenderli, anzi dobbiamo vendere gli unici buoni che abbiamo.
E poi chi convinci a venire, senza Champions, senza un vero progetto?
Rischia di diventare un circolo infinito, nauseabondo e ripetitivo. Anche quando ci arrivi vicino, come quest'anno, bisogna ripartire da zero.

Come colmare un gap con le altre, se si è costretti a navigare a vista? Se nemmeno a gennaio, in piena corsa, ricevi quella boccata di ossigeno necessaria? In tutti questi anni non ci sono mai state due stagioni consecutive in crescita. Si è sempre andati avanti a casaccio, mentre le altre programmavano.

A inizio anno si parlava di una "stagione fortunata" della Lazio, ma con il 4° posto loro a differenza nostra sarebbero in grado di tenere qualche pezzo pregiato, di rinforzarsi, di diventare una piccola grande realtà. Un po' come è successo alla Roma, che anno dopo anno, tra mosse giuste e sbagliate, si è ritrovata a contendersi un posto in finale di Champions.
Il modello virtuoso delle romane, in confronto al nostro così altisonante e alla lunga anche un po' ridicolo.
Insomma in tutti questi anni con la missione di "colmare il gap" è successo ciò che era più prevedibile, cioè che le altre non se ne sono state con le mani in mano, ma ovviamente hanno lavorato a testa bassa migliorando sempre di più.

Ecco dunque che il tempo stringe, e le risorse vanno impiegate al meglio per cercare di realizzare qualcosa di importante e per non subire un ridimensionamento drammatico.

La "notizia" del giorno? Il probabile addio di Cancelo. 

10 milioni di differenza tra i 25 di Kondogbia e i 35 del portoghese. 10 milioni che ormai nel mondo del calcio sono una banalità, a disposizione di praticamente chiunque, potrebbero farci perdere il miglior terzino passato da queste parti negli ultimi anni.

Il Valencia che si ritrova con offerte milionarie per Kondo, e offerte milionarie per lo stesso Cancelo (Non si è capito perché non possiamo almeno riscattarlo noi e rivenderlo).
Significa per gli spagnoli possibili cessioni da 100 milioni, senza aver speso praticamente nulla, mentre noi ce ne stiamo a guardare per 10 milioni.

Non siamo sulla strada giusta.

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