ONANA 7 – Questa partita Andrè non avrebbe dovuto giocarla. Conoscete la regola non scritta che in Coppa Italia di solito si cambia portiere? Ebbene, ieri sera sarebbe toccato ad Handa, solo che Samir si è infortunato in settimana mentre provava le parate laser, ed allora eccoci qui di nuovo con Andreone a difendere i nostri pali, dopo le polemiche scaturite dall’intervento non proprio tempestivo sull’incornata di Fifino a Monza. Del resto Andrè dovrebbe essere abbastanza consapevole della pericolosità di Denzel in area di rigore, specialmente quando l’area è la nostra.
Ma non divaghiamo, l’ottavo di finale era cominciato in maniera un po’ frizzante, con quell’occasione capitata a Vazquez dopo un paio di minuti, ma si era poi messa sui binari dell’inoperosità, e sembrava una di quelle serate in cui puoi recuperare le lezioni di tressette a bordocampo con Cordaz.
Poi però arriva quando meno te l’aspetti arriva il gol del MITT di turno (della squadra avversaria, ovviamente), tale Stanko Juric che scaglia una barbogia urticante all’incrocio. E meno male che si chiama Stanko, si fosse chiamato Attivo avremmo assistito al Tiro della Tigre o alla Catapulta Infernale.
Da quel momento in poi Andrè deve abbandonare i precetti tressettiani e dedicarsi ad evitare il secondo gol dei gialloblu, che tra MITT ed ex (segnaliamo la presenza di un temibilissimo Ansaldi in panchina) pregustano il passaggio ai quarti.
Pare che all’inizio del secondo tempo supplementare Andrè abbia chiesto informazioni sui possibili rigoristi del Parma: è uscito fuori che non li conosceva manco Pecchia, per cui si è passati alla strategia suggerita da mister Farris sul momento:
BUTTATI A CASO!
Per fortuna è arrivata la capocciata di Ciccio.
D’AMBROSIO 5 – I complessi collegamenti neurali che tengono in piedi The Immortal ieri sono andati in corto circuito poco prima dell’inizio della partita. Lo staff ha cercato di ripristinarli in tempo, poi si è affidato al caro, vecchio Ctrl Alt Canc, che però ha causato un’anomalia spazio-temporale del prototipo DD33.
Appena entrato in campo, Dambro si è guardato intorno ed ha esclamato: “Uè, aro sta Campagnaro?”
Poi, rivolto alla panchina “Mister Mazzarri, vi vedo sciupato assai!”
Insomma, alla fine lo abbiamo visto girovagare per il campo come un Gagliardini qualsiasi senza rendersi davvero conto di quello che stava facendo (esattamente come Gaglia).
Dopo gli infortuni al soleo ci mancavano solo quelli informatici!
DE VRIJ 6 – Si trova spesso solo contro gli attaccanti avversari, ultimo baluardo prima di Onana. Questo da solo spiega già tutti i drammi della partita di ieri, se poi ci aggiungiamo che dopo il pareggio di Lauti è assalito dai crampi e tutti decidono improvvisamente di passargli il pallone di continuo, si capisce perchè abbiamo faticato tanto a raggiungere la vittoria. Merita la sufficienza anche solo per aver resistito fino alla fine, nonostante giocasse praticamente da fermo.
Vabbè, insomma, non è che di solito si nuova tantissimo...
BASTONI 6.5 – Uno dei più attivi in difesa, ed uno dei pochi in grado di impostare l’azione con il suo piedino magico. Lampi di luce nel grigiore del Meazza.
Ed è per questo che il mister lo cambia per primo. Pare che la ragione del suo cambio sia collegata al fatto che i minori non possano stare in TV oltre un certo orario, Genitore Skri e Genitore Stefan ci tengono alla tutela di Sandrino e poi oggi aveva compito di matematica:
Se la tartaruga è avanti 11 punti e Achille la batte nello scontro diretto, quante possibilità ha Achille di superarla e conquistare lo scudetto?
PAPASKRIII, NON VOGLIO ANDARE A SCUOLAAAA!
DUMFRIES 5 – Ma è tornato Fifino dal Qatar? Non è che ce lo hanno scambiato alla dogana? O forse tutti quei passaggi all’indietro nascondono un desiderio inconfessato di tornare a dicembre, alla doppietta contro gli USA e i complimenti di mezzo mondo?
Queste domande resteranno probabilmente tutte senza risposta, noi non possiamo che rimpiangere i tempi in cui non temeva i duelli e gli scontri con Theo, mentre ieri faticava a tentare un dribbling contro Valenti.
MKHITARYAN 5.5 – Unico sopravvisssuto in un centrocampo falcidiato dagli infortuni, il treno armeno mostra segni di rallentamento: è passato dalla brillantezza nelle amichevoli, agli elogi nella sfida contro il Napoli, alle critiche per il sombrero non riuscito contro il Monza che ci è costato due punti, fino a ieri, quando lo abbiamo visto rincorrere tristemente tale Sohm, peraltro venendone pure superato in più di un’occasione.
“Mister, mi dispiace per la prestazione di ieri, non è che posso riposare contro il Ve...”
“No”
“Forse in SuperC..”
“NO!”
“E allora quando? Ho 33 anni!”
“Embè? Edin ne ha 37 e da un anno fa infiltrazioni di Svitol ogni due giorni! Prendi esempio”
ASLLANI 8 – Tutti a dire “Eh ma questo Asllani è ancora immaturo, era stato preso come vice Brozo ed ora fa il vice del vice, non ha personalità, alla sua età Iniesta era già pallone d’oro, Pelè aveva vinto un Mondiale e Pirlo giocava all’Inter come mezza punta (vabbè su quest’ultima parte meglio sorvolare)”
Noi abbiamo sempre difeso Aslla per il suo essere Kris e MITT contemporaneamente, per le movenze da gazzella, gli occhi da cerbiatto e per portare sulle spalle un numero che ci ha fatto sognare per tanti anni (Perry come stai? Ti trattano bene a Londra? Te lo fanno trovare l’avocado fresco ogni mattina?).
Ieri, in mezzo ai rallentamenti di Mkhi, Fifino con la testa in Qatar, Dambro fuori fase, e Gaglia purtroppo nella sua fase abituale, ci è parso che Kris fosse l’unico con un poco di lucidità rimasta, e non è un caso che dai suoi piedi siano nate le azioni dei due gol.
In una ripresa di campionato che a gennaio va veloce come un aereo Ryaniar quando sta per atterrare, Kris è il nostro paracadute.
GAGLIARDINI 5.5 - Non siamo qui per infierire su DIO5, uno che il suo gambone lo mette sempre, anche se spesso nel posto sbagliato, uno che non disdegna la giocata sia di destro che di sinistro, tanto il risultato finale non cambia, sempre pronto quando si tratta di segnare il gol che fa la differenza tra vittoria rotonda a goleada, condannandoci a mesi di crisi irreversibile. E allora, che senso ha prendersela con lui?
Piuttosto, Simo, ma per quel Kamate in panchina, non c’è proprio modo di farlo esordire a breve?
GOSENS 5 – Comincia con il piglio giusto, peccato che il pregevole assist vada verso l’inserimento di Gaglia, poi comincia a sparire un po’ alla volta, secondo un modo tutto suo che ci è ormai famigliare, tanto che avevo pensato di coniare una nuovo verbo, “evanescere”.
Definizione: sparire dal gioco in maniera lenta ma costante, come fa Robin ad ogni prestazione.
La risposta dell’Accademia della Crusca non si è fatta attendere:
“Caro Vincenzo, grazie per aver pensato ad una nuova parola, addirittura un verbo! Il verbo che hai proposto, corredato di definizione fa davvero schifo al cazzo putroppo non soddisfa i criteri linguistici della lingua di Dante Alighieri, per cui sparisci dalla nostra vita come Robin Gosens contro il Parma”
CORREA 4.5 – In una partita fatta di alti e bassi, per fortuna restano alcune certezze, come il fatto che Correa faccia parte della parte bassa. Si candida prepotetemente al ruolo di “Gagliardini d’attacco”, come se ce ne fosse bisogno.
LAUTARO 7 – Comincia in sordina, inciampando nella temibile stretta tra Osorio e Balogh, poi pare ricordarsi che qualche tempo fa (20 giorni, più o meno) è diventato campione del mondo e trova il guizzo per portare la partita ai supplmentari. Trova soprattutto il capoccione di Osorio, altrimenti Buffon avrebbe parato pure quella.
Ora Lauti è in serie positiva da due partite di fila, e pare possa iniziare uno di quei periodi in cui segna anche quando la prende col sopracciglio. Peccato che la serie si interromperà inevitabilmente a Riyad mercoledì prossimo.
DZEKO 7 – Riempie già solo con la sua presenza l’area di rigore e manda in tilt i difensori gialloblu. Meriterebbe il gol al 90’, ma trova sulla sua strada la manona di Buffon, uno capace di interventi straordinari, soprattutto se l’accesso ai supplementari è quotato a 3.75. Uno così ci servirebbe tutte le partite. E infatti le giocherà tutte, visto che non abbiamo alternative.
DIMARCO 8 – Siamo passati dall’essere Lukakucentrici a diventare Dimarcocentrici, e già questo dovrebbe spiegare bene l'andamento della nostra stagione. Come al solito cambia tre ruoli in 45 minuti giocati (difensore, esterno e mezzala), ma soprattutto il suo piedino fatato entra in quasi tutte le nostre azioni vincenti. Indispensabile.
BELLANOVA 7 – Fa tutto quello che avrebbe dovuto fare Fifino, ma a velocità maggiore, precisione migliore e soprattutto passando il pallone avanti.
Non consuma nemmeno pesto e pollo, pensate un po’.
Cos’altro dovrebbe fare per convincere mister Scimo di iniziare titolare? Portargli l’acqua con le orecchie? Tra l’altro ne sarebbe ben capace, vista la dotazione naturale.
ACERBI 9 – E’ lui il nostro man of the match, entra al posto di Dambro ma è in verità un attaccante aggiunto come dimostra la sua capocciata magica, capace di infilarsi dove persino Buffon non può arrivare. Si è ormai riabilitato completamente, ma non fateglielo sapere, c’è ancora il derby per migliorarsi.
DARMIAN 6.5 – Il meno appariscente dei cambi, eppure è tutta un’altra storia rispetto a Gosens. Non che ci volesse molto.
SKRINIAR 7 – Non fa molto, ma mezzo voto in più per aver preso il posto del Tucu. Altro mezzo voto per il ruggito ad ogni contrasto. Se solo arrivasse la notizia del RINNOV!
MISTER SCIMO 6 – La gestione della gara rispecchia il nostro sentimento di odio e amore. Inizio soporifero, continuazione da dramma e poi tutti i cambi azzeccati, anche se pesa su di lui la colpa di aver fatto riscaldare Tin Carboni per un’ora e poi non averlo mandato in campo. Però al tempo stesso lo amiamo, e lo compatiamo per dover andare davanti alla stampa a ripetere sempre le stesse cose, dovendo giustificare le prestazioni di giocatori che vorrebbe strangolare lui per primo.
Insomma, noi e Scimo siamo poi così diversi?