“Sofferenza fisica o spirituale” suggerisce la Treccani ma la vera Passione è qualcosa di diverso, è una sofferenza sia fisica che spirituale, probabilmente lo stesso della nostra F.C. Internazionale.
La partita
Il 28 ottobre 2006 dovrebbe essere una data impressa nella mente di molti, i ricordi sono legati alle emozioni ed emozioni forti come quel giorno si possono provare poche volte nella vita, soprattutto in ambito calcistico. Il derby di Milano non è mai una semplice partita, è qualcosa di più e...
“Quando in un derby segna Materazzi è qualcosa di speciale”
(G. Bergomi)
È esplosa la grana Calciopoli e, nonostante il vantaggio sulle rivali storiche, l'Inter non può arretrare neanche di un passo a causa della pressione mediatica, per di piùtrovandosi a soli 3 punti virtuali di vantaggio sul Milan, sommando i punti di penalizzazione confermati proprio quella settimana. Con grande e sana ambizione i rossoneri credono e sperano che a Natale saranno i primi della classe, pensiero che Galliani non cesserà di avere nemmeno alla fine della partita con 14 punti di scarto di cui ben 6 venuti dal campo.
La più importante motivazione però sembra averla l'Inter, quasi due mesi prima lascia la grande famiglia del calcio e della Beneamata un uomo il cui nome sarà per sempre inciso nei cuori di tutti i tifosi interisti e di tutti gli amanti del calcio: Giacinto Facchetti.
Le formazioni
Ancelotti si presenta con l'abito classico l'elegante e tradizionale, il 4-3-2-1 o, il meglio conosciuto, albero di Natale.Mancini invece quell'anno ha puntato tutto sulla fisicità- caratteristica che il Milan ha storicamente sofferto, puntando sempre sulla tecnica dei suoi- e si ripresenta con il 4-3-1-2. Mancini è un feticista del 4-4-2 ma, dopo la bella rimonta contro la Roma venuta proprio attraverso il nuovo modulo, cambia idea. La sera del derby però è un ritorno perché l'allenatore di Jesi aveva accantonato il nuovo modulo per un calo di forma di Figo.
Si comincia...Come di consueto tensione, attesa e adrenalina sono nell'aria già durante l'entrata delle squadre in campo.
Si sente il fischio di Farina e al 2' minuto si vede che la partita sarà intensa, Pirlo, uno degli ex a malincuore, disegna una traiettoria rovinata solamente da Kaladze che da due passi tira alto. I primi 10 minuti danno due squadre che si studiano ma un Milan molto più in vita rispetto all'Inter senza alcun tiro in porta all'attivo. La squadra nerazzurra però si mostra nella sua vera essenza solida, quadradata, cinica e al vero primo tiro, al 17', colpisce: Crespo arriva da un infortunio ma la mente batte il corpo e gli permette di fare un incredibile movimento, aiutato dalla difesa milanista e dalla marcatura di Inzaghi che difensore non è, su pennellata di Stankovic e insacca.
Da quel momento la partita cambia perché il Milan va in confusione, per la troppa importanza di quel match, e l'Inter domina il gioco, seppur sterilmente. Cionostante bastano 13 minuti perché i nerazzurri decidano di mostrare individualmente di cosa sono capaci: c'è l'essere di Crespo, gioco spalle alla porta, c'è l'essere di Maicon, scatto bruciante e testa alta, e c'è l'Essere di Dejan Stankovic, gli basta un tocco e uno sguadro verso l'angolino perché prenda la decisione, impattare la palla che immobile, proprio come Dida, raggiunge l'angolino della porta.
L'Inter sta mettendo un sigillo sui 3 punti ma la storia sarebbe potuta cambiare perché sul finire del primo tempo Materazzi si fa male e sembra non farcela più, solo la sua forza e nulla di serio gli permettono di rientrare. Il secondo tempo comincia con un Ancelotti per niente arrendevole e, conscio di non avere nulla da perdere, razionalmente sprovveduto: entrano Maldini, Gilardino e Oliveira per Jankulovski, Inzaghi e Ambrosini; il centrocampo diventa un rombo con Kaká trequartista, Pirlo vertice basso del rombo, Seedorf a sinistra e Gattuso a destra, l'attacco a due punte con Gilardino e Oliveira.
Chi invece dà una nuova scossa alla partita è l'Inter, bastano tre passaggi per ribaltare una situazione, saltare Nesta con uno scavino e trafiggere un Dida non impeccabile, finalmente anche Ibrahimovic entra in partita.
Dal gol dello svedese è un susseguirsi di emozioni, Seedorf su un tiro innocuo trova il primo gol rossonero causa deviazione di Materazzi il quale sembra accusare un calo che lo porta a un'ammonizione priva di senso perché nella metacampo avversaria e in un'azione non pericolosa.
Il numero 23 ci ha però già fatto vedere di essere croce e delizia anche nel giro di pochissimi minuti (non bisogna mai dimenticare che Matrix procurò il rigore alla Francia e dopo riuscì nel doppio colpo, gol del pareggio ed espulsione a Zidane) e così al 67' colpisce grazie a quel piede magico di Figo (appena entrato per un ormai spento Dacourt).
Si scriveva di croce e delizia? Maglia alzata con un giallo già procurato ed espulsione; sembra poca cosa ma con la qualità rossonera non si può stare sereni, nemmeno sull'1-4.
Il grande problema nasce proprio perché Zanetti deve accentrarsi per dare man forte in difesa e Ibrahimovic è costretto nel ruolo di esterno sinistro che dà spazio di manovra a uno dei migliori terzini destri della storia, Cafù. Proprio dal brasiliano quindi nasceranno le migliori occasioni milaniste, il gol di Gilardino al 75' e un tiro in cui nasce l'Acchiappasogni.
Triplice fischio! Gli ultimi 10 minuti sono adrenalinici e, come ogni partita dei Nerazzurri, mai scontati. L'arresto cardiaco è dietro l'angolo, soprattutto se a commentare quel match c'è la voce inconfondibile di Piccinini.
“Sofferenza fisica o spirituale” suggerisce la Treccani ma la vera Passione è qualcosa di diverso, è una sofferenza sia fisica che spirituale, probabilmente lo stesso della nostra F.C. Internazionale.
La partita
Il 28 ottobre 2006 dovrebbe essere una data impressa nella mente di molti, i ricordi sono legati alle emozioni ed emozioni forti come quel giorno si possono provare poche volte nella vita, soprattutto in ambito calcistico. Il derby di Milano non è mai una semplice partita, è qualcosa di più e...
“Quando in un derby segna Materazzi è qualcosa di speciale”
(G. Bergomi)
È esplosa la grana Calciopoli e, nonostante il vantaggio sulle rivali storiche, l'Inter non può arretrare neanche di un passo a causa della pressione mediatica, per di piùtrovandosi a soli 3 punti virtuali di vantaggio sul Milan, sommando i punti di penalizzazione confermati proprio quella settimana. Con grande e sana ambizione i rossoneri credono e sperano che a Natale saranno i primi della classe, pensiero che Galliani non cesserà di avere nemmeno alla fine della partita con 14 punti di scarto di cui ben 6 venuti dal campo.
La più importante motivazione però sembra averla l'Inter, quasi due mesi prima lascia la grande famiglia del calcio e della Beneamata un uomo il cui nome sarà per sempre inciso nei cuori di tutti i tifosi interisti e di tutti gli amanti del calcio: Giacinto Facchetti.
Le formazioni
Ancelotti si presenta con l'abito classico l'elegante e tradizionale, il 4-3-2-1 o, il meglio conosciuto, albero di Natale.Mancini invece quell'anno ha puntato tutto sulla fisicità- caratteristica che il Milan ha storicamente sofferto, puntando sempre sulla tecnica dei suoi- e si ripresenta con il 4-3-1-2. Mancini è un feticista del 4-4-2 ma, dopo la bella rimonta contro la Roma venuta proprio attraverso il nuovo modulo, cambia idea. La sera del derby però è un ritorno perché l'allenatore di Jesi aveva accantonato il nuovo modulo per un calo di forma di Figo.
Si comincia...Come di consueto tensione, attesa e adrenalina sono nell'aria già durante l'entrata delle squadre in campo.
Si sente il fischio di Farina e al 2' minuto si vede che la partita sarà intensa, Pirlo, uno degli ex a malincuore, disegna una traiettoria rovinata solamente da Kaladze che da due passi tira alto. I primi 10 minuti danno due squadre che si studiano ma un Milan molto più in vita rispetto all'Inter senza alcun tiro in porta all'attivo. La squadra nerazzurra però si mostra nella sua vera essenza solida, quadradata, cinica e al vero primo tiro, al 17', colpisce: Crespo arriva da un infortunio ma la mente batte il corpo e gli permette di fare un incredibile movimento, aiutato dalla difesa milanista e dalla marcatura di Inzaghi che difensore non è, su pennellata di Stankovic e insacca.
Da quel momento la partita cambia perché il Milan va in confusione, per la troppa importanza di quel match, e l'Inter domina il gioco, seppur sterilmente. Cionostante bastano 13 minuti perché i nerazzurri decidano di mostrare individualmente di cosa sono capaci: c'è l'essere di Crespo, gioco spalle alla porta, c'è l'essere di Maicon, scatto bruciante e testa alta, e c'è l'Essere di Dejan Stankovic, gli basta un tocco e uno sguadro verso l'angolino perché prenda la decisione, impattare la palla che immobile, proprio come Dida, raggiunge l'angolino della porta.
L'Inter sta mettendo un sigillo sui 3 punti ma la storia sarebbe potuta cambiare perché sul finire del primo tempo Materazzi si fa male e sembra non farcela più, solo la sua forza e nulla di serio gli permettono di rientrare. Il secondo tempo comincia con un Ancelotti per niente arrendevole e, conscio di non avere nulla da perdere, razionalmente sprovveduto: entrano Maldini, Gilardino e Oliveira per Jankulovski, Inzaghi e Ambrosini; il centrocampo diventa un rombo con Kaká trequartista, Pirlo vertice basso del rombo, Seedorf a sinistra e Gattuso a destra, l'attacco a due punte con Gilardino e Oliveira.
Chi invece dà una nuova scossa alla partita è l'Inter, bastano tre passaggi per ribaltare una situazione, saltare Nesta con uno scavino e trafiggere un Dida non impeccabile, finalmente anche Ibrahimovic entra in partita.
Dal gol dello svedese è un susseguirsi di emozioni, Seedorf su un tiro innocuo trova il primo gol rossonero causa deviazione di Materazzi il quale sembra accusare un calo che lo porta a un'ammonizione priva di senso perché nella metacampo avversaria e in un'azione non pericolosa.
Il numero 23 ci ha però già fatto vedere di essere croce e delizia anche nel giro di pochissimi minuti (non bisogna mai dimenticare che Matrix procurò il rigore alla Francia e dopo riuscì nel doppio colpo, gol del pareggio ed espulsione a Zidane) e così al 67' colpisce grazie a quel piede magico di Figo (appena entrato per un ormai spento Dacourt).
Si scriveva di croce e delizia? Maglia alzata con un giallo già procurato ed espulsione; sembra poca cosa ma con la qualità rossonera non si può stare sereni, nemmeno sull'1-4.
Il grande problema nasce proprio perché Zanetti deve accentrarsi per dare man forte in difesa e Ibrahimovic è costretto nel ruolo di esterno sinistro che dà spazio di manovra a uno dei migliori terzini destri della storia, Cafù. Proprio dal brasiliano quindi nasceranno le migliori occasioni milaniste, il gol di Gilardino al 75' e un tiro in cui nasce l'Acchiappasogni.
Triplice fischio! Gli ultimi 10 minuti sono adrenalinici e, come ogni partita dei Nerazzurri, mai scontati. L'arresto cardiaco è dietro l'angolo, soprattutto se a commentare quel match c'è la voce inconfondibile di Piccinini.
PRIMO TEMPO: 1’ - mone passa la palla a tino, possiamo chiuderla qua 6’ - Padre Darmy stasera ha litigato coi cross? 13’ - Tino calma dai, non vuoi restare nei nostri cuori? 19’ - Marottaliggiamo un po’? ♥️Un rosso così presto? Si può? 20’ - Tino che dice ai compagni “è rosso”L'arbitro esegue direttamente […]
🐂 L'ultima volta che abbiamo giocato Inter - Torino avevamo appena vinto lo scudetto e la Lega Calcio mandò la Sig.ra Ferrieri Caputi per fare bella figura col mondo intero. Un arbitro donna per far capire a tutti la nostra attenzione sulla questione femminile nella partita che non contava ormai più niente. Giusto per ricordarvelo. […]
Causa…boh tempesta elettromagnetica di potenza Marveliane, la connessione stasera viaggiava alla velocità di Rolando ed avrò messo si e no insieme 15 minuti di visione di partita.Pensate che questo mi fermi dal dare i voti ai nostri baldi giovani?AHAHAHAAH NO.D'altronde, cosa c'è di più italiano che giudicare a fondo qualcosa che si conosce a malapena? […]
0’ - Arna titular, cosa mai potrà andare storto? PRIMO TEMPO: 3’ - Arna gol in fuorigioco.Si prospetta una partita da protagonista assoluto.Tutto nella norma, credo 5’ - grazie Caressa per la storia anagrafica di Silas gachucambomboqualcosa 6’ - il giorno che Fifino fa quell’aggancio io.. no niente, non riesco a proporre niente di più […]
🌟 Una settimana di merda con il deserto dei Tartari per far ribollire bene la tranvata del derby, due giorni striminiziti per non assaporare una bella vittoria a Udine. Però la chiamano Marotta League. 🌟 Stelline in onore dei nostri avversari ma anche per ricordare chi ne ha due a Milano. 🌟 Guarda chi si […]
SOMMER 6 – Ho sentito qualche critica ingenerosa contro Yann ieri pomeriggio.Ma come, razza di infedeli, ancora avete dubbi su Sommerino nostro dopo le prestazioni di Manchester e nel derby? La verità è una sola, e so che in molti di voi ci avranno già pensato.Dove si giocava ieri? A Udine, esatto. E chi è […]