L'Inter torna a giocarsi una sfida a eliminazione diretta in Champions a dieci anni dall'ultima volta. Il nuovo corso Inzaghiano è riuscito a centrare l'agognatissimo obiettivo della qualificazione agli ottavi, cercando di raddrizzare il rapporto tra l'Inter e la Champions League, un rapporto che da quella sera di Madrid in poi non è più stato lo stesso.
In mezzo, una serie di campagne europee che ci hanno regalato sicuramente più dolori che gioie. Di sicuro c'è la soddisfazione di essere tornati a calcare certi palcoscenici, ma in testa continuano a frullarci mille domande:
1 Ottavi di Champions!? Cosa sono? Si mangiano????
2 Da quanto tempo non ci giocavamo una doppia sfida così?
3. Che fine ha fatto Cédric Soares?
No niente, l'ultima era solo una curiosità mia. Andiamo avanti....
Proviamo a rispondere: È il 2012, un'epoca lontana, un decennio in cui tutto sembrava più semplice rispetto ad ora, anche se facevamo schifo. L'anno in cui sembrava che una profezia dei Maya dovesse far finire il mondo, invece il giorno dopo eravamo regolarmente in campo a San Siro: Livaja colpisce il palo a porta vuota da mezzo metro e pareggiamo 1-1 col Genoa. TATONI, SPERAVATE DAVVERO DI CAVARVELA COSI' IN FRETTA? BISOGNA SOFFRIRE.
E dire che quella Champions l'avevamo iniziata benissimo, perdendo 0-1 in casa col Trabzonspor, con Gasperini in panchina. Non si sa come, ma siamo riusciti ad approdare comunque agli ottavi, trovandoci davanti i francesi dell'Olympique Marsiglia.
Nel frattempo, c'è l'avvicendamento in panchina con Claudio Ranieri. Un gran signore che si è preso enormi soddisfazioni in carriera, purtroppo nessuna di queste in nerazzurro (a parte far sembrare Ricky Alvarez un fenomeno del calcio per qualche partita).
Arriviamo a Marsiglia carichi di speranze (ma anche no), visto che nel giro di una settimana abbiamo perso 0-1 a San Siro contro il Novara (Immancabile gol di Caracciolo) e subito dopo ci siamo regalati un allegro 0 a 3 contro il Bologna (Di Vaio -Di Vaio - Acquafresca). Nella conferenza prepartita del Velodrome, Ranieri ci regala senza rendersene conto il perfetto riassunto di quello che sarebbe stato il futuro decennio di vita nerazzurra:
“È una stagione particolare questa, prima le cose sono andate male, poi benissimo, adesso ancora male, ma ora ricomincia la Champions e sicuramente faremo bene”. A parte l'ultima parte, ci aveva preso.
In un momento così difficile, il nostro saggio mister si affida alle colonne del Triplete, sapendo che certi momenti si risolvono solo ed esclusivamente con il carattere. La nostra formazione di quella sera vede un solido 4-3-1-2 con: Julio Cesar, Maicon (1' st Nagatomo), Lucio, Samuel, Chivu, Zanetti, Stankovic, Cambiasso, Sneijder, Forlan, Zarate
Adesso è facile parlare di "declino" "fine di un ciclo" eccetera, ma le colpe da principali non sono tutte da attribuire agli eroi del 2010, visto che proprio i due nuovi arrivati là davanti non la mettono dentro nemmeno con le mani. MA COSA CAZZO CI FA ETO'O IN CECENIA PORCA DI QUELLA ********* RIDATECI IL RE LEONE.
La povera Inter gioca una partita di cuore e di abnegazione, lotta e risponde colpo su colpo a ogni attacco dei marsigliesi, ma purtroppo tutto quel (poco) che si crea in avanti viene sprecato da Forlan e Zarate, capaci solo di calciarla fuori dallo specchio, o di indirizzare dei tiri lentissimi e per nulla pericolosi per Mandandà.
Tutto molto bello. La difesa sembra reggere e siamo già avviati verso un tranquillo 0-0, se non fosse che proprio all'ultimo minuto Cristian Chivu si ricorda che non sa più difendere. E così Julione dopo una partita in cui è stato chiamato poco o nulla in causa, viene trafitto alla prima occasione, e André Ayew molto allegramente la mette in porta.
BENE COSI'. Con questa sono 5 le partite di fila senza vittoria.
Ma l'Inter nonostante tutto non si arrende mai. All'ottavo tentativo, il 9 marzo 2012, nel giorno del nostro 104° compleanno, battiamo il Chievo nel finale, con i gol last minute di Milito e Samuel. Una partita che verrà ricordata non tanto per gli infiniti miracoli di Sorrentino (siamo abituati...) ma per le lacrime di Ranieri, commosso per essere riuscito a vincere una partita dopo quasi due mesi. Solo noi interisti possiamo passare dall'emozionarci per la vittoria del Mondiale per Club a questo, nel giro di così poco tempo.
Eppure l'Inter la conosciamo bene, e quindi sappiamo già tutto dei classici capovolgimenti di fronte della psiche nerazzurra, che ci portano immediatamente a credere nella REMUNTADA. Non ci eravamo riusciti dopo il 2-5 con lo Schalke, ma questa volta abbiamo visto che il Marsiglia è veramente poca, pochissima roba, e che noi se vogliamo possiamo farcela.
Perciò cerchiamo di raccogliere tutto quel che resta del nostro orgoglio e delle nostre energie, e proviamo a giocarci con onore la nostra ultima sfida in Champions. Eravamo pronti all'idea di non passare il turno, ma chi lo avrebbe detto che quella sarebbe stato il nostro ultimo ottavo in dieci anni?
La formazione titolare si presenta così: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Poli Stankovic, Zanetti; Sneijder, Milito, Forlan
Tutto simile all'ultima volta, ma per fortuna in attacco torna Milito, e a centrocampo ci affidiamo all'irreprensibile Andrea Poli.
San Siro spinge, l'Inter ci prova in tutti i modi, ma due appannatissimi Sneijder e Forlan sprecano delle buone occasioni per portarci in vantaggio. Il solito portiere avversario in serata di grazia di certo non ci aiuta.
Si va all'intervallo bloccati sullo zero a zero. Sappiamo che un gol ci permetterebbe di continuare fino ai supplementari, con due gol invece sarebbe passaggio del turno. I due assi nella manica dalla panchina sono Joel Obi (oggi faro del centrocampo della Salernitana) e il Pazzo Pazzini (oggi opinionista in tv) . L'Inter si getta sempre più avanti, e al termine di un confuso mischione nell'area dei francesi, un indemoniato Diego Milito trova con rabbia il nono e ultimo gol in Champions della sua carriera. Incredibile che siano così pochi per un giocatore come lui, pochi ma buoni.
Siamo in vantaggio, ora c'è solo un'idea fissa in mente: trovare il secondo gol e andare ai quarti, per dare una svolta alla stagione. Purtroppo però gli attacchi dell'Inter non sono abbastanza decisi, e non si riescono a creare occasioni nitide.
Come all'andata, la partita sembra ormai indirizzata verso i supplementari. Ma è proprio qui che per l'ennesima volta succede l'impensabile: Al novantunesimo, Mandanda rinvia con i piedi un pallone lunghissimo totalmente a caso. E' la fotografia di un periodo: la palla passa tra Lucio e Samuel, a causa di due interventi imprecisi in una coppia un tempo insuperabile. Ne approfitta uno dei classici eroi per caso: Evaeverson Lemos da Silva, meglio noto come Brandão. Si infila tra i due difensori e batte con un sinistro preciso il povero Julio Cesar, fino a quel momento spettatore non pagante a San Siro. Il settore dei tifosi del Marsiglia è in delirio, noi non riusciamo a credere ai nostri occhi: eliminati con due gol nel recupero e tre tiri in porta tra andata e ritorno. Un finale beffardo per un doppio confronto in cui nessuna delle squadre, probabilmente, era al livello della competizione. Il Marsiglia infatti verrà liquidato facilmente ai quarti di finale dal Bayern. In panchina un rammaricatissimo Mister Ranieri ha un espressione che fa intendere la vicinanza di un suo quasi inevitabile esonero. Un qualcosa di spiacevole e di sfortunato, che però con il senno di poi ci porterà a due delle parentesi più belle della storia di questo sport: la cavalcata incredibile del Leicester in Premier League e l'avventura di Mister Bene Bene Strama all'Inter.
Potrebbe essere finita qui, ma siccome all'Inter la banalità non piace mai, dopo appena un minuto troviamo anche un inutile calcio di rigore. Pazzini se lo conquista e lo realizza, lasciandoci la magra soddisfazione di salutare gli ottavi di Champions con una vittoria, seppur inutile. Serviranno altri sei anni per tornare in Champions, e altri quattro per tornare agli Ottavi.
L'Inter torna a giocarsi una sfida a eliminazione diretta in Champions a dieci anni dall'ultima volta. Il nuovo corso Inzaghiano è riuscito a centrare l'agognatissimo obiettivo della qualificazione agli ottavi, cercando di raddrizzare il rapporto tra l'Inter e la Champions League, un rapporto che da quella sera di Madrid in poi non è più stato lo stesso.
In mezzo, una serie di campagne europee che ci hanno regalato sicuramente più dolori che gioie. Di sicuro c'è la soddisfazione di essere tornati a calcare certi palcoscenici, ma in testa continuano a frullarci mille domande:
1 Ottavi di Champions!? Cosa sono? Si mangiano????
2 Da quanto tempo non ci giocavamo una doppia sfida così?
3. Che fine ha fatto Cédric Soares?
No niente, l'ultima era solo una curiosità mia. Andiamo avanti....
Proviamo a rispondere: È il 2012, un'epoca lontana, un decennio in cui tutto sembrava più semplice rispetto ad ora, anche se facevamo schifo. L'anno in cui sembrava che una profezia dei Maya dovesse far finire il mondo, invece il giorno dopo eravamo regolarmente in campo a San Siro: Livaja colpisce il palo a porta vuota da mezzo metro e pareggiamo 1-1 col Genoa. TATONI, SPERAVATE DAVVERO DI CAVARVELA COSI' IN FRETTA? BISOGNA SOFFRIRE.
E dire che quella Champions l'avevamo iniziata benissimo, perdendo 0-1 in casa col Trabzonspor, con Gasperini in panchina. Non si sa come, ma siamo riusciti ad approdare comunque agli ottavi, trovandoci davanti i francesi dell'Olympique Marsiglia.
Nel frattempo, c'è l'avvicendamento in panchina con Claudio Ranieri. Un gran signore che si è preso enormi soddisfazioni in carriera, purtroppo nessuna di queste in nerazzurro (a parte far sembrare Ricky Alvarez un fenomeno del calcio per qualche partita).
Arriviamo a Marsiglia carichi di speranze (ma anche no), visto che nel giro di una settimana abbiamo perso 0-1 a San Siro contro il Novara (Immancabile gol di Caracciolo) e subito dopo ci siamo regalati un allegro 0 a 3 contro il Bologna (Di Vaio -Di Vaio - Acquafresca). Nella conferenza prepartita del Velodrome, Ranieri ci regala senza rendersene conto il perfetto riassunto di quello che sarebbe stato il futuro decennio di vita nerazzurra:
“È una stagione particolare questa, prima le cose sono andate male, poi benissimo, adesso ancora male, ma ora ricomincia la Champions e sicuramente faremo bene”. A parte l'ultima parte, ci aveva preso.
In un momento così difficile, il nostro saggio mister si affida alle colonne del Triplete, sapendo che certi momenti si risolvono solo ed esclusivamente con il carattere. La nostra formazione di quella sera vede un solido 4-3-1-2 con: Julio Cesar, Maicon (1' st Nagatomo), Lucio, Samuel, Chivu, Zanetti, Stankovic, Cambiasso, Sneijder, Forlan, Zarate
Adesso è facile parlare di "declino" "fine di un ciclo" eccetera, ma le colpe da principali non sono tutte da attribuire agli eroi del 2010, visto che proprio i due nuovi arrivati là davanti non la mettono dentro nemmeno con le mani. MA COSA CAZZO CI FA ETO'O IN CECENIA PORCA DI QUELLA ********* RIDATECI IL RE LEONE.
La povera Inter gioca una partita di cuore e di abnegazione, lotta e risponde colpo su colpo a ogni attacco dei marsigliesi, ma purtroppo tutto quel (poco) che si crea in avanti viene sprecato da Forlan e Zarate, capaci solo di calciarla fuori dallo specchio, o di indirizzare dei tiri lentissimi e per nulla pericolosi per Mandandà.
Tutto molto bello. La difesa sembra reggere e siamo già avviati verso un tranquillo 0-0, se non fosse che proprio all'ultimo minuto Cristian Chivu si ricorda che non sa più difendere. E così Julione dopo una partita in cui è stato chiamato poco o nulla in causa, viene trafitto alla prima occasione, e André Ayew molto allegramente la mette in porta.
BENE COSI'. Con questa sono 5 le partite di fila senza vittoria.
Ma l'Inter nonostante tutto non si arrende mai. All'ottavo tentativo, il 9 marzo 2012, nel giorno del nostro 104° compleanno, battiamo il Chievo nel finale, con i gol last minute di Milito e Samuel. Una partita che verrà ricordata non tanto per gli infiniti miracoli di Sorrentino (siamo abituati...) ma per le lacrime di Ranieri, commosso per essere riuscito a vincere una partita dopo quasi due mesi. Solo noi interisti possiamo passare dall'emozionarci per la vittoria del Mondiale per Club a questo, nel giro di così poco tempo.
Eppure l'Inter la conosciamo bene, e quindi sappiamo già tutto dei classici capovolgimenti di fronte della psiche nerazzurra, che ci portano immediatamente a credere nella REMUNTADA. Non ci eravamo riusciti dopo il 2-5 con lo Schalke, ma questa volta abbiamo visto che il Marsiglia è veramente poca, pochissima roba, e che noi se vogliamo possiamo farcela.
Perciò cerchiamo di raccogliere tutto quel che resta del nostro orgoglio e delle nostre energie, e proviamo a giocarci con onore la nostra ultima sfida in Champions. Eravamo pronti all'idea di non passare il turno, ma chi lo avrebbe detto che quella sarebbe stato il nostro ultimo ottavo in dieci anni?
La formazione titolare si presenta così: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Poli Stankovic, Zanetti; Sneijder, Milito, Forlan
Tutto simile all'ultima volta, ma per fortuna in attacco torna Milito, e a centrocampo ci affidiamo all'irreprensibile Andrea Poli.
San Siro spinge, l'Inter ci prova in tutti i modi, ma due appannatissimi Sneijder e Forlan sprecano delle buone occasioni per portarci in vantaggio. Il solito portiere avversario in serata di grazia di certo non ci aiuta.
Si va all'intervallo bloccati sullo zero a zero. Sappiamo che un gol ci permetterebbe di continuare fino ai supplementari, con due gol invece sarebbe passaggio del turno. I due assi nella manica dalla panchina sono Joel Obi (oggi faro del centrocampo della Salernitana) e il Pazzo Pazzini (oggi opinionista in tv) . L'Inter si getta sempre più avanti, e al termine di un confuso mischione nell'area dei francesi, un indemoniato Diego Milito trova con rabbia il nono e ultimo gol in Champions della sua carriera. Incredibile che siano così pochi per un giocatore come lui, pochi ma buoni.
Siamo in vantaggio, ora c'è solo un'idea fissa in mente: trovare il secondo gol e andare ai quarti, per dare una svolta alla stagione. Purtroppo però gli attacchi dell'Inter non sono abbastanza decisi, e non si riescono a creare occasioni nitide.
Come all'andata, la partita sembra ormai indirizzata verso i supplementari. Ma è proprio qui che per l'ennesima volta succede l'impensabile: Al novantunesimo, Mandanda rinvia con i piedi un pallone lunghissimo totalmente a caso. E' la fotografia di un periodo: la palla passa tra Lucio e Samuel, a causa di due interventi imprecisi in una coppia un tempo insuperabile. Ne approfitta uno dei classici eroi per caso: Evaeverson Lemos da Silva, meglio noto come Brandão. Si infila tra i due difensori e batte con un sinistro preciso il povero Julio Cesar, fino a quel momento spettatore non pagante a San Siro. Il settore dei tifosi del Marsiglia è in delirio, noi non riusciamo a credere ai nostri occhi: eliminati con due gol nel recupero e tre tiri in porta tra andata e ritorno. Un finale beffardo per un doppio confronto in cui nessuna delle squadre, probabilmente, era al livello della competizione. Il Marsiglia infatti verrà liquidato facilmente ai quarti di finale dal Bayern. In panchina un rammaricatissimo Mister Ranieri ha un espressione che fa intendere la vicinanza di un suo quasi inevitabile esonero. Un qualcosa di spiacevole e di sfortunato, che però con il senno di poi ci porterà a due delle parentesi più belle della storia di questo sport: la cavalcata incredibile del Leicester in Premier League e l'avventura di Mister Bene Bene Strama all'Inter.
Potrebbe essere finita qui, ma siccome all'Inter la banalità non piace mai, dopo appena un minuto troviamo anche un inutile calcio di rigore. Pazzini se lo conquista e lo realizza, lasciandoci la magra soddisfazione di salutare gli ottavi di Champions con una vittoria, seppur inutile. Serviranno altri sei anni per tornare in Champions, e altri quattro per tornare agli Ottavi.
Primo tempo 0’ - ma davvero non possiamo schierare il tucu? 😒Questa partita perde quasi di senso. 10’ - Ammonito Pavard.RIP Benji, è stato bello. Bisteccone, scaldati. 26’ - 1-0. Autogol? De Vrij? Onestamente, non ci interessa. 31' - Carino il flipper di WindowsXP davanti alla loro porta.Space pinball, quanti ricordi... 41’ - ora, che […]
⚽️ Ha davvero senso giocare in Champions dopo una fragorosa goleada con doppietta di Thuram e soprattutto con gol, doppio assist e doppio legno di Correa? Davvero credete di sopravvivere? ⚽️ Mister, tu fammi turnover ragionato anche con gli impegni di lavoro. ⚽️ Ehi Siri, posso trasformarmi in un pallone? Che trick, Benji! 🪄✨#ForzaInter #UCL […]
SOMMER 6.5 – I maligni diranno che la sua partita è durata solo 5 minuti e il 6.5 è un voto immeritato. Noi rispondiamo che sono stati 5 minuti molto intensi: anzi, tra la parata sul colpo di testa di Daniliuc e la traversa di Tengstedt passano meno di 120 secondi, senza Yann magari la […]
0' - Calha infortunato, Lautaro con la febbre ed il Tucu titolareOggi o sarà una disfatta o un trionfoNon sono pronto per nessuna delle due PRIMO TEMPO: 5' - inizio scoppiettante, soprattutto per le nostre coronarie 7' - Tucu ad un unghia dal gol! Solo traversa 15' - Ace out dopo 15 minuti, questa scena […]
1️⃣ Bentornati con una nuova raccomandazione del rano-dietologo di fiducia: ingerite piccole dosi di interismo, possibilmente a più riprese. Noi non vediamo l'Inter da due settimane e nel prossimo mese la vedremo otto volte. Oh, è davvero come andare dal nutrizionista. Lui ti consiglia cose, tu te ne sbatti pagando. 2️⃣ Bell'orario per giocare comunque. […]
SOMMER 6 – Yaaaan, Yaaan, ti sorridono gli anelli verdiYaaan, Yaaan, Kvara e Politano ti fanno ciaoCon Ace e Benji qui c’è un mondo fantasticoMa qualcuno fermasse a quello strunz’ e McTominay BENJI 6.5 – Ah, oui, putev’esse la premiere fois que je marque en la Ligue A!Ma, à ce moment-là, l’è arrivè Monisueur Bonjour!Comme […]