Come state vivendo l’attesa del Derby? È l’attesa del goal di Ibra essa stessa il goal di Ibra? Ve la state facendo sotto peggio di Elettra Lamborghini prima di entrare a San Remo? Stemperate la tensione con noi, e scoprite quale dei 5 interisti in tempo di Derby siete:
1) Il Beppe Sala
È l’interista nato e cresciuto a Milano. Convive con il derby da quando è stato messo nella culla, dove il papà interista lo ha riempito di pupazzetti dell’Inter mentre lo zio milanista faceva pressing psicologico sostituendo le video cassette dei Teletubbies con quelle dei migliori goal di Van Basten. Per lui non ci sono dubbi, questa è LA PARTITA. Il milanista è, calcisticamente parlando, il nemico. È il suo compagno di banco, il suo vicino di casa, il suo collega. Sono ovunque. Quando escono i calendari corre a segnare le date del derby sulla sua agenda scrivendo sotto “COMPRARE XANAX”. Quando è in pubblico fa il democristiano dicendo cose come “ma si alla fine sono i nostri cugini, non sono così male”, ma in realtà quello che sta pensando è “Vaffanculo questa città è solo nostra. E comunque mio cugino mi è sempre stato sui coglioni”.
2) Il Morgan
Per il Morgan il derby ha lo stesso effetto di una boccetta di LSD arricchita di cocaina proveniente dai peggiori bar di Bogotà. Già nei giorni precedenti inizia a essere schizofrenico, agitato, nervoso. Nella quotidianità diventa più suscettibile di un’agente della CIA durante i fuochi d’artificio. Nelle ore appena precedenti la partita diventa assolutamente intrattabile rispondendo male pure ad Alexa quando gli ricorda che domani sarà il compleanno della nonna. Qualora si presentasse allo stadio lo riconoscereste subito in quanto gli unici due posti liberi in tutto il Meazza saranno quelli di fianco a lui.
3) Il Maxi Lopez
Le corna si sa, non piacciono proprio a nessuno. Ma il fatto che Ibra sia andato al Milan, DUE VOLTE, è uno di quei traumi difficili da superare. Nonostante siano passati 10 anni il Maxi Lopez ha una sola cosa in testa: Zlatan Ibrahimovic. Il suo più grande terrore è che lo svedese segni stasera. Lo odia, ma in fondo lo ama ancora follemente. Agli amici dice che non gliene frega nulla, che è vecchio, che è un ex giocatore, che noi abbiamo LU-LA ecc ecc. In realtà intimamente pratica autoerotismo sognando di vincere con un rigore di Ibra parato da Padelli. Per alcune/i tifose/i potrebbe bastare anche solo Padelli, ma questo è un altro discorso.
4) Il Mussolini
Il Mussolini è un Beppe Sala più facinoroso. Vive il derby in maniera viscerale, molto viscerale, troppo viscerale. Nei giorni precedenti la partita post sui social immagini con scritto “MILANISTA INFAME”, “DOVETE MORIRE”, “ SIETE PEGGIO DI WINDOWS VISTA”. Parole grosse. Non è una persona cattiva, anzi nella vita di tutti i giorni tendenzialmente è mite come un cucciolo di Lukaku. Tuttavia il derby fa lo stesso effetto che le radiazioni hanno avuto su Bruce Banner e se vi avvicinate a lui chiedendoli l’ora vi risponderà “VINCERE E VINCEREMO”.
5) L’Achille Lauro
“Me ne frego”. È quello che ripete da settimane e settimane. È il classico tifoso che ostenta sicurezza, sentendosi tranquillo “tanto il Milan fa schifo”. Vive di frasi fatte come “è una partita come le altre” o “vale sempre 3 punti”. Ovviamente sotto questa scorza da superuomo si nasconde un ragazzino impaurito che alle medie veniva preso per il culo quando il Milan vinceva le Champions League mentre noi… beh noi avevamo Georgatos. Lo riconoscerete subito perché a ogni goal dell’Inter si alzerà gridando “SIIIII ROSSETTI PEZZO DI MERDA! ORA NON RIDI PIU’ EH? TI VA BENE CHE LA 3^ B è FINITA DA 15 ANNI”. Sembrerà un pazzo ma capitelo. Chiunque di voi abbia più di 25 anni ha sicuramente avuto un Rossetti in classe che lo perculava scrivendogli sul diario “Non vincete mai”.