Harryksen Potter e il campionato Filosofale

Capitolo 1 - Il trequartista sopravvissuto

1992.

Una talpa si aggirava nei pressi di via Bergkamp, a Middelfart.
Un uomo apparve all’angolo della strada. Apparve così d'improvviso e silenziosamente che si sarebbe detto spuntato da sotto terra.

La talpa ebbe un guizzo, e i suoi occhi divennero due fessure.
A Middelfart non si era mai visto nulla di simile.
Camicia bianca inamidata, cravatta ed un completo elegantissimo. Ma ciò che colpiva più di tutto in assoluto erano gli occhi dietro a quel paio di occhialetti: sembravano dominare l’intero campo visivo, pur rimanendo fermi.

L’uomo si chiamava Beppe Silente.
Beppe Silente sentiva di essere arrivato in un luogo dove era totalmente estraneo, ma si accorse della piccola talpa che lo stava osservando così attentamente, così ad un certo punto esclamò: “Avrei dovuto immaginarlo, Pierino”.

La talpa iniziò a mutare, e al suo posto comparve un uomo dal sorriso accattivante, vestito elegantemente quanto Beppe Silente, ma con l’aria decisamente scombussolata di chi non sa come liberarsi di qualcosa di inutile:

“Come faceva a sapere che ero io?”
“Mio caro Pierino, non ho mai visto una talpa seduta in maniera così rigida e sudata.”

E gli fece un sorriso sornione.

Pierino McAusilio sorrise di rimando, ma di colpo si incupì e chiese: “E’ vero quello che si dice in giro? Voi-sapete-chi è davvero..?” Lasciò la domanda in sospeso, come se avesse paura di provare quella speranza.

“Pierino, Pierino, una persona di buonsenso come voi dovrebbe decidersi a chiamarlo per nome: Paratimort!”

Pierino trasalì, non era ancora pronto a pronunciare quel nome. Nel frattempo Beppe Silente aveva scartato un ghiacciolo al limone.

“Sa benissimo che lei è l’unico di cui Voi-sapet… oh va bene, PARATIMORT aveva paura.”
“Lei mi lusinga Pierino, ma Paratimort aveva poteri che io non avrò mai.”
“Solo perchè lei è troppo nobile per usarli” Pierino McAusilio scoccò a Beppe Silente un’occhiata penetrante.

“E’ vero ciò che si dice su quello che realmente l’ha fermato? E’ vero che è stato..?”
“Si.”


Pierino Mc Ausilio si lasciò andare ad un singhiozzo “E cosa ne è stato.. sa.. il bambino..?”
Silente si lasciò andare ad un sorriso rilassato “Il bambino sta bene.”
“Ma perchè allora portarlo qui? Tra tutti i posti possibili, dove verrebbe allevato con amore..”

E’ il posto migliore per lui, ha bisogno di crescere lontano da un mondo che lo coprirebbe di pressioni fin da subito, Hagrid lo sta già portando qui”.

“Intende forse Romelus Hagrid? Le pare saggio affidare a lui un compito tanto delicato?

“Affiderei a Romelus la mia stessa vita.”

Pierino a quel punto si zittì. Poco dopo i due cominciarono a sentire un rombo lontano, come se stesse per arrivare una tempesta.

In pochi secondi il rumore si fece assordante, e quello che da lontano sembrava un puntino, man mano avvicinandosi si mostrò per ciò che era: un uomo enorme su una motocicletta altrettanto enorme, con tanto di sidecar.
Era alto circa due volte un uomo normale, e occhiali e barba gli coprivano il volto. Tra le braccia immense reggeva un fagottino di coperte.

“Romelus!” esclamò Beppe Silente “Tutto bene il viaggio?”

“ Si, Amministratore Delegato, il piccoletto si è addormentato mentre volavamo sopra la Manica”.

“E’ qui che..” chiese quasi tra sé e sé Pierino McAusilio, accarezzando i capelli biondi che spuntavano dalla coperta “Beppe, non può togliergli il segno del 4-3-1-2?

“Non lo farei anche se potessi, Pierino, certi segni possono tornare utili.”

Disse Beppe Silente guardando la cicatrice dalla forma bizzarra sulla fronte del piccolo.
“Posso fargli un salutino?” chiese Romelus con gli occhi lucidi.
Dopo il cenno di assenso, Romelus lasciò nella culla del piccolo un piccolo pallone da calcio, e scoppiò a piangere.

“Romelus piantala, sveglierai Harryksen!” esclamò Pierino McAusilio.
“Ma non lo rivedremo per anni!” a quel punto Romelu piangeva in maniera disperata.
“Suvvia Romelus” disse Beppe Silente “E’ per il suo bene!”

Alle parole dell’Amministratore Delegato, Romelus si calmò, pur continuando a singhiozzare mestamente.
Salutò gli altri due, raggiunse la moto, la accese e se ne andò.

“Penso che ci rivedremo presto, Direttore Sportivo Ausilio”.

Pierino McAusilio annuì a Beppe Silente, si trasformò di nuovo in talpa e si dileguò.

“Buona fortuna, Harryksen Potter e Beppe Silente scomparve, come era arrivato.

Il bambino rimase lì, inconsapevole di tutto: del fatto che di lì a qualche ora sarebbe stato svegliato dalle urla dell’allenatore e dei dirigenti della Primavera dell’Odense, del fatto che avrebbe dovuto fare la gavetta e che, un giorno avrebbe dovuto affrontare la Panchina.

Harryksen Potter e il campionato Filosofale 1 Ranocchiate

Capitolo 2 - Palloni che scompaiono


2019

Erano passati quasi 13 anni da quando alle giovanili dell’Odense si erano svegliati e all’ingresso del centro sportivo avevano trovato il fagotto contenente un bambino con una strana cicatrice a forma di 4-3-1-2 sulla fronte.

Il bambino era cresciuto ed aveva dato i primi calci al pallone, e non era affatto male, e dopo pochi anni venne ceduto all’Ajax e dopo ancora al Tottenham.

In quest’ultima squadra, inizialmente, il giovane Harryksen era tenuto in grande considerazione ma, un giorno, un malaugurato giorno si ruppe qualcosa, e il giocatore finì ai margini del progetto.

Il 28 Dicembre del 2018, però, accadde qualcosa di magico.
Nonostante i cattivi rapporti con il club, Harryksen fu costretto a giocare e ad un certo punto, l’arbitro fischiò una punizione.

L’allenatore avrebbe voluto che a tirarla fosse “Erikino Lamelino”, come amava chiamarlo, ma Harryksen prese la palla e la posizionò e attese il fischio dell’arbitro.

Harryksen prese una breve rincorsa e poi il pallone scomparve, per riapparire in fondo alla rete una frazione di secondo più tardi.
Il portiere del Norwich, la squadra avversaria, non si mosse neppure.

Più tardi racconterà ai giornalisti di essere convinto che quel pallone fosse
stato calciato da un mago.
A quel punto però, il giovane Harryksen sapeva cosa sarebbe successo, tanto che neppure esultò per lo splendido gol.

Puntuale arrivò la strigliata dell’allenatore che, nonostante si trovasse in vantaggio grazie alla magia del ragazzo, gli rivolse una serie di duri rimproveri poiché non aveva lasciato la punizione al caro Erikino.
Harryksen venne quindi immediatamente sostituito e mandato
negli spogliatoi.

Finita la partita, il giovane Harryksen attendeva negli spogliatoi il secondo tempo degli
scontatissimi rimproveri, che puntuali arrivarono.

Addirittura scese il Presidente in persona negli spogliatoi e, con tutti gli altri compagni di squadra li presenti, strigliò ben bene il giocatore, colpevole dell’orribile crimine di aver segnato uno splendido gol.
Una umiliazione gratuita che nessuno meriterebbe.

Tutto a un tratto però, si sentì bussare alla porta, colpi fortissimi, che sovrastavano di gran lunga il rumore delle urla dei rimproveri.
Inizialmente, il presidente ignorò il rumore, anche se si poteva notare come una piccola goccia di sudore freddo gli imperlava il viso.
Di botto, però, il bussare terminò.

Il presidente non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che la porta venne colpita da un colpo che fece ballare i cardini, poi un altro e un altro ancora, finché la porta non cedette e sulla soglia si stagliò una figura enorme e barbuta che esclamò: ”Non è che si potrebbe avere un po’ di tè caldo? Non è stato un viaggio per niente facile da Manchester!”.

La figura entrò nello spogliatoio, avvicinandosi a Harryksen e disse: “Ciao Harryk! Finalmente ci rivediamo, eri un soldo di cacio quando ti ho visto l’ultima volta, ne hai messo su di MITTanza!” e gli passò un pallone autografato “Questo è per te, è per il tuo compleanno!”

Harryksen Potter e il campionato Filosofale 2 Ranocchiate

Harryksen prese il pallone con dita tremanti, lesse lo scarabocchio sopra e guardò interrogativo il gigante.

“Perdonami Harryk, non mi sono presentato! Io sono Romelus Hagrid, custode dei gol e dei MITT all’Inter, ma tu puoi chiamarmi Romelus! Penso che il tuo attuale presidente ti abbia spiegato già tutto!”


Harryksen era sempre più confuso: “Spiegato tutto cosa, signor Romelus?”

“Tu sei un Parametro Zero, Harryk, e un Parametro Zero coi fiocchi, direi, una volta che avrai firmato il contratto!” poi si rivolse agli allenatori:
"NON VORRETE FARMI CREDERE DI NON AVER DETTO AL RAGAZZO CHE SAREBBE ANDATO ALLA SCUOLA DI PROSTITUZIONE INTELLETTUALE DELLA SERIE A!?”

Il presidente si fece minuscolo e tenendo gli occhi bassi bisbigliò “Speravamo che questo momento non sarebbe mai arrivato”
poi, prendendo coraggio, alzò la voce “E POI NON
VOGLIO CHE QUALCHE VECCHIO DIRIGENTE STRAMPALATO LO PRENDA E GLI INSEGNI QUALCHE TRUCCHETTO DI MITTANZA A PARAMETRO 0!”


A questo punto Romelus Hagrid diventò, se possibile, ancora più grande e minaccioso e disse in tono secco: “Mai. MAI-INSULTARE-BEPPE-SILENTE-DAVANTI-A-ME!”

Il presidente a quel punto scappò terrorizzato e così Romelus, una volta ritrovata la calma, si rivolse con dolcezza a Harryksen

“Ora possiamo andare, abbiamo un paio di tappe prima di arrivare a scuola”.
E si diressero verso Malpens Alley

Harryksen Potter e il campionato Filosofale

Capitolo 1 - Il trequartista sopravvissuto

1992.

Una talpa si aggirava nei pressi di via Bergkamp, a Middelfart.
Un uomo apparve all’angolo della strada. Apparve così d'improvviso e silenziosamente che si sarebbe detto spuntato da sotto terra.

La talpa ebbe un guizzo, e i suoi occhi divennero due fessure.
A Middelfart non si era mai visto nulla di simile.
Camicia bianca inamidata, cravatta ed un completo elegantissimo. Ma ciò che colpiva più di tutto in assoluto erano gli occhi dietro a quel paio di occhialetti: sembravano dominare l’intero campo visivo, pur rimanendo fermi.

L’uomo si chiamava Beppe Silente.
Beppe Silente sentiva di essere arrivato in un luogo dove era totalmente estraneo, ma si accorse della piccola talpa che lo stava osservando così attentamente, così ad un certo punto esclamò: “Avrei dovuto immaginarlo, Pierino”.

La talpa iniziò a mutare, e al suo posto comparve un uomo dal sorriso accattivante, vestito elegantemente quanto Beppe Silente, ma con l’aria decisamente scombussolata di chi non sa come liberarsi di qualcosa di inutile:

“Come faceva a sapere che ero io?”
“Mio caro Pierino, non ho mai visto una talpa seduta in maniera così rigida e sudata.”

E gli fece un sorriso sornione.

Pierino McAusilio sorrise di rimando, ma di colpo si incupì e chiese: “E’ vero quello che si dice in giro? Voi-sapete-chi è davvero..?” Lasciò la domanda in sospeso, come se avesse paura di provare quella speranza.

“Pierino, Pierino, una persona di buonsenso come voi dovrebbe decidersi a chiamarlo per nome: Paratimort!”

Pierino trasalì, non era ancora pronto a pronunciare quel nome. Nel frattempo Beppe Silente aveva scartato un ghiacciolo al limone.

“Sa benissimo che lei è l’unico di cui Voi-sapet… oh va bene, PARATIMORT aveva paura.”
“Lei mi lusinga Pierino, ma Paratimort aveva poteri che io non avrò mai.”
“Solo perchè lei è troppo nobile per usarli” Pierino McAusilio scoccò a Beppe Silente un’occhiata penetrante.

“E’ vero ciò che si dice su quello che realmente l’ha fermato? E’ vero che è stato..?”
“Si.”


Pierino Mc Ausilio si lasciò andare ad un singhiozzo “E cosa ne è stato.. sa.. il bambino..?”
Silente si lasciò andare ad un sorriso rilassato “Il bambino sta bene.”
“Ma perchè allora portarlo qui? Tra tutti i posti possibili, dove verrebbe allevato con amore..”

E’ il posto migliore per lui, ha bisogno di crescere lontano da un mondo che lo coprirebbe di pressioni fin da subito, Hagrid lo sta già portando qui”.

“Intende forse Romelus Hagrid? Le pare saggio affidare a lui un compito tanto delicato?

“Affiderei a Romelus la mia stessa vita.”

Pierino a quel punto si zittì. Poco dopo i due cominciarono a sentire un rombo lontano, come se stesse per arrivare una tempesta.

In pochi secondi il rumore si fece assordante, e quello che da lontano sembrava un puntino, man mano avvicinandosi si mostrò per ciò che era: un uomo enorme su una motocicletta altrettanto enorme, con tanto di sidecar.
Era alto circa due volte un uomo normale, e occhiali e barba gli coprivano il volto. Tra le braccia immense reggeva un fagottino di coperte.

“Romelus!” esclamò Beppe Silente “Tutto bene il viaggio?”

“ Si, Amministratore Delegato, il piccoletto si è addormentato mentre volavamo sopra la Manica”.

“E’ qui che..” chiese quasi tra sé e sé Pierino McAusilio, accarezzando i capelli biondi che spuntavano dalla coperta “Beppe, non può togliergli il segno del 4-3-1-2?

“Non lo farei anche se potessi, Pierino, certi segni possono tornare utili.”

Disse Beppe Silente guardando la cicatrice dalla forma bizzarra sulla fronte del piccolo.
“Posso fargli un salutino?” chiese Romelus con gli occhi lucidi.
Dopo il cenno di assenso, Romelus lasciò nella culla del piccolo un piccolo pallone da calcio, e scoppiò a piangere.

“Romelus piantala, sveglierai Harryksen!” esclamò Pierino McAusilio.
“Ma non lo rivedremo per anni!” a quel punto Romelu piangeva in maniera disperata.
“Suvvia Romelus” disse Beppe Silente “E’ per il suo bene!”

Alle parole dell’Amministratore Delegato, Romelus si calmò, pur continuando a singhiozzare mestamente.
Salutò gli altri due, raggiunse la moto, la accese e se ne andò.

“Penso che ci rivedremo presto, Direttore Sportivo Ausilio”.

Pierino McAusilio annuì a Beppe Silente, si trasformò di nuovo in talpa e si dileguò.

“Buona fortuna, Harryksen Potter e Beppe Silente scomparve, come era arrivato.

Il bambino rimase lì, inconsapevole di tutto: del fatto che di lì a qualche ora sarebbe stato svegliato dalle urla dell’allenatore e dei dirigenti della Primavera dell’Odense, del fatto che avrebbe dovuto fare la gavetta e che, un giorno avrebbe dovuto affrontare la Panchina.

Harryksen Potter e il campionato Filosofale 3 Ranocchiate

Capitolo 2 - Palloni che scompaiono


2019

Erano passati quasi 13 anni da quando alle giovanili dell’Odense si erano svegliati e all’ingresso del centro sportivo avevano trovato il fagotto contenente un bambino con una strana cicatrice a forma di 4-3-1-2 sulla fronte.

Il bambino era cresciuto ed aveva dato i primi calci al pallone, e non era affatto male, e dopo pochi anni venne ceduto all’Ajax e dopo ancora al Tottenham.

In quest’ultima squadra, inizialmente, il giovane Harryksen era tenuto in grande considerazione ma, un giorno, un malaugurato giorno si ruppe qualcosa, e il giocatore finì ai margini del progetto.

Il 28 Dicembre del 2018, però, accadde qualcosa di magico.
Nonostante i cattivi rapporti con il club, Harryksen fu costretto a giocare e ad un certo punto, l’arbitro fischiò una punizione.

L’allenatore avrebbe voluto che a tirarla fosse “Erikino Lamelino”, come amava chiamarlo, ma Harryksen prese la palla e la posizionò e attese il fischio dell’arbitro.

Harryksen prese una breve rincorsa e poi il pallone scomparve, per riapparire in fondo alla rete una frazione di secondo più tardi.
Il portiere del Norwich, la squadra avversaria, non si mosse neppure.

Più tardi racconterà ai giornalisti di essere convinto che quel pallone fosse
stato calciato da un mago.
A quel punto però, il giovane Harryksen sapeva cosa sarebbe successo, tanto che neppure esultò per lo splendido gol.

Puntuale arrivò la strigliata dell’allenatore che, nonostante si trovasse in vantaggio grazie alla magia del ragazzo, gli rivolse una serie di duri rimproveri poiché non aveva lasciato la punizione al caro Erikino.
Harryksen venne quindi immediatamente sostituito e mandato
negli spogliatoi.

Finita la partita, il giovane Harryksen attendeva negli spogliatoi il secondo tempo degli
scontatissimi rimproveri, che puntuali arrivarono.

Addirittura scese il Presidente in persona negli spogliatoi e, con tutti gli altri compagni di squadra li presenti, strigliò ben bene il giocatore, colpevole dell’orribile crimine di aver segnato uno splendido gol.
Una umiliazione gratuita che nessuno meriterebbe.

Tutto a un tratto però, si sentì bussare alla porta, colpi fortissimi, che sovrastavano di gran lunga il rumore delle urla dei rimproveri.
Inizialmente, il presidente ignorò il rumore, anche se si poteva notare come una piccola goccia di sudore freddo gli imperlava il viso.
Di botto, però, il bussare terminò.

Il presidente non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che la porta venne colpita da un colpo che fece ballare i cardini, poi un altro e un altro ancora, finché la porta non cedette e sulla soglia si stagliò una figura enorme e barbuta che esclamò: ”Non è che si potrebbe avere un po’ di tè caldo? Non è stato un viaggio per niente facile da Manchester!”.

La figura entrò nello spogliatoio, avvicinandosi a Harryksen e disse: “Ciao Harryk! Finalmente ci rivediamo, eri un soldo di cacio quando ti ho visto l’ultima volta, ne hai messo su di MITTanza!” e gli passò un pallone autografato “Questo è per te, è per il tuo compleanno!”

Harryksen Potter e il campionato Filosofale 4 Ranocchiate

Harryksen prese il pallone con dita tremanti, lesse lo scarabocchio sopra e guardò interrogativo il gigante.

“Perdonami Harryk, non mi sono presentato! Io sono Romelus Hagrid, custode dei gol e dei MITT all’Inter, ma tu puoi chiamarmi Romelus! Penso che il tuo attuale presidente ti abbia spiegato già tutto!”


Harryksen era sempre più confuso: “Spiegato tutto cosa, signor Romelus?”

“Tu sei un Parametro Zero, Harryk, e un Parametro Zero coi fiocchi, direi, una volta che avrai firmato il contratto!” poi si rivolse agli allenatori:
"NON VORRETE FARMI CREDERE DI NON AVER DETTO AL RAGAZZO CHE SAREBBE ANDATO ALLA SCUOLA DI PROSTITUZIONE INTELLETTUALE DELLA SERIE A!?”

Il presidente si fece minuscolo e tenendo gli occhi bassi bisbigliò “Speravamo che questo momento non sarebbe mai arrivato”
poi, prendendo coraggio, alzò la voce “E POI NON
VOGLIO CHE QUALCHE VECCHIO DIRIGENTE STRAMPALATO LO PRENDA E GLI INSEGNI QUALCHE TRUCCHETTO DI MITTANZA A PARAMETRO 0!”


A questo punto Romelus Hagrid diventò, se possibile, ancora più grande e minaccioso e disse in tono secco: “Mai. MAI-INSULTARE-BEPPE-SILENTE-DAVANTI-A-ME!”

Il presidente a quel punto scappò terrorizzato e così Romelus, una volta ritrovata la calma, si rivolse con dolcezza a Harryksen

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