10/09/2021

dR.anocchio, la genesi

Ottobre 2017, Appiano Gentile.

Uno studente di medicina si apposta all'uscita della Pinetina per aspettare i Campioni neroazzurri dopo un Derby vinto per 3 a 2. É un pomeriggio soleggiato e c'è una piccola folla che ferma le auto per salutare e strappare una foto ai propri beniamini. Il clima è molto disteso e quasi tutti si concedono ad un selfie con il sorriso di chi ha appena riconquistato il dominio sportivo di Milano: San Samir, MilanO Skriniar, Nonno Valero, Vecino Charruo, e pure i meno meritevoli panzerotto Eder, Dalberto Carlos e Joao il Bello.

Ad un certo punto si avvicina una macchina aziendale del nostro motor partner dell'epoca: si mormora "sarà solo un dirigente...". L'auto improvvisamente rallenta e abbassa il finestrino oscurato: la folla con sorpresa si rende conto che si trattava del giocatore più amato in quel momento, il più decisivo e, soprattutto, IL CAPITANO dell'Inter. Si esatto, era proprio Andrea Ranocchia. Andrea inizia a firmare autografi, si fa fare foto e video di saluti, pare abbia pure baciato un neonato portato apposta da una mamma per ottenere la Sua Benedizione. Dopo aver lasciato passare tutti i bambini, lo studente si avvicina al finestrino, saluta il Capitano e gli chiede una foto insieme: le mani sudate tremano, le braccia si allungano goffamente per trovare la posizione per lo scatto perfetto, anche il telefono si blocca dall'emozione, sapendo che da lì a poco avrebbe custodito nella memoria un'immagine con Andrea Ranocchia. Per uscire da una situazione un po' imbarazzante, il Capitano si lancia in uno dei suoi gesti di grande generosità a cui ci ha abituato: "dammi pure che faccio io". Il telefono passa nelle mani del Sommo che, come un professionista, inquadra e preme il tasto sullo schermo: Andrea Ranocchia aveva appena scattato il selfie che avrebbe cambiato per sempre la vita dello studente, ancora inconsapevole di quello che sarebbe successo. Dopo aver salutato il Capitano, lo studente si defila ancora incredulo, apre la foto per poterla finalmente ammirare. D'istinto bacia il telefono come farebbe una ragazzina con il poster della boy band appeso in cameretta. Smaltita l'emozione, si avvia verso casa e va a dormire sognando il bellissimo pomeriggio appena trascorso.

Il giorno seguente, lo studente si sveglia per andare a lezione, fa per alzarsi ma non riesce a reggersi in piedi si ritrova adagiato al pavimento su tutte e 4 le estremità, sentendosi tra l'altro molto comodo. Ancora nel buio, muove goffamente alcuni passi e riesce ad accendere la luce, sgRana gli occhi accecati dal bagliore e si gira verso lo specchio. Nel riflesso vede una figura insolita che si regge su quattro mani palmate, con la pelle verde brillante e viscida, gli occhi distanti e inespressivi. Improvvisamente si rende conto di ciò che era successo il giorno precedente: quel bacio al telefono toccato da Andrea lo aveva trasformato per sempre in un Ranocchio. Dopo le prime settimane di frustrazione, lo studente si rassegna alla sua metamorfosi e trova la forza di riprende la vita di tutti i giorni. Qualche mese più tardi diventa medico con un obiettivo ben preciso: unire la sua passione neroazzurra alla sua professione, parlare di Inter e Salute per spiegare in modo semplice le dinamiche degli infortuni, i tempi di recupero e tutto ciò che può riguardare la salute dei nostri campioni preferiti, ma anche di tutti noi tifosi

Potrebbe esservi capitato di vedere fuori dallo stadio una rana camminare su due zampe, il camice bianco con il numero 13 sulla schiena, il telefono in mano a controllare i post de "Lo Stagno di Ranocchiate" o ad aspettare il classico "nel tempo di un Caffè" post partita.

Metà Rana e metà medico. Non un pazzo (o forse sì), non un cosplayer o una bestia da circo: é proprio il dR.anocchio.

dR.anocchio, la genesi

Ottobre 2017, Appiano Gentile.

Uno studente di medicina si apposta all'uscita della Pinetina per aspettare i Campioni neroazzurri dopo un Derby vinto per 3 a 2. É un pomeriggio soleggiato e c'è una piccola folla che ferma le auto per salutare e strappare una foto ai propri beniamini. Il clima è molto disteso e quasi tutti si concedono ad un selfie con il sorriso di chi ha appena riconquistato il dominio sportivo di Milano: San Samir, MilanO Skriniar, Nonno Valero, Vecino Charruo, e pure i meno meritevoli panzerotto Eder, Dalberto Carlos e Joao il Bello.

Ad un certo punto si avvicina una macchina aziendale del nostro motor partner dell'epoca: si mormora "sarà solo un dirigente...". L'auto improvvisamente rallenta e abbassa il finestrino oscurato: la folla con sorpresa si rende conto che si trattava del giocatore più amato in quel momento, il più decisivo e, soprattutto, IL CAPITANO dell'Inter. Si esatto, era proprio Andrea Ranocchia. Andrea inizia a firmare autografi, si fa fare foto e video di saluti, pare abbia pure baciato un neonato portato apposta da una mamma per ottenere la Sua Benedizione. Dopo aver lasciato passare tutti i bambini, lo studente si avvicina al finestrino, saluta il Capitano e gli chiede una foto insieme: le mani sudate tremano, le braccia si allungano goffamente per trovare la posizione per lo scatto perfetto, anche il telefono si blocca dall'emozione, sapendo che da lì a poco avrebbe custodito nella memoria un'immagine con Andrea Ranocchia. Per uscire da una situazione un po' imbarazzante, il Capitano si lancia in uno dei suoi gesti di grande generosità a cui ci ha abituato: "dammi pure che faccio io". Il telefono passa nelle mani del Sommo che, come un professionista, inquadra e preme il tasto sullo schermo: Andrea Ranocchia aveva appena scattato il selfie che avrebbe cambiato per sempre la vita dello studente, ancora inconsapevole di quello che sarebbe successo. Dopo aver salutato il Capitano, lo studente si defila ancora incredulo, apre la foto per poterla finalmente ammirare. D'istinto bacia il telefono come farebbe una ragazzina con il poster della boy band appeso in cameretta. Smaltita l'emozione, si avvia verso casa e va a dormire sognando il bellissimo pomeriggio appena trascorso.

Il giorno seguente, lo studente si sveglia per andare a lezione, fa per alzarsi ma non riesce a reggersi in piedi si ritrova adagiato al pavimento su tutte e 4 le estremità, sentendosi tra l'altro molto comodo. Ancora nel buio, muove goffamente alcuni passi e riesce ad accendere la luce, sgRana gli occhi accecati dal bagliore e si gira verso lo specchio. Nel riflesso vede una figura insolita che si regge su quattro mani palmate, con la pelle verde brillante e viscida, gli occhi distanti e inespressivi. Improvvisamente si rende conto di ciò che era successo il giorno precedente: quel bacio al telefono toccato da Andrea lo aveva trasformato per sempre in un Ranocchio. Dopo le prime settimane di frustrazione, lo studente si rassegna alla sua metamorfosi e trova la forza di riprende la vita di tutti i giorni. Qualche mese più tardi diventa medico con un obiettivo ben preciso: unire la sua passione neroazzurra alla sua professione, parlare di Inter e Salute per spiegare in modo semplice le dinamiche degli infortuni, i tempi di recupero e tutto ciò che può riguardare la salute dei nostri campioni preferiti, ma anche di tutti noi tifosi

Potrebbe esservi capitato di vedere fuori dallo stadio una rana camminare su due zampe, il camice bianco con il numero 13 sulla schiena, il telefono in mano a controllare i post de "Lo Stagno di Ranocchiate" o ad aspettare il classico "nel tempo di un Caffè" post partita.

Metà Rana e metà medico. Non un pazzo (o forse sì), non un cosplayer o una bestia da circo: é proprio il dR.anocchio.

Notizie flash

Ultimi articoli

31/05/2025
Paris Saint Germain - Inter, 7 tipi di interista in finale di Champions prepartita

Ed eccoci. Alla fine ci siamo. Siamo arrivati alla resa dei conti. La partita che tutti sognano di giocare ma AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA La domanda è come ci siamo arrivati? Con che tipo di equilibrio mentale? Con quale emozione dominante? Lo scopriremo nelle prossime righe. Io intanto vi dico che ho scavato una buca in giardino per […]

29/05/2025
Siam pronti alla morte, la finale chiamò

Cari amici di Ranocchiate, come state?Io insommina. Insommina. Ultimamente c’é una cosa che mi sta mettendo in difficoltà: il tempo.Pare che col passare di questo tempo ci si avvicini sempre più alla finale e questa cosa sta iniziando a mettere a dura prova i miei nervi. Già di per sé non é facile alzarsi e […]

24/05/2025
Como – Inter, il pagellone di un finale già scritto

YANN 6.5 – Ieri aveva quello sguardo disincantato che avevamo tutti noi, la consapevolezza di esserci giocati tutte le opportunità e la fatica di capire la necessità di questa partita, tra fuochi d’artificio e premiazioni già allestite da un’altra parte.Però non ha fatto passare nemmeno uno spillo, nemmeno nel recupero, quando forse una gioia al […]

23/05/2025
Como - Inter nel tempo di un caffè prevedibile

0' - Ritardo perchè a Fuorigrotta stanno sparando pure le bombe a idrogeno. PRIMO TEMPO: 2' - Le nuove regole prevedono niente punizioni per noi 14' - Al terzo minuto c'era stato un salvataggio sulla linea, poi più nulla 17' - Strefezza e quella somiglianza con Politano 20’ - forza Stefanino, facciamo il nostro. Senza […]

23/05/2025
Como - Inter, 10 delusioni prepartita

😞 Ultimo giorno da campioni d'Italia. E la notizia buona è che l'anno prossimo non avremo coccardine sulla maglia a rovinare lo stiling. 😞 Ci portiamo avanti. Nessuna illusione. Il Napoli vincerà una partita bella che segnata e noi soffriremo come cani randagi nella location VIP del lago di Como. Però vorrei sapere chi sarà […]

19/05/2025
Inter – Lazio, il pagellone delle occasioni sprecate

YANN 6.5 -  Nel primo tempo ci illude che gli dei del calcio siano dalla nostra parte, con l’intervento salvifico sul biondino islandese, ma poi noi decidiamo di ribellarci alle divinità e soprattutto Baroni decide di fare entrare Pedropedropedropedropè, che credo ci segni contro ininterrottamente dal 2009 e continuerà a farlo fino al 2033, giusto […]

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram