Dalbert's Inferno - Il ritorno del Sommo Poeta

Forse seimila miglia di lontano
ci ferve l'ora funesta, e in questo stato
consiglio ai nostri di parlare piano.

Che quello ch'è successo e raccontato,
d'un capitan deposto e subissato,
li pseudo tifadòr c'han banchettato.

Però 'l trentaseienne indiavolato,
portando Doria in nostra gran fortezza,
ci fa tornar pensiero al campionato.

Lo neo fasciato da nostra aurea potenza,
s'avvede del momento poco fausto,
ma inver Samir fa solo da presenza.

Lo caro Enrico del canto nostro ipocausto, (ANNATEVE A CERCA CHE SIGNIFICA)
fa sua fascia sinistra e spesso chiude,
finendo nella gloria morto esausto.

Lo Skrigno oggi s'apre in modo rude,
portando lo Manolo a segnare,
non che sia tolta sua infita virtude.

Mentre lo Stefanon fa Quagliarel' penare,
trovando anche giocate da signore,
coi piedi che sa bene destreggiare.

Poi tu o'mago sovrappositore,
tu che m'hai fatto spesso Lui invocare,
la butti dentro scacciando il terrore.

Che dire, infastidito da uccel cantare,
lo Gaglia poco e trova giullar da carta in manica,
finisce la serata anche lui ad esultare.

Metronomo da grandi fauci a dar la carica,
ch'ogni azione urlava ad orchestrare,
lo Croco anche oggi per te una dedica,

visto il tuo grande cuore a festeggiare,
lo nostro capitan alli trentuno,
dimostra quanto tu sia facile ad amare.

Finito effetto ebbrezza di capodan raduno,
ritrova forza e spirito guerriero,
lo Ninja, ci ritorna dubbio alcuno,

che non è come di spazio marmellata,
e quella palla a giugno li lasciata,
la forza e 'l cuor non aveva in se celata.

E tu Matteo vogliamo ritrovare,
folletto dal mancino avvelenato,
altro che Messi c'hai fatto innamorare.

Sappiamo che quell'altro t'ha eclissato,
e tu sai che il tuo amico è elitario,
ma Toro, noi fortunati che t'abbiam trovato.

E t'ho voluto bene come un Brate,
che Ivan mi veniva di percosse,
le tue continue infinite passeggiate,

e ora che siam a mordicchiar le osse,
tu t'ergi a nostro ancor trascinatore,
apetterò ancor a portarti da Minosse.

Andonio mio bellissimo dolore,
ci provi anch'oggi tanto per cambiare,
già vedi il ritorno dello spagnol calore.

Vecino che tu sia entrato o meno,
di questi tempi non si nota invero,
avrai la testa ad Adani in mezzo al fieno.

E tu luccichio dei cori sansiresi,
la tua ballata con su il didietro,
s'è fatta strada nei sogni par telecinesi.

Biondissimo trainator te n'hanno dette,
e tu con testa bassa e illuminavi,
le nostre strade pronte anche stanotte,

perché in mezzo a tutti questi ignavi,
sei l'unico pronto fermo e col sorriso,
riscaldi cor e muscoli anche ai nostri slavi.

Dalbert's Inferno - Il ritorno del Sommo Poeta

Forse seimila miglia di lontano
ci ferve l'ora funesta, e in questo stato
consiglio ai nostri di parlare piano.

Che quello ch'è successo e raccontato,
d'un capitan deposto e subissato,
li pseudo tifadòr c'han banchettato.

Però 'l trentaseienne indiavolato,
portando Doria in nostra gran fortezza,
ci fa tornar pensiero al campionato.

Lo neo fasciato da nostra aurea potenza,
s'avvede del momento poco fausto,
ma inver Samir fa solo da presenza.

Lo caro Enrico del canto nostro ipocausto, (ANNATEVE A CERCA CHE SIGNIFICA)
fa sua fascia sinistra e spesso chiude,
finendo nella gloria morto esausto.

Lo Skrigno oggi s'apre in modo rude,
portando lo Manolo a segnare,
non che sia tolta sua infita virtude.

Mentre lo Stefanon fa Quagliarel' penare,
trovando anche giocate da signore,
coi piedi che sa bene destreggiare.

Poi tu o'mago sovrappositore,
tu che m'hai fatto spesso Lui invocare,
la butti dentro scacciando il terrore.

Che dire, infastidito da uccel cantare,
lo Gaglia poco e trova giullar da carta in manica,
finisce la serata anche lui ad esultare.

Metronomo da grandi fauci a dar la carica,
ch'ogni azione urlava ad orchestrare,
lo Croco anche oggi per te una dedica,

visto il tuo grande cuore a festeggiare,
lo nostro capitan alli trentuno,
dimostra quanto tu sia facile ad amare.

Finito effetto ebbrezza di capodan raduno,
ritrova forza e spirito guerriero,
lo Ninja, ci ritorna dubbio alcuno,

che non è come di spazio marmellata,
e quella palla a giugno li lasciata,
la forza e 'l cuor non aveva in se celata.

E tu Matteo vogliamo ritrovare,
folletto dal mancino avvelenato,
altro che Messi c'hai fatto innamorare.

Sappiamo che quell'altro t'ha eclissato,
e tu sai che il tuo amico è elitario,
ma Toro, noi fortunati che t'abbiam trovato.

E t'ho voluto bene come un Brate,
che Ivan mi veniva di percosse,
le tue continue infinite passeggiate,

e ora che siam a mordicchiar le osse,
tu t'ergi a nostro ancor trascinatore,
apetterò ancor a portarti da Minosse.

Andonio mio bellissimo dolore,
ci provi anch'oggi tanto per cambiare,
già vedi il ritorno dello spagnol calore.

Vecino che tu sia entrato o meno,
di questi tempi non si nota invero,
avrai la testa ad Adani in mezzo al fieno.

E tu luccichio dei cori sansiresi,
la tua ballata con su il didietro,
s'è fatta strada nei sogni par telecinesi.

Biondissimo trainator te n'hanno dette,
e tu con testa bassa e illuminavi,
le nostre strade pronte anche stanotte,

perché in mezzo a tutti questi ignavi,
sei l'unico pronto fermo e col sorriso,
riscaldi cor e muscoli anche ai nostri slavi.

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