24/04/2022

Inter - Roma, il Pagellone dell’amore infinito

HANDANOVIC 6 –
“Allora, Samir, ci siamo capiti, vero?”
“Ma è sciuro, Mister?”
“Maaaa, io penso cheeee...scusa Samir, ormai mi parte in automatico.
Sì, fai come ti dico io, ogni volta che la Roma si trova nella nostra trequarti, alza la mano verso l’arbitro e protesti.”
“Ma protesto per cosa, esattamente, Mister?”
“Ma qualsiasi cosa guarda: falli, fuorigioco, il sole negli occhi, il vento nei capelli, la Gatorade troppo calda, fai tu, improvvisa. Così mettiamo tutti d’accordo. Mi raccomando il braccio alzato”
“Come quando esco con i pugni?”
“Ecco, sì, tipo quello.”

E così Samir è tutto pronto a protestare ad ogni minima avanzata avversaria.
Aspetta un minuto, aspetta cinque minuti, dopo un quarto d’ora è ancora lì che attende l’occasione giusta, ma nessuno si profila all’orizzonte. Allora finisce per scordarsi e quando all’85’ Mikhyt... no aspè Mykith.. insomma avete capito (lo saprà scrivere aRmeno lui?) quando MikyCoso segna, Handa si scorda di alzare il braccio, e Sozza, nonostante sia un arbitro amico, convalida il gol.
Aveva ragione Pioli.

SKRINIAR 7.5 – Nei primi minuti Abraham si permette di dribblarlo. Con annesso colpo di tacco.
Skri lo fulmina con lo sguardo e da allora il centravantone giallorosso capisce il suo posto e non si azzarda più. Anzi, per stare sicuro, non tocca manco più il pallone.
Se a Samir va dato il merito di aver inventato la parata laser, Skri è l’ideatore dello sguardo di ghiaccio, che manda fuori causa gli attaccanti avversari senza che lui debba nemmeno intervenire.
E quando proprio deve, fanno la fine di Ibanez che viene scaraventato nella stratosfera ed è ancora lì a girare assieme alla stazione spaziale internazionale.

DE VRIJ 6.5 – Se nel derby gli era toccato seguire Giroud ovunque e fargli fare la fine dell’uomo invisibile, questa volta gli tocca il lungagnone della Roma, al quale tocca lo stesso destino.
Ogni tanto gli scappa Pellegrini, ma è difficile stargli dietro mentre hai Abraham in tasca.

DIMARCO 8 –
“Dai, Fede, famo di nuovo er trucco!”
“Ma Mister Farris, ormai lo conoscono tutti!”
“DAMME RETTA, TRANQUILLO CHE CE CASCHENO”
“E va bene, dai, famo sto trucco, dai”.
E così Dimarco parte di nuovo come terzo centrale, per poi giocare come centrocampista aggiunto, attaccante estemporaneo e battitore di calci piazzati.
Col suo piedino educato, è coinvolto in tutte le nostre azioni offensive, ma rispetto al suo solito è anche autore di un paio di interventi difensivi niente male.
Esce per far posto a Sandrino dopo aver circumnavigato tre volte l’Africa senza passare dallo stretto di Suez.
Assieme a Brozo, Mbare e Perry, si candida al ruolo di “DiciottoPolmoni”.

FIFINO 8.5 – Non era cominciata benissimo, centrocampo bloccato, fasce intasate e nessun posto dove far correre l’aratro.
Ma Fifino nostro non è uno che si lascia scoraggiare: e così al 30’, quando Lauti fa la sponda e Dzeko fa il regista, sul lancio di Calha tocca a lui fare il centravanti.
Evita il fuorigico e pure l’intervento di Rui Patricio, facendogli passare il pallone sotto le gambe.
Mentre i telecronisti di Dazn speravano nel fuorigioco, Fifino già sapeva che il gol era regolare, perchè con il suo dolce sguardo da cyborg aveva calcolato tutte le distanze (nella semifinale di Coppa Italia, sarebbe bastato chiedere a Denzel e ci saremmo evitati un sacco di polemiche).
Il povero Zalewski prova a stargli dietro e deve uscire stremato a dieci minuti dalla fine; se fosse andato in madrepatria a piedi avrebbe faticato di meno.

BARELLA 7.5 –
PER SEMPRE TI CHIAMERO’
TROTTOLINO AMOROSO
E DUDU’ DADADA’ IL TUO NOME SARAAAA’

Scusate la citazione da boomer, ma sono troppo contento che TROTTOLINO sia tornato ai livelli di gennaio. Scorazza per tutto il campo fermando gli avversari e ripartendo al triplo della velocità, mentre porta una capricciosa al tavolo 15 e due birre medie al 27.

BROZOVIC 10 – Nonostante abbia almeno due giallorossi addosso, Brozo dipinge calcio mentre sbraccia, pensa alla prossima partita di freccette e sogna ad occhi aperti pane e salame.
Al 39’ riceve da Perry e semina il panico nell’area avversaria. Questa volte invece che due, ne ha addosso 4. Ovviamente Marcelo non si scompone e fa la cosa più epica di tutte: la mette all’incrocio con la naturalezza che io non ho nemmeno quando faccio colazione.
A questo punto il giudizio potrebbe concludersi qui, ma come dice Padre Darmian, nei momenti di esaltazione è bene ricordarsi dei nostri periodi bui, ed allora devo confessare a tutti i fratelli nerazzurri e ranocchiosi che l’11 febbraio 2018, quando San Siro fischiava Brozo al momento della sua sostituzione con Karamoh (a proposito, che fine ha fatto il nostro MITT preferito?), io avrei voluto con tutto il mio cuore che Epic fosse andato a Siviglia qualche settimana prima.
Ci saremmo persi anni di sbracciate, sbuffi, duetti con Mbare e capolavori come quello di oggi.
Che Padre Darmian abbia pietà di me!

CALHANOGLU 10+ – Che la croccantezza della cialda stesse ritornando quella di un tempo si era già capito da qualche partita.
Però chi si sarebbe aspettato che oggi Calha avrebbe:
fatto il primo tiro in porta, quasi piegando le mani a Rui Patricio
fornito due assist (finora 10 in totale, di cui 7 su corner)
compiuto interventi difensivi che fomenterebbero pure una famiglia di bradipi in letargo
causato innumerevoli casi di epatite fulminante aldilà del Naviglio.
Qui siamo oltre la croccantezza, questa è poesia.

PERISIC 7 –
Con Dimarco a fare gli straordinari sulla fascia, Perry per una volta si limita a percorrere solo 18 Km invece dei soliti 180.
E’ ormai entrato in una fase di maturità così avanzata che gode anche nel vedere protagonisti gli altri. Nonostante questo, firma comunque l’assist per il 2 a 0 di Brozo, ma con umiltà, senza farsi troppo notare.
Non siamo ancora ai livelli di “un Santo, un Apostolo” di fantozziana memoria, ma poco ci manca.
Allora, Steven, #RINNOV? Io gli firmerei un assegno in bianco, tanto che te frega, poi non paghiamo gli stipendi...

DZEKO 6 – Dopo i gol contro la sua ex squadra segnati nella gara di andata e nei quarti di Coppa Italia, in molti ci aspettavamo il tris del Cigno.
E invece Edin è apparso un po’ sottotono, un poco più lento di quello che normalmente è, cioè quasi fermo.
Saranno le partite ravvicinate, sarà stato il trattamento riservatogli da Smalling, ma soprattutto crediamo sia stata l’età.
Del resto a 36 anni non tutti sono come gli eterni Giroud e Ibra, dei inossidabili che segnano valanghe di gol ed appaiono indistruttibili.
Come dite, i due dei del pallone sono ad otto gol ed il Cigno è a 13? Ed in più Ibra è sempre infortunato e sull’orlo del licenziamento?
Ma Trevisani e Cravero lo sanno? Ecco, non diteglielo, che di fegati da trapiantare non ne sono rimasti molti.

LAUTARO 9 – Lo abbiamo capito ormai che il Toro è fatto così: ci sono periodi in cui non segna nemmeno a un metro dalla porta, ci sono altri momenti quando invece potrebbe giocare pure bendato e farebbe una tripletta. Pare che ora sia nel periodo buono, ed è imprendibile per le difese avversarie, anche per i migliori centrali del mondo, quelli che non prendevano gol da millenni. Certo, se poi Ibanez e Smalling si ostacolano e lo lasciano libero di incornare, è ancora più letale.
A Lauti non piacciono le voci che girano ultimamente, sul presunto interesse dell’Atletico nei suoi confronti. Ormai si trova bene a Milano e non gli va di ricominciare da capo.
Specialmente ora che Nina ha imparato a calciare il pallone e a dire le prime paroline, tipo
“Para, Me’nàn!”

BASTONI 7 –
Entra per prendere il posto di Dimarco, esausto.
Un cambio tra bimbi. E come si dice ai bambini, Genitore 1 Skri e Genitore 2 Stefan gli danno un compito preciso:
“Sandrino, mettiti qui e non fare passare nessuno.”
“Nemmeno se suonano il citofono?”
“Nemmeno”
“E se chiedono per favore?”
“Neanche”

E così, quando passa dalle sue parti Carles Perez, Sandrino obbedisce alle consegne.

“Hola, Sandrino, quiero passar de aqui”
“Non posso, signor Carles, poi Genitore 1 Skri si arrabbia”
“Por favor, Sandrino...”
“Mi dispiace, signor Carles, ora dovrò fermarti”
SDONG!

CORREA 6 –
Se Lauti ormai segna pure bendato, la nostra lontra non prende la porta nemmeno con le mani. E anche quando la prende, tira addosso a Rui Patricio da circa 30 centimetri. Ma è solo perchè vuole evitare il rischio goleada, vi ricordate com’è andata dopo il 5 a 0 contro la Salernitana?

GOSENS 6 – Quando all’esordio con la tua nuova squadra fai un assist per Dzeko, e poi all’esordio in un derby segni dopo nemmeno 10 minuti dall’ingresso in campo, ti aspetteresti di cominciare a giocare qualche partita dall’inizio.
Peccato che nel tuo stesso ruolo giochi il migliore laterale sinistro in circolazione (no, signor Trevisani, non stiamo parlando di Theo, sorry).

GAGLIARDINI 100000 – Scusaci Gaglia, non ti abbiamo mai capito in tutti questi anni.
Costretto a fare umile lavoro di interdizione, colpi di testa e calci nelle caviglie, quando in realtà sei un fantasista, tutto sombrero e scatti in velocità.
Visto che Immobile e Insigne in Nazionale sembrano non ingranare, lancerei una campagna per convincere Mr. Mancini:
#RIPARTIAMODAROBY!

SANCHEZ meglio che che non lo dico –
“Hey, amigo, esto 3 a 0 es un poquito noioso”
“NUN CE PROVA’, ALEXIS!”
“Ma Mr. Farris, solo por ravivàr el partido...”
“ALEEX!”

Niente da fare, nemmeno due minuti in campo e parte il primo retropassaggio letale, con inevitabile gol della Roma.
Dopo neanche 3 minuti, secondo retropassaggio, stavolta in area, per fortuna ci salviamo dal gol che avrebbe rimesso tutto in discussione.

A quel punto Farris, consapevole che le parole possono poco con Alexini, si affida al linguaggio dei segni.
Tira fuori un coltello a serramanico, seguito dalla foto della Lamborghini di Alex.
Quando si dice che un’immagine può più di mille parole.

MISTER SIMO 8 – Tutti ad elogiare l’inserimento di Dimarco dall’inizio, o nelle partite precedenti il ruolo di Correa o quello di Calhanoglu.
La verità è che in questo momento Simo potrebbe schierare pure Pluto e Pippo (non il fratello, o forse sì, anche il fratello) e le cose girerebbero comunque dalla parte giusta.
Noi non dimentichiamo però il periodo buio, quando non si segnava nemmeno con le mani mentre a QUELLILLA’ entravano pure le scarpate di Bennacer.
Noi gli siamo stati vicini quando tutti gli davano addosso e lo avrebbero sostituito con il primo venuto (per poi sbranarlo alla prima occasione).
Allora fatecelo coccolare adesso, continueremo a sostenerlo comunuqe vadano le cose.

BONUS TRACK


JOSE Non ci sono numeri sufficienti nell’insieme dei numeri reali o immaginari –
In conferenza stampa post-partita dice due cose molto semplici:
"l’Inter è stata più forte ed ha vinto meritatamente.
io amo l’Inter e l’Inter ama me."
Come si fa a non amarlo, abituati ad altri che tirano in ballo complotti e compensazioni? Anche se non ci fosse stato tutto quello che c’è stato, lo adoreremmo comunque.
Ma il passato non si cancella, ed allora non riusciamo ad esprimere nè a parole, nè con i numeri tutto quello che proviamo per lui.

JOSE MOURINHO
LA LA LA LA LA LA...

Inter - Roma, il Pagellone dell’amore infinito 1 Ranocchiate

Inter - Roma, il Pagellone dell’amore infinito

HANDANOVIC 6 –
“Allora, Samir, ci siamo capiti, vero?”
“Ma è sciuro, Mister?”
“Maaaa, io penso cheeee...scusa Samir, ormai mi parte in automatico.
Sì, fai come ti dico io, ogni volta che la Roma si trova nella nostra trequarti, alza la mano verso l’arbitro e protesti.”
“Ma protesto per cosa, esattamente, Mister?”
“Ma qualsiasi cosa guarda: falli, fuorigioco, il sole negli occhi, il vento nei capelli, la Gatorade troppo calda, fai tu, improvvisa. Così mettiamo tutti d’accordo. Mi raccomando il braccio alzato”
“Come quando esco con i pugni?”
“Ecco, sì, tipo quello.”

E così Samir è tutto pronto a protestare ad ogni minima avanzata avversaria.
Aspetta un minuto, aspetta cinque minuti, dopo un quarto d’ora è ancora lì che attende l’occasione giusta, ma nessuno si profila all’orizzonte. Allora finisce per scordarsi e quando all’85’ Mikhyt... no aspè Mykith.. insomma avete capito (lo saprà scrivere aRmeno lui?) quando MikyCoso segna, Handa si scorda di alzare il braccio, e Sozza, nonostante sia un arbitro amico, convalida il gol.
Aveva ragione Pioli.

SKRINIAR 7.5 – Nei primi minuti Abraham si permette di dribblarlo. Con annesso colpo di tacco.
Skri lo fulmina con lo sguardo e da allora il centravantone giallorosso capisce il suo posto e non si azzarda più. Anzi, per stare sicuro, non tocca manco più il pallone.
Se a Samir va dato il merito di aver inventato la parata laser, Skri è l’ideatore dello sguardo di ghiaccio, che manda fuori causa gli attaccanti avversari senza che lui debba nemmeno intervenire.
E quando proprio deve, fanno la fine di Ibanez che viene scaraventato nella stratosfera ed è ancora lì a girare assieme alla stazione spaziale internazionale.

DE VRIJ 6.5 – Se nel derby gli era toccato seguire Giroud ovunque e fargli fare la fine dell’uomo invisibile, questa volta gli tocca il lungagnone della Roma, al quale tocca lo stesso destino.
Ogni tanto gli scappa Pellegrini, ma è difficile stargli dietro mentre hai Abraham in tasca.

DIMARCO 8 –
“Dai, Fede, famo di nuovo er trucco!”
“Ma Mister Farris, ormai lo conoscono tutti!”
“DAMME RETTA, TRANQUILLO CHE CE CASCHENO”
“E va bene, dai, famo sto trucco, dai”.
E così Dimarco parte di nuovo come terzo centrale, per poi giocare come centrocampista aggiunto, attaccante estemporaneo e battitore di calci piazzati.
Col suo piedino educato, è coinvolto in tutte le nostre azioni offensive, ma rispetto al suo solito è anche autore di un paio di interventi difensivi niente male.
Esce per far posto a Sandrino dopo aver circumnavigato tre volte l’Africa senza passare dallo stretto di Suez.
Assieme a Brozo, Mbare e Perry, si candida al ruolo di “DiciottoPolmoni”.

FIFINO 8.5 – Non era cominciata benissimo, centrocampo bloccato, fasce intasate e nessun posto dove far correre l’aratro.
Ma Fifino nostro non è uno che si lascia scoraggiare: e così al 30’, quando Lauti fa la sponda e Dzeko fa il regista, sul lancio di Calha tocca a lui fare il centravanti.
Evita il fuorigico e pure l’intervento di Rui Patricio, facendogli passare il pallone sotto le gambe.
Mentre i telecronisti di Dazn speravano nel fuorigioco, Fifino già sapeva che il gol era regolare, perchè con il suo dolce sguardo da cyborg aveva calcolato tutte le distanze (nella semifinale di Coppa Italia, sarebbe bastato chiedere a Denzel e ci saremmo evitati un sacco di polemiche).
Il povero Zalewski prova a stargli dietro e deve uscire stremato a dieci minuti dalla fine; se fosse andato in madrepatria a piedi avrebbe faticato di meno.

BARELLA 7.5 –
PER SEMPRE TI CHIAMERO’
TROTTOLINO AMOROSO
E DUDU’ DADADA’ IL TUO NOME SARAAAA’

Scusate la citazione da boomer, ma sono troppo contento che TROTTOLINO sia tornato ai livelli di gennaio. Scorazza per tutto il campo fermando gli avversari e ripartendo al triplo della velocità, mentre porta una capricciosa al tavolo 15 e due birre medie al 27.

BROZOVIC 10 – Nonostante abbia almeno due giallorossi addosso, Brozo dipinge calcio mentre sbraccia, pensa alla prossima partita di freccette e sogna ad occhi aperti pane e salame.
Al 39’ riceve da Perry e semina il panico nell’area avversaria. Questa volte invece che due, ne ha addosso 4. Ovviamente Marcelo non si scompone e fa la cosa più epica di tutte: la mette all’incrocio con la naturalezza che io non ho nemmeno quando faccio colazione.
A questo punto il giudizio potrebbe concludersi qui, ma come dice Padre Darmian, nei momenti di esaltazione è bene ricordarsi dei nostri periodi bui, ed allora devo confessare a tutti i fratelli nerazzurri e ranocchiosi che l’11 febbraio 2018, quando San Siro fischiava Brozo al momento della sua sostituzione con Karamoh (a proposito, che fine ha fatto il nostro MITT preferito?), io avrei voluto con tutto il mio cuore che Epic fosse andato a Siviglia qualche settimana prima.
Ci saremmo persi anni di sbracciate, sbuffi, duetti con Mbare e capolavori come quello di oggi.
Che Padre Darmian abbia pietà di me!

CALHANOGLU 10+ – Che la croccantezza della cialda stesse ritornando quella di un tempo si era già capito da qualche partita.
Però chi si sarebbe aspettato che oggi Calha avrebbe:
fatto il primo tiro in porta, quasi piegando le mani a Rui Patricio
fornito due assist (finora 10 in totale, di cui 7 su corner)
compiuto interventi difensivi che fomenterebbero pure una famiglia di bradipi in letargo
causato innumerevoli casi di epatite fulminante aldilà del Naviglio.
Qui siamo oltre la croccantezza, questa è poesia.

PERISIC 7 –
Con Dimarco a fare gli straordinari sulla fascia, Perry per una volta si limita a percorrere solo 18 Km invece dei soliti 180.
E’ ormai entrato in una fase di maturità così avanzata che gode anche nel vedere protagonisti gli altri. Nonostante questo, firma comunque l’assist per il 2 a 0 di Brozo, ma con umiltà, senza farsi troppo notare.
Non siamo ancora ai livelli di “un Santo, un Apostolo” di fantozziana memoria, ma poco ci manca.
Allora, Steven, #RINNOV? Io gli firmerei un assegno in bianco, tanto che te frega, poi non paghiamo gli stipendi...

DZEKO 6 – Dopo i gol contro la sua ex squadra segnati nella gara di andata e nei quarti di Coppa Italia, in molti ci aspettavamo il tris del Cigno.
E invece Edin è apparso un po’ sottotono, un poco più lento di quello che normalmente è, cioè quasi fermo.
Saranno le partite ravvicinate, sarà stato il trattamento riservatogli da Smalling, ma soprattutto crediamo sia stata l’età.
Del resto a 36 anni non tutti sono come gli eterni Giroud e Ibra, dei inossidabili che segnano valanghe di gol ed appaiono indistruttibili.
Come dite, i due dei del pallone sono ad otto gol ed il Cigno è a 13? Ed in più Ibra è sempre infortunato e sull’orlo del licenziamento?
Ma Trevisani e Cravero lo sanno? Ecco, non diteglielo, che di fegati da trapiantare non ne sono rimasti molti.

LAUTARO 9 – Lo abbiamo capito ormai che il Toro è fatto così: ci sono periodi in cui non segna nemmeno a un metro dalla porta, ci sono altri momenti quando invece potrebbe giocare pure bendato e farebbe una tripletta. Pare che ora sia nel periodo buono, ed è imprendibile per le difese avversarie, anche per i migliori centrali del mondo, quelli che non prendevano gol da millenni. Certo, se poi Ibanez e Smalling si ostacolano e lo lasciano libero di incornare, è ancora più letale.
A Lauti non piacciono le voci che girano ultimamente, sul presunto interesse dell’Atletico nei suoi confronti. Ormai si trova bene a Milano e non gli va di ricominciare da capo.
Specialmente ora che Nina ha imparato a calciare il pallone e a dire le prime paroline, tipo
“Para, Me’nàn!”

BASTONI 7 –
Entra per prendere il posto di Dimarco, esausto.
Un cambio tra bimbi. E come si dice ai bambini, Genitore 1 Skri e Genitore 2 Stefan gli danno un compito preciso:
“Sandrino, mettiti qui e non fare passare nessuno.”
“Nemmeno se suonano il citofono?”
“Nemmeno”
“E se chiedono per favore?”
“Neanche”

E così, quando passa dalle sue parti Carles Perez, Sandrino obbedisce alle consegne.

“Hola, Sandrino, quiero passar de aqui”
“Non posso, signor Carles, poi Genitore 1 Skri si arrabbia”
“Por favor, Sandrino...”
“Mi dispiace, signor Carles, ora dovrò fermarti”
SDONG!

CORREA 6 –
Se Lauti ormai segna pure bendato, la nostra lontra non prende la porta nemmeno con le mani. E anche quando la prende, tira addosso a Rui Patricio da circa 30 centimetri. Ma è solo perchè vuole evitare il rischio goleada, vi ricordate com’è andata dopo il 5 a 0 contro la Salernitana?

GOSENS 6 – Quando all’esordio con la tua nuova squadra fai un assist per Dzeko, e poi all’esordio in un derby segni dopo nemmeno 10 minuti dall’ingresso in campo, ti aspetteresti di cominciare a giocare qualche partita dall’inizio.
Peccato che nel tuo stesso ruolo giochi il migliore laterale sinistro in circolazione (no, signor Trevisani, non stiamo parlando di Theo, sorry).

GAGLIARDINI 100000 – Scusaci Gaglia, non ti abbiamo mai capito in tutti questi anni.
Costretto a fare umile lavoro di interdizione, colpi di testa e calci nelle caviglie, quando in realtà sei un fantasista, tutto sombrero e scatti in velocità.
Visto che Immobile e Insigne in Nazionale sembrano non ingranare, lancerei una campagna per convincere Mr. Mancini:
#RIPARTIAMODAROBY!

SANCHEZ meglio che che non lo dico –
“Hey, amigo, esto 3 a 0 es un poquito noioso”
“NUN CE PROVA’, ALEXIS!”
“Ma Mr. Farris, solo por ravivàr el partido...”
“ALEEX!”

Niente da fare, nemmeno due minuti in campo e parte il primo retropassaggio letale, con inevitabile gol della Roma.
Dopo neanche 3 minuti, secondo retropassaggio, stavolta in area, per fortuna ci salviamo dal gol che avrebbe rimesso tutto in discussione.

A quel punto Farris, consapevole che le parole possono poco con Alexini, si affida al linguaggio dei segni.
Tira fuori un coltello a serramanico, seguito dalla foto della Lamborghini di Alex.
Quando si dice che un’immagine può più di mille parole.

MISTER SIMO 8 – Tutti ad elogiare l’inserimento di Dimarco dall’inizio, o nelle partite precedenti il ruolo di Correa o quello di Calhanoglu.
La verità è che in questo momento Simo potrebbe schierare pure Pluto e Pippo (non il fratello, o forse sì, anche il fratello) e le cose girerebbero comunque dalla parte giusta.
Noi non dimentichiamo però il periodo buio, quando non si segnava nemmeno con le mani mentre a QUELLILLA’ entravano pure le scarpate di Bennacer.
Noi gli siamo stati vicini quando tutti gli davano addosso e lo avrebbero sostituito con il primo venuto (per poi sbranarlo alla prima occasione).
Allora fatecelo coccolare adesso, continueremo a sostenerlo comunuqe vadano le cose.

BONUS TRACK


JOSE Non ci sono numeri sufficienti nell’insieme dei numeri reali o immaginari –
In conferenza stampa post-partita dice due cose molto semplici:
"l’Inter è stata più forte ed ha vinto meritatamente.
io amo l’Inter e l’Inter ama me."
Come si fa a non amarlo, abituati ad altri che tirano in ballo complotti e compensazioni? Anche se non ci fosse stato tutto quello che c’è stato, lo adoreremmo comunque.
Ma il passato non si cancella, ed allora non riusciamo ad esprimere nè a parole, nè con i numeri tutto quello che proviamo per lui.

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