14/02/2021

Inter-Lazio in cinque istantanee

Inter – Lazio o Lazio – Inter che dir si voglia, non è mai stata una partita come le altre. Se nominerete questa sfida a tutti gli interisti, la prima cosa che gli verrà in mente sarà sicuramente Ronaldo sulla panchina dell’Olimpico in un afoso pomeriggio di maggio. Sì, quel pomeriggio di maggio. Si, quell’anno: il 2002. Noi perdiamo “inspiegabilmente” 4-2, pure rimontati, la Juve vince a Udine, ed al popolo nerazzurro si genera una cicatrice che rimane lì, ben presente e dolorante ancora oggi. Una fortuna che invece, per la nuova “Generazione Z” (Z di Zhang), Lazio – Inter combaci con l’incornata di Vecino nello spareggio Champions dell’ultima giornata, vinto in modo Pazzo come ovviamente da copione. In mezzo tanti altri scontri, meno iconici forse, ma non privi di emozioni o dispiaceri.  

  1. Felipe Melo Kung Fu Panda 

Stagione 2015/16. Sotto Natale, esattamente nel periodo di inizio della #crisiinter, va in scena un Inter – Lazio di grande fascino. Il Mancio guida i nerazzurri nelle zone alte della classifica. La Lazio di Pioli va in vantaggio col Candreva biancoceleste (EH SI RAGAZZI, EH SI), Capitan Scinochio la pareggia, poi va in onda il Felipe Melo Show. Prima il brasiliano salta letteralmente in testa a Milinkovic Savic con tanto di gomito sulla nuca in area di rigore. Dal dischetto sempre Tonino ci punisce (DOPPIETTA DI CANDREVA CONTRO) ributtando in porta il rigore respinto da Handa. Poi Felipe non contento, decide di dare una carezza in faccia a Biglia con i tacchetti. L’entrata denota anche grandi capacità atletiche degne di un Chuck Norris in ottima forma. Rosso diretto, sedie del bar dove guardo la partita lanciate, partita persa, crisi aperta. Taaaaaac. 

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  1. OH NOOO 

L’Inter del Triplete sfida la Roma di Ranieri per lo scudetto, in un testa a testa mozzafiato e soprattutto molto dannoso per le nostre coronarie. I tifosi laziali sanno che piuttosto che vedere i cugini festeggiare il tricolore, farebbero carte false. Arrivano i nerazzurri all’Olimpico ed il motto è uno solo “Scansamoce”. Al 45esimo Sneijder pennella in area di rigore per Wally Samuel che infila Muslera di testa, dalla curva biancoceleste si alza uno striscione “OH NOOO” con tanto di dito medio alzato dal 70% del pubblico romano in segno di scherno alla Roma. Finirà 0-2 con rete di Thiago Motta senza nessun patema. Per i laziali quello è considerato il rimborso dello scudetto 2002, per me il rimborso parziale è arrivato con la zuccata di Vecino. (Sono stato troppo traumatizzato). 

Inter-Lazio in cinque istantanee 2 Ranocchiate
  1. Inter – Lazio versione cinese 

Questo ricordo era ben nascosto nella mia memoria e stava bene dov’era. Ma la Camilla, admin di Ranocchiate mica per niente, ha deciso di farmi soffrire sbloccandomelo. Inter – Lazio Supercoppa Italiana 2009 giocata a Pechino l’8 agosto. A questa partita ho legato un ricordo personale. Siamo in montagna a Madesimo, a pranzo al ristorante è riunita tutta l’alta rappresentanza dei parenti di Milano Bauscia (Interisti bauscia, milanisti casciavitt = le basi dell’interismo). Ad un certo punto, un amico di mio zio già molto vissuto, con le bretelle iper tese sulla camicia, chiama la cameriera e le chiede sussurrando se lei conoscesse Eto’o. La povera ragazza risponde “Chi???” e lui comincia prima piano, poi fino ad arrivare ad un volume stile speaker di San Siro a gridare: “Eto’o, Eto’o, ETO’O, ETO’O” seguito da un brindisi alla nuova stagione. Nel pomeriggio però Tommasino Rocchi (EBBENE SI, QUANTE NE ABBIAMO PASSATE FRATELLI) trova una parabola beffarda che scavalca Julio Cesar vanificando il gol proprio di Eto’o. Perdiamo 1-2, vacanza in montagna rovinata.  

  1. Nun te ne annà profè 

Questa non è una partita, ma un passaggio iconico della storia nerazzurra. Il primo acquisto boom dell’era Thohir (senza sottovalutare D’Ambrosio). Quello che insomma ci ha illuso di più. La Lazio ha un brasiliano che fa paura a tutti, tale Hernanes soprannominato il Profeta. Si mette in mostra in più partite e gli occhi di diversi club cominciano ad essere tutti per lui. Finchè all’improvviso, dopo anni di Schelotto e Kuzmanovic, l’Inter s’è desta e piazza il colpo. A Formello Hernanes esce per l’ultima volta, i tifosi gli vanno incontro, lui abbassa il finestrino piangendo. “Nun te ne annà profè, allora è vero NOOOOOO NUN TE NE ANNÀ”. Il profeta regala anche un paio di scarpe prima di sbarcare a Milano. Peccato che a San Siro sarà come San Giovanni il Battista, ossia voce di uno che grida nel deserto. Hernanes stava a Mazzarri come Eriksen sta a Conte. Dopo qualche mezzo lampo il Profè andrà alla Juve senza troppi rimpianti. 

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  1. Ibra gestaccio alla curva 

Finale di stagione 2008 /09. Ibra è nella sua versione migliore. Trascina l’Inter a suon di gol e magie. Già all’andata aveva stupito tutti con un tacco volante a centrocampo, su lancio di Maicon per andare a servire Stankovic in corsa sulla destra. Qui replica ma non senza polemica. Le ultime partite di Ibra in quella stagione furono condite da alcuni, diciamola alla Nebuloni, mal di piancia. “Mal di pancia mi viene quando vedo te” aveva già detto lo svedese stuzzicato su questo argomento, ma i malumori sono palpabili. Inter – Lazio arriva a maggio, con l’Inter che ha già una mano e mezza sullo Scudetto. Ibra però riceve alcuni fischi dalla curva su delle giocate che in quel momento non gli vengono. Poi al 12esimo della ripresa gli arriva la palla sulla sinistra, rientra e di destro spacca la porta. 1-0 dito davanti alla bocca e poi insomma l’esultanza che facevamo tutti all’oratorio all’amico che ci stava sulle palle. Mourinho nel post partita calmerà gli animi “I ragazzi sono stanchi dopo una stagione logorante”, Ibra riferisce che il nervosismo è per il discorso del record di gol che vuole raggiungere. Fatto sta che qualche mese dopo prenderà un volo diretto a Barcellona mentre da noi arriverà Eto’o, Eto’o, ETO’O, ETO’O. 

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Inter-Lazio in cinque istantanee

Inter – Lazio o Lazio – Inter che dir si voglia, non è mai stata una partita come le altre. Se nominerete questa sfida a tutti gli interisti, la prima cosa che gli verrà in mente sarà sicuramente Ronaldo sulla panchina dell’Olimpico in un afoso pomeriggio di maggio. Sì, quel pomeriggio di maggio. Si, quell’anno: il 2002. Noi perdiamo “inspiegabilmente” 4-2, pure rimontati, la Juve vince a Udine, ed al popolo nerazzurro si genera una cicatrice che rimane lì, ben presente e dolorante ancora oggi. Una fortuna che invece, per la nuova “Generazione Z” (Z di Zhang), Lazio – Inter combaci con l’incornata di Vecino nello spareggio Champions dell’ultima giornata, vinto in modo Pazzo come ovviamente da copione. In mezzo tanti altri scontri, meno iconici forse, ma non privi di emozioni o dispiaceri.  

  1. Felipe Melo Kung Fu Panda 

Stagione 2015/16. Sotto Natale, esattamente nel periodo di inizio della #crisiinter, va in scena un Inter – Lazio di grande fascino. Il Mancio guida i nerazzurri nelle zone alte della classifica. La Lazio di Pioli va in vantaggio col Candreva biancoceleste (EH SI RAGAZZI, EH SI), Capitan Scinochio la pareggia, poi va in onda il Felipe Melo Show. Prima il brasiliano salta letteralmente in testa a Milinkovic Savic con tanto di gomito sulla nuca in area di rigore. Dal dischetto sempre Tonino ci punisce (DOPPIETTA DI CANDREVA CONTRO) ributtando in porta il rigore respinto da Handa. Poi Felipe non contento, decide di dare una carezza in faccia a Biglia con i tacchetti. L’entrata denota anche grandi capacità atletiche degne di un Chuck Norris in ottima forma. Rosso diretto, sedie del bar dove guardo la partita lanciate, partita persa, crisi aperta. Taaaaaac. 

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  1. OH NOOO 

L’Inter del Triplete sfida la Roma di Ranieri per lo scudetto, in un testa a testa mozzafiato e soprattutto molto dannoso per le nostre coronarie. I tifosi laziali sanno che piuttosto che vedere i cugini festeggiare il tricolore, farebbero carte false. Arrivano i nerazzurri all’Olimpico ed il motto è uno solo “Scansamoce”. Al 45esimo Sneijder pennella in area di rigore per Wally Samuel che infila Muslera di testa, dalla curva biancoceleste si alza uno striscione “OH NOOO” con tanto di dito medio alzato dal 70% del pubblico romano in segno di scherno alla Roma. Finirà 0-2 con rete di Thiago Motta senza nessun patema. Per i laziali quello è considerato il rimborso dello scudetto 2002, per me il rimborso parziale è arrivato con la zuccata di Vecino. (Sono stato troppo traumatizzato). 

Inter-Lazio in cinque istantanee 8 Ranocchiate
  1. Inter – Lazio versione cinese 

Questo ricordo era ben nascosto nella mia memoria e stava bene dov’era. Ma la Camilla, admin di Ranocchiate mica per niente, ha deciso di farmi soffrire sbloccandomelo. Inter – Lazio Supercoppa Italiana 2009 giocata a Pechino l’8 agosto. A questa partita ho legato un ricordo personale. Siamo in montagna a Madesimo, a pranzo al ristorante è riunita tutta l’alta rappresentanza dei parenti di Milano Bauscia (Interisti bauscia, milanisti casciavitt = le basi dell’interismo). Ad un certo punto, un amico di mio zio già molto vissuto, con le bretelle iper tese sulla camicia, chiama la cameriera e le chiede sussurrando se lei conoscesse Eto’o. La povera ragazza risponde “Chi???” e lui comincia prima piano, poi fino ad arrivare ad un volume stile speaker di San Siro a gridare: “Eto’o, Eto’o, ETO’O, ETO’O” seguito da un brindisi alla nuova stagione. Nel pomeriggio però Tommasino Rocchi (EBBENE SI, QUANTE NE ABBIAMO PASSATE FRATELLI) trova una parabola beffarda che scavalca Julio Cesar vanificando il gol proprio di Eto’o. Perdiamo 1-2, vacanza in montagna rovinata.  

  1. Nun te ne annà profè 

Questa non è una partita, ma un passaggio iconico della storia nerazzurra. Il primo acquisto boom dell’era Thohir (senza sottovalutare D’Ambrosio). Quello che insomma ci ha illuso di più. La Lazio ha un brasiliano che fa paura a tutti, tale Hernanes soprannominato il Profeta. Si mette in mostra in più partite e gli occhi di diversi club cominciano ad essere tutti per lui. Finchè all’improvviso, dopo anni di Schelotto e Kuzmanovic, l’Inter s’è desta e piazza il colpo. A Formello Hernanes esce per l’ultima volta, i tifosi gli vanno incontro, lui abbassa il finestrino piangendo. “Nun te ne annà profè, allora è vero NOOOOOO NUN TE NE ANNÀ”. Il profeta regala anche un paio di scarpe prima di sbarcare a Milano. Peccato che a San Siro sarà come San Giovanni il Battista, ossia voce di uno che grida nel deserto. Hernanes stava a Mazzarri come Eriksen sta a Conte. Dopo qualche mezzo lampo il Profè andrà alla Juve senza troppi rimpianti. 

Inter-Lazio in cinque istantanee 11 Ranocchiate
  1. Ibra gestaccio alla curva 

Finale di stagione 2008 /09. Ibra è nella sua versione migliore. Trascina l’Inter a suon di gol e magie. Già all’andata aveva stupito tutti con un tacco volante a centrocampo, su lancio di Maicon per andare a servire Stankovic in corsa sulla destra. Qui replica ma non senza polemica. Le ultime partite di Ibra in quella stagione furono condite da alcuni, diciamola alla Nebuloni, mal di piancia. “Mal di pancia mi viene quando vedo te” aveva già detto lo svedese stuzzicato su questo argomento, ma i malumori sono palpabili. Inter – Lazio arriva a maggio, con l’Inter che ha già una mano e mezza sullo Scudetto. Ibra però riceve alcuni fischi dalla curva su delle giocate che in quel momento non gli vengono. Poi al 12esimo della ripresa gli arriva la palla sulla sinistra, rientra e di destro spacca la porta. 1-0 dito davanti alla bocca e poi insomma l’esultanza che facevamo tutti all’oratorio all’amico che ci stava sulle palle. Mourinho nel post partita calmerà gli animi “I ragazzi sono stanchi dopo una stagione logorante”, Ibra riferisce che il nervosismo è per il discorso del record di gol che vuole raggiungere. Fatto sta che qualche mese dopo prenderà un volo diretto a Barcellona mentre da noi arriverà Eto’o, Eto’o, ETO’O, ETO’O. 

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