15/04/2020

Quel Derby di Pasqua con Orsato e Zapata

15 aprile 2017

La città di Milano si appresta a vivere un derby storico per svariati motivi. Per la prima volta si gioca alle 12.30, il sabato prima di Pasqua, e c'è tanta curiosità per l'avvento del titolare di quella friggitoria in via Paolo Sarpi che riciclerà il denaro di Berlusconi con il nome di Yonghyong Li fingendosi presidente del Milan.

Possiamo considerarlo il primo derby interamente cinese, anche se in tribuna i rappresentanti del Quartier Generale Suning guardano con sospetto alla dirigenza del Milan, in particolare verso Fassone e Mirabelli, protagonisti della più assurda e immotivata botta di autostima della storia. Ma questo è un altro discorso e sappiamo tutti come andrà a finire.

In campo l'Inter schiera Handanovic con il cappellino delle grandi occasioni, D'Ambrosio, Medel, Miranda, Nagatomo, Gagliardini, Kondogbia, Candreva, Joao il Magnifico, Perisic e un altro di cui ora mi sfugge il nome.

A disposizione Carrizo, Andreolli, Murillo, Palacio, Ansaldi, Banega, il cangurone Sainsbury, Santon, Brozovic, Biabiany, Eder e #MITT a Gabigol.

Il Milan risponde con Donnarumma, Calabria, Zapata, Romagnoli, De Sciglio; Sosa, Mati Fernandez, Kucka, Suso, Bacca, Deulofeu.
La panchina non la leggeremo per una questione di dignità.

Molto importante sottolineare come il Milan vesta totalmente di bianco dopo che nel derby di andata stavamo restando vittime di ripetuti attacchi epilettici a causa delle due divise praticamente uguali.

La partita inizia subito con la stessa verve della partitella post grigliata di pasquetta. In un contesto del genere ovviamente il Milan si sente molto più a suo agio e subiamo come matti le fantasie di Deulofeu, il classico disperato che tirano fuori dal nulla e ogni volta gli salva la stagione.

Comunque riusciamo a difenderci bene fino a quando Gagliardini si inventa un lancio degno del peggior Super Santos per Tonino Candreva che si inventa a sua volta una palombella incredibile che beffa Donnarumma.
Come all'andata Candreva si riconferma uomo derby, fa strano dirlo, ma quell'anno era ancora decente poi si è rovinato più avanti.

Comunque dopo il vantaggio ci esaltiamo e riusciamo anche a portarci sul due a zero. Sgroppata di Perisic sulla sinistra, cross per Icardi che la mette in porta facile facile, 2-0 e primo gol per lui nel derby della Madonnina. Questo fa ancora più strano dirlo.

Caro Covid lo sappiamo che ti senti forte e figo ma quando ci parli di "quotidianità stravolta per sempre" a noi interisti ci fai il solletico.
A noi oramai non ci ammazza più niente.
PER FAVORE #SPARISC

All'intervallo torniamo super contenti negli spogliatoi, dove Ederinho vista l'ora ha messo su una bella pastasciutta aglio e olio per tutti.

La partita di andata dovrebbe ricordarci che non è finita fino al triplce fischio, ma noi sottovalutiamo la situazione perché insomma, li avete visti quelli?!

Il secondo tempo conferma le buone sensazioni del primo. Andiamo vicini al tre a zero e nulla farebbe sospettare la tragedia pasquale in arrivo. I milanisti sono abbastanza scarichi e l'unico a crederci ancora sembra il solito Mauro Suma.
Nessuno lo prende sul serio e sembrano i soliti deliri di un pazzo. Eppure, così come un orologio rotto segna l'ora giusta per due volte al giorno, le sue preghiere nell'alto dei cieli vengono miracolosamente ascoltate.

Montella inizia a buttare dentro i suoi scappati di casa dalla panchina sperando di azzeccare la mossa giusta.
Pioli risponde con delle mosse altrettanto a caso, sostituendo Perisic con un Eder ancora visibilmente appesantito dalla spaghettata di poco prima, e coprendosi con Murillo, che in quel periodo se lo avessimo fatto giocare chiuso dentro a un cubo di plexiglass di un metro e mezzo forse nella vita ci sarebbe andata un po' meglio.
Alla fine il Milan in preda alla disperazione si riversa in avanti, cross di Suso per Romagnoli, che batte Handanovic e fa 2-1.
A quel punto gli sale ancora di più la loro botta di autostima immotivata, però anche noi comunque sembriamo in controllo e Pioli decide addirittura di finirla col tridente Biabiany-Eder-Icardi.

La partita starebbe quasi finendo bene ma perdiamo un minuto per fare 'sto benedetto cambio Candreva-Biabiany.
Orsato invita tutti alla calma, come al suo solito, dicendo "sì sì tranquilli lo tengo io il tempo". Va bene.

Nel recupero potremmo addirittura chiuderla proprio con Johnny Biabiany che si ritrova sui piedi il pallone del potenziale 3-1, però da buona posizione spara un missile al secondo anello.
Sarebbe stata una di quelle cose epiche, di quelle da raccontare per sempre ai nipoti, come il gol di Schelotto o forse anche meglio.

Azioni come questa comunque dovrebbero farci riflettere un attimo si un grave problema della società contemporanea. Ovvero i #RIPIGL dei nostri ex primavera. Ormai siamo pieni zeppi di casi umani come Biabia, Santon, Andreolli, Khrin e il Camerata Biraghi, ma alla fine sono come una droga, sai che non servono a un cazzo m sono troppo carini e coccolosi per non riportarli tutti quanti a casa, sono come le tic tac che ti piazzano lì alla cassa del supermercato, dici sempre che non ti servono, però ogni volta te ne compri minimo due confezioni.

Intanto qua si va avanti a oltranza, con Orsato che continua a fischiare tutto a favore del Milan, distorcendo per sempre il continuum spazio temporale dell'universo.

Locatelli decide di attentare all'incolumità di Nagatomo spaccandogli quasi una gamba ma, se la cava con un'ammozione e un minuto bonus di recupero in omaggio.

Probabilmente gli unici a credere ancora in questo pareggio a questo punto sono rimasti proprio Orsato e Mauro Suma che è ancora lì in tribuna stampa che accende candele e santini con la faccia di Berlusconi.

Gli ultimi minuti di quella partita sono così lunghi che in confronto un mese e mezzo di quarantena ci è volato in un attimo.
C'è gente che in quei 5 minuti di recupero ha finito di scrivere la tesi, gente che ha ristrutturato casa addirittura gira voce che qualcuno ha finito di vedere tutte quante le puntate di Beautiful.

È stato tutto così lungo e stressante, che ovunque fossimo, allo stadio o davanti alla tv, tutti noi interisti a un certo punto eravamo in piedi a urlare in modalità Luciano Spalletti allo Zenith.

UN MINUTO PER LA SOSTITUZIONE, CINQUE MINUTI DI RECUPERO, SEI MINUTI, NOI SI FA LE COSE REGOLARI E SI VA TUTTI A POSTO. MA CHE EMOZIONE MA QUALE EMOZIONE? MA CHE CAZZO DICI.
PERCHE' L'HA FATTA DURARE UN MINUTO IN PIU? PERCHE' GLI FA PIACERE COSI'?

Quando Orsato ha assegnato quel corner a tempo scaduto ci è passato tutto un film davanti agli occhi.

Fotogrammi lucidissimi del pallone che entra in area di rigore, del gol di Zapata, del Milan che fa i caroselli con Montella per la qualificazione ai preliminari di Europa League, mentre noi finiremo settimi.
Ma intanto con quella partita abbiamo sviluppato inconsciamente il nostro feeling emotivo con Lucianone, il Milan va sull'orlo del fallimento, noi da quel momento in poi piano piano ci risolleviamo, Orsato non vede Pjanic che prende a calci in faccia Rafinha e tanto altro ancora.

Per questo quel gol di Zapata lì sul momento è stato tremendo, una vera mazzata, ma forse col senno di poi possiamo dire che ci è andata bene così.
Perché magari se Biabiany avesse segnato quel gol del 3-1 non lo avremmo nemmeno regalato allo Sparta Praga, magari avremmo confermato Pioli e chi lo sa come sarebbe andata a finire.

Certe volte anche delle sfighe della vita inspiegabili e interminabili come il recupero di quella partita in fondo in fondo possono essere uno strano disegno del destino. Chi lo sa che un giorno riguardando indietro a questo periodo di merda di adesso diremo che c'è stato tutto un incastro di combinazioni per cui forse ci è andata anche bene così.
E se queste giornate vi sembreranno interminabili, ripensate che comunque non sono nulla in confronto a quel recupero di Orsato e che comunque vada, in fondo noi nerazzurri abbiamo sempre vissuto momenti peggiori.

Quel Derby di Pasqua con Orsato e Zapata

15 aprile 2017

La città di Milano si appresta a vivere un derby storico per svariati motivi. Per la prima volta si gioca alle 12.30, il sabato prima di Pasqua, e c'è tanta curiosità per l'avvento del titolare di quella friggitoria in via Paolo Sarpi che riciclerà il denaro di Berlusconi con il nome di Yonghyong Li fingendosi presidente del Milan.

Possiamo considerarlo il primo derby interamente cinese, anche se in tribuna i rappresentanti del Quartier Generale Suning guardano con sospetto alla dirigenza del Milan, in particolare verso Fassone e Mirabelli, protagonisti della più assurda e immotivata botta di autostima della storia. Ma questo è un altro discorso e sappiamo tutti come andrà a finire.

In campo l'Inter schiera Handanovic con il cappellino delle grandi occasioni, D'Ambrosio, Medel, Miranda, Nagatomo, Gagliardini, Kondogbia, Candreva, Joao il Magnifico, Perisic e un altro di cui ora mi sfugge il nome.

A disposizione Carrizo, Andreolli, Murillo, Palacio, Ansaldi, Banega, il cangurone Sainsbury, Santon, Brozovic, Biabiany, Eder e #MITT a Gabigol.

Il Milan risponde con Donnarumma, Calabria, Zapata, Romagnoli, De Sciglio; Sosa, Mati Fernandez, Kucka, Suso, Bacca, Deulofeu.
La panchina non la leggeremo per una questione di dignità.

Molto importante sottolineare come il Milan vesta totalmente di bianco dopo che nel derby di andata stavamo restando vittime di ripetuti attacchi epilettici a causa delle due divise praticamente uguali.

La partita inizia subito con la stessa verve della partitella post grigliata di pasquetta. In un contesto del genere ovviamente il Milan si sente molto più a suo agio e subiamo come matti le fantasie di Deulofeu, il classico disperato che tirano fuori dal nulla e ogni volta gli salva la stagione.

Comunque riusciamo a difenderci bene fino a quando Gagliardini si inventa un lancio degno del peggior Super Santos per Tonino Candreva che si inventa a sua volta una palombella incredibile che beffa Donnarumma.
Come all'andata Candreva si riconferma uomo derby, fa strano dirlo, ma quell'anno era ancora decente poi si è rovinato più avanti.

Comunque dopo il vantaggio ci esaltiamo e riusciamo anche a portarci sul due a zero. Sgroppata di Perisic sulla sinistra, cross per Icardi che la mette in porta facile facile, 2-0 e primo gol per lui nel derby della Madonnina. Questo fa ancora più strano dirlo.

Caro Covid lo sappiamo che ti senti forte e figo ma quando ci parli di "quotidianità stravolta per sempre" a noi interisti ci fai il solletico.
A noi oramai non ci ammazza più niente.
PER FAVORE #SPARISC

All'intervallo torniamo super contenti negli spogliatoi, dove Ederinho vista l'ora ha messo su una bella pastasciutta aglio e olio per tutti.

La partita di andata dovrebbe ricordarci che non è finita fino al triplce fischio, ma noi sottovalutiamo la situazione perché insomma, li avete visti quelli?!

Il secondo tempo conferma le buone sensazioni del primo. Andiamo vicini al tre a zero e nulla farebbe sospettare la tragedia pasquale in arrivo. I milanisti sono abbastanza scarichi e l'unico a crederci ancora sembra il solito Mauro Suma.
Nessuno lo prende sul serio e sembrano i soliti deliri di un pazzo. Eppure, così come un orologio rotto segna l'ora giusta per due volte al giorno, le sue preghiere nell'alto dei cieli vengono miracolosamente ascoltate.

Montella inizia a buttare dentro i suoi scappati di casa dalla panchina sperando di azzeccare la mossa giusta.
Pioli risponde con delle mosse altrettanto a caso, sostituendo Perisic con un Eder ancora visibilmente appesantito dalla spaghettata di poco prima, e coprendosi con Murillo, che in quel periodo se lo avessimo fatto giocare chiuso dentro a un cubo di plexiglass di un metro e mezzo forse nella vita ci sarebbe andata un po' meglio.
Alla fine il Milan in preda alla disperazione si riversa in avanti, cross di Suso per Romagnoli, che batte Handanovic e fa 2-1.
A quel punto gli sale ancora di più la loro botta di autostima immotivata, però anche noi comunque sembriamo in controllo e Pioli decide addirittura di finirla col tridente Biabiany-Eder-Icardi.

La partita starebbe quasi finendo bene ma perdiamo un minuto per fare 'sto benedetto cambio Candreva-Biabiany.
Orsato invita tutti alla calma, come al suo solito, dicendo "sì sì tranquilli lo tengo io il tempo". Va bene.

Nel recupero potremmo addirittura chiuderla proprio con Johnny Biabiany che si ritrova sui piedi il pallone del potenziale 3-1, però da buona posizione spara un missile al secondo anello.
Sarebbe stata una di quelle cose epiche, di quelle da raccontare per sempre ai nipoti, come il gol di Schelotto o forse anche meglio.

Azioni come questa comunque dovrebbero farci riflettere un attimo si un grave problema della società contemporanea. Ovvero i #RIPIGL dei nostri ex primavera. Ormai siamo pieni zeppi di casi umani come Biabia, Santon, Andreolli, Khrin e il Camerata Biraghi, ma alla fine sono come una droga, sai che non servono a un cazzo m sono troppo carini e coccolosi per non riportarli tutti quanti a casa, sono come le tic tac che ti piazzano lì alla cassa del supermercato, dici sempre che non ti servono, però ogni volta te ne compri minimo due confezioni.

Intanto qua si va avanti a oltranza, con Orsato che continua a fischiare tutto a favore del Milan, distorcendo per sempre il continuum spazio temporale dell'universo.

Locatelli decide di attentare all'incolumità di Nagatomo spaccandogli quasi una gamba ma, se la cava con un'ammozione e un minuto bonus di recupero in omaggio.

Probabilmente gli unici a credere ancora in questo pareggio a questo punto sono rimasti proprio Orsato e Mauro Suma che è ancora lì in tribuna stampa che accende candele e santini con la faccia di Berlusconi.

Gli ultimi minuti di quella partita sono così lunghi che in confronto un mese e mezzo di quarantena ci è volato in un attimo.
C'è gente che in quei 5 minuti di recupero ha finito di scrivere la tesi, gente che ha ristrutturato casa addirittura gira voce che qualcuno ha finito di vedere tutte quante le puntate di Beautiful.

È stato tutto così lungo e stressante, che ovunque fossimo, allo stadio o davanti alla tv, tutti noi interisti a un certo punto eravamo in piedi a urlare in modalità Luciano Spalletti allo Zenith.

UN MINUTO PER LA SOSTITUZIONE, CINQUE MINUTI DI RECUPERO, SEI MINUTI, NOI SI FA LE COSE REGOLARI E SI VA TUTTI A POSTO. MA CHE EMOZIONE MA QUALE EMOZIONE? MA CHE CAZZO DICI.
PERCHE' L'HA FATTA DURARE UN MINUTO IN PIU? PERCHE' GLI FA PIACERE COSI'?

Quando Orsato ha assegnato quel corner a tempo scaduto ci è passato tutto un film davanti agli occhi.

Fotogrammi lucidissimi del pallone che entra in area di rigore, del gol di Zapata, del Milan che fa i caroselli con Montella per la qualificazione ai preliminari di Europa League, mentre noi finiremo settimi.
Ma intanto con quella partita abbiamo sviluppato inconsciamente il nostro feeling emotivo con Lucianone, il Milan va sull'orlo del fallimento, noi da quel momento in poi piano piano ci risolleviamo, Orsato non vede Pjanic che prende a calci in faccia Rafinha e tanto altro ancora.

Per questo quel gol di Zapata lì sul momento è stato tremendo, una vera mazzata, ma forse col senno di poi possiamo dire che ci è andata bene così.
Perché magari se Biabiany avesse segnato quel gol del 3-1 non lo avremmo nemmeno regalato allo Sparta Praga, magari avremmo confermato Pioli e chi lo sa come sarebbe andata a finire.

Certe volte anche delle sfighe della vita inspiegabili e interminabili come il recupero di quella partita in fondo in fondo possono essere uno strano disegno del destino. Chi lo sa che un giorno riguardando indietro a questo periodo di merda di adesso diremo che c'è stato tutto un incastro di combinazioni per cui forse ci è andata anche bene così.
E se queste giornate vi sembreranno interminabili, ripensate che comunque non sono nulla in confronto a quel recupero di Orsato e che comunque vada, in fondo noi nerazzurri abbiamo sempre vissuto momenti peggiori.

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