20/03/2022

Inter – Fiorentina, il Pagellone del punto di cottura

HANDANOVIC 6.5 – Ormai a detta di tutti gli osservatori la squadra è cotta, senza una prospettiva, senza guida (no, signor arbitro, non mi riferivo a Lei) e senza una chiara idea di come finirà la stagione.
Però non tutti i nostri sono cotti allo stesso modo, nonostante gli sforzi di Scimo&Farris. Per esempio Samir è un esempio lampante di cottura a fuoco lento, è dall’inizio della stagione che cerca di dare l’esempio a tutta la squadra, disseminando sapientemente interventi sublimi ed errori grossolani nel corso della stagione. Ieri è stata la volta dei primi, esibiti su Nico Gonzales, Saponara ed Ikonè. Siamo sicuri che alla prossima partita contro gli Innominabili ci diletterà con qualche cappellata sesquipedale, ma solo con il nobile scopo di rilanciare i sabaudi in campionato a dare nuova verve alla lotta per il quarto posto.

D’AMBROSIO 6 – DD33 non viene sottoposto a cottura ma a lenta stagionatura. Come un Grana di 48 mesi resiste al tempo ed alle intemperie ed è lì che fa il suo mestiere senza sbavature, che si tratti di annullare Manè o Piatek per lui non fa molta differenza. Vale anche per la concorrenza interna, sbaragliata dai tempi di Cancelo e Vrsaljko, passando per Dalbert, Cedric ed Hakimi. Certo non ci si può aspettare che sia lui a fare il vice Brozo o il vice De Vrij quando si tratta di rilanciare l’azione, a meno che non si voglia far ripartire i Viola. Ma di questo non sentiamo di dover incolpare lui, vero Mister?

SKRINIAR 9 – Skri è un esempio di cottura al sangue molto particolare, dato che il sangue non è il suo ma quello degli avversari. Piatek e Saponara sbattono in continuazione contro di lui, poi preferiscono girare a largo e provare da altre parti. Ma Skrigno è sempre lì a respingerli. Mentre aspettiamo che gli venga consegnato il Nobel per la Resistenza Fisica, una laurea Honoris Causa in Ingegneria dei Muri o quantomeno la fascia di Capitano per i prossimi anni, ci godiamo il nostro Skri come unica motivazione per guardare al futuro.

BASTONI 7 – Messo al forno come i famosi bastoncini di merluzzo, Ale dimostra una grande resistenza anche alle alte temperature, cosa che avrà sicuramente imparato da Genitore 1 Skri. Il gol subito arriva dalla sua parte, ma quando non era lui a difendere su Nico Gonzales (vero Perry?). Viene inspiegabilmente sostituito nel secondo tempo con Dimarco, l’unica motivo è forse il suo essere in diffida ed evitare che potesse saltare la sfida del 3 Aprile. Avremmo voluto da parte di Scimo la stessa prudenza nella gara di Anfield nei confronti di Alexini, ma pazienza.

DUMFRIES 10 – Guizzante e sgusciante come un sushi, Fifino si infila tra la maglie della difesa viola che fa fatica a contenerlo. Giganteggia su Biraghino specialmente nel gioco aereo, e dalla sua incursione di testa nasce finalmente il gol del pareggio (esempio di cross da quinto a quinto che avrebbe inorgoglito Misder AnDonio). Se ancora abbiamo qualche flebile speranza di dare un senso alle giornate che mancano fino a maggio, lo dobbiamo anche a lui che trebbia la fascia come pochi.

BARELLA 5.5 – Purtroppo Mbare somiglia ultimamente ad un popcorn scoppiato male; gira nel microonde con tutte le sue forze, ma arriva in ritardo, passa in maneira imprecisa, si perde gli avversari tipo Torreira.
Ma noi staremo sempre lì a sostenerlo ed a sperare che ritrovi il grado di cottura ottimale, perchè sappiamo cosa aspettarci (e cosa aspetta agli avversari) quando gira come vorrebbe.

VIDAL 4 o 7 – Grigliato come l’asado che tanto ama, presenta un lato appetibile ed uno completamente bruciato. Come i cioccolatini di Forrest Gump, non sai mai quello che ti capita, e nella partita di ieri Arturito ce li ha mostrati entrambi.
Delizioso quando respinge in area in un paio di occasioni (anche se ho sempre il patema che faccia fallo da rigore) o quando offre a Sanchez un prezioso assist che sarebbe valso il 2 a 1, inguardabile quando perde palloni sanguinosi o si divora il gol del vantaggio, anche se pare che qualcuno avesse piazzato una mina anti-asado in area viola nel primo tempo ed El King ci è finito sopra.

CALHANOGLU 5.5 – Io non so quale sia la ricetta per rendere croccante una cialda, ma la cosa allarmante è che pure il buon Hakan pare abbia perso la ricetta, e la cialda si sia improvvisamente ammosciata. E non c’è niente di peggio di un Cornetto Algida con la cialda morbida, dato che non tiene nemmeno il gelato che viene piazzato sopra.
Uscendo dalla metafora culinaria, il risultato è che Calha non tiene il pallone in maniera efficace, e questo inizia ad essere un problema specialmente quando manca Brozo.
In più comincia a spedire punizioni ed angoli al vento, ed infatti non riusciamo più a segnare su calcio piazzato, che prima era il nostro punto di forza.

PERISIC 6 – Ieri Perry è stato un po’ simile ad Arturito, offrendo una prestazione dai due volti. Pare che la versione croata dell’asado si chiami Peka, che poi è una tecnica di cottura e non un piatto uin particolare. Lotta su ogni pallone ma è impreciso nei tocchi di prima e si fa saltare da Nico Gonzales manco fosse Dalbertone, però cinque minuti dopo fa un assist al bacio per Fifino. Forse Gosens avrebbe dovuto avere l’occasione di entrare qualche minuto prima e far rifiatare il nostro decatleta?

DZEKO 5.5 – Cottura lenta anche per Edin, solo che in questo caso ci riferiamo alla sua velocità non proprio da centometrista. Eppure nel primo tempo ha avuto l’occasione dell’1 a 0, con Terraciano che ha parato di faccia (ok, non giochiamo proprio benissimo, ma la fortuna è pure poca...). Si vede che Edin è sul punto di diventare stracotto, ed allora ci chiediamo perchè giochi sempre. Ah, perchè non abbiamo un vero sostituto, a parte Caceido che è meno in forma di lui.
Ok, Edin, dai che 36 anni sono pochi!
(Auguri!)

LAUTARO 5 – Io non so se esista una cosa come il bollito di toro, ma qui mi sa che ci siamo vicini, e per di più gioca titolare. Dopo Salernitana e Liverpool ci eravamo forse illusi che avesse ricominciato ad incornare come si deve, purtroppo da allora la condizione è andata peggiorando. Tra l’altro pare che Torito abbia qualche problemino con la VAR, che prima gli ha annullato un gol per fuori gioco e poi gli ha negato il rigore che si era conquistato calciando su Venuti.
Sospetto che Chiffi ci abbia comunque fatto un favore, non sarei sopravvissuto ad un altro errore dal dischetto.

SANCHEZ 7 – Vorrebbe avere più spazio in squadra, invece viene relegato a fare spesso da dessert negli ultimi istanti. Eppure a volte è il dessert che salva la serata. Lo è stato a Torino, lo è quasi diventato ieri con quel tiro nel finale che Biraghi ha respinto nell’area piccola.
Nella prossima contro gli scoloriti vorremmo vederlo dall’inizio, sosta delle nazionali permettendo.

CORREA 6 – Un po’ come una brocca d’acqua in un ristorante, qualcuno la beve ma nessuno la nota. E poi l’acqua è l’ambiente naturale della nostra Lontra. Vorremmo solo diventasse più frizzante, come nella trasferta di Verona o nella gara contro l’Udinese. E poi basta purtroppo.

GOSENS e DIMARCO 6 – Troppo poco in campo per essere davvero giudicati. Ed hanno giocato troppo poco per essere cotti. Forse con la ripresa del campionato ci sarà l’opportunità di vedere Robin dall’inizio?

CACEIDO 6 – Fatto entrare nel recupero perchè è la sua zona temprale ottimale, il buon Felipe è come l’amaro di casa Inzaghi offerto a fine pasto. Solo che non lo hanno conservato a temperatura ottimale e rischia di rovinare la cena.

MISTER SIMO 5 – E’ come quegli chef che si giocano tutto con gli antipasti ed i primi piatti, ma poi quando i clienti gli chiedono qualcosa di nuovo non riescono ad improvvisare.
Fuor di metafora, Simo, non sarebbe il caso di provare qualcosa di intentato? Tipo (eresia) una difesa a 4 ogni tanto. Mica proprio dall’inizio, anche a partita in corso.
Giusto per vedere l’effetto che fa.
Soprattutto se mancano giocatori fondamentali come Brozo.
Tanto non è che continuando così stiamo facendo molto meglio.
Però ti vogliamo ancora bene, Simo. E ti dfenderemo fino alla fine. Come abbiamo fatto con tutti quelli prima di te (tranne Gasp e Lippi, quelli proprio non ci siamo riusciti).
Ti chiediamo solo un po’ di coraggio. E magari di non farci sorpassare dagli scoloriti.
Please.








Inter – Fiorentina, il Pagellone del punto di cottura

HANDANOVIC 6.5 – Ormai a detta di tutti gli osservatori la squadra è cotta, senza una prospettiva, senza guida (no, signor arbitro, non mi riferivo a Lei) e senza una chiara idea di come finirà la stagione.
Però non tutti i nostri sono cotti allo stesso modo, nonostante gli sforzi di Scimo&Farris. Per esempio Samir è un esempio lampante di cottura a fuoco lento, è dall’inizio della stagione che cerca di dare l’esempio a tutta la squadra, disseminando sapientemente interventi sublimi ed errori grossolani nel corso della stagione. Ieri è stata la volta dei primi, esibiti su Nico Gonzales, Saponara ed Ikonè. Siamo sicuri che alla prossima partita contro gli Innominabili ci diletterà con qualche cappellata sesquipedale, ma solo con il nobile scopo di rilanciare i sabaudi in campionato a dare nuova verve alla lotta per il quarto posto.

D’AMBROSIO 6 – DD33 non viene sottoposto a cottura ma a lenta stagionatura. Come un Grana di 48 mesi resiste al tempo ed alle intemperie ed è lì che fa il suo mestiere senza sbavature, che si tratti di annullare Manè o Piatek per lui non fa molta differenza. Vale anche per la concorrenza interna, sbaragliata dai tempi di Cancelo e Vrsaljko, passando per Dalbert, Cedric ed Hakimi. Certo non ci si può aspettare che sia lui a fare il vice Brozo o il vice De Vrij quando si tratta di rilanciare l’azione, a meno che non si voglia far ripartire i Viola. Ma di questo non sentiamo di dover incolpare lui, vero Mister?

SKRINIAR 9 – Skri è un esempio di cottura al sangue molto particolare, dato che il sangue non è il suo ma quello degli avversari. Piatek e Saponara sbattono in continuazione contro di lui, poi preferiscono girare a largo e provare da altre parti. Ma Skrigno è sempre lì a respingerli. Mentre aspettiamo che gli venga consegnato il Nobel per la Resistenza Fisica, una laurea Honoris Causa in Ingegneria dei Muri o quantomeno la fascia di Capitano per i prossimi anni, ci godiamo il nostro Skri come unica motivazione per guardare al futuro.

BASTONI 7 – Messo al forno come i famosi bastoncini di merluzzo, Ale dimostra una grande resistenza anche alle alte temperature, cosa che avrà sicuramente imparato da Genitore 1 Skri. Il gol subito arriva dalla sua parte, ma quando non era lui a difendere su Nico Gonzales (vero Perry?). Viene inspiegabilmente sostituito nel secondo tempo con Dimarco, l’unica motivo è forse il suo essere in diffida ed evitare che potesse saltare la sfida del 3 Aprile. Avremmo voluto da parte di Scimo la stessa prudenza nella gara di Anfield nei confronti di Alexini, ma pazienza.

DUMFRIES 10 – Guizzante e sgusciante come un sushi, Fifino si infila tra la maglie della difesa viola che fa fatica a contenerlo. Giganteggia su Biraghino specialmente nel gioco aereo, e dalla sua incursione di testa nasce finalmente il gol del pareggio (esempio di cross da quinto a quinto che avrebbe inorgoglito Misder AnDonio). Se ancora abbiamo qualche flebile speranza di dare un senso alle giornate che mancano fino a maggio, lo dobbiamo anche a lui che trebbia la fascia come pochi.

BARELLA 5.5 – Purtroppo Mbare somiglia ultimamente ad un popcorn scoppiato male; gira nel microonde con tutte le sue forze, ma arriva in ritardo, passa in maneira imprecisa, si perde gli avversari tipo Torreira.
Ma noi staremo sempre lì a sostenerlo ed a sperare che ritrovi il grado di cottura ottimale, perchè sappiamo cosa aspettarci (e cosa aspetta agli avversari) quando gira come vorrebbe.

VIDAL 4 o 7 – Grigliato come l’asado che tanto ama, presenta un lato appetibile ed uno completamente bruciato. Come i cioccolatini di Forrest Gump, non sai mai quello che ti capita, e nella partita di ieri Arturito ce li ha mostrati entrambi.
Delizioso quando respinge in area in un paio di occasioni (anche se ho sempre il patema che faccia fallo da rigore) o quando offre a Sanchez un prezioso assist che sarebbe valso il 2 a 1, inguardabile quando perde palloni sanguinosi o si divora il gol del vantaggio, anche se pare che qualcuno avesse piazzato una mina anti-asado in area viola nel primo tempo ed El King ci è finito sopra.

CALHANOGLU 5.5 – Io non so quale sia la ricetta per rendere croccante una cialda, ma la cosa allarmante è che pure il buon Hakan pare abbia perso la ricetta, e la cialda si sia improvvisamente ammosciata. E non c’è niente di peggio di un Cornetto Algida con la cialda morbida, dato che non tiene nemmeno il gelato che viene piazzato sopra.
Uscendo dalla metafora culinaria, il risultato è che Calha non tiene il pallone in maniera efficace, e questo inizia ad essere un problema specialmente quando manca Brozo.
In più comincia a spedire punizioni ed angoli al vento, ed infatti non riusciamo più a segnare su calcio piazzato, che prima era il nostro punto di forza.

PERISIC 6 – Ieri Perry è stato un po’ simile ad Arturito, offrendo una prestazione dai due volti. Pare che la versione croata dell’asado si chiami Peka, che poi è una tecnica di cottura e non un piatto uin particolare. Lotta su ogni pallone ma è impreciso nei tocchi di prima e si fa saltare da Nico Gonzales manco fosse Dalbertone, però cinque minuti dopo fa un assist al bacio per Fifino. Forse Gosens avrebbe dovuto avere l’occasione di entrare qualche minuto prima e far rifiatare il nostro decatleta?

DZEKO 5.5 – Cottura lenta anche per Edin, solo che in questo caso ci riferiamo alla sua velocità non proprio da centometrista. Eppure nel primo tempo ha avuto l’occasione dell’1 a 0, con Terraciano che ha parato di faccia (ok, non giochiamo proprio benissimo, ma la fortuna è pure poca...). Si vede che Edin è sul punto di diventare stracotto, ed allora ci chiediamo perchè giochi sempre. Ah, perchè non abbiamo un vero sostituto, a parte Caceido che è meno in forma di lui.
Ok, Edin, dai che 36 anni sono pochi!
(Auguri!)

LAUTARO 5 – Io non so se esista una cosa come il bollito di toro, ma qui mi sa che ci siamo vicini, e per di più gioca titolare. Dopo Salernitana e Liverpool ci eravamo forse illusi che avesse ricominciato ad incornare come si deve, purtroppo da allora la condizione è andata peggiorando. Tra l’altro pare che Torito abbia qualche problemino con la VAR, che prima gli ha annullato un gol per fuori gioco e poi gli ha negato il rigore che si era conquistato calciando su Venuti.
Sospetto che Chiffi ci abbia comunque fatto un favore, non sarei sopravvissuto ad un altro errore dal dischetto.

SANCHEZ 7 – Vorrebbe avere più spazio in squadra, invece viene relegato a fare spesso da dessert negli ultimi istanti. Eppure a volte è il dessert che salva la serata. Lo è stato a Torino, lo è quasi diventato ieri con quel tiro nel finale che Biraghi ha respinto nell’area piccola.
Nella prossima contro gli scoloriti vorremmo vederlo dall’inizio, sosta delle nazionali permettendo.

CORREA 6 – Un po’ come una brocca d’acqua in un ristorante, qualcuno la beve ma nessuno la nota. E poi l’acqua è l’ambiente naturale della nostra Lontra. Vorremmo solo diventasse più frizzante, come nella trasferta di Verona o nella gara contro l’Udinese. E poi basta purtroppo.

GOSENS e DIMARCO 6 – Troppo poco in campo per essere davvero giudicati. Ed hanno giocato troppo poco per essere cotti. Forse con la ripresa del campionato ci sarà l’opportunità di vedere Robin dall’inizio?

CACEIDO 6 – Fatto entrare nel recupero perchè è la sua zona temprale ottimale, il buon Felipe è come l’amaro di casa Inzaghi offerto a fine pasto. Solo che non lo hanno conservato a temperatura ottimale e rischia di rovinare la cena.

MISTER SIMO 5 – E’ come quegli chef che si giocano tutto con gli antipasti ed i primi piatti, ma poi quando i clienti gli chiedono qualcosa di nuovo non riescono ad improvvisare.
Fuor di metafora, Simo, non sarebbe il caso di provare qualcosa di intentato? Tipo (eresia) una difesa a 4 ogni tanto. Mica proprio dall’inizio, anche a partita in corso.
Giusto per vedere l’effetto che fa.
Soprattutto se mancano giocatori fondamentali come Brozo.
Tanto non è che continuando così stiamo facendo molto meglio.
Però ti vogliamo ancora bene, Simo. E ti dfenderemo fino alla fine. Come abbiamo fatto con tutti quelli prima di te (tranne Gasp e Lippi, quelli proprio non ci siamo riusciti).
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