16/12/2017

Niente Paura

Cari amici di Ranocchiate, prima o poi doveva succedere, giusto?

Beh, è accaduto: abbiamo appena perso la prima partita di questo campionato.

E si, è successo con l’Udinese, non esattamente una delle big di questo campionato.

Ci si aspettava una evoluzione dopo il pareggio di Torino, ma non è andata così: abbiamo raggiunto l’apice per poi afflosciarci senza alcuna giustificazione; perché passi la partita col Pordenone – considerato che quasi tutti i giocatori in campo avevano avuto poco spazio fino a quel momento – ma oggi in campo c’erano i titolari.

La sventura in questi casi, si sa, è dietro l’angolo: in questo caso è alta 1 metro e tante buone intenzioni, è indonesiano e risponde al nome di Erick Thohir.
Ora, io sono uno di quelli che non ha mai voluto credere alla maledizione di Ramsey ad esempio, ma certe coincidenze cominciano a diventare troppo strane: sono felice del fatto che il gallese sia riuscito a continuare a segnare senza “uccidere” più nessuno, ma qua la situazione con Thohir sta sfuggendo di mano; ogni qual volta è stato allo stadio, forze sovrannaturali ci hanno impedito di rendere in campo come al solito.

Gli 11 scelti da Big Luciano per questo match sono gli stessi scesi in campo allo Stadium la scorsa settimana: riconfermato sulla trequarti Brozovic, perché sebbene ultimamente sia sceso in campo senza mai giocare davvero, con lui tutto questo non conta.

Non è un giocatore come gli altri, lui: la roulette croata più epica della storia interista può decidere la partita da un momento all’altro, così come da un momento all’altro potrebbe decidere di concedersi una delle sue classiche passeggiate riflessive.

Inizia la partita e arriva subito il primo ostacolo: la mia connessione internet funziona male.
Cerco di farla ripartire, ci riesco dopo qualche minuto e noto, quasi in contemporanea, che l’Udinese era in vantaggio ed Icardi stava siglando il gol dell’1-1: non ero così confuso da quella volta che non sapevo fare nessun esempio perché ero troppo confuso.

Insomma, per 30 secondi buoni non c’ho capito una ceppa.

A quanto pare nel giro di poco Santon ha fatto una giocata degna dei bei vecchi tempi in cui si era dimenticato come si giocasse a pallone favorendo il gol di Lasagna, uno di quelli che magari in generale non segna tantissimo, ma con noi è più inesorabile del Fisco.

Ma Mauro ha pareggiato subito i conti su assist al bacio di Candreva, per cui alla fine chissene.
Alla fine del primo tempo, il risultato è fermo sull’1-1, ma eravamo riusciti a dominare per larghi tratti. Già, eravamo.

Perché poi è accaduta una di quelle cose da Pazza Inter: il tranquillo film che stavamo guardando si è trasformato in un horror.

Santon – si, ancora lui, bello de zio – intercetta un cross disperato di Widmer col braccio: VAR in azione, nessun dubbio, è calcio di rigore per l’Udinese e De Paul porta l’Udinese sull’1-2. Si vede che oggi Davidino era in giornata.

Da lì in poi ci abbiamo anche provato, ma alcune volte bisogna accettare che certe cose vadano come sono destinate ad andare.
La “prova provata” ce la consegna Barak – ovvero il classico giocatore uscito praticamente dal nulla che puntualmente in queste occasioni ci castiga – riuscendo a spiazzare completamente Handanovic su una deviazione ravvicinata perché…beh, perché l’ha presa male.

1-3, senza appello.

Allo stato attuale delle cose, non c’è da farne un dramma: perdere la prima partita di questo campionato alla 17a giornata non è esattamente una di quelle cose di cui vergognarsi.
E’ una sconfitta e a nessuno piace perdere, ma sono questi i momenti utili per capire in cosa potremmo migliorare, di modo di non ripetere gli stessi errori fra una settimana al Mapei Stadium.

 

Dobbiamo dimostrare di tenerci davvero. E chi ci tiene davvero, non molla mai.

Niente Paura

Cari amici di Ranocchiate, prima o poi doveva succedere, giusto?

Beh, è accaduto: abbiamo appena perso la prima partita di questo campionato.

E si, è successo con l’Udinese, non esattamente una delle big di questo campionato.

Ci si aspettava una evoluzione dopo il pareggio di Torino, ma non è andata così: abbiamo raggiunto l’apice per poi afflosciarci senza alcuna giustificazione; perché passi la partita col Pordenone – considerato che quasi tutti i giocatori in campo avevano avuto poco spazio fino a quel momento – ma oggi in campo c’erano i titolari.

La sventura in questi casi, si sa, è dietro l’angolo: in questo caso è alta 1 metro e tante buone intenzioni, è indonesiano e risponde al nome di Erick Thohir.
Ora, io sono uno di quelli che non ha mai voluto credere alla maledizione di Ramsey ad esempio, ma certe coincidenze cominciano a diventare troppo strane: sono felice del fatto che il gallese sia riuscito a continuare a segnare senza “uccidere” più nessuno, ma qua la situazione con Thohir sta sfuggendo di mano; ogni qual volta è stato allo stadio, forze sovrannaturali ci hanno impedito di rendere in campo come al solito.

Gli 11 scelti da Big Luciano per questo match sono gli stessi scesi in campo allo Stadium la scorsa settimana: riconfermato sulla trequarti Brozovic, perché sebbene ultimamente sia sceso in campo senza mai giocare davvero, con lui tutto questo non conta.

Non è un giocatore come gli altri, lui: la roulette croata più epica della storia interista può decidere la partita da un momento all’altro, così come da un momento all’altro potrebbe decidere di concedersi una delle sue classiche passeggiate riflessive.

Inizia la partita e arriva subito il primo ostacolo: la mia connessione internet funziona male.
Cerco di farla ripartire, ci riesco dopo qualche minuto e noto, quasi in contemporanea, che l’Udinese era in vantaggio ed Icardi stava siglando il gol dell’1-1: non ero così confuso da quella volta che non sapevo fare nessun esempio perché ero troppo confuso.

Insomma, per 30 secondi buoni non c’ho capito una ceppa.

A quanto pare nel giro di poco Santon ha fatto una giocata degna dei bei vecchi tempi in cui si era dimenticato come si giocasse a pallone favorendo il gol di Lasagna, uno di quelli che magari in generale non segna tantissimo, ma con noi è più inesorabile del Fisco.

Ma Mauro ha pareggiato subito i conti su assist al bacio di Candreva, per cui alla fine chissene.
Alla fine del primo tempo, il risultato è fermo sull’1-1, ma eravamo riusciti a dominare per larghi tratti. Già, eravamo.

Perché poi è accaduta una di quelle cose da Pazza Inter: il tranquillo film che stavamo guardando si è trasformato in un horror.

Santon – si, ancora lui, bello de zio – intercetta un cross disperato di Widmer col braccio: VAR in azione, nessun dubbio, è calcio di rigore per l’Udinese e De Paul porta l’Udinese sull’1-2. Si vede che oggi Davidino era in giornata.

Da lì in poi ci abbiamo anche provato, ma alcune volte bisogna accettare che certe cose vadano come sono destinate ad andare.
La “prova provata” ce la consegna Barak – ovvero il classico giocatore uscito praticamente dal nulla che puntualmente in queste occasioni ci castiga – riuscendo a spiazzare completamente Handanovic su una deviazione ravvicinata perché…beh, perché l’ha presa male.

1-3, senza appello.

Allo stato attuale delle cose, non c’è da farne un dramma: perdere la prima partita di questo campionato alla 17a giornata non è esattamente una di quelle cose di cui vergognarsi.
E’ una sconfitta e a nessuno piace perdere, ma sono questi i momenti utili per capire in cosa potremmo migliorare, di modo di non ripetere gli stessi errori fra una settimana al Mapei Stadium.

 

Dobbiamo dimostrare di tenerci davvero. E chi ci tiene davvero, non molla mai.

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