14/05/2022

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico

di Guglielmo Poggi

Ho trentun anni, ho sovente guidato in stato di ebrezza e sono cresciuto in un
quartiere di Roma dove per divertimento si praticava la cinghiamattanza (cerca su google);
eppure, la grande preoccupazione di mia madre è che io vada a vedere una partita allo stadio.
Quello che non sa, è che più degli ultras avversari, dovrebbe temere per le mie coronarie. O che
Perry firmi con l’altrui.

“Stai attento, non mettere maglie nerazzurre. E niente sciarpe! Cioè la sciarpa sì, ma per il freddo”
“Fanno ventisei gradi all’ombra e devo camminare mezz’ora. E poi mamma te l’ho spiegato: non
ho trovato posti in curva, vado in tribuna. Sono tra padri di famiglia. Stai tranquilla.”
E come scritto nel grande libro degli uomini di mezz’età, mia madre aveva ragione.
Perché il biglietto, trovatomi all’ultimo minuto dall’amico Paolo Calabresi (Biascica di Boris,
nonché papà di Arturo, neopromosso in serie A con il Lecce che il prossimo anno ci farà un gol in
rovesciata al 94’) è sì in tribuna Monte Mario. Ma dal lato sbagliato.
Sono infatti nel GRUPPO SQUADRA JUVENTUS.
Questo è il resoconto di come ho visto la finale di Coppa Italia.

-60’
Se il buongiorno si vede dal mattino oggi è doppietta di Dybala, uno dei brati si fa male e gioca
Radu. La partita sta per cominciare e io scopro che il biglietto è obbligatoriamente cartaceo. Alle
20, nella mia città, a un tifoso interista è più capace che stampino i segreti della biblioteca
Vaticana.
La mia ultima speranza, un tabaccaio, mi dice che per legge non può stampare. Quando gli
spiego in che settore sono finito mi stampa il biglietto, non mi fa pagare e mi saluta come se mi
stesse aspettando il boia con la scure. E in effetti, poco ci manca.

-30’
Arrivo che ho sudato come se avessi risalito il monte Olimpo, ed è con lo stesso coefficiente di
difficoltà che mi approccio a questa serata (grazie mamma per il suggerimento sulla felpa, del
resto è Natale e siamo in Trentino).
La fila per entrare a Monte Mario mi ricorda quella delle poste per rapidità ed efficienza, è
talmente lunga che mi ritrovo a sentire dei gemiti. Penso stiano girando un porno, invece a fianco
a me si sta giocando una partita di tennis tra Fognini e non so chi.
A quanto pare oggi esiste financo un altro evento sportivo oltre a questo
DISASTROANNUNCIATOCOMEMIE’VENUTOINMENTEDIUSCIREDICASA.

-10’
Sono in mezzo a maglie di Vlahovic, giornaliste sportive e/o modelle e/o accompagnatrici di
miliardari Sauditi; c’è Musetti, qualche altro atleta di cui ignoro l’identità, e poi ci sono i miei
prossimi vicini di posto.
La configurazione che mi si palesa è sorprendente:
-Davanti a me, i migliori amici di Luca Pellegrini, che a quanto pare è un calciatore della Js.
Sembrano dei bravi ragazzi, uno è persino laziale, ci ricordiamo con affetto i tempi di “OH
NOOOO”, insomma questi non me gonfiano, fiuuu.
-Alla mia destra, gli invitati di Rugani. Sono di Lucca, e tifano Inter, anche se in incognito. La cosa
si mette davvero molto meglio del previsto.
-Alla mia sinistra un dolcissimo giovane tifoso Juventino accompagnato dal papà che tifa
Fiorentina.
Aspettate, lo riscrivo.
Giovane. Tifoso. Juventino. Accompagnato. Dal. Papà. Che. Tifa. Fiorentina.
E io che credevo di averle viste tutte dopo Bologna.
-Dietro di me non ne ho idea, sto talmente male che non ricordo spero Arisa canti per le prossime
due settimane.

-1’
Questo è l’ultimo minuto preciso che ricordo, da ora in avanti dadaismo e PARKOUR.
“Te l’ho promesso da bambino/ per sempre ti starò vicino/ a testa alta ovunque andiaaaaamo/
siamo la curva nord Milano”.
La maglietta in più che mia madre mi ha suggerito di portarmi -perché lo ricordo, siamo a
Dicembre a Yukon, Canada settentrionale- mi serve da silenziatore. Si in pratica ci canto dentro.
Il risultato è una supercazzola vitrumata che fa percepire quanto sto soffrendo, maledicendomi, e
desiderando intensamente che cada una meteora su questo stadio. Possibilmente sul mio
settore.
Gli amici di Pellegrini ridono, i Lucchesi mi suggeriscono di non vivermela con quest’ansia (è
quello che dice il mio psicoterapeuta, gli do 80 euro a settimana e guarda dove sono finito a
vedere la finale di Coppa Italia), il tifoso della Fiorentina (scusate, non so che dire) comincia a fare
analisi tattiche che mi ricordano Arrigo Sacchi. Quello di ora.

-‘ in cui segna BAREEEEEEEE
Praticamente quella roba illegale me la fa a cinquanta metri dalla faccia. Mentre benedico Paolo
per questo regalo, grido e zompo così forte che ho un giramento di testa. Gli amici di Pellegrini a
quanto pare sono più J*ini di quanto avessero lasciato a intendere. Per contegno
commentano la bellezza del gesto tecnico, ma ogni tanto si girano a ridere con me. Anzi, forse di
me. Anzi, forse non ridono.
Io intanto ho perso i freni inibitori e canto senza più silenziatore. Sento che non andrà a finire
bene.

-‘ in cui Handanovic para l’eurogol, in cui ci vanno vicini con #PIGL e con l’altro fregno buffo, in
cui FINISCE QUESTO PRIMO TEMPO?
Secondo giramento di testa. Ho mangiato poco e troppo presto e ho bevuto due birre. Attorno a
me si gongola per il buon momento Juventino, menomale, posso finalmente cominciare col mio
proverbiale disfattismo interista- eh abbiamo segnato troppo presto, eh ma vedrai ora come va a
finire- fatto sta che mi ritrovo quasi a consolare i miei nuovi amici bianconeri quando finalmente
fischiano. Andrei ad alcolizzarmi per superare il parto che ci aspetta, ma le giornaliste sportive e le
mogli dei sauditi si fanno i selfie e di passare non c’è verso, quindi rimango seduto a contemplare
gli scampoli di serenità che mi restano.

’50, questa la so perché la leggo sul tabellone, che è quando una masnada di gente che non è
proprio quella con cui andrei più volentieri a cena si libra nell’aere festeggiando con gusto. Ecco
qua. Faccio bene a coltivare il nostro proverbiale disfattismo interista.
Ora guarda se andiamo in confusione e #PIGL fa il passaggio della vita per quel bidone dell’umido
che non segna da quando era il beniamino del mio vicino di posto e del lampredotto.

‘52

Mamma aveva ragione, la temperatura è scesa e siamo improvvisamente nel ghiacciaio Antelao
ed è Santo Stefano, quindi indosso maglietta aggiuntiva, felpa con cappuccio, e mi metto a
sedere senza espressione, mentre tutti attorno a me impazziscono di gaudio e felicitade.
Ed è in questo momento che uno degli amici di Pellegrini dimentica lo spirito bonario con cui ci
siamo interfacciati fin lì, e girandosi verso di me lancia un potente bestemmione. Accipicchia. Lui
lo fa sì, per liberarsi dalla tensione e per mostrare soddisfazione, ma qualche meccanismo
interiore gli sta suggerendo che così, lui, mi sconvolgerà.
EHI EHI EHI EHI FEEEEEERMO AMICO (leggersi con tono doppiagesco da film americano di serie
B, quella serie B dove si sentono tanto a casa i nostri sportivissimi avversari)
Io tifo Inter. Non so se hai capito. Te lo ripeto.
IO. TIFO. INTER.
Quando io guardo giocare l’Inter il buon Dio e i miei amici Santi si mettono le cuffiette e non se le
tolgono per i successivi 90 minuti più recupero.
Quando io guardo giocare l’Inter il segnale di “Radio Vaticana” smette di entrare negli
elettrodomestici. Anzi. Sono io che entro nel segnale di “Radio Vaticana”.
Quando io guardo giocare l’Inter l’accademia della Crusca prende appunti perché invento delle
forme composite di turpiloquio che Umberto Eco da qualche parte è fiero.
Sconvolgermi. Seh. Tu e la tua metafora suinide vincerete anche la Coppa Italia Frecciarossa, ma
caro mio, certe cose non si possono comprare.
Per tutto il resto c’è Radu.
‘ non saprei, voglio mamma.
E niente, il coccodrillo ha deciso di andare prima a fumare i sigari con Cordaz, non so, fatto sta
che quando lancia la palla verso l’atmosfera, attorno a me c’è una specie di scuolabus di tifosi in
giacca e cravatta (ma cosa ti dice il cervello, che stai andando a un diciottesimo compleanno?)
che sbraita, non saprei nemmeno dire quando sia successo l’episodio da r0ss0! 3spuls10n3!!!?!!,
fatto sta che mentre io sono seduto e seguo il match con l’aria di uno a cui hanno fatto quattordici
prelievi, vedo un omino cascare per terra davanti alla nostra curva.
Manco faccio in tempo a realizzare che tutto il mio settore sta su twitter a spiegare perché non è
rigore.
Questa è la mia grande occasione per passare al contrattacco.
“Non è rigore?”
“No, è lui che aggancia Bonucci!”
“Ah no, questo mi dispiace veramente molto. Se questo episodio diventasse decisivo, non mi
andrebbe giù. Non è così che vorrei vincere questa Coppa Italia”.

E’ andata esattamente così.
Come si è svolto il dialogo dentro di me:
“Non è rigore?”
“No, è lui che aggancia Bonucci!”
“Ah no, questo mi dispiace veramente molto. Se questo episodio diventasse decisivo, non mi
andrehahaHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH DIO BENEDICA VALERI, L’AIA E SATANA SOTTO
FORMA DI LAUTARO, NEMMENO NEL ةّ جن O NEL VALHALLA UNO SCENARIO COSÌ GUSTOSO"
.
Stiamo rubando alla Juve. Se è un sogno non svegliatemi.
O fatemi svegliare da Perry (spoiler alert).
Dove ha tirato Chala? Ah, ok. Non parlo più, pace e bene.

‘SUPPLECHE?
E’ un peccato che la finale di questo prestigioso torneo non trovi luogo fra qualche giorno, il 30
maggio, perché sarebbe santa Dinfna, protettrice dei malati di mente, sonnambuli, posseduti.
Dice niente?
Mia madre aveva paura delle curve, sìsì.
Qui in tribuna Monte Mario una tifosa (indovina la squadra) ha fatto un gestaccio a un tifoso
(indovina la squadra) e questo tifoso ha promesso a lei e al suo compagno che a fine partita li
sistemerà per le feste (INDOVINA LA SQUADRA).
Li dividono.
Nemmeno questo potrà far finire questa tortura, PERDIO.
AH, è entrato Pellegrini.
Almeno i suoi amici sono contenti. Anche io ho raggiunto una pace
interiore, sono pronto alla tripletta di Bonucci, davvero, sono all’esaurimento nervoso perciò sto
bene- anche se non lo do a vedere; sì perché quando De Vrji viene steso dal più forte difensore
del mondo, io ho l’espressione di uno a cui è nato il figlio Juventino (non parlo per esperienza
diretta, ricordiamoci chi ho alla mia sinistra). Guardo Perisic cercare di tirare il rigore avendo come
maggior impedimento non il VAR bensì l’uomo della Panda, il quale deve tenerci a farsi amare dai
suoi ex tifosi, perché vuole proprio essere lui a tutti i costi a tirarlo.
Qualcuno gli ricorda che l’ossigenazione al cuoio capelluto crea dei piccoli shock alle terminazioni
nervose del cervello, e torna al suo posto. Perry. 3-2. Non esulto. Tutti si girano verso di me e io
mi comporto come fossi l’emoji che scrolla le spalle- non chiedete a me, sto peggio di voi, io
attualmente vorrei essere a letto con una flebo.
Due rigori su due all’incrocio. O siete scemi o è il Truman Show.
‘E’ il Truman Show. SIIII CERTO AHAHAH dai dove sono le telecamere?
E’ divertente come un’intera organizzazione, anche discretamente dispendiosa insomma, abbia
deciso di mettere su questo grande scherzone a noi sempre sereni tifosi Interisti. Sìsì, certo, 4-2 in
quel modo lì. Sìsìsìsì.
Il mio sistema nervoso è talmente arrivato al limite della sopportazione che quando Perisic fa il
suo esperimento di fisica quantistica, io mi metto le mani sulla testa e la scuoto. Sono disperato.
Non ha senso? Benvenuti.
Il papà della Fiorentina prende il figlio e mi saluta, io gli rispondo con la verve di uno che ha preso
un autotreno sulla faccia. Non ho più le forze, sono finito. Non so come tornerò a casa.

‘ALLEGRI CABARET.
Ecco cosa serviva per riportarmi in vita. Una cardioversione elettrica? Un autogol di Radu? No. Quando si scatena il parapiglia, io mi alzo e con tutta la forza
che posseggo comincio a urlare contro Acciuga delle cose davvero esagerate per il contesto,
Sarebbe il terzo (o quarto?) giramento di testa, ma non vinceranno i miei neuroni.
Grido così forte che alcuni del mio settore cominciano ad alzarsi per andare via (forse perché
temono questo paziente di psichiatria del vicino Sant’Andrea.)
Non mi fermo più.

‘136.542 minuti dopo, fine.
BEH COMUNQUE DITE A PELLEGRINI CHE HA FATTO VERAMENTE UN ESORDIO DA
CAMPIONE, CHE PERSONALITÀ, MI SPIACE PER LA PARTITA!
Il mio settore l’ha presa bene.
Ebbene: la panchina della Juve è a pochi metri da me e io posso vederli tornare lì dopo aver preso
la medaglia della consolazione.
Quello che non mi esce dalla boccuccia (sono stato zitto per due ore, faccio l’attore nella vita, vuoi che non mi faccio sentire?)
McKennie ancora mi pensa, credo.
Ha dovuto distogliere lo sguardo a un certo punto.

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico 1 Ranocchiate

‘LA STEWARD MI INVITA A LASCIARE SAN SIRO
Sono da solo. Il settore è vuoto, adesso. Dall’altra parte c’è chi domanda magliette, chi va sotto la
Nord, chi dichiara che non rinnoverà, Mourinho ha lanciato sta moda dopo la champions e niente,
fa sempre bene ricordarci che siamo interisti.
“Ci lascia andare? Anche noi abbiamo una vita, una casa.”
“Dove vive?”
“A Frascati”
“Uff”

Caccio un urlo, ma forte, è l’ultimo.
Da centrocampo, dove sta giocando con la figlia, Bare gira la testa.
Alza un braccio verso una direzione vicina a me, non sa che sono stato io. Poi torna a
giocare con la figlia. Allora mi fermo. Sorrido.
Gasperini si scanserà?
Candreva segnerà da centrocampo?
Radu bis?
Forse non mi importa.
Perché c’è qualcosa in più, in noi.
Qualcosa che ti fa tollerare 120 minuti vicino ai tuoi nemici.
Qualcosa che ti fa comprare comunque il biglietto per il 22.
Qualcosa che ti fa tornare a casa urlando a squarciagola da solo in una città che ti detesta, suonando alle macchine della polizia.

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico 2 Ranocchiate

Ovviamente mi hanno fermato. Non importa. Vale la pena, per quel qualcosa in più.
Quel qualcosa in più, puoi provare ad estirparlo, ma non ti lascia mai.
Quel qualcosa in più, sono i sigari di Cordaz.

PS. Ho comprato la sciarpa della finale.
Mi sono ricordato che per metà è bianco-nera che stavo festeggiando fra gli interisti.
Guarda se me so salvato dal linciaggio e mi fanno fuori i miei.

PPS. Uno degli amici di Pellegrini mi ha aggiunto su Instagram, il più juventino di tutti. Le storie in
cui ho taggato la pagina, lui le ha commentato con una ricca risata.
Indovinate dove va Perry

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico

14/05/2022

di Guglielmo Poggi

Ho trentun anni, ho sovente guidato in stato di ebrezza e sono cresciuto in un
quartiere di Roma dove per divertimento si praticava la cinghiamattanza (cerca su google);
eppure, la grande preoccupazione di mia madre è che io vada a vedere una partita allo stadio.
Quello che non sa, è che più degli ultras avversari, dovrebbe temere per le mie coronarie. O che
Perry firmi con l’altrui.

“Stai attento, non mettere maglie nerazzurre. E niente sciarpe! Cioè la sciarpa sì, ma per il freddo”
“Fanno ventisei gradi all’ombra e devo camminare mezz’ora. E poi mamma te l’ho spiegato: non
ho trovato posti in curva, vado in tribuna. Sono tra padri di famiglia. Stai tranquilla.”
E come scritto nel grande libro degli uomini di mezz’età, mia madre aveva ragione.
Perché il biglietto, trovatomi all’ultimo minuto dall’amico Paolo Calabresi (Biascica di Boris,
nonché papà di Arturo, neopromosso in serie A con il Lecce che il prossimo anno ci farà un gol in
rovesciata al 94’) è sì in tribuna Monte Mario. Ma dal lato sbagliato.
Sono infatti nel GRUPPO SQUADRA JUVENTUS.
Questo è il resoconto di come ho visto la finale di Coppa Italia.

-60’
Se il buongiorno si vede dal mattino oggi è doppietta di Dybala, uno dei brati si fa male e gioca
Radu. La partita sta per cominciare e io scopro che il biglietto è obbligatoriamente cartaceo. Alle
20, nella mia città, a un tifoso interista è più capace che stampino i segreti della biblioteca
Vaticana.
La mia ultima speranza, un tabaccaio, mi dice che per legge non può stampare. Quando gli
spiego in che settore sono finito mi stampa il biglietto, non mi fa pagare e mi saluta come se mi
stesse aspettando il boia con la scure. E in effetti, poco ci manca.

-30’
Arrivo che ho sudato come se avessi risalito il monte Olimpo, ed è con lo stesso coefficiente di
difficoltà che mi approccio a questa serata (grazie mamma per il suggerimento sulla felpa, del
resto è Natale e siamo in Trentino).
La fila per entrare a Monte Mario mi ricorda quella delle poste per rapidità ed efficienza, è
talmente lunga che mi ritrovo a sentire dei gemiti. Penso stiano girando un porno, invece a fianco
a me si sta giocando una partita di tennis tra Fognini e non so chi.
A quanto pare oggi esiste financo un altro evento sportivo oltre a questo
DISASTROANNUNCIATOCOMEMIE’VENUTOINMENTEDIUSCIREDICASA.

-10’
Sono in mezzo a maglie di Vlahovic, giornaliste sportive e/o modelle e/o accompagnatrici di
miliardari Sauditi; c’è Musetti, qualche altro atleta di cui ignoro l’identità, e poi ci sono i miei
prossimi vicini di posto.
La configurazione che mi si palesa è sorprendente:
-Davanti a me, i migliori amici di Luca Pellegrini, che a quanto pare è un calciatore della Js.
Sembrano dei bravi ragazzi, uno è persino laziale, ci ricordiamo con affetto i tempi di “OH
NOOOO”, insomma questi non me gonfiano, fiuuu.
-Alla mia destra, gli invitati di Rugani. Sono di Lucca, e tifano Inter, anche se in incognito. La cosa
si mette davvero molto meglio del previsto.
-Alla mia sinistra un dolcissimo giovane tifoso Juventino accompagnato dal papà che tifa
Fiorentina.
Aspettate, lo riscrivo.
Giovane. Tifoso. Juventino. Accompagnato. Dal. Papà. Che. Tifa. Fiorentina.
E io che credevo di averle viste tutte dopo Bologna.
-Dietro di me non ne ho idea, sto talmente male che non ricordo spero Arisa canti per le prossime
due settimane.

-1’
Questo è l’ultimo minuto preciso che ricordo, da ora in avanti dadaismo e PARKOUR.
“Te l’ho promesso da bambino/ per sempre ti starò vicino/ a testa alta ovunque andiaaaaamo/
siamo la curva nord Milano”.
La maglietta in più che mia madre mi ha suggerito di portarmi -perché lo ricordo, siamo a
Dicembre a Yukon, Canada settentrionale- mi serve da silenziatore. Si in pratica ci canto dentro.
Il risultato è una supercazzola vitrumata che fa percepire quanto sto soffrendo, maledicendomi, e
desiderando intensamente che cada una meteora su questo stadio. Possibilmente sul mio
settore.
Gli amici di Pellegrini ridono, i Lucchesi mi suggeriscono di non vivermela con quest’ansia (è
quello che dice il mio psicoterapeuta, gli do 80 euro a settimana e guarda dove sono finito a
vedere la finale di Coppa Italia), il tifoso della Fiorentina (scusate, non so che dire) comincia a fare
analisi tattiche che mi ricordano Arrigo Sacchi. Quello di ora.

-‘ in cui segna BAREEEEEEEE
Praticamente quella roba illegale me la fa a cinquanta metri dalla faccia. Mentre benedico Paolo
per questo regalo, grido e zompo così forte che ho un giramento di testa. Gli amici di Pellegrini a
quanto pare sono più J*ini di quanto avessero lasciato a intendere. Per contegno
commentano la bellezza del gesto tecnico, ma ogni tanto si girano a ridere con me. Anzi, forse di
me. Anzi, forse non ridono.
Io intanto ho perso i freni inibitori e canto senza più silenziatore. Sento che non andrà a finire
bene.

-‘ in cui Handanovic para l’eurogol, in cui ci vanno vicini con #PIGL e con l’altro fregno buffo, in
cui FINISCE QUESTO PRIMO TEMPO?
Secondo giramento di testa. Ho mangiato poco e troppo presto e ho bevuto due birre. Attorno a
me si gongola per il buon momento Juventino, menomale, posso finalmente cominciare col mio
proverbiale disfattismo interista- eh abbiamo segnato troppo presto, eh ma vedrai ora come va a
finire- fatto sta che mi ritrovo quasi a consolare i miei nuovi amici bianconeri quando finalmente
fischiano. Andrei ad alcolizzarmi per superare il parto che ci aspetta, ma le giornaliste sportive e le
mogli dei sauditi si fanno i selfie e di passare non c’è verso, quindi rimango seduto a contemplare
gli scampoli di serenità che mi restano.

’50, questa la so perché la leggo sul tabellone, che è quando una masnada di gente che non è
proprio quella con cui andrei più volentieri a cena si libra nell’aere festeggiando con gusto. Ecco
qua. Faccio bene a coltivare il nostro proverbiale disfattismo interista.
Ora guarda se andiamo in confusione e #PIGL fa il passaggio della vita per quel bidone dell’umido
che non segna da quando era il beniamino del mio vicino di posto e del lampredotto.

‘52

Mamma aveva ragione, la temperatura è scesa e siamo improvvisamente nel ghiacciaio Antelao
ed è Santo Stefano, quindi indosso maglietta aggiuntiva, felpa con cappuccio, e mi metto a
sedere senza espressione, mentre tutti attorno a me impazziscono di gaudio e felicitade.
Ed è in questo momento che uno degli amici di Pellegrini dimentica lo spirito bonario con cui ci
siamo interfacciati fin lì, e girandosi verso di me lancia un potente bestemmione. Accipicchia. Lui
lo fa sì, per liberarsi dalla tensione e per mostrare soddisfazione, ma qualche meccanismo
interiore gli sta suggerendo che così, lui, mi sconvolgerà.
EHI EHI EHI EHI FEEEEEERMO AMICO (leggersi con tono doppiagesco da film americano di serie
B, quella serie B dove si sentono tanto a casa i nostri sportivissimi avversari)
Io tifo Inter. Non so se hai capito. Te lo ripeto.
IO. TIFO. INTER.
Quando io guardo giocare l’Inter il buon Dio e i miei amici Santi si mettono le cuffiette e non se le
tolgono per i successivi 90 minuti più recupero.
Quando io guardo giocare l’Inter il segnale di “Radio Vaticana” smette di entrare negli
elettrodomestici. Anzi. Sono io che entro nel segnale di “Radio Vaticana”.
Quando io guardo giocare l’Inter l’accademia della Crusca prende appunti perché invento delle
forme composite di turpiloquio che Umberto Eco da qualche parte è fiero.
Sconvolgermi. Seh. Tu e la tua metafora suinide vincerete anche la Coppa Italia Frecciarossa, ma
caro mio, certe cose non si possono comprare.
Per tutto il resto c’è Radu.
‘ non saprei, voglio mamma.
E niente, il coccodrillo ha deciso di andare prima a fumare i sigari con Cordaz, non so, fatto sta
che quando lancia la palla verso l’atmosfera, attorno a me c’è una specie di scuolabus di tifosi in
giacca e cravatta (ma cosa ti dice il cervello, che stai andando a un diciottesimo compleanno?)
che sbraita, non saprei nemmeno dire quando sia successo l’episodio da r0ss0! 3spuls10n3!!!?!!,
fatto sta che mentre io sono seduto e seguo il match con l’aria di uno a cui hanno fatto quattordici
prelievi, vedo un omino cascare per terra davanti alla nostra curva.
Manco faccio in tempo a realizzare che tutto il mio settore sta su twitter a spiegare perché non è
rigore.
Questa è la mia grande occasione per passare al contrattacco.
“Non è rigore?”
“No, è lui che aggancia Bonucci!”
“Ah no, questo mi dispiace veramente molto. Se questo episodio diventasse decisivo, non mi
andrebbe giù. Non è così che vorrei vincere questa Coppa Italia”.

E’ andata esattamente così.
Come si è svolto il dialogo dentro di me:
“Non è rigore?”
“No, è lui che aggancia Bonucci!”
“Ah no, questo mi dispiace veramente molto. Se questo episodio diventasse decisivo, non mi
andrehahaHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH DIO BENEDICA VALERI, L’AIA E SATANA SOTTO
FORMA DI LAUTARO, NEMMENO NEL ةّ جن O NEL VALHALLA UNO SCENARIO COSÌ GUSTOSO"
.
Stiamo rubando alla Juve. Se è un sogno non svegliatemi.
O fatemi svegliare da Perry (spoiler alert).
Dove ha tirato Chala? Ah, ok. Non parlo più, pace e bene.

‘SUPPLECHE?
E’ un peccato che la finale di questo prestigioso torneo non trovi luogo fra qualche giorno, il 30
maggio, perché sarebbe santa Dinfna, protettrice dei malati di mente, sonnambuli, posseduti.
Dice niente?
Mia madre aveva paura delle curve, sìsì.
Qui in tribuna Monte Mario una tifosa (indovina la squadra) ha fatto un gestaccio a un tifoso
(indovina la squadra) e questo tifoso ha promesso a lei e al suo compagno che a fine partita li
sistemerà per le feste (INDOVINA LA SQUADRA).
Li dividono.
Nemmeno questo potrà far finire questa tortura, PERDIO.
AH, è entrato Pellegrini.
Almeno i suoi amici sono contenti. Anche io ho raggiunto una pace
interiore, sono pronto alla tripletta di Bonucci, davvero, sono all’esaurimento nervoso perciò sto
bene- anche se non lo do a vedere; sì perché quando De Vrji viene steso dal più forte difensore
del mondo, io ho l’espressione di uno a cui è nato il figlio Juventino (non parlo per esperienza
diretta, ricordiamoci chi ho alla mia sinistra). Guardo Perisic cercare di tirare il rigore avendo come
maggior impedimento non il VAR bensì l’uomo della Panda, il quale deve tenerci a farsi amare dai
suoi ex tifosi, perché vuole proprio essere lui a tutti i costi a tirarlo.
Qualcuno gli ricorda che l’ossigenazione al cuoio capelluto crea dei piccoli shock alle terminazioni
nervose del cervello, e torna al suo posto. Perry. 3-2. Non esulto. Tutti si girano verso di me e io
mi comporto come fossi l’emoji che scrolla le spalle- non chiedete a me, sto peggio di voi, io
attualmente vorrei essere a letto con una flebo.
Due rigori su due all’incrocio. O siete scemi o è il Truman Show.
‘E’ il Truman Show. SIIII CERTO AHAHAH dai dove sono le telecamere?
E’ divertente come un’intera organizzazione, anche discretamente dispendiosa insomma, abbia
deciso di mettere su questo grande scherzone a noi sempre sereni tifosi Interisti. Sìsì, certo, 4-2 in
quel modo lì. Sìsìsìsì.
Il mio sistema nervoso è talmente arrivato al limite della sopportazione che quando Perisic fa il
suo esperimento di fisica quantistica, io mi metto le mani sulla testa e la scuoto. Sono disperato.
Non ha senso? Benvenuti.
Il papà della Fiorentina prende il figlio e mi saluta, io gli rispondo con la verve di uno che ha preso
un autotreno sulla faccia. Non ho più le forze, sono finito. Non so come tornerò a casa.

‘ALLEGRI CABARET.
Ecco cosa serviva per riportarmi in vita. Una cardioversione elettrica? Un autogol di Radu? No. Quando si scatena il parapiglia, io mi alzo e con tutta la forza
che posseggo comincio a urlare contro Acciuga delle cose davvero esagerate per il contesto,
Sarebbe il terzo (o quarto?) giramento di testa, ma non vinceranno i miei neuroni.
Grido così forte che alcuni del mio settore cominciano ad alzarsi per andare via (forse perché
temono questo paziente di psichiatria del vicino Sant’Andrea.)
Non mi fermo più.

‘136.542 minuti dopo, fine.
BEH COMUNQUE DITE A PELLEGRINI CHE HA FATTO VERAMENTE UN ESORDIO DA
CAMPIONE, CHE PERSONALITÀ, MI SPIACE PER LA PARTITA!
Il mio settore l’ha presa bene.
Ebbene: la panchina della Juve è a pochi metri da me e io posso vederli tornare lì dopo aver preso
la medaglia della consolazione.
Quello che non mi esce dalla boccuccia (sono stato zitto per due ore, faccio l’attore nella vita, vuoi che non mi faccio sentire?)
McKennie ancora mi pensa, credo.
Ha dovuto distogliere lo sguardo a un certo punto.

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico 3 Ranocchiate

‘LA STEWARD MI INVITA A LASCIARE SAN SIRO
Sono da solo. Il settore è vuoto, adesso. Dall’altra parte c’è chi domanda magliette, chi va sotto la
Nord, chi dichiara che non rinnoverà, Mourinho ha lanciato sta moda dopo la champions e niente,
fa sempre bene ricordarci che siamo interisti.
“Ci lascia andare? Anche noi abbiamo una vita, una casa.”
“Dove vive?”
“A Frascati”
“Uff”

Caccio un urlo, ma forte, è l’ultimo.
Da centrocampo, dove sta giocando con la figlia, Bare gira la testa.
Alza un braccio verso una direzione vicina a me, non sa che sono stato io. Poi torna a
giocare con la figlia. Allora mi fermo. Sorrido.
Gasperini si scanserà?
Candreva segnerà da centrocampo?
Radu bis?
Forse non mi importa.
Perché c’è qualcosa in più, in noi.
Qualcosa che ti fa tollerare 120 minuti vicino ai tuoi nemici.
Qualcosa che ti fa comprare comunque il biglietto per il 22.
Qualcosa che ti fa tornare a casa urlando a squarciagola da solo in una città che ti detesta, suonando alle macchine della polizia.

Cronistoria di una finale di Coppa Italia vista dal lato sbagliato dell'Olimpico 4 Ranocchiate

Ovviamente mi hanno fermato. Non importa. Vale la pena, per quel qualcosa in più.
Quel qualcosa in più, puoi provare ad estirparlo, ma non ti lascia mai.
Quel qualcosa in più, sono i sigari di Cordaz.

PS. Ho comprato la sciarpa della finale.
Mi sono ricordato che per metà è bianco-nera che stavo festeggiando fra gli interisti.
Guarda se me so salvato dal linciaggio e mi fanno fuori i miei.

PPS. Uno degli amici di Pellegrini mi ha aggiunto su Instagram, il più juventino di tutti. Le storie in
cui ho taggato la pagina, lui le ha commentato con una ricca risata.
Indovinate dove va Perry

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