In principio erano delle pippe. Ma davvero delle pippe. Raramente si era visto calcare su un campo di calcio della gente così scarsa. Fu allora che il grande e potente Zhang, Dio degli elettrodomestici cinesi, decise di chiamare a noi il Profeta Luciano. Egli arrivò al Tempio della Pinetina, guardò i suoi giocatori e disse: “In verità, in verità vi dico, io vi porterò a riveder le stelle, a giocare la coppa dei campioni”. Essi lo guardarono stranito. Neanche loro credevano a queste parole.
Dopo qualche tempo, Luciano, inondato dalla grazia divina e da qualche bottiglia di Barbera del Lidl, si avvicinò a un gruppo di giovani farisei che da anni si aggiravano nei pressi della Pinetina senza apparente motivo che non fosse combinare casini, e lì vide un giovane croato di nome Marcelo. Impose le mani su di lui e disse: “Marcelo, tu diventerai un regista di livello internazionale e ci porterai in Champions”. Dal tempio si alzarono risa di scherno. Il giovane Capitano si avvicinò a Luciano e con accento argentino disse “Ma mister, questo non sa neanche fare i cerchi col compasso, come cazzo fa a fare il regista?”. “Taci miscredente! – tuonò il Profeta- alla fine di questa stagione noi, grazie a lui, raggiungeremo la gloria eterna”. E fu così che in una sera di maggio nella Città santa, la profezia si compì. E così avvenne il primo miracolo del Profeta Luciano.
Dopo diversi mesi il Profeta, tornando alla Città santa, decise che era il momento di mostrare al mondo la sua magnificenza. Egli entrò nello spogliatoio prima della partita, si avvicinò ai suoi ragazzi e guardò negli occhi un giovane angelo dalla pelle color caramello: “Joao, alzati e cammina! Oggi giocherai tu e giocherai bene”. Joao “il Bello” con la testa china si voltò verso Joao “il sosia di E.T”. e disse: “guarda che questo mi sa che ce l’ha con te”. “NO! – tuonò nuovamente il Profeta- sarai tu, Mario, il mio figliol prodigo, a portarci alla vittoria”. Lo scettico Capitano, facendosi il segno della croce, pensò: “ma a noi uno normale mai? Quasi quasi mi manca Stramaccioni, almeno ai quei tempi potevamo organizzare le grigliate con il Galgo Schelotto”. Ma ancora una volta la profezia si compì e al terzo anno Joao Mario resuscitò. Così si realizzò il secondo miracolo del Profeta Luciano.
La settimana successiva, ormai illuminato dalla luce divina e posseduto dallo spirito del Patriarca Hector Cuper, il Profeta Luciano volle volare là dove osano le aquile. Ancora una volta si avvicinò ai suoi ragazzi prima della partita col Genoa e disse loro: “è il momento che il regno del Signore si compia”. Si rivolse al lebbroso Dalbert, all’inutile Gagliardini e all’appena risorto Joao Mario e disse loro; “ragazzi oggi voi giocherete e giocherete bene. Inoltre, tu, Bellissimo Mario, farai anche un goal. E tu invece, inutile Gagliardini, tu farai una doppietta.” Dopo queste parole diversi discepoli ebbero un mancamento. Il povero Capitano, ormai distrutto emotivamente, prese la parola e affermò con la voce spezzata dal terrore: “Mister va bene tutto, è andata anche bene un paio di volte, ma non c’è bisogno di strafare. Poi, ora che siamo secondi e stiamo andando bene, è proprio necessario mandare tutto a puttane? Guardi che questa formazione con 30 mila lire il mio Football manager la fa meglio”. Il Profeta, visibilmente irritato, si girò verso di lui e sentenziò: “Taci stolto! Tu siederai in panca di fianco all’apostolo Berni, per osservare quanto è grande e giusto è il mio regno!”. Al che, Maurito si inginocchiò ai piedi della statua di Mr. Zhang e disse: “Zhang, Zhang, perché mi hai abbandonato?”. Nuovamente però fu fatta la volontà di Luciano. E fu così che si realizzò il terzo miracolo del Profeta Luciano.
Alle fine di questo salvifico, e forse un po’ blasfemo, percorso vi starete di certo chiedendo quale sia la morale di questa parabola. Beh, forse è che non importa che voi siate un lebbroso o un Gagliardini, l’importante è che troviate sempre qualcuno abbastanza pazzo, o abbastanza ubriaco, da credere in voi.
In principio erano delle pippe. Ma davvero delle pippe. Raramente si era visto calcare su un campo di calcio della gente così scarsa. Fu allora che il grande e potente Zhang, Dio degli elettrodomestici cinesi, decise di chiamare a noi il Profeta Luciano. Egli arrivò al Tempio della Pinetina, guardò i suoi giocatori e disse: “In verità, in verità vi dico, io vi porterò a riveder le stelle, a giocare la coppa dei campioni”. Essi lo guardarono stranito. Neanche loro credevano a queste parole.
Dopo qualche tempo, Luciano, inondato dalla grazia divina e da qualche bottiglia di Barbera del Lidl, si avvicinò a un gruppo di giovani farisei che da anni si aggiravano nei pressi della Pinetina senza apparente motivo che non fosse combinare casini, e lì vide un giovane croato di nome Marcelo. Impose le mani su di lui e disse: “Marcelo, tu diventerai un regista di livello internazionale e ci porterai in Champions”. Dal tempio si alzarono risa di scherno. Il giovane Capitano si avvicinò a Luciano e con accento argentino disse “Ma mister, questo non sa neanche fare i cerchi col compasso, come cazzo fa a fare il regista?”. “Taci miscredente! – tuonò il Profeta- alla fine di questa stagione noi, grazie a lui, raggiungeremo la gloria eterna”. E fu così che in una sera di maggio nella Città santa, la profezia si compì. E così avvenne il primo miracolo del Profeta Luciano.
Dopo diversi mesi il Profeta, tornando alla Città santa, decise che era il momento di mostrare al mondo la sua magnificenza. Egli entrò nello spogliatoio prima della partita, si avvicinò ai suoi ragazzi e guardò negli occhi un giovane angelo dalla pelle color caramello: “Joao, alzati e cammina! Oggi giocherai tu e giocherai bene”. Joao “il Bello” con la testa china si voltò verso Joao “il sosia di E.T”. e disse: “guarda che questo mi sa che ce l’ha con te”. “NO! – tuonò nuovamente il Profeta- sarai tu, Mario, il mio figliol prodigo, a portarci alla vittoria”. Lo scettico Capitano, facendosi il segno della croce, pensò: “ma a noi uno normale mai? Quasi quasi mi manca Stramaccioni, almeno ai quei tempi potevamo organizzare le grigliate con il Galgo Schelotto”. Ma ancora una volta la profezia si compì e al terzo anno Joao Mario resuscitò. Così si realizzò il secondo miracolo del Profeta Luciano.
La settimana successiva, ormai illuminato dalla luce divina e posseduto dallo spirito del Patriarca Hector Cuper, il Profeta Luciano volle volare là dove osano le aquile. Ancora una volta si avvicinò ai suoi ragazzi prima della partita col Genoa e disse loro: “è il momento che il regno del Signore si compia”. Si rivolse al lebbroso Dalbert, all’inutile Gagliardini e all’appena risorto Joao Mario e disse loro; “ragazzi oggi voi giocherete e giocherete bene. Inoltre, tu, Bellissimo Mario, farai anche un goal. E tu invece, inutile Gagliardini, tu farai una doppietta.” Dopo queste parole diversi discepoli ebbero un mancamento. Il povero Capitano, ormai distrutto emotivamente, prese la parola e affermò con la voce spezzata dal terrore: “Mister va bene tutto, è andata anche bene un paio di volte, ma non c’è bisogno di strafare. Poi, ora che siamo secondi e stiamo andando bene, è proprio necessario mandare tutto a puttane? Guardi che questa formazione con 30 mila lire il mio Football manager la fa meglio”. Il Profeta, visibilmente irritato, si girò verso di lui e sentenziò: “Taci stolto! Tu siederai in panca di fianco all’apostolo Berni, per osservare quanto è grande e giusto è il mio regno!”. Al che, Maurito si inginocchiò ai piedi della statua di Mr. Zhang e disse: “Zhang, Zhang, perché mi hai abbandonato?”. Nuovamente però fu fatta la volontà di Luciano. E fu così che si realizzò il terzo miracolo del Profeta Luciano.
Alle fine di questo salvifico, e forse un po’ blasfemo, percorso vi starete di certo chiedendo quale sia la morale di questa parabola. Beh, forse è che non importa che voi siate un lebbroso o un Gagliardini, l’importante è che troviate sempre qualcuno abbastanza pazzo, o abbastanza ubriaco, da credere in voi.
Ed eccoci. Alla fine ci siamo. Siamo arrivati alla resa dei conti. La partita che tutti sognano di giocare ma AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA La domanda è come ci siamo arrivati? Con che tipo di equilibrio mentale? Con quale emozione dominante? Lo scopriremo nelle prossime righe. Io intanto vi dico che ho scavato una buca in giardino per […]
Cari amici di Ranocchiate, come state?Io insommina. Insommina. Ultimamente c’é una cosa che mi sta mettendo in difficoltà: il tempo.Pare che col passare di questo tempo ci si avvicini sempre più alla finale e questa cosa sta iniziando a mettere a dura prova i miei nervi. Già di per sé non é facile alzarsi e […]
YANN 6.5 – Ieri aveva quello sguardo disincantato che avevamo tutti noi, la consapevolezza di esserci giocati tutte le opportunità e la fatica di capire la necessità di questa partita, tra fuochi d’artificio e premiazioni già allestite da un’altra parte.Però non ha fatto passare nemmeno uno spillo, nemmeno nel recupero, quando forse una gioia al […]
0' - Ritardo perchè a Fuorigrotta stanno sparando pure le bombe a idrogeno. PRIMO TEMPO: 2' - Le nuove regole prevedono niente punizioni per noi 14' - Al terzo minuto c'era stato un salvataggio sulla linea, poi più nulla 17' - Strefezza e quella somiglianza con Politano 20’ - forza Stefanino, facciamo il nostro. Senza […]
😞 Ultimo giorno da campioni d'Italia. E la notizia buona è che l'anno prossimo non avremo coccardine sulla maglia a rovinare lo stiling. 😞 Ci portiamo avanti. Nessuna illusione. Il Napoli vincerà una partita bella che segnata e noi soffriremo come cani randagi nella location VIP del lago di Como. Però vorrei sapere chi sarà […]
YANN 6.5 - Nel primo tempo ci illude che gli dei del calcio siano dalla nostra parte, con l’intervento salvifico sul biondino islandese, ma poi noi decidiamo di ribellarci alle divinità e soprattutto Baroni decide di fare entrare Pedropedropedropedropè, che credo ci segni contro ininterrottamente dal 2009 e continuerà a farlo fino al 2033, giusto […]