08/09/2021

Anche i supereroi a volte si fermano

28 Aprile 2013, stadio Renzo Barbera, Palermo

In una caldissima domenica siciliana, l’Inter cerca di rimanere aggrappata al quinto posto nonostante i 12 indisponibili e il morale a terra dopo aver sfiorato i quarti di Europa League e la finale di Coppa Italia (anche se avrebbero dovuto consegnarci direttamente il trofeo per quel doppio triangolo Jonathan - Alvarez - Rocchi). Di fronte troviamo la formazione di casa in lotta per non retrocedere e reduce da un bottino di 8 punti nelle precedenti 4 giornate. Se già le nostre speranze erano poche in partenza, figurarsi quando è stata annunciata la formazione titolare con Silvestre, Juan Jesus, Jonathan, Kuzmanovic, Alvaro Pereira e Rocchi. (n.d.a. se siete stati male nel leggere questi nomi, NON andate a leggere quello dei panchinari di quel giorno. Non fatelo, davvero).Il Palermo impone subito ritmi altissimi, rispondiamo con un’iniziativa personale di Capitan Zanetti: tiro da fuori, respinto. Al 10' Silvestre si inventa una giocata all’altezza della sua futura squadra: intercetta il filtrante dentro l'area di rigore e regala la palla a Miccoli, assist per Ilicic fin troppo libero al limite dell’area: 1-0. Anche Handanovic sembra apprezzare la traiettoria disegnata dal bosniaco: è la genesi della parata laser, un gesto tecnico al quale non eravamo ancora abituati (e sinceramente, avremmo pure fatto a meno di abituarci).L’unico che prova a dare una scossa è ancora il nostro Capitano, che cerca il fondo con una delle sue cavalcate, supera l'opposizione di Aronica e mette un cross in area, scivolando a terra con l'avversario in un normale contrasto di gioco. Si rialza per battere subito il corner, accorgendosi però dopo pochi passi che non raggiungerà mai quella bandierina. Un cenno alla panchina, le mani nei suoi capelli perfetti come sempre prima di lasciarsi cadere a terra: una scena a cui non siamo mai stati abituati e che ci ha fatto subito presagire il peggio non solo per la partita, ma anche per il futuro del nostro uomo simbolo.

Anche i supereroi a volte si fermano 1 Ranocchiate
Il Capitano lascia il campo in barella, facendoci presagire il peggio

L’uscita di Zanetti fa crollare definitivamente il morale della squadra. A nulla servirà la reazione di orgoglio dei Nostri, tenuti in vita fino all’ultimo da una parata di Handanovic e da un salvataggio incredibile dell'Erede di quella fascia che impedisce il 2-0. Ancora una volta, da Buoni Samaritani che siamo, abbiamo preferito sacrificarci per dare 3 punti di speranza ad una squadra che poi inevitabilmente sarebbe retrocessa. Almeno un riconoscimento ogni tanto, anche solo un grazie. No, eh?Già nel dopo partita, la cronaca fa passare in secondo piano la nostra tredicesima sconfitta stagionale: sarà l'ultima partita di Zanetti? Come farà a recuperare da questo grave infortunio a 40 anni?

Anche i supereroi a volte si fermano 2 Ranocchiate
Il momento della rottura. Come si può vedere, il piede sinistro non è stato colpito nel contrasto

Ma si tratta davvero di un infortunio così serio?

La rottura del tendine d’Achille è un evento frequente soprattutto in sport di salto come Basket, Pallavolo o le discipline di Atletica leggera, mentre nel calcio costituisce meno del 2% di tutti gli infortuni. Sono maggiormente predisposti gli atleti con alle spalle numerosi anni di attività professionistica fatta di allenamenti ad alto carico spesso troppo ravvicinati per consentire il recupero delle micro lesioni: l’età media infatti è intorno ai 30 anni, ma ovviamente tutto dipende anche dalle caratteristiche individuali. Tutto questo porta allo sfilacciamento progressivo delle fibre che compongono il tendine: una condizione di cui l’atleta non è a conoscenza visto che non è quasi mai dolorosa. Con il passare del tempo, anche uno sforzo lieve o moderato può determinare la rottura brusca e fortemente dolorosa del tendine d’Achille. Durante l’operazione, i due monconi del tendine vengono riuniti e suturati, con l’obiettivo di accelerare la ricostruzione di una struttura continua e resistente.Il tendine guarisce più lentamente di altri tessuti perchè è molto poco vascolarizzato. Inoltre, il tendine d’Achille è tra le strutture più sovraccaricate del nostro corpo: nella corsa, per esempio, è responsabile della propulsione e deve sopportare un peso pari a 12 volte quello del corpo e, per questo motivo, nei primi 3 mesi non si può caricare il peso del corpo sul tallone. Questo vuol dire che l’atleta durante la convalescenza perderà moltissima forza muscolare e resistenza non solo nella gamba coinvolta, ma anche in tutto il resto del corpo. Il percorso di recupero deve essere quindi estremamente graduale e non bisogna bruciare le tappe per evitare che la sutura del chirurgo ceda: mediamente dopo 6 mesi si possono riprendere gli allenamenti, mentre per il rientro in gara sono necessari almeno 7-8 mesi. Ma tutto questo non ha spaventato il nostro Capitano: “Dopo tanto tempo dovevo cambiare le gomme. Voglio tornare più forte di prima” (e probabilmente avrà pensato “... così vi risparmio un’altra stagione con Schelotto titolare”).

Anche i supereroi a volte si fermano 3 Ranocchiate
Il tendine d'Achille si forma dall'unione dei muscoli Gastrocnemio e Soleo e si inserisce sul tallone. Nella fase di appoggio della corsa, trasferisce la forza di questi potenti muscoli determinando la spinta in avanti del corpo.
Anche i supereroi a volte si fermano 4 Ranocchiate
Risonanza magnetica di un tendine d'Achille rotto.
No, non è quello del Capitano, altrimenti sarebbe già appesa in camera mia















9 Novembre 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano

L’Inter ospita il Livorno in una fredda serata milanese che segnerà la storia perché sarà l’ultima Inter di Moratti, pronto a lasciare la carica da Presidente alla nuova proprietà. Per quanto riguarda il campo, non verrà sicuramente ricordata per il gioco (partita noiosa, autogol di Bardi su cross innocuo del Divino Jonathan. Per il resto tanta nebbia, tanto freddo e tanta noia) quanto per l’ingresso al minuto 87 di Capitan Zanetti dopo solo 6 mesi dall’infortunio. Nei suoi 10 minuti di gioco (che ho avuto la fortuna di assistere dal vivo), Zanetti ha dato una scossa ad una squadra pigra e svogliata che fino a quel momento si stava accontentando dell’1-0: palla sulla linea laterale a centrocampo, Zanetti protegge di fisico e accelera bruscamente lasciando sul posto l’avversario e creando superiorità numerica, palla per Kovacic, filtrante per Nagatomo che mette finalmente la parola fine alla partita, con tanto di Inchino giapponese insieme al Capitano.A inizio Dicembre la prima gara da titolare per poi riprendere il suo posto nelle rotazioni della rosa nella cavalcata per la qualificazione in Europa, conclusa al quinto posto e con un’amara esclusione da parte di quel simpaticone di Mazzarri in quello che sarebbe stato il suo ultimo derby di Milano. Nella sua ultima apparizione a San Siro contro la Lazio ha dimostrato di avere ancora benzina nelle gambe, facendo impallidire più volte gli avversari più giovani con le sue galoppate e la sua fisicità in mezzo al campo.

Probabilmente un infortunio così grave a quell’età avrebbe costretto al ritiro molti giocatori magari già appagati dalla propria carriera o stanchi della vita del calciatore di massimo livello. Il nostro Capitano, nonostante il suo ricco palmares e le sue statistiche irraggiungibili, ha trovato la volontà di mettersi un’ultima volta a disposizione dell’Inter sospinto dalla passione per il proprio lavoro e dall’amore per i colori che ha fieramente rappresentato per 19 anni. Il suo ritorno è stato un regalo non solo per raggiungere gli obiettivi stagionali, ma anche per tutti noi tifosi che abbiamo potuto salutarlo di persona in quel magico 10 Maggio tra cori, applausi e lacrime di commozione e di orgoglio, decisamente più piacevoli di quelle di dolore versate quando credevamo che tutto poteva finire in quella maledetta domenica di Palermo.

Oh Capitano, mio Capitano...

Riferimenti bibliografici

Netter's Sports Medicine di Christopher Madden, 2017
Orthopaedic Rehabilitation of the Athlete - Getting Back in the Game di Reider - Davies - Provencher, 2015
Sports Injuries - Prevention, Treatment and Rehabilitation di Lars Peterson, 2017

Anche i supereroi a volte si fermano

28 Aprile 2013, stadio Renzo Barbera, Palermo

In una caldissima domenica siciliana, l’Inter cerca di rimanere aggrappata al quinto posto nonostante i 12 indisponibili e il morale a terra dopo aver sfiorato i quarti di Europa League e la finale di Coppa Italia (anche se avrebbero dovuto consegnarci direttamente il trofeo per quel doppio triangolo Jonathan - Alvarez - Rocchi). Di fronte troviamo la formazione di casa in lotta per non retrocedere e reduce da un bottino di 8 punti nelle precedenti 4 giornate. Se già le nostre speranze erano poche in partenza, figurarsi quando è stata annunciata la formazione titolare con Silvestre, Juan Jesus, Jonathan, Kuzmanovic, Alvaro Pereira e Rocchi. (n.d.a. se siete stati male nel leggere questi nomi, NON andate a leggere quello dei panchinari di quel giorno. Non fatelo, davvero).Il Palermo impone subito ritmi altissimi, rispondiamo con un’iniziativa personale di Capitan Zanetti: tiro da fuori, respinto. Al 10' Silvestre si inventa una giocata all’altezza della sua futura squadra: intercetta il filtrante dentro l'area di rigore e regala la palla a Miccoli, assist per Ilicic fin troppo libero al limite dell’area: 1-0. Anche Handanovic sembra apprezzare la traiettoria disegnata dal bosniaco: è la genesi della parata laser, un gesto tecnico al quale non eravamo ancora abituati (e sinceramente, avremmo pure fatto a meno di abituarci).L’unico che prova a dare una scossa è ancora il nostro Capitano, che cerca il fondo con una delle sue cavalcate, supera l'opposizione di Aronica e mette un cross in area, scivolando a terra con l'avversario in un normale contrasto di gioco. Si rialza per battere subito il corner, accorgendosi però dopo pochi passi che non raggiungerà mai quella bandierina. Un cenno alla panchina, le mani nei suoi capelli perfetti come sempre prima di lasciarsi cadere a terra: una scena a cui non siamo mai stati abituati e che ci ha fatto subito presagire il peggio non solo per la partita, ma anche per il futuro del nostro uomo simbolo.

Anche i supereroi a volte si fermano 5 Ranocchiate
Il Capitano lascia il campo in barella, facendoci presagire il peggio

L’uscita di Zanetti fa crollare definitivamente il morale della squadra. A nulla servirà la reazione di orgoglio dei Nostri, tenuti in vita fino all’ultimo da una parata di Handanovic e da un salvataggio incredibile dell'Erede di quella fascia che impedisce il 2-0. Ancora una volta, da Buoni Samaritani che siamo, abbiamo preferito sacrificarci per dare 3 punti di speranza ad una squadra che poi inevitabilmente sarebbe retrocessa. Almeno un riconoscimento ogni tanto, anche solo un grazie. No, eh?Già nel dopo partita, la cronaca fa passare in secondo piano la nostra tredicesima sconfitta stagionale: sarà l'ultima partita di Zanetti? Come farà a recuperare da questo grave infortunio a 40 anni?

Anche i supereroi a volte si fermano 6 Ranocchiate
Il momento della rottura. Come si può vedere, il piede sinistro non è stato colpito nel contrasto

Ma si tratta davvero di un infortunio così serio?

La rottura del tendine d’Achille è un evento frequente soprattutto in sport di salto come Basket, Pallavolo o le discipline di Atletica leggera, mentre nel calcio costituisce meno del 2% di tutti gli infortuni. Sono maggiormente predisposti gli atleti con alle spalle numerosi anni di attività professionistica fatta di allenamenti ad alto carico spesso troppo ravvicinati per consentire il recupero delle micro lesioni: l’età media infatti è intorno ai 30 anni, ma ovviamente tutto dipende anche dalle caratteristiche individuali. Tutto questo porta allo sfilacciamento progressivo delle fibre che compongono il tendine: una condizione di cui l’atleta non è a conoscenza visto che non è quasi mai dolorosa. Con il passare del tempo, anche uno sforzo lieve o moderato può determinare la rottura brusca e fortemente dolorosa del tendine d’Achille. Durante l’operazione, i due monconi del tendine vengono riuniti e suturati, con l’obiettivo di accelerare la ricostruzione di una struttura continua e resistente.Il tendine guarisce più lentamente di altri tessuti perchè è molto poco vascolarizzato. Inoltre, il tendine d’Achille è tra le strutture più sovraccaricate del nostro corpo: nella corsa, per esempio, è responsabile della propulsione e deve sopportare un peso pari a 12 volte quello del corpo e, per questo motivo, nei primi 3 mesi non si può caricare il peso del corpo sul tallone. Questo vuol dire che l’atleta durante la convalescenza perderà moltissima forza muscolare e resistenza non solo nella gamba coinvolta, ma anche in tutto il resto del corpo. Il percorso di recupero deve essere quindi estremamente graduale e non bisogna bruciare le tappe per evitare che la sutura del chirurgo ceda: mediamente dopo 6 mesi si possono riprendere gli allenamenti, mentre per il rientro in gara sono necessari almeno 7-8 mesi. Ma tutto questo non ha spaventato il nostro Capitano: “Dopo tanto tempo dovevo cambiare le gomme. Voglio tornare più forte di prima” (e probabilmente avrà pensato “... così vi risparmio un’altra stagione con Schelotto titolare”).

Anche i supereroi a volte si fermano 7 Ranocchiate
Il tendine d'Achille si forma dall'unione dei muscoli Gastrocnemio e Soleo e si inserisce sul tallone. Nella fase di appoggio della corsa, trasferisce la forza di questi potenti muscoli determinando la spinta in avanti del corpo.
Anche i supereroi a volte si fermano 8 Ranocchiate
Risonanza magnetica di un tendine d'Achille rotto.
No, non è quello del Capitano, altrimenti sarebbe già appesa in camera mia















9 Novembre 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano

L’Inter ospita il Livorno in una fredda serata milanese che segnerà la storia perché sarà l’ultima Inter di Moratti, pronto a lasciare la carica da Presidente alla nuova proprietà. Per quanto riguarda il campo, non verrà sicuramente ricordata per il gioco (partita noiosa, autogol di Bardi su cross innocuo del Divino Jonathan. Per il resto tanta nebbia, tanto freddo e tanta noia) quanto per l’ingresso al minuto 87 di Capitan Zanetti dopo solo 6 mesi dall’infortunio. Nei suoi 10 minuti di gioco (che ho avuto la fortuna di assistere dal vivo), Zanetti ha dato una scossa ad una squadra pigra e svogliata che fino a quel momento si stava accontentando dell’1-0: palla sulla linea laterale a centrocampo, Zanetti protegge di fisico e accelera bruscamente lasciando sul posto l’avversario e creando superiorità numerica, palla per Kovacic, filtrante per Nagatomo che mette finalmente la parola fine alla partita, con tanto di Inchino giapponese insieme al Capitano.A inizio Dicembre la prima gara da titolare per poi riprendere il suo posto nelle rotazioni della rosa nella cavalcata per la qualificazione in Europa, conclusa al quinto posto e con un’amara esclusione da parte di quel simpaticone di Mazzarri in quello che sarebbe stato il suo ultimo derby di Milano. Nella sua ultima apparizione a San Siro contro la Lazio ha dimostrato di avere ancora benzina nelle gambe, facendo impallidire più volte gli avversari più giovani con le sue galoppate e la sua fisicità in mezzo al campo.

Probabilmente un infortunio così grave a quell’età avrebbe costretto al ritiro molti giocatori magari già appagati dalla propria carriera o stanchi della vita del calciatore di massimo livello. Il nostro Capitano, nonostante il suo ricco palmares e le sue statistiche irraggiungibili, ha trovato la volontà di mettersi un’ultima volta a disposizione dell’Inter sospinto dalla passione per il proprio lavoro e dall’amore per i colori che ha fieramente rappresentato per 19 anni. Il suo ritorno è stato un regalo non solo per raggiungere gli obiettivi stagionali, ma anche per tutti noi tifosi che abbiamo potuto salutarlo di persona in quel magico 10 Maggio tra cori, applausi e lacrime di commozione e di orgoglio, decisamente più piacevoli di quelle di dolore versate quando credevamo che tutto poteva finire in quella maledetta domenica di Palermo.

Oh Capitano, mio Capitano...

Riferimenti bibliografici

Netter's Sports Medicine di Christopher Madden, 2017
Orthopaedic Rehabilitation of the Athlete - Getting Back in the Game di Reider - Davies - Provencher, 2015
Sports Injuries - Prevention, Treatment and Rehabilitation di Lars Peterson, 2017

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