Mio padre è sempre stato scaramantico e, con il tempo, è riuscito a contagiare anche me.
Quando ancora non esistevano Sky, tantomeno gli smartphone e noi non potevamo permetterci Telepiù le scelte per tenersi informati erano due: la diritta di Qui Studio Voi Stadio (QSVS) oppure il Televideo.
La seconda di queste scelte, nel caso in cui rincasassimo a partita finita, prevedeva un rituale studiato per scoprire il risultato.
Si andava sul televideo della RAI e si inseriva il canale della partita. In quello stesso momento si estraeva una copertina che coprisse l'intero schermo della televisione. Per prima cosa si scopriva il risultato della squadra avversaria e, solo in seguito, quello della nostra Inter.
Questo crudele rituale è stato uno dei leitmotiv della mia infanzia. Poi sono arrivate le pay tv e la possibilità di guardarsele effettivamente le partite.
Ma mio padre ha sempre mantenuto la sua indole scaramantica.
Per questa ragione non mi sono stupito quando domenica, al 65', mi ha guardato e mi ha detto "Spegniamo. Me la sento che se spegniamo la vinciamo. Fidati."
La mia risposta è stata chiara:
"Ma smettila! Non ricominciare con certe storie."
Sulle prime non ho voluto sentire ragioni, ma dieci minuti dopo mio padre mi ha strappato il telecomando dalle mani e ha spento.
Me ne sono andato in camera borbottando, promettendogli che se non fosse andata così lo avrei randellato severamente.
E niente. Abbiamo riacceso e sappiamo tutti com'è andata. Non abbiamo nemmeno vinto 1-0, ma 3-0. Quasi che qualche entità abbia voluto rendere evidente quanto mio padre avesse ragione.